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SetaAusiliario per capire la Bibbia
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Seta
Sostanza prodotta da alcune specie di insetti e in particolare dal baco da seta, che si nutre di foglie di gelso e secerne un fluido che si solidifica in sottili filamenti per formare il bozzolo. La seta è la più forte fibra naturale ed è stata usata sin dai tempi biblici per fare un tessuto bello e leggero. Seta, tessuta secondo gli archeologi oltre 2.200 anni fa, è stata rinvenuta in tombe di un cimitero fenicio nei pressi di Sabrata, in Libia.
Sembra che la coltura dei bachi da seta abbia avuto inizio in Cina e di là si sia diffusa in altri paesi, come l’India. I greci chiamavano la seta serikòn, collegandola con i Sères (generalmente identificati con i cinesi). Le Scritture includono la seta tra le costose merci acquistate da “Babilonia la Grande”. — Riv. 18:2, 11, 12.
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Setar-BozenaiAusiliario per capire la Bibbia
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Setar-Bozenai
(Setàr-Bozenài) [forse, che libera il regno].
Funzionario, forse un segretario, associato a Tattenai il governatore persiano “oltre il Fiume” durante il regno di Dario I (figlio di Istaspe). (Esd. 5:3, 6; 6:6, 13) Setar-Bozenai si recò con Tattenai e altri a Gerusalemme, per protestare contro la ricostruzione del tempio da parte degli ebrei, lavoro che Artaserse aveva vietato. Tuttavia gli ebrei continuarono a lavorare nonostante le recriminazioni mentre si faceva appello a Dario in forza dell’originale decreto di Ciro di riedificare il tempio. Allora Tattenai e Setar-Bozenai e i suoi colleghi scrissero una lettera a Dario chiedendogli di controllare la cosa. La risposta di Dario prendeva atto dell’immutabile decreto di Ciro e non solo ordinava a Setar-Bozenai e ai suoi compagni di ‘tenersi lontani’ da Gerusalemme, ma esigeva sotto pena di una grave ammenda che fossero provveduti agli ebrei aiuti materiali dal tesoro reale per la costruzione del tempio e per le offerte. Setar-Bozenai e i suoi colleghi fecero come comandato. — Esd. 4:23-6:13.
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SettaAusiliario per capire la Bibbia
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Setta
Il sostantivo greco (hàiresis, da cui deriva l’italiano “eresia”) così tradotto significa “scelta” (Lev. 22:18, LXX) o “ciò che viene scelto”, quindi “gruppo di uomini che si separano da altri e seguono dottrine proprie [setta o partito]”. Questo termine è usato a proposito degli aderenti ai due rami principali del giudaismo, i farisei e i sadducei. (Atti 5:17; 15:5; 26:5) I non cristiani definirono anche il cristianesimo una “setta” o la “setta dei Nazareni”, forse considerandolo una fazione del giudaismo. — Atti 24:5, 14; 28:22.
Il fondatore del cristianesimo, Gesù Cristo, pregò che fra i suoi seguaci regnasse unità (Giov. 17:21), e gli apostoli si interessarono vivamente di preservare l’unità della congregazione cristiana. (I Cor. 1:10; Giuda 17-19) La divergenza di opinione poteva dare origine a violente dispute, dissenso e anche ostilità. (Confronta Atti 23:710). Quindi si dovevano evitare le sette, elencate fra le opere della carne. (Gal. 5:19-21) I cristiani furono esortati a non promuovere sette e a non lasciarsi sviare da falsi insegnanti. (Atti 20:28; II Tim. 2:17,18; II Piet. 2:1) Nella lettera a Tito, l’apostolo Paolo intimò che, dopo essere stato ammonito due volte, l’uomo che continuasse a promuovere una setta doveva essere rigettato, volendo evidentemente dire espulso dalla congregazione. (Tito 3:10) Chi rifiutava di lasciarsi coinvolgere nel creare divisioni entro la congregazione o nel sostenere una particolare fazione si distingueva per la fedele condotta e dimostrava di avere l’approvazione di Dio. Questo, pare, è ciò che Paolo intendeva quando disse ai corinti: “Vi devono anche essere fra voi delle sette”. — I Cor. 11:19.
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Settanta settimaneAusiliario per capire la Bibbia
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Settanta settimane
Nel primo anno del regno di Dario figlio del medo Assuero, il profeta Daniele comprese dalla profezia di Geremia che era vicino il tempo della liberazione degli ebrei da Babilonia e del loro ritorno a Gerusalemme. Allora Daniele ricercò con impegno Geova in preghiera, in armonia con le parole di Geremia: “‘E per certo voi mi invocherete e verrete e mi pregherete, e io per certo vi ascolterò. E voi effettivamente mi cercherete e mi troverete, poiché mi ricercherete con tutto il vostro cuore. E di sicuro io mi lascerò trovare da voi’, è l’espressione di Geova... .‘E di sicuro vi ricondurrò al luogo dal quale vi feci andare in esilio’”. — Ger. 29:10-14; Dan. 9:1-4.
Mentre Daniele pregava, Geova mandò il suo angelo Gabriele con una profezia che quasi tutti i commentatori biblici riconoscono come messianica, pur comprendendola in svariati modi. Gabriele disse:
“Settanta settimane sono state determinate sul tuo popolo e sulla tua santa città, per porre termine alla trasgressione, e porre fine al peccato, e fare espiazione per l’errore, e recare giustizia a tempi indefiniti, e imprimere un suggello sulla visione e sul profeta, e ungere il Santo dei Santi. E dovresti conoscere e avere perspicacia che dall’emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme fino al Messia il Condottiero, ci saranno sette settimane, anche sessantadue settimane. Essa tornerà e sarà effettivamente riedificata, con pubblica piazza e fossa, ma nelle strettezze dei tempi. E dopo le sessantadue settimane Messia sarà stroncato, senza nulla per lui stesso. E il popolo di un condottiero che verrà ridurrà in rovina la città e il luogo santo. E la fine d’essa sarà mediante l’inondazione. E sino alla fine ci sarà la guerra; sono decise le desolazioni. Ed egli deve tenere in vigore il patto per i molti per una settimana; e alla metà della settimana farà cessare sacrificio e offerta di dono. E sull’ala di cose disgustanti ci sarà colui che causerà la desolazione; e fino allo sterminio, la medesima cosa decisa si verserà anche su colui che renderà desolato”. — Dan. 9:24-27.
UNA PROFEZIA MESSIANICA
È ben evidente che questa profezia è un “gioiello” per quanto riguarda l’identificazione del Messia. È della massima importanza per determinare quando ebbero inizio le settanta settimane, e anche quanto durarono. Se fossero state letterali settimane di sette giorni ciascuna, la profezia non si sarebbe adempiuta, il che è impossibile (Isa. 55:10, 11; Ebr. 6:18), altrimenti il Messia sarebbe venuto oltre duemilaquattrocento anni fa, all’epoca dell’impero persiano, e non sarebbe stato identificato. In quest’ultimo caso, le altre decine di qualifiche del Messia specificate nella Bibbia non sarebbero state soddisfatte o adempiute. È quindi evidente che le settanta settimane simboleggiavano un tempo molto più lungo. Certo gli avvenimenti descritti nella profezia erano di natura tale che non potevano aver luogo in settanta settimane letterali, cioè in poco più di un anno e quattro mesi. La maggioranza degli studiosi biblici conviene che le “settimane” della profezia sono settimane di anni. In alcune traduzioni italiane si legge “settanta settimane (d’anni)” (Luzzatto), “settanta periodi di sette anni” (PS); anche diverse traduzioni inglesi (AT, Mo, RS) usano l’espressione “settanta settimane di anni”, come pure la traduzione ebraico-tedesca a cura del dottor Zunz. — Vedi anche le note in calce di diverse versioni italiane come NVB, PIB.
L’INIZIO DELLE “SETTANTA SETTIMANE”
In quanto all’inizio delle settanta settimane, Neemia riporta un decreto di Artaserse re di Persia, emanato nel
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