Profetizziamo con la leale organizzazione
1. (a) Quale altra lealtà è richiesta per mostrare lealtà verso Dio? (b) Essendo leali a quali organizzazioni religiose le persone non mostrano lealtà verso Dio?
LA LEALTÀ a Dio che creò e organizzò i cieli e la terra richiede lealtà alla sua organizzazione. Oggi molte persone pensano che essendo leali a qualche organizzazione religiosa siano leali a Dio. Ma forse a questo proposito si sbagliano. Fra le cose il cui adempimento fu predetto per i nostri giorni vi sono persone e organizzazioni “amanti più del piacere che di Dio, aventi le apparenze della pietà, ma privi di quanto ne forma l’essenza”. (2 Tim. 3:1, 4, 5, Na) Esse hanno pretese religiose; affermano di essere devote a Dio; osservano cerimonie religiose inventate da uomini e tenute da uomini ordinati come sacerdoti, vescovi, diaconi, reverendi e teologi. Nello stesso tempo cercano le cose materiali, la soddisfazione della carne anziché dello spirito, e in tal modo rivelano di non essere la vera organizzazione di Dio. Rivelano di amare le cose belle e i divertimenti, i passatempi e i giuochi d’azzardo di questo mondo, e non manifestano il potere della vera e santa devozione nella loro vita. La loro condotta smentisce la sincerità della loro devozione esteriore. Sono leali ad una falsa organizzazione, e non all’“Iddio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo”. (Efes. 1:3, Na) Sono leali a un’organizzazione religiosa falsa dinanzi a Dio, che Egli non considera quale sua organizzazione.
2, 3. (a) A quale organizzazione ci comanda Geova di essere leali, e quale giorno di diciannove secoli fa risolse la questione per noi? (b) Come fu mostrato quel giorno che la congregazione cristiana era l’organizzazione a cui si deve essere leali?
2 La visibile organizzazione a cui Dio ci comanda di essere leali è quella su cui egli ha sparso il suo spirito santo. Oltre diciannove secoli fa, il giorno festivo di Pentecoste del 33 d.C., la congregazione giudaica di Gerusalemme pensava di essere la visibile organizzazione di Dio. Per questa ragione cinquantadue giorni prima i suoi sacerdoti e capi religiosi avevano costretto il governatore romano Ponzio Pilato a inchiodare sul palo Gesù Cristo perché morisse come uno schiavo colpevole. Ma ciò che accadde quel giorno di Pentecoste mostrò se ciò che essi pensavano era giusto o errato. I discepoli di Gesù Cristo attestarono che egli era risuscitato dai morti il terzo giorno dopo la sua morte e che era apparso loro in alcune occasioni, nei quaranta giorni che seguirono la sua risurrezione, e furono inoltre testimoni dell’inizio della sua ascensione al cielo. Questi discepoli, che erano stati rigettati dalla congregazione giudaica, erano forse la nuova visibile organizzazione di Geova Dio? Il giorno di Pentecoste risolse la questione in modo decisivo.
3 Quel giorno lo spirito santo di Dio fu sparso sulla sua approvata congregazione, no, non sulla congregazione giudaica che celebrava la Pentecoste nel suo tempio di Gerusalemme, ma sui discepoli di Gesù Cristo che erano radunati in una stanza superiore fuori del recinto del tempio. Questi centoventi discepoli furono tutti ripieni di spirito santo e cominciarono miracolosamente a parlare in lingue straniere delle cose grandi di Dio. Quando Geova Dio aveva precedentemente sparso il suo spirito su Gesù di Nazaret, aveva detto dal cielo: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale Io mi compiaccio”. Similmente, quando sparse il suo spirito su quella prima congregazione cristiana a Gerusalemme, fu data la prova visibile e udibile che l’aveva approvata, mentre aveva rigettato la congregazione giudaica di Gerusalemme la cui comunità era responsabile dell’assassinio di Gesù Cristo. Non v’era rimasto alcun dubbio a quale organizzazione dovevano essere leali d’allora in poi gli adoratori di Geova. Era la congregazione cristiana, non l’organizzazione religiosa giudaica.
4. Di quale profezia fu questo un adempimento, e come profetizzarono coloro che si trovavano in tale stanza superiore?
4 Quello spargimento dello spirito santo con tutto ciò che ne derivò fu un miracoloso adempimento della profezia divina. L’apostolo Pietro, che fu unto e ricevette lo spirito santo quel giorno, disse che si adempiva Gioele 3:1-5 (Na), dove si legge: “E dopo questo, avverrà che Io diffonderò il mio spirito sopra ogni carne, e profetizzeranno i vostri figli e le vostre figlie; i vostri vecchi avranno dei sogni, i vostri giovani vedranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave in quei giorni, diffonderò il mio spirito. . . . prima che venga il giorno del Signore, grande e spaventoso. Ed avverrà che chiunque invocherà il Nome del Signore sarà salvo”. (Atti 2:1-21) Per questo tutti coloro che erano nella stanza superiore di Gerusalemme profetizzarono, cioè parlarono delle cose grandi di Dio affinché udissero altre persone.
5. Come mostrarono le osservazioni di Pietro se lo spargimento dello spirito doveva essere limitato alle centoventi persone riunite in quella stanza?
5 Quello spargimento dello spirito non fu limitato alle centoventi persone radunate nella stanza superiore di Gerusalemme. Pietro disse che Dio si era servito di Gesù Cristo alla sua destra nel cielo per spargere lo spirito santo. Perciò, se le varie migliaia di Giudei, i quali udirono la spiegazione che Pietro diede del miracolo, volevano ricevere lo spirito santo in adempimento alla profezia di Gioele, dovevano pentirsi ed essere battezzati nell’acqua nel nome di Gesù Cristo per ottenere il perdono dei loro peccati. In tal caso avrebbero ‘ricevuto il dono dello Spirito Santo’. — Atti 2:22-40, Na.
6. Secondo il racconto biblico, come continuò ad esser sparso lo spirito, ed è questo continuato nel nostro ventesimo secolo?
6 Circa tremila Giudei e proseliti colpevoli si pentirono e furono battezzati nel nome di Gesù, e in seguito ricevettero lo spirito santo come l’avevano ricevuto quello stesso giorno i primi centoventi discepoli. Circa tre anni e mezzo dopo un gruppo di incirconcisi Italiani che udirono la predicazione di Pietro e divennero credenti ricevettero lo spirito santo e cominciarono a profetizzare in lingue straniere. (Atti 10:1-46) Sedici anni più tardi, nel 52 d.C., o diciannove anni dopo la Pentecoste, l’apostolo Paolo predicò a un gruppo di dodici credenti ad Efeso nell’Asia Minore ed essi furono battezzati nel nome di Gesù Cristo; dopo di che Paolo impose loro le mani e lo spirito santo fu sparso su di essi, che cominciarono a profetizzare in lingue straniere. (Atti 19:1-7) Non dobbiamo, dunque, supporre che lo spargimento dello spirito santo, in seguito al quale si profetizzò in adempimento alla profezia di Gioele, terminasse il giorno di Pentecoste, nel 33 d.C. È continuato in questo ventesimo secolo lo spargimento dello spirito santo insieme all’opera di profetizzare? Sì; e mediante questa prova possiamo stabilire qual è l’organizzazione a cui ora dobbiamo essere leali.
7. In quali giorni viviamo secondo la profezia, e riuscirà la cristianità a salvarsi nell’imminente giorno di Geova?
7 Alla luce degli avvenimenti mondiali verificatisi dal 1914 d.C., considerati secondo le profezie bibliche, vi sono schiaccianti prove che viviamo nei predetti “ultimi giorni”. Diciannove secoli fa furono gli “ultimi giorni” per l’organizzazione nazionale giudaica con il suo tempio e il suo sacerdozio a Gerusalemme. Nel 1914 d.C., l’anno in cui scoppiò la prima guerra mondiale, proprio nel cuore della cristianità, cominciarono gli “ultimi giorni” della cristianità, che pretende d’essere l’Israele spirituale di Dio. Quindi, come avvenne nel caso dell’antica Gerusalemme, così per la cristianità deve venire “il giorno del Signore, grande e spaventoso”. Riuscirà la cristianità a ‘salvarsi’ nel giorno in cui tutto l’empio sistema di cose sarà distrutto con un’afflizione senza pari? No; perché la cristianità non invoca il nome di Geova. Il suo cuore non è stato unito per temere il nome di Geova. Essa è unita nel timore dell’ateo comunismo.
8. Cercando di stabilire se le chiese della cristianità meritino la nostra lealtà, come sappiamo se il parlare miracolosamente in lingue straniere è la giusta prova o no?
8 Ebbene, sono le chiese religiose della cristianità, cattoliche e protestanti, le organizzazioni a cui i veri, dedicati e battezzati cristiani devono essere leali fino alla morte stessa? Dobbiamo rispondere facendo una domanda: Tali organizzazioni hanno la prova della Pentecoste che sono l’organizzazione religiosa approvata da Dio? Ma con questo non intendiamo dire che debbano parlare in lingue straniere come certe cosiddette chiese pentecostali della cristianità. Oggi la prova non consiste nel parlare miracolosamente in lingue straniere. Il dono di parlare in lingue straniere era impartito alla presenza dei dodici apostoli di Cristo o mediante l’imposizione delle loro mani. Perciò il miracoloso dono di parlare o interpretare le lingue straniere scomparve con la morte degli apostoli, come l’apostolo Paolo disse che sarebbe accaduto. (Atti 8:14-19; 19:1-7; 1 Cor. 13:1, 6-11) E nell’elenco di otto funzioni compiute mediante lo spirito di Dio nella congregazione cristiana dei suoi giorni, Paolo mette al secondo posto la profezia e all’ottavo ed ultimo posto il parlare in diverse lingue. — 1 Cor. 12:27-31.
9. A quale effetto dello spargimento dello spirito di Dio si riferiva la profezia di Gioele, e chi o quanti vi prendono parte?
9 Non si dimentichi questo: La profezia di Gioele sugli ultimi giorni non prediceva il parlare miracolosamente in lingue straniere; prediceva lo spargimento dello spirito santo di Dio accompagnato dal profetizzare. Questo particolare profetizzare non era lo speciale dono di profezia che era ispirata, dono che non fu dato a tutti i cristiani. Era la pubblica dichiarazione delle “cose grandi di Dio”, e quest’opera di profetizzare fu intrapresa da tutti coloro su cui era sparso lo spirito di Dio, dalla Pentecoste in poi. — Atti 2:5-11, VR.
10. (a) Quale domanda dovremmo fare oggi riguardo alle chiese della cristianità, circa l’opera di profetizzare? (b) Di quali “cose grandi di Dio” si deve profetizzare oggi?
10 Poiché viviamo nel tempo chiamato dalle Scritture “ultimi giorni” (Atti 2:16, 17, Na), i sistemi religiosi della cristianità sono oggi messi a questa prova: È stato sparso su di essi lo spirito di Geova Dio mediante Gesù Cristo? E, a conferma di ciò, profetizzano essi come fu predetto? Non solo il clero ordinato, ma tutti i membri della congregazione insieme al loro clero? E intorno a che cosa dovrebbero essi profetizzare oggi? Quali sono le “cose grandi di Dio” che devono essere profetizzate oggi, come le cose grandi che furono profetizzate o predicate alla Pentecoste, nel 33 d.C.? Allora l’apostolo Pietro predicò che il morto e risuscitato Gesù era stato fatto Signore e Cristo alla destra di Dio nei cieli. Quanto ad oggi, le “cose grandi di Dio” di cui parlare quando si profetizza sotto il potere dello spirito di Dio dovrebbero essere, non quelle che noi stessi diciamo, ma quelle menzionate nelle profezie della Bibbia.
11. In base a Matteo 24:14, quali dovrebbero essere le “cose grandi di Dio” intorno alle quali profetizzare oggi?
11 Quando era ancora nella carne sulla terra, Gesù Cristo predisse questi “ultimi giorni” e le prove mediante le quali riconoscere che viviamo alla “fine del mondo”. Fra le prove menzionò la seguente: “E questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine”. (Matt. 24:3, 4, 14, Na) In armonia a ciò, le “cose grandi di Dio” intorno alle quali si deve profetizzare oggi sono le cose inerenti al regno di Dio fin dal 1914 d.C., allorché terminarono i Tempi dei Gentili (“i fissati tempi delle nazioni”). A quell’epoca Dio fece nascere il suo regno promesso, retto da Cristo il Signore. Il regno appena nato fece immediatamente guerra a Satana il Diavolo e ai suoi demoni e li cacciò dai cieli, gettandoli nelle vicinanze di questa terra. Geova Dio rianimò quindi i suoi perseguitati testimoni sulla terra per dare inizio alla più grande testimonianza del Regno di tutti i tempi. Poi cominciò a radunare davanti al suo trono una “gran folla” di sostenitori e proclamatori del suo regno appena stabilito. Sono narrate molte altre cose, particolarmente nell’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse.
12, 13. (a) Come risponde il clero alla domanda se essi compiono la predetta opera di profetizzare, e che cosa prova questo riguardo allo spirito santo? (b) Perché dunque l’organizzazione del clero non sarà salvata?
12 Queste sono “cose grandi di Dio”. Ma profetizzano i sistemi religiosi della cristianità, anche il loro clero, intorno a queste cose predette? Predicano essi questa buona notizia del Regno in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, sapendo che si avvicina la fine di questo sistema di cose? Compiono essi questa predicazione e profetizzano come fecero gli apostoli e i loro conservi credenti dal giorno della Pentecoste in poi, cioè, “in pubblico e nelle case”? (Atti 20:20, Na; Atti 2:46; 5:40-42) Le loro stesse ammissioni fatte a voce e nelle loro pubblicazioni stampate rispondono No! Ebbene, dunque, che cosa indica il loro fallimento al riguardo, alla luce delle Scritture profetiche? Indica che lo spirito santo non è stato sparso su di essi e che non adempie in loro la sua missione.
13 L’aver mancato di adempiere la profezia di Gesù di Matteo 24:14 spinti dallo spirito di Dio indica che sono venuti meno al regno di Dio in questo importantissimo tempo, in questa sorprendente situazione mondiale in cui avrebbero dovuto farlo. Per questa mancanza non potranno avere l’approvazione di Dio. La loro organizzazione non si salverà; “infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati”. (Rom. 10:10, VR) Questo vale tanto per le organizzazioni che per i singoli individui. L’organizzazione che non confessa il regno di Dio davanti agli uomini non sarà confessata o riconosciuta dal regno di Dio in cui serve Gesù Cristo. — Matt. 10:32, 33.
14. Che cosa non offre oggi la cristianità alle persone, perciò che cosa non merita da parte nostra?
14 Oggi la cristianità con il suo miscuglio di sette religiose non è l’organizzazione che offre vera e sicura guida alla persone del mondo. Non è l’organizzazione a cui dobbiamo mostrare lealtà come pratica espressione della nostra lealtà a Dio. Dobbiamo rivolgerci altrove per trovare l’organizzazione che è leale a Dio.
15. In adempimento a Gioele 3:1-5 che cosa deve avere l’organizzazione che è oggi leale verso Dio?
15 L’organizzazione che dobbiamo cercare deve provare che lo spirito di Dio è stato sparso su di essa in questi “ultimi giorni” profetizzando come era stato predetto, facendo la ‘predicazione di questo Vangelo del regno in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti’. Com’era stato predetto, quest’opera di predicare o profetizzare viene fatta da ogni carne nell’organizzazione, da uomini e donne, da figli e figlie, da vecchi e giovani, da schiavi e schiave, da tutti coloro su cui è stato sparso lo spirito.
16. (a) A questo proposito, chi additano le prove fornite dal 1914 al 1918? (b) Come descrisse Gesù questa classe in Matteo 24:45-47, e che cosa comprese la nomina di questa classe?
16 Dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, e più particolarmente dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918, sono state fornite le prove che tutto il mondo può esaminare per trarre una conclusione imparziale ed obiettiva. Le prove additano il rimanente dei cristiani testimoni di Geova. Nella profezia contenente le prove della “fine del mondo”, Gesù predisse che questo unto rimanente sarebbe stato la leale classe del servitore, descritta quale “schiavo fedele e discreto”, che egli al suo ritorno trova impegnata a dispensare il dovuto cibo spirituale e che nomina sopra tutti i suoi beni del Regno sulla terra. (Matt. 24:45-47) Questa nomina comprende l’incarico di compiere la predetta predicazione del Regno; e l’unto rimanente l’ha compiuta in modo notevole dal 1919 e la sta tuttora compiendo.
17. Chi ha riconosciuto oggi l’organizzazione nominata da Dio, e che fanno a conferma di ciò?
17 Centinaia di migliaia di persone che hanno ricevuto la testimonianza del Regno, ora in 144 lingue, in 181 Paesi, hanno già riconosciuto l’organizzazione nominata da Dio, che è leale al suo regno e che quindi merita la loro lealtà cristiana, il loro appoggio e la loro cooperazione. Queste centinaia di migliaia di persone provenienti da tutte le nazioni fanno ciò ubbidendo al consiglio di Gesù di cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia. A conferma di ciò si sono battezzati per simboleggiare la completa dedicazione di se stessi a Dio e prendono parte con tutto il cuore, insieme al rimanente, all’opera di profetizzare o predicare la buona notizia. — Zacc. 8:20-23.
18, 19. (a) Che cosa fa profetizzare alla sua approvata organizzazione lo spirito sparso da Dio? (b) Che cosa dice al riguardo Zaccaria 13:2, 3?
18 Lo spirito di Dio, quando viene sparso sul rimanente dell’Israele spirituale, fa profetizzare o predicare solo la verità, la verità di Dio. Gesù una volta lo chiamò: “Lo Spirito di verità”. (Giov. 15:26, Na) Ci si può attendere che lo spirito dell’Iddio di verità compia una purificazione in ciò che viene predicato dall’approvata e leale organizzazione di Dio. Il suo spirito non permetterebbe che alcuno profetizzasse delle falsità, che predicasse delle menzogne o degli errori sotto il manto della religione. Tale purificazione compiuta entro l’organizzazione del restaurato e leale rimanente di Dio e dei loro leali compagni è predetta nella profezia di Zaccaria 13:2-6 (Ri). Nei versetti due e tre leggiamo:
19 “E avverrà in quel giorno, dice il Signore degli eserciti, che io sterminerò dalla terra il nome degli idoli, e non verranno più oltre menzionati, e i falsi profeti e lo spirito immondo spazzerò via dalla terra. E avverrà che se alcuno farà ancora il profeta, il padre e la madre suoi genitori, gli diranno: ‘Tu non vivrai, perché hai detto delle menzogne in nome di Dio!’ e il padre e la madre, suoi genitori, lo trafiggeranno quando egli profetizzerà”.
20. Di che cosa fu ciò che precede un’illustrazione profetica e, in base ad essa, quale dovrebbe essere la condizione del nostro cuore?
20 Questa è un’illustrazione profetica della lealtà che avrebbe caratterizzato gli appartenenti all’organizzazione dell’unto rimanente di Geova su cui ha sparso il suo spirito in questi “ultimi giorni”. Questo è uno spirito di lealtà a Geova Dio e al regno del suo Messia, il Cristo, uno spirito in favore e a sostegno della sovranità universale dell’Iddio Altissimo. Quindi i membri dell’unto rimanente riconoscono che la loro lealtà deve essere al di sopra delle relazioni umane derivanti da legami naturali. Deve trascendere il naturale affetto che si ha per i propri genitori, per i propri figli o per altri stretti parenti carnali. Quando si tratta della lealtà verso Dio e verso il regno del suo Figlio Gesù Cristo, il nostro cuore non può essere diviso; non possiamo fare compromesso.
21, 22. (a) Come potrebbero opporsi alcuni figli di dedicati genitori riguardo a Matteo 24:14? (b) Quali misure devono prendere tali dedicati genitori verso il loro figlio che si oppone?
21 La profezia di Gesù rende sicuro che questo è il tempo in cui dev’essere predicata la buona notizia del regno di Dio in tutte le lingue, in tutti i luoghi. Questa è la parte principale dell’opera di profetizzare che si deve compiere ora. Che accadrebbe, dunque, se il figlio di una famiglia che fa parte della visibile organizzazione di Dio si opponesse a quest’opera di profetizzare intorno a Regno? Che accadrebbe se il figlio cominciasse a proclamare o profetizzare qualcosa contro il messaggio del Regno o cercasse di esercitare un’influenza errata perfino su altri membri dell’organizzazione, facendo questo nel nome di Geova? Che dovrebbero fare il padre e la madre dedicati e battezzati? Essi non osano lasciarsi dominare dai sentimenti; non osano nemmeno risparmiare questa persona cara che hanno generato.
22 Devono dichiarargli il peccato mortale commesso profetizzando falsamente od opponendosi all’opera di profetizzare del Regno. Essi non possono tollerare nemmeno che il loro figlio dica falsità nel nome di Geova. Devono trafiggerlo perché ha profetizzato falsamente. Devono considerarlo spiritualmente morto, uno con cui non si deve avere alcuna associazione né comunione religiosa e il cui profetizzare dev’essere rigettato. Non devono impedire che sia disassociato dalla società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova. In tale situazione ricorderanno le parole del Re di Geova, Gesù Cristo: “Chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me”. — Matt. 10:37, Na.
23, 24. (a) Riguardo a quali altri può verificarsi tale prova della lealtà entro l’organizzazione? (b) Come descrive questo Zaccaria 13:4-6?
23 Tuttavia, l’infedeltà e la slealtà alla verità e all’organizzazione non sono sempre manifestate entro la nostra naturale cerchia familiare. Anche qualcuno con cui abbiamo stretto intima amicizia entro l’organizzazione del restaurato rimanente di Geova può profetizzare in modo falso e sleale. I versetti da quattro fino a sei del tredicesimo capitolo di Zaccaria predissero come doveva risolversi una simile situazione nella leale organizzazione di Dio.
24 Leggiamo: “In quel giorno i profeti resteranno confusi, ciascuno della sua propria visione che avrà profetizzata; e non si copriranno più di un ispido saio per dire delle menzogne; ma uno dirà: ‘Io non sono profeta; sono uno che lavora la terra [adāmāh], perché Adamo è mio esempio dalla mia giovinezza’. E gli diranno: ‘Che cosa sono queste piaghe in mezzo alle tue mani?’ Egli risponderà: ‘Da queste sono stato piagato nella casa di coloro che mi amavano’”.
25, 26. (a) Che cosa induce questi sedicenti profeti a vergognarsi delle loro visioni, e come si può infliggere la pena? (b) Che cosa devono fare coloro che hanno amato l’offensore, e perché?
25 Che cosa induce tali profeti che sono in mezzo al restaurato rimanente di Geova a vergognarsi delle loro visioni? Che cosa impedisce loro di andare attorno annunciandosi quali veri profeti come se indossassero l’ufficiale abito di pelo per rendere l’inganno più facile? È il trattamento che questi sleali e sedicenti profeti ricevono anche nella casa di coloro che li amavano quali conservi cristiani, essendo probabilmente i loro genitori naturali coloro che li amavano di più. Nell’antico e teocratico Israele tali falsi profeti dovevano essere processati davanti a testimoni, smascherati e lapidati a morte. (Deut. 13:1-11) Oggi la vera congregazione cristiana non può infliggere una simile pena di morte ai falsi profeti che cercano di indurre ad esser sleali verso Dio e verso il suo regno. Ma la congregazione può infligger loro una battitura o percossa spirituale mediante la verità della Parola di Dio, ferendoli anche dolorosamente nel cuore e nello spirito.
26 Coloro che li hanno amati devono colpirli e ferirli per dar prova della loro ferma lealtà a Dio e alla sua organizzazione e per proteggere la sua leale organizzazione visibile. Siano svergognati i falsi profeti! “Non abbiate con lui nessuna relazione, affinché si vergogni”, dice 2 Tessalonicesi 3:14 (Na). “Esorta . . . mostrando nell’insegnamento purità incorrotta, gravità, parlar sano, irreprensibile, onde l’avversario resti confuso”, dice Tito 2:6-8 (VR). Che accade se questa cura spirituale produce una ferita? “Segno di fedeltà sono le ferite inflitte da chi ama”, dice Proverbi 27:6, (Na).
27. Perché è bene che l’offensore si vergogni delle sue visioni, e nella sua vergogna che cosa dovrebbe onestamente ammettere?
27 Facciamo in modo che la persona che cerchiamo di aiutare a riprendersi dal profetizzare falsamente riconosca la nostra fedeltà alla Parola di Dio con cui l’abbiamo colpita e ferita. È bene che tale persona si vergogni delle sue visioni che sono in disaccordo con la Parola di Dio. In tal modo non si farà più passare in mezzo a noi per uno speciale profeta di Dio avente rapporti diretti e personali con Lui. Anziché avanzare la pretesa di avere l’alto incarico di speciale profeta per annunciare qualcosa di nuovo e di diverso, dovrà ammettere che non profetizzava sotto l’influenza dello spirito sparso da Dio. Non era un uomo spirituale. Pronunciando tali false profezie egli non era altro che un “naturale uomo” terreno, del suolo, come un agricoltore, un uomo schiavo di un agricoltore che divenne padrone dei suoi servizi fin dalla sua fanciullezza. Non fu mai un vero profeta. Fategli capire che non può ottener nulla nella purificata organizzazione di Geova i cui membri amano Dio più profondamente dei loro cari amici terreni.
28. Come dobbiamo dunque agire verso i profeti della cristianità?
28 Se siamo contro i falsi profeti entro la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova e dobbiamo smascherarli, certamente dobbiamo smascherare anche i falsi profeti della cristianità che affermano di parlare in nome di Dio come se fossero ordinati e mandati da lui. Tenendo i falsi profeti fuori della leale organizzazione della società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova si mostra che questa è la Sua leale organizzazione con la quale Egli annuncia le profezie predette.
29. (a) Di che cosa è una prova esteriore l’opera di profetizzare veracemente, e da chi è compiuta? (b) Unendo il cuore di ciascuno quale risultato si avrà nell’organizzazione?
29 L’opera di profetizzare veracemente è la prova esteriore dello spargimento dello spirito di Geova. Quest’opera di profetizzare, che è ora intrapresa non da una schiera di eletti, ma da tutti i membri, da ogni carne, è la predetta predicazione di “questo Vangelo del regno”. Siamo al sicuro se restiamo entro l’organizzazione leale a Geova Dio, che è ripiena del suo spirito e compie la sua prestabilita opera profetica. Ciascuno di noi dovrebbe pregarlo di unire il nostro cuore per temere il suo nome. Unendo il cuore di ciascun individuo per temere il nome di Geova si contribuirà a rendere unita l’intera, leale organizzazione. Tutti gli appartenenti all’organizzazione parleranno allora con una sola bocca. (Rom. 15:6) In tal modo staremo “fermi in uno stesso spirito, combattendo assieme d’un medesimo animo per la fede del Vangelo, e non essendo per nulla spaventati dagli avversari: . . . prova . . . per [noi], di salvezza; e ciò da parte di Dio”. — Filip. 1:27, 28, VR.
30. Se gli siamo leali, come agirà Dio benevolmente verso di noi?
30 Se siamo leali verso Dio, egli sarà leale verso di noi. Esaudirà la nostra unanime preghiera: “Dammi un segno di benevolenza, e vedano i miei nemici e siano confusi”. (Sal. 86:17, Na) Affinché siano confusi, ma per dare a noi un segno di benevolenza, Geova Dio ci userà per terminare la predetta opera di profetizzare, di predicare la buona notizia del suo regno, servendosi in tal modo di noi insieme alla sua leale organizzazione, finché giunga la fine ed egli sia completamente rivendicato. — Matt. 24:14.