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Maledire, maledizioneAusiliario per capire la Bibbia
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MALEDIZIONI VALIDE E MALEDIZIONI NULLE
Quando era sulla terra Cristo Gesù, quale portavoce di Dio, pronunciò in effetti delle maledizioni sulle guide religiose e sui farisei, per la loro ostinata opposizione al proposito di Dio. (Matt. 23:13-33) L’apostolo Pietro evidentemente ‘invocò il male’ su Anania e Saffira che volevano ingannare Dio, provocandone la morte immediata. (Atti 5:1-11) L’apostolo Paolo fece qualcosa di simile col falso profeta Elima, lo stregone, che chiamò “figlio del Diavolo” e “nemico di ogni cosa giusta”, il quale in seguito a ciò diventò cieco. (Atti 13:6-12) Queste azioni ebbero un effetto salutare sui presenti. Tali poteri degli apostoli però non autorizzavano altri a pronunciare maledizioni. Giacomo mette in guardia i cristiani dall’errato uso della lingua per maledire uomini. — Giac. 3:9-12; confronta Salmo 109:17, 18 con Colossesi 3:8-10.
La storia conferma che dopo la morte degli apostoli e nel corso dei secoli varie organizzazioni religiose hanno annunciato molti “anatemi” e “interdetti” contro singoli individui, città e nazioni; tuttavia dimostra che il mezzo impiegato per attuare tali maledizioni non è mai stata la potenza di Dio, ma piuttosto il potere temporale della chiesa o dello stato. Viceversa nel Salmo 37:3-9, 22 ci viene consigliato di confidare in Geova, perché “quelli che son da lui benedetti possederanno essi stessi la terra, ma quelli sui quali è da lui invocato il male saranno stroncati”. Tale “stroncamento” è incluso nella maledizione che Gesù pronuncia sulla maledetta classe dei “capri” nella parabola profetica riportata in Matteo 25:31-46. Anche a proposito dei “nuovi cieli e nuova terra” viene predetto che sarà invocato il male sui peccatori. — Isa. 65:17, 20.
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MalluchiAusiliario per capire la Bibbia
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Malluchi
(Màlluchi) [mio consigliere].
Famiglia sacerdotale il cui rappresentante prestava servizio ai giorni del sommo sacerdote Ioiachim, e ai giorni di Esdra e del governatore Neemia. — Nee. 12:12, 14, 26.
Il nome “Malluchi” ricorre nel testo masoretico col qerì o annotazione in margine che si dovrebbe leggere “Melicu”, forma quest’ultima che ricorre nella Diodati. Diversi antichi manoscritti greci, fra cui l’Alessandrino, il Vaticano 1209 e il Sinaitico (come pure l’edizione lagardiana) hanno “Malluc”, che alcuni studiosi ritengono la forma originale. Questi avanzano l’ipotesi (che non si può però dimostrare) che l’aggiunta di una “i” (yohdh [ ] in ebraico) alla fine del nome sia dovuta all’involontaria ripetizione della prima lettera della parola successiva nel copiare il manoscritto.
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Malta, IAusiliario per capire la Bibbia
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Malta, I
[rifugio (in lingua fenicia)].
Isola del Mediterraneo circa 90 km a S della Sicilia, con una superficie di quasi 250 km2. A Malta l’apostolo Paolo fece naufragio e rimase per tre mesi. Nel frattempo sanò il padre di Publio e altri malati. — Atti 28:1, 7-9, 11.
In passato alcuni hanno associato il nome greco reso “Malta” (Melìte.) con Mèleda (Mljet), isola al largo della costa iugoslava, che anticamente pure si chiamava Melìte. Ma sia la tradizione che l’evidenza delle Scritture indicano che l’isola su cui Paolo fece naufragio è Malta. Il “mare di Adria”, dove si trovava la nave prima di giungere a Malta, comprendeva la parte del Mediterraneo fra la Sicilia e Creta, e perciò si poteva ben dire che Malta era bagnata da quel mare. — Atti 27:27.
NAUFRAGIO DI PAOLO
Qualche tempo dopo il giorno di espiazione (in settembre o ottobre) la nave su cui viaggiava Paolo prigioniero, lasciato il porto cretese di Bei Porti, fu raggiunta da un vento tempestoso (Euraquilone), proveniente da E-NE. (Atti 27:14, 15) Quella che oggi si chiama Baia di S. Paolo, si poteva raggiungere senza toccare altre parti dell’isola. Forse grazie al loro udito esercitato, i marinai sentirono le onde infrangersi contro il promontorio roccioso che si protende nel Mediterraneo dal lato E della Baia di S. Paolo, e cominciarono a sospettare di essere vicino a terra. La profondità di “venti braccia” e di “quindici braccia” che riscontrarono corrisponde fondamentalmente agli scandagli effettuati verso la metà del XIX secolo in quella zona. — Atti 27:27, 28.
Forse perché avevano più familiarità con altri porti di Malta, i marinai non si resero conto di essere a Malta neanche alla luce del giorno. Il più grande e più noto porto dell’isola è quello di Valletta, quasi 15 km a SE della Baia di S. Paolo. — Atti 27:39.
Nella parte O della Baia di S. Paolo ci sono due insenature. In quella più a S attualmente c’è una spiaggia. Anticamente poteva esserci anche nell’altra insenatura. Forse in una di queste insenature i marinai speravano invano di “tirare a riva la barca”. La prua della nave si incagliò, forse nel fango e nell’argilla che in certe parti della baia si trova a meno di tre braccia di profondità, mentre la poppa veniva fatta a pezzi dalle onde. — Atti 27:39-41.
Esperienza di Paolo a Malta
Ormai i soldati erano decisi a uccidere Paolo e gli altri prigionieri, forse a motivo della rigida disciplina militare romana che riteneva le guardie responsabili della fuga dei prigionieri loro affidati. (Confronta Atti 12:19; 16:27). Ma poiché l’ufficiale dell’esercito (centurione) trattenne i soldati a motivo di Paolo, tutti quelli che si trovavano a bordo, circa 276 persone, scamparono al naufragio, nuotando fino alla riva o riuscendo a raggiungerla su tavole o altri relitti galleggianti. — Atti 27:37, 42-44.
Gli abitanti di Malta, che non parlavano greco, mostrarono straordinaria benignità umana ai superstiti, e accesero un fuoco perché si potessero riscaldare. Quando l’apostolo Paolo mise una fascina sul fuoco, ne uscì una vipera velenosa che gli si attaccò alla mano. Sorpresi che non subentrassero gonfiore e morte, gli abitanti di Malta cominciarono a pensare che Paolo fosse un dio. — Atti 28:1-6.
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MalvaAusiliario per capire la Bibbia
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Malva
Traduzione dei termini ebraici ʼoròth (II Re 4:39) e ʼohròth (Isa. 26:19), ritenuti il plurale di ʼohràh, “luce”. (Est. 8:16; Sal. 139:12) Secondo il Lexicon in Veteris Testamenti Libros di Koehler e Baumgartner, i termini ʼoròth e ʼohròth corrisponderebbero alla malva selvatica (Malva rotundifolia). Tale identificazione si basa sul fatto che questa pianta è molto sensibile alla luce, da cui forse il nome ebraico ʼoròhth, “[erba]-luce”. Inoltre il suo frutto è commestibile, e questo è in armonia con II Re 4:39. La malva selvatica è una pianta rampicante con foglie quasi rotonde, lobate e seghettate, dallo stelo piuttosto lungo. I fiori misurano solo 1,3 cm di diametro e il loro colore varia dal lilla pallido al bianco. Il frutto mucillaginoso a più acheni (o cocche) è piatto e circolare.
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MalvagitàAusiliario per capire la Bibbia
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Malvagità
Chiunque non si conforma alla perfetta norma morale di Dio è malvagio, cattivo o spregevole. Come il sostantivo greco ponerìa (Matt. 22:18; Mar. 7:22; Luca 11:39; Atti 3:26; Rom. 1:29; I Cor. 5:8; Efes. 6:12), anche l’aggettivo, il sostantivo e il verbo che derivano dalla radice ebraica rashàʽ
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Malta, IIAusiliario per capire la Bibbia
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Malta, II
Vedi CALCINA, MALTA.
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