Capitolo II
Il fidato commentatore dell’afflizione mondiale
1. Quali domande sorgono sull’afflizione mondiale dal 1914, e riguardo alle risposte, che cosa preferiscono fare i più anziani di questa generazione?
L’AFFLIZIONE mondiale che l’uomo ha subìto senza interruzione dal 1914 E.V. deve avere un significato. È l’uomo lasciato a se stesso per scoprirne il significato? Quale ne è la ragione, e perché dura così a lungo? Come ebbe un principio avrà anche una fine, ma come finirà? Chi ha il diritto, l’autorità, di dire che l’uomo sarà posto in salvo? E che questa salvezza è vicina? Per commentare l’attuale afflizione mondiale dell’uomo, dando risposta a queste essenziali domande, ci vorrebbe una persona straordinaria. Nessuno di noi più anziani, che abbiamo vissuto tutta questa afflizione mondiale da che ebbe inizio nel 1914, pretenderà di essere tale persona, nonostante tutte le osservazioni che ciascuno di noi ha fatte e l’esperienza che abbiamo acquistata. Piuttosto, preferiamo additare a tutti gli uomini quella persona qualificata.
2, 3. Di fronte alle predizioni degli spiritisti, chi preferiamo consultare per farci predire il futuro, e perché?
2 Molte predizioni riguardo al futuro sono state fatte da uomini e donne, per esempio da spiritisti e indovini, ma di che beneficio ci sono tali predizioni mentre l’afflizione mondiale minaccia di raggiungere un culmine a cui non vogliamo pensare?
3 Il preannunciatore di avvenimenti che oggi, proprio ora, vorremmo consultare sarebbe colui che ha mostrato di predire in modo corretto avvenimenti e condizioni che ora influiscono su di noi in questo stadio dell’afflizione mondiale. Poiché si è mostrato verace riguardo a ciò che è accaduto finora, si può ritenere che sarà degno di fiducia in ciò che predice per il prossimo futuro. La sua predizione della salvezza dell’uomo da questa afflizione mondiale è qualche cosa su cui possiamo basare con fiducia le nostre speranze e i nostri piani per il futuro.
4. Di quale parte della terra si interessava specialmente quel fidato preannunciatore di avvenimenti, e perché oggi ci interessa ciò che disse?
4 Qui desideriamo riferirci a tale persona degna di fiducia. Egli non intese ingannare la gente. Nacque come uomo della nostra razza. Perciò comprese profondamente, direttamente i problemi umani. Oggi tutto il genere umano si preoccupa di ciò che avviene nel Medio Oriente. Sa che le due superpotenze dotate di armi nucleari sono implicate in ciò che avviene in quel settore della terra. Similmente, il summenzionato uomo di fidata capacità profetica s’interessò vivamente al corso degli avvenimenti del Medio Oriente nel primo secolo della nostra Èra Volgare. Ciò che doveva accadervi avrebbe costituito un modello degli avvenimenti del mondo dal critico anno 1914 E.V. Quindi ciò che ebbe da predire oggi interessa a noi.
5. Al tempo in cui fece la sua profezia d’importanza mondiale, dov’era il profeta, e che cosa aveva predetto di ciò che guardava sotto di sé?
5 Era l’undicesimo giorno del mese primaverile che a quel tempo era localmente chiamato Nisan, nell’anno 33 E.V. Allorché stava per essere pronunciata una profezia che merita l’attenzione del mondo, il profeta sedeva su quello che ancora è chiamato il monte degli Ulivi, che si erge a est di quella controversa città, Gerusalemme. Mentre guardava giù verso la parte orientale della città non vide nell’area sacra della città l’odierna moschea maomettana, chiamata Cupola della Roccia. Vide una costruzione religiosa edificata da un non Ebreo, il re edomita Erode il Grande. Era un fastoso tempio dedicato all’Iddio della cui adorazione Erode e la sua famiglia eran divenuti proseliti. Fuori della sezione nordoccidentale dell’area del tempio era la Torre Antonia, dove erano acquartierate le truppe d’occupazione che rappresentavano l’Impero Romano. Precedentemente, quel giorno 11 Nisan, mentre il profeta era laggiù nella città e nel tempio, aveva predetto la distruzione di quel maestoso tempio, entro quella generazione. Questo suscitò la costernazione dei dodici intimi amici che allora lo accompagnavano.
6. In che modo, da ciò che disse a Gerusalemme, il profeta indicò che sarebbe andato via e sarebbe tornato?
6 Fece anche capire che egli stesso andava via e sarebbe tornato, quando disse: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quanto spesso ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa vi è abbandonata. Poiché io vi dico: Da ora in poi non mi vedrete più, finché diciate: ‘Benedetto colui che viene nel nome di Geova!’”a
7. Perché il profeta non predisse la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, e al suo ritorno in quale specie di tempio non sarebbe stato quindi acclamato?
7 Quando, poco dopo in quello stesso giorno, quest’uomo fece l’ulteriore predizione della distruzione di quella “casa” o tempio, non predisse anche la ricostruzione di quel tempio. Non fece mai nessuna profezia del genere. Perciò non è strano che oggi, millenovecento anni dopo la distruzione del tempio di Erode, al posto del precedente santuario ebraico si erga la maomettana “Cupola della Roccia”. Dopo la distruzione del tempio ebraico nel primo secolo E.V., non sarebbe più stato necessario per l’adorazione di Geova un altro tempio di pietra e legno, lì sul monte Moria di Gerusalemme. Quel tempio di Gerusalemme era allora nel suo “tempo della fine”. Quindi non sarebbe stato in nessuna “casa” o tempio materiale del genere che il profeta, che allora prendeva congedo, sarebbe stato acclamato al suo ritorno con il grido di giubilo: “Benedetto colui che viene nel nome di Geova!” È ovvio che aveva termine un’èra, finiva un sistema di cose nazionale! Così accadde!
PREDIZIONE DA CONSIDERARE ALLA LUCE DEGLI AVVENIMENTI MODERNI
8. Quale triplice domanda gli intimi associati del profeta gli rivolsero, e perché oggi dovremmo interessarcene?
8 L’uomo che sedeva lì sul monte degli Ulivi quel martedì 11 Nisan 33 E.V., guardò giù l’allora città santa di Gerusalemme e il suo tempio con più che un senso d’ammirazione per la bellezza della vista. I suoi dodici intimi associati furono molto turbati da ciò che gli udirono dire. Uno di quegli uomini, Matteo Levi, ha narrato la triplice domanda che fu rivolta a quell’uomo confidando nella sua capacità profetica di dare risposte degne di fede. Come quegli uomini allora, siamo anche noi consci d’essere vicini alla fine di un’èra, a ciò che si presenta come la disastrosa fine di un sistema di cose? In tal caso, dovremmo dunque interessarci di ciò che chiesero all’uomo che aveva i requisiti di profeta. Essi chiesero: “Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” — Matteo 24:3.
9. Benché quelli che lo interrogavano chiedessero della distruzione di Gerusalemme, perché non possiamo ritenere che quella distruzione non riguardi noi oggi?
9 Con questa domanda chiedevano le informazioni profetiche sulla distruzione di Gerusalemme, che, a causa del suo tempio, era considerata “luogo santo”, “città santa”. (Matteo 24:15; 4:5) Preoccupati come sono oggi per i pressanti problemi di un mondo in rovina, alcuni potrebbero esclamare: “Oh, solo una città distrutta in una piccola nazione del mondo! Che importanza può avere per me?” Ad alcuni può sembrare così, ma che dire se la Città del Vaticano, che nell’Italia moderna occupa 0,44 chilometri quadrati, fosse tra breve distrutta violentemente? Susciterebbe questo poca preoccupazione, avrebbe poca importanza per centinaia di milioni di persone religiose oggi in tutta la terra? Tale desolazione della Città del Vaticano non susciterebbe in altri milioni di persone terribili presentimenti per altre organizzazioni politico-religiose con le quali hanno relazione e che considerano con riverenza? In modo simile, se la controparte moderna della Gerusalemme del primo secolo E.V. finirà in modo violento, ciò influirà direttamente su almeno un quarto dell’attuale popolazione del mondo! Farà pure presagire qualche cosa d’imminente per altre centinaia di milioni di persone!
10. Pensando ai nostri tempi mentre leggiamo la profezia, che cosa dovremmo cercare sulla scena moderna?
10 Allora, mentre quegli uomini ascoltavano colui che avevano interrogato, avevano in mente i loro tempi. E noi oggi, mentre ascoltiamo la risposta alla loro domanda, possiamo pensare ai nostri tempi. Per capire correttamente la risposta profetica, dovremmo tener presenti i paralleli e le controparti moderne, in quanto tali cose esistono realmente. Mentre ora leggiamo solo venti versetti della lunga risposta che egli diede, vediamo se possiamo scorgere da soli alcuni paralleli e controparti moderne. Leggeremo il racconto che ne fecero Matteo Levi e il medico Luca:
RISPOSTA PROFETICA
11. Da chi gli amici del profeta non dovevano essere sviati, e da che cosa non dovevano essere atterriti?
11 “Badate che nessuno vi svii; perché molti verranno in base al mio nome, dicendo: ‘Io sono il Cristo’, e inganneranno molti. Voi udrete di guerre e di notizie di guerre; non ne siate atterriti. Poiché queste cose devono avvenire, ma non è ancora la fine. [Perché no?]
12. Il solo verificarsi di quali cose non doveva far pensare che la “fine” fosse giunta?
12 “Poiché sorgerà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno penuria di viveri e terremoti in un luogo dopo l’altro [e in un luogo dopo l’altro pestilenze (Luca 21:11)]. Tutte queste cose sono il principio dei dolori d’afflizione.
13. Quali altre cose molto significative dovevano accadere prima che venisse la “fine”?
13 “Quindi vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome. E allora molti inciamperanno e si tradiranno e si odieranno gli uni gli altri. E molti falsi profeti sorgeranno e inganneranno molti; e a causa dell’aumento dell’illegalità l’amore della maggioranza si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine.
14. Quando quelli che erano nella Giudea avrebbero visto la cosa disgustante “nel luogo santo”, che cosa avrebbero dovuto fare, e perché?
14 “Quando scorgerete perciò la cosa disgustante che causa desolazione, dichiarata per mezzo del profeta Daniele, stabilita nel luogo santo (il lettore usi discernimento), quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti. Chi è sulla terrazza non scenda a prendere i beni della sua casa; e chi è nel campo non torni a casa per prendere il mantello. Guai alle donne incinte e a quelle che allattano un bambino in quei giorni! Continuate a pregare che la vostra fuga non avvenga d’inverno né in giorno di sabato; poiché allora vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. — Matteo 24:4-22.
15. Per quanto tempo Gerusalemme doveva essere calpestata dalle nazioni non ebraiche?
15 “Saranno passati a fil di spada e saranno condotti schiavi in mezzo a tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili, finché non saranno compiuti i tempi dei Gentili”. — Luca 21:24, Na.
SIGNIFICATO PARALLELO DI OGGI
16. Con quale avvenimento le cose predette giunsero a un punto culminante, e questo contrassegnò la fine di quale sistema di cose?
16 Conforme a quella dichiarazione profetica che “Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili, finché non saranno compiuti i tempi dei Gentili”, il profeta dell’afflizione mondiale portò la sua profezia assai oltre, facendo anche definito riferimento al nostro ventesimo secolo. Poiché parte della domanda fatta in quel tempo chiedeva: “Quale sarà il segno . . . del termine del sistema di cose”, le cose predette che raggiunsero un punto culminante con la desolazione di Gerusalemme e della provincia di Giudea nel 70 E.V. contrassegnarono la calamitosa fine del sistema di cose di allora, sistema che si basava sul “luogo santo”, sulla “città santa”, Gerusalemme.
17. In modo parallelo, i più anziani di questa generazione chiedono se c’è qualche segno e per mezzo di quali avvenimenti moderni?
17 In modo parallelo, quale svolta decisiva della storia diremo ragionevolmente che è additata dalle cose che noi più anziani di questa generazione abbiamo viste accadere in proporzioni mondiali dal 1914 E.V., l’anno che, secondo quanto gli Studenti Biblici Internazionali avevan dichiarato sin dal 1876 E.V., avrebbe suggellato la fine dei “tempi dei Gentili”?
18. Cosa significano quegli avvenimenti per questo sistema di cose, e per che cosa esso può essere incriminato?
18 Saremmo ciechi all’infausto “segno” se non comprendessimo che la fine del sistema di cose mondiale è indicata dalle cose avvenute dal 1914 E.V. Da quell’indimenticabile anno in poi questo sistema di cose mondiale può essere incriminato dinanzi a tutta l’umanità delle più sanguinose guerre di tutta la storia umana, di penurie di viveri causate in gran parte dagli uomini, di pestilenze imputabili all’errata condotta umana, dell’aumento d’illegalità, del raffreddarsi della divina qualità dell’amore, di tradimento verso il genere umano, del diretto odio e della persecuzione in tutte le nazioni contro quei cristiani che contrastavano i falsi profeti predicando in tutta la terra abitata “questa buona notizia del regno” in “testimonianza a tutte le nazioni”!
19. Secondo quei capi d’accusa, in che posizione si trova questo sistema di cose dinanzi alla Corte dell’Universo, e quale coerente sentenza dev’essere emanata nei confronti di questo sistema di cose?
19 Questo sistema di cose risulta colpevole di tutti quei capi di accusa. Tutti quei capi di accusa possono essere provati dalle testimonianze storiche disponibili dal 1914 E.V. La più alta Corte dell’Universo è consapevole di tutto ciò, e questo sistema di cose mondiale deve rendere conto a tale Corte Suprema. Quindi a questa Corte non rimane che emanare una sentenza. La sua sentenza deve essere in armonia con quella pronunciata nel 70 E.V. sul sistema di cose che aveva sinagoghe sia dentro che fuori dell’Impero Romano. Oggi la coerente sentenza della Corte deve essere la fine di questo sistema di cose mondiale nella “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. — Matteo 24:21.
20, 21. (a) Perché quella “grande tribolazione” significa la fine dell’afflizione mondiale? (b) Secondo quali ulteriori parole del profeta non dovremmo avere la lugubre prospettiva del mondo?
20 Questa è la tribolazione che porrà fine all’afflizione mondiale, poiché dipende dalla decisione giudiziaria della più alta Corte dell’Universo contro questo sistema di cose mondiale che ha causato a tutto il genere umano tanta afflizione. Dal 1914 questo sistema di cose ha subìto “dolori d’afflizione”, dolori che cesseranno solo con la penosa morte del sistema. Le prospettive sono davvero lugubri per il sistema di cose e per quelli che vivono egoisticamente per esso. Ma non dobbiamo avere la loro prospettiva; non dobbiamo fare cordoglio. Sappiamo che quel “segno” che compare dal 1914 significa “il termine del sistema di cose” sotto un solo aspetto, ma notiamo un altro significato, un significato che accompagna tale “segno”. Quale sarebbe stato l’importante effetto collaterale di questo “segno” fu indicato dal profeta dell’afflizione mondiale del primo secolo, quando disse ai suoi ascoltatori:
21 “Notate il fico e tutti gli altri alberi: Quando han germogliato, osservandoli, sapete da voi stessi che ora l’estate è vicina. E così, quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. Veramente vi dico: Questa generazione non passerà affatto finché tutte le cose non siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno affatto”. — Luca 21:29-33.
22. (a) Secondo le parole del profeta, quale posizione avrebbero dovuto assumere gli ascoltatori vedendo che queste cose cominciavano ad accadere? (b) Perché noi di questo secolo abbiamo le più vigorose ragioni per assumere questa posizione?
22 Proprio così! Non solo il “segno” avrebbe significato il “termine del sistema di cose” con “dolori d’afflizione”, ma le calamità che concorrono a formare questo “segno” avrebbero indirettamente indicato che il “regno di Dio”, atteso come l’estate nel Medio Oriente, era vicino. Quale meraviglia, dunque, che il commentatore dell’afflizione mondiale, nella sua profezia, appena prima di ciò dicesse: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, alzatevi e levate la testa, perché la vostra liberazione s’avvicina”! (Luca 21:28) Più di sessant’anni fa, dal 1914 in poi, vedemmo che queste cose cominciavano ad avvenire, e noi di questo ventesimo secolo, anziché quegli uomini del primo secolo, abbiamo le più valide ragioni di alzarci dalla nostra posizione abbattuta e di levare la testa con visi raggianti. La nostra liberazione si è avvicinata, ora è più vicina che mai. Sì, “il regno di Dio è vicino”!
23. Perché possiamo essere certi del significato di questi “dolori d’afflizione” sul sistema mondiale, e perché la predizione del profeta su ciò che sta per avvenire è degna di fiducia?
23 Vi è una solida base per annunciare che ‘È vicina la salvezza dell’uomo dall’afflizione mondiale!’ Dicendo questo non attribuiamo alcun falso significato ai “dolori d’afflizione” che dal 1914 E.V. hanno angustiato l’intero sistema di cose. Questi avvenimenti erano stati predetti diciannove secoli fa in risposta a una specifica domanda su ciò che bisognava attendere come indicazione di una certa cosa o insieme di cose. Quindi gli avvenimenti predetti, avverandosi, hanno questo certo significato. In questo modo l’uomo che li predisse ha dimostrato di essere un fidato commentatore dell’afflizione mondiale. Può perciò essere considerato degno della massima fiducia quando predice anche la salvezza di alcuni del genere umano che sopravvivranno a questa incalzante afflizione mondiale per avere sulla terra le benedizioni del regno di Dio. Questo è il governo che recherà un gioioso e giusto nuovo sistema di cose.
24. (a) Perché la fonte della profezia non è stata finora indicata per nome? (b) Perché si deve dunque dire che Gesù Cristo fu un vero profeta di Dio e un commentatore fidato?
24 L’uomo di cui abbiamo qui considerato la profezia disse che i suoi discepoli sarebbero stati “odiati da tutte le nazioni” a motivo del suo nome. (Matteo 24:9) Questo significava che egli stesso sarebbe stato odiato, e che sarebbe stato odiato o screditato tutto ciò che aveva relazione con il suo nome. Finora abbiamo lasciato la sua profezia senza nome, affinché la profezia parlasse da sé. Intanto abbiamo evitato di suscitare qualsiasi riflesso favorevole o sfavorevole sulla profezia indicando per nome la fonte della profezia. Lo scopo è stato di vedere se, quando si considera obiettivamente, la profezia risulta vera o no. Indipendentemente dal suo nome, il profeta risulta verace o falso? Il pregiudizio contro il nome o l’identità di una persona non dovrebbe distoglierci dal nostro giudizio del vero o del falso. Alla luce dei fatti, sia del primo secolo che del nostro ventesimo secolo, la profezia è risultata vera. Quindi, con tutta franchezza, si deve dire che Gesù Cristo fu un vero profeta di Dio e un fidato commentatore dell’afflizione mondiale. Danneggiamo noi stessi se non prestiamo ascolto a ciò che ha detto.
25. Perché il summenzionato uomo non è ora un defunto profeta del passato?
25 In questo tempo di perplessità mondiale, in cui i politici non sanno da che parte voltarsi e gli ecclesiastici della cristianità non hanno nessun messaggio di rilievo per il popolo, sarà bene ricordare che il summenzionato profeta non è una persona morta del passato. Egli è oggi vivente! Sì, e s’interessa molto dell’adempimento della sua propria profezia ispirata! La sua vita sulla terra diciannove secoli fa fu una vita segnata. Era stata predetta, nei suoi aspetti più importanti, nelle ispirate Scritture Ebraiche, perché si identificasse chi era il Messia di Dio. Dato che le profezie messianiche di quelle Scritture Ebraiche si adempirono in questo Gesù, discendente del patriarca Abraamo e del re Davide di Gerusalemme, fu provato al di là di ogni dubbio che egli era il Messia o il Cristo. In armonia con le ispirate Scritture Ebraiche, Gesù Cristo predisse la propria morte violenta e la propria risurrezione dai morti il terzo giorno dalla morte. Sotto questi aspetti sia lui che le Scritture Ebraiche furono assolutamente veritieri. Perciò oggi, diciannove secoli dopo, egli vive! Salmo 110:1-4 ne predisse la glorificazione alla destra di Dio!
26. In vista di quale testimonianza è inutile che oggi ci mettiamo a contestare il fatto che Gesù Cristo fu risuscitato?
26 Oggi, quasi duemila anni dopo, è inutile che ci mettiamo a contestare il fatto che questo Gesù Cristo fu destato dai morti il terzo giorno. Abbiamo i testimoni ebrei di tale fatto, non solo i due o tre testimoni richiesti dalla legge mosaica, ma “più di cinquecento” Ebrei che lo videro nello stesso tempo, in una sola occasione, prima che ascendesse alla destra di Dio quaranta giorni dopo la sua risurrezione. (1 Corinti 15:3-6) Oggi, in migliaia di copie manoscritte, abbiamo la testimonianza scritta di sette di questi testimoni oculari della sua risurrezione, cioè Matteo Levi, Giovanni Marco, Giovanni figlio di Zebedeo, Pietro figlio di Giona (Giovanni), Giacomo e Giuda, entrambi fratellastri di Gesù Cristo, e Saulo di Tarso, che fu soprannominato Paolo. La loro testimonianza è contenuta nelle ispirate Scritture Greche Cristiane.
27. (a) Quali Scritture non sarebbero state scritte e quali Scritture sarebbero state prive di valore se Gesù Cristo non fosse stato risuscitato? (b) Chi fu disposto a rischiare la propria vita per sostenere la risurrezione del Messia?
27 Il fatto è che i ventisette libri di quelle ispirate Scritture Greche non sarebbero mai stati scritti se Gesù Cristo non fosse stato destato dai morti e poi glorificato presso Geova Dio nei cieli. Inoltre, le ispirate Scritture Ebraiche, dagli scritti di Mosè fino alla profezia di Malachia, sarebbero state completamente prive di valore fino a questo giorno se Gesù Cristo non fosse stato risuscitato dai morti mediante l’onnipotenza di Geova Dio. (Luca 24:44-48; Rivelazione 19:10) I testimoni oculari del risuscitato Gesù Cristo furono disposti a rischiare la vita per sostenere la sua risurrezione. Stefano di Gerusalemme fu lapidato a morte per aver reso testimonianza alla risurrezione del Messia. Giacomo, fratello dell’apostolo Giovanni, fu messo a morte con la spada dal re Erode Agrippa I di Gerusalemme. L’apostolo Giovanni fu condannato all’esilio nell’isola penale di Patmos per decreto di Roma per aver attestato la risurrezione del Messia.
28, 29. (a) Dinanzi a chi Saulo di Tarso (soprannominato Paolo) attestò intrepidamente la risurrezione dei morti in base alla risurrezione di Cristo? (b) Quale fu la reazione del governatore Festo e del re Agrippa?
28 E che dire di quell’ex Fariseo, Saulo di Tarso, che fu soprannominato Paolo? In una sinagoga dopo l’altra in Palestina, in Asia Minore e in Grecia, egli testimoniò agli Ebrei riguardo alla risurrezione del Messia, Gesù. Dinanzi ai giudici pagani greci della Corte dell’Areopago di Atene, in Grecia, fu così intrepido da dare una testimonianza simile. Dalla scalinata della Torre Antonia diede fedelmente testimonianza a una turba di Ebrei che avevano cercato di farlo a pezzi nel cortile del tempio di Gerusalemme. Alla Corte del Sinedrio di quella città santa, diviso in quanto alle dottrine, egli disse: “Sono Fariseo, figlio di Farisei. Sono giudicato circa la speranza della risurrezione dei morti”. (Atti 23:6) Ai successivi governatori romani della Giudea, Felice e Festo, egli mise in risalto la speranza della risurrezione che si basava sulla risurrezione dello stesso Messia. In seguito, la vivace testimonianza di Paolo sull’incontro miracoloso che aveva avuto con il risuscitato Gesù, indusse l’incredulo governatore Festo a esclamare: “Tu divieni pazzo, Paolo! Il gran sapere ti conduce alla pazzia!” Quando poi l’ospite di Festo fu interrogato da Paolo sulla sua fede, il re Erode Agrippa II, proselito ebreo, disse:
29 “In breve tempo mi persuaderesti a divenir cristiano”. — Atti 26:24, 28.
30. Chi disse Paolo che sarebbero “i più miserevoli” se non ci fosse nessuna risurrezione dei morti?
30 Il fatto è che, se il Messia Gesù non fosse stato destato dai morti alla vita celeste, non ci sarebbe alcuna futura “risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Tanto dipendeva dalla risurrezione del Messia, e l’apostolo Paolo aveva subìto molta persecuzione per averlo predicato, che se Paolo fosse stato un bugiardo, allora, come egli scrisse: “Infatti, anche quelli che si sono addormentati nella morte uniti a Cristo son periti. Se abbiamo sperato in Cristo solo in questa vita, siamo i più miserevoli di tutti gli uomini”. (1 Corinti 15:18, 19) La stessa cosa si può dire della nostra generazione in questo ventesimo secolo. Dopo tutto quel che abbiamo subìto dal 1914, la nostra generazione sarebbe ‘la più miserevole’ di tutte le generazioni.
31. (a) Come i meritevoli di questa generazione hanno una valida speranza di non aver bisogno della risurrezione? (b) Quali cose degne di considerazione dovranno ancora superare fra breve tali risparmiati?
31 Ma pensate, i meritevoli di questa generazione del genere umano saranno tratti in salvo dal resto di quest’afflizione mondiale e sopravvivranno alla sua fase peggiore per entrare nel nuovo sistema di cose messianico di Dio, senza bisogno di una risurrezione dai morti alla vita qui sulla terra! Questa è una valida speranza ben fondata su ciò che fu detto da Gesù Cristo nella sua profezia sul “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”. (Matteo 24:3) Ma per esser così risparmiati e sopravvivere al resto dell’afflizione mondiale sotto la protezione di Dio dovremo ancora superare avvenimenti emozionanti e situazioni difficili. Facciamo bene a considerare ora queste cose secondo la profezia biblica, per sapere meglio come reagire quando ci troveremo nelle predette situazioni.
[Nota in calce]
a Riportato in Matteo 23:37-39, nella Sacra Bibbia.
[Immagine a pagina 18]
Cupola della Roccia, nella moderna Gerusalemme
[Immagine a pagina 22]
“Chi è sulla terrazza non scenda a prendere i beni della sua casa”