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ImbarcazioniAusiliario per capire la Bibbia
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timone (per impedire che venissero danneggiati). — Atti 27:6-19, 40.
IL MAR DI GALILEA
I Vangeli accennano spesso alla presenza di barche sul Mar di Galilea. Queste più che altro servivano per pescare con le reti (Matt. 4:18-22; Luca 5:2; Giov. 21:2-6), sebbene si pescasse anche con l’amo. (Matt. 17:27) Gesù a volte predicava da una barca alle folle radunate sulla vicina spiaggia (Matt. 13:2; Luca 5:3) e sia lui che gli apostoli se ne servivano spesso come mezzo di trasporto. (Matt. 9:1; 15:39; Mar. 5:21) Tali barche erano a remi o avevano una piccola vela. (Mar. 6:48; Luca 8:22) Anche se la Bibbia non descrive queste barche da pesca, alcune erano abbastanza grandi da poter imbarcare da sette a tredici persone o più. — Mar. 8:10; Giov. 21:2, 3; vedi GALEA; MARINAIO.
ANCORE
Le prime ancore, a quanto si sa, erano di pietra, e venivano calate dalla prua della barca. Più tardi, nel Mediterraneo, si usavano ancore di legno a forma di uncino, appesantite con pietra o metallo. Alcune avevano bracci di piombo. Un esemplare scoperto presso Cirene pesa 545 kg circa. In seguito entrarono in uso ancore interamente di metallo, dalla forma caratteristica, e anche a più bracci. I marinai della nave su cui viaggiava Paolo calarono quattro ancore da poppa (come si faceva per resistere alla tempesta). (Atti 27:29, 30, 40) Fu usato uno scandaglio per determinare la profondità dell’acqua. — Atti 27:28.
L’apostolo Paolo usa il termine in senso figurativo quando parla ai suoi fratelli spirituali in Cristo, definendo la speranza posta loro dinanzi “un’ancora per l’anima”. — Ebr. 6:19; confronta Efesini 4:13, 14; Giacomo 1:6-8.
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ImeneoAusiliario per capire la Bibbia
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Imeneo
(Imenèo) [da Imene, dio greco del matrimonio].
Apostata del I secolo che abbandonò il cristianesimo, definito da Paolo un bestemmiatore pieno di “discorsi vuoti che violano ciò che è santo”. Sviatosi dalla verità, Imeneo, insieme a un certo Fileto, insegnava una dottrina falsa, sovvertendo la fede di alcuni. Uno dei loro insegnamenti sbagliati era che ‘la risurrezione fosse già avvenuta’ in quell’epoca. Il loro insegnamento era evidentemente questo: la risurrezione era soltanto spirituale, simbolica, e i cristiani dedicati avevano già avuto la loro risurrezione, questo era tutto e non c’era altra risurrezione futura sotto il messianico regno di Dio. (Ma confronta I Corinti 15:12-23).
Nella prima lettera di Paolo a Timoteo, il nome di Imeneo è menzionato insieme a quello di un altro apostata, Alessandro. L’apostolo dice di aver consegnato Imeneo e Alessandro “a Satana”, riferendosi evidentemente alla loro espulsione o disassociazione dalla congregazione. — I Tim. 1:18-20; II Tim. 2:16-18.
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ImmagineAusiliario per capire la Bibbia
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Immagine
Raffigurazione o rappresentazione di una persona o cosa. — Matt. 22:20.
Anche se nella Bibbia quando si parla di immagini spesso si tratta di immagini idolatriche, non è sempre così. Dio, nel creare l’uomo, disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”. (Gen. 1:26, 27) Poiché il Figlio di Dio ha dichiarato che suo Padre è “Spirito”, questo esclude qualsiasi somiglianza fisica fra Dio e l’uomo. (Giov. 4:24) L’uomo piuttosto aveva qualità che riflettevano o rispecchiavano quelle del suo Padre celeste, qualità che lo distinguevano chiaramente dalla creazione animale. (Vedi ADAMO). Pur essendo a immagine del Creatore, l’uomo non doveva diventare oggetto di venerazione o adorazione.
Come il figlio dello stesso Adamo, Set, (nato però nell’imperfezione) era “a sua somiglianza, a sua immagine” (Gen. 5:3), così la somiglianza di Adamo con Dio lo identificava in origine quale terreno figlio di Dio. (Luca 3:38) Nonostante la caduta dell’uomo nell’imperfezione, il fatto che il genere umano in origine era stato creato a immagine di Dio venne indicato dopo il diluvio noetico per motivare la legge con la quale Dio autorizzava esseri umani a eseguire la condanna a morte di assassini. (Gen. 9:5, 6) Nelle disposizioni cristiane relative al copricapo femminile, agli uomini cristiani venne detto di non portare un copricapo del genere, dato che l’uomo è “immagine e gloria di Dio”, mentre la donna è “gloria dell’uomo”. — I Cor. 11:7.
Il primogenito Figlio di Dio, che in seguito diventò l’uomo Gesù, è l’immagine del Padre suo. (II Cor. 4:4) Poiché fu ovviamente a tale Figlio che Dio disse “facciamo l’uomo a nostra immagine”, la somiglianza del Figlio col Padre suo, il Creatore, era esistita da che il Figlio era stato creato. (Gen. 1:26; Giov. 1:1-3; Col. 1:15, 16) Mentre era sulla terra come uomo perfetto rifletteva le qualità e la personalità del Padre suo nella misura più piena tenuto conto delle limitazioni umane, per cui poté dire: “Chi ha visto me ha visto anche il Padre”. (Giov. 14:9; 5:17, 19, 30, 36; 8:28, 38, 42) Tuttavia tale somiglianza si accentuò quando Gesù risorse alla vita spirituale e il Padre, Geova Dio, gli diede “ogni autorità . . . in cielo e sulla terra”. (I Piet. 3:18; Matt. 28:18) Dio esaltò allora Gesù a una “posizione superiore”, quindi il Figlio di Dio poté riflettere la gloria del Padre suo in misura ancora maggiore di quanto non avesse fatto prima di lasciare i cieli per venire sulla terra. (Filip. 2:9; Ebr. 2:9) Egli ora è “l’esatta rappresentazione del suo stesso essere”, cioè di Dio. — Ebr. 1:2-4.
Dio ha preordinato che tutti gli unti che compongono la congregazione cristiana siano “modellati secondo l’immagine del suo Figlio”. (Rom. 8:29) Cristo Gesù è il loro modello, non solo il loro modello di vita, in quanto seguono le sue orme e imitano il suo comportamento, ma anche nella morte e risurrezione. (I Piet. 2:21-24; I Cor. 11:1; Rom. 6:5) Avendo portato la terrena “immagine di quello fatto di polvere [Adamo]”, quali creature spirituali portano quindi “l’immagine del celeste [l’ultimo Adamo, Cristo Gesù]”. (I Cor. 15:45, 49) Durante la vita terrena essi hanno il privilegio di ‘riflettere come specchi la gloria di Geova’ che il Figlio di Dio fa risplendere su di loro, essendo progressivamente trasformati nell’immagine trasmessa dal Figlio che riflette la gloria di Dio. (II Cor. 3:18; 4:6) Dio crea dunque in loro una nuova personalità, che è un riflesso o un’immagine delle Sue stesse qualità divine. — Efes. 4:24; Col. 3:10.
Certi oggetti, a forma di piante, fiori, animali, e persino di cherubini, erano stati fatti per ordine di Geova e quindi erano corretti. Pur servendo come rappresentazioni simboliche attinenti all’adorazione di Dio, le immagini stesse non erano venerate né adorate, per esempio con preghiere e sacrifici. — Vedi IDOLATRIA, IDOLO.
LE IMMAGINI DEL LIBRO DI DANIELE
Nel secondo anno del suo regno (evidentemente a partire dalla conquista di Gerusalemme nel 607
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