Potenza e presenza del nostro Signore Gesù Cristo
1. Quali grandi verità questi tre testimoni avrebbero ricordato in seguito meditando sulla trasfigurazione?
QUESTI tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, erano bene informati riguardo alle Scritture, non solo nella conoscenza delle profezie, ma i loro cuori erano in armonia col grande Iddio del cielo ed essi avevano imparato molto da Gesù. Pertanto quando videro la sua trasfigurazione essa non fu come una figura passeggera. Essi avevano scalato un alto monte ed erano stanchi e assonnati. Ma, furono del tutto svegli e rivolsero lo sguardo a quella scena meravigliosa e inoltre udirono parte della conversazione. Quanto spesso questi tre uomini avrebbero ricordato quello splendore di gloria, quella fulgidezza che non avrebbe potuto mai esser dimenticata, e avrebbero considerato il suo significato collegando profezia con profezia, promessa con promessa, e, per coronare tutto ciò, la voce di Dio! In Mosè essi videro rappresentata la legge, il patto, l’organizzazione teocratica, il Regno, la liberazione della nazione e il trasferimento alla Terra Promessa. Per loro, Mosè significava questo e più ancora. In Elia avrebbero visto il fedele difensore della pura e vera adorazione, un vero odiatore della falsa adorazione, un difensore per il servizio di Geova, un riprensore di re, distruttore di falsi sacerdoti, restauratore dei morti e uno preso dal servizio terreno senza la determinazione degli uomini. Poi videro il Figlio di Dio in gloria, e tale gloria capirono che apparteneva al Cristo di Dio. Certamente la visione, poiché tale essa era, ritrasse per loro in miniatura, quasi come un quadro, benché non privo di vita, il Figlio dell’uomo nella gloria, con la sua potenza del Regno. In qual modo o forma migliore avrebbero essi potuto vederlo, poiché tutto era compreso in quella visione!
2. È la conversazione del trio della visione informativa? Perché?
2 Quindi vi fu la conversazione tra Mosè, Elia e Gesù. E di che cosa parlavano? Probabilmente di molte cose non raccontate, ma noi sappiamo che discutevano della dipartita di Gesù a Gerusalemme. (Luca 9:31) Perciò c’interessa sapere che cosa vi era implicato. È necessario che ricordiamo che solo una settimana prima Gesù aveva detto apertamente ai suoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo deve subire molte sofferenze ed esser rigettato dagl’influenti anziani e dai capi sacerdoti e dagli scribi ed essere ucciso e il terzo giorno esser risuscitato”. (Luca 9:22, NW) L’uso della parola “dipartita” è molto significativa, e importantissima. Nella Versione di Diodati è adoperata la parola “fine”, che non rende il completo significato. Quando si adopera la parola “fine” noi pensiamo solo alla morte, mentre dipartita esprime il pensiero di partenza, di andare in qualche luogo. La parola greca dalla quale son tradotte le parole italiane “dipartita” e “fine” è éxodos. Quando si manifesta il pensiero dell’esodo esso vuol dire più che “fine”.
3. Come Mosè fece una dipartita? e vi furono compresi altri?
3 Mosè e la nazione teocratica tipica fecero un esodo ed esso fu compiuto conforme alla promessa di Geova, la morte dei primogeniti d’Egitto, l’agnello ucciso e il sangue spruzzato. La morte era implicata nei primogeniti d’Egitto e nell’agnello ucciso che rappresentò Mosè. Esso fu la loro fine, ma anche la dipartita di Mosè, che prefigurava Cristo. La liberazione fu recata non soltanto a Mosè ma almeno a due milioni di altre persone. Era la loro uscita, il loro andarsene, un esodo, una dipartita. Il libro ebraico di Esodo fa il racconto dei primi passi nell’adempimento della promessa pronunziata da Geova ai fedeli vissuti prima del tempo di Mosè in riferimento alla crescita d’Israele, in realtà da una famiglia a una nazione. Il loro esodo fu l’avveramento della liberazione, nel quale tempo essi non ebbero città permanente ma erano in cammino dal mondo di Satana alla loro eredità. Geova invitò il suo popolo a uscire dall’Egitto e li rese infine un regno.
4. In che modo Elia fece una dipartita, ed è egli vivo nel cielo?
4 Elia compì un esodo, benché la sua dipartita fosse molto diversa. Il racconto dice: “E com’essi continuavano a camminare discorrendo assieme, ecco un carro di fuoco e de’ cavalli di fuoco che li separarono l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. E Eliseo lo vide e si mise a gridare: ‘Padre mio, padre mio! Carro d’Israele e sua cavalleria!’” (2 Re 2:11, 12) Questa dipartita non si deve ritenere che significhi che Elia è in cielo ancora attivo in forma corporea, perché Paolo dice in Ebrei 11:13 (NW): “In fede tutti questi morirono, benché non ottenessero l’adempimento delle promesse, ma le videro di lontano”. Il Signore Gesù disse: “Oltre a ciò, nessun uomo è asceso al cielo eccetto colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. (Giov. 3:13, NW) Geova dispose la dipartita di Elia in questo modo allo scopo di riprodurre e prefigurare qualche cosa di più grande circa l’Elia ch’era ancora futuro.
5, 6. S’attendeva Gesù solo la morte a Gerusalemme? Come lo sappiamo?
5 Il Mosè e l’Elia della visione discutevano della dipartita di Gesù, non semplicemente la sua morte, lasciare l’opera terrena con la morte e farla finire allora, ma un andare verso qualche altra cosa, un futuro, sì, l’eternità dinanzi a lui. Egli aveva detto che sarebbe stato risuscitato il terzo giorno, e in un’occasione dichiarò: “Che direste, dunque, se vedeste il Figlio dell’uomo ascendere dov’era prima?” (Giov. 6:62, NW) La sua fu una morte vittoriosa ed essa significò la salvezza per quelli del mondo che odono la sua voce. La dipartita di Cristo Gesù significa mettere in libertà moltitudini di prigionieri. Quindi Paolo cita: “Quando ascese in alto egli condusse prigioniera una moltitudine; diede doni negli uomini”. (Efes. 4:8, NW) Il re Davide aveva scritto profeticamente: “I carri di Dio si contano a miriadi e miriadi, a migliaia di migliaia; il Signore viene dal Sinai nel santuario. Tu sei salito in alto, hai menato in cattività dei prigioni, hai preso doni dagli uomini, anche dai ribelli, per far quivi la tua dimora, o Eterno Iddio”. (Sal. 68:17, 18) Notate qui anche le parole dell’apostolo: “È secondo l’operazione della potenza della sua forza [di Dio], con la quale egli operò nel caso del Cristo quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei luoghi celesti, molto al disopra d’ogni governo e autorità e potenza e signoria e ogni altro nome che si nomina”. — Efes. 1:19-21, NW.
6 La dipartita di Gesù Cristo significò lasciare questa terra con la morte e poi esser risuscitato dai morti dal Padre suo ed essere esaltato alla gloriosa posizione della maestà celeste. Era stata fatta la promessa: “Tu non abbandonerai l’anima mia in poter dello Schèòl, né permetterai che il tuo santo vegga la fossa. Tu mi mostrerai il sentiero della vita; vi son gioie a sazietà nella tua presenza; vi son diletti alla tua destra in eterno”. (Sal. 16:10, 11, nota in calce) La dipartita nel caso di Gesù Cristo significò quindi molto di più della sua semplice morte.
7. Quale altro particolare della trasfigurazione servì per confermare la profezia?
7 C’è dell’altro ancora nella scena della trasfigurazione, poiché per coronare questo gloriosissimo spettacolo viene data ulteriore conferma. Appena si formò la nuvola e cominciò a coprirli protettivamente “essi ebbero paura. E una voce venne dalla nuvola, dicendo: ‘Questo è il mio Figlio, colui che è stato scelto. Ascoltatelo.’” (Luca 9:34, 35, NW) Non c’è da meravigliarsi se Pietro in anni successivi scrive: “Egli ricevette da Dio il Padre onore e gloria quando parole come queste gli furon rivolte”. (2 Piet. 1:17, NW) È quando combiniamo tutti questi separati particolari in un grande insieme che effettivamente cominciamo a capire come accadde che questi tre apostoli videro il Figlio dell’uomo nella sua gloria, nel Regno con la sua potenza e maestà. Geova confermava la parola che aveva pronunziata per mezzo di Mosè e dei profeti. “Ascoltatelo” disse la voce di Geova. “A quello darete ascolto!” era stato dichiarato mediante Mosè. Quindi poco dopo la dipartita di Gesù Pietro esclama: “Dovete ascoltarlo secondo tutte le cose che vi dice. Veramente, ogni anima che non ascolta questo Profeta sarà completamente distrutta di fra il popolo”. (Atti 3:22, 23, NW) Invece di parlare Mosè ora al popolo di Dio l’autorità era trasferita a Cristo Gesù. Il patto della legge aveva fine e cominciava un patto nuovo.
8, 9. (a) In che modo Paolo mostra la sua conoscenza e il suo intendimento di questa visione? (b) Quale importanza ha la voce di Gesù Cristo a questo riguardo?
8 Sembrerebbe che le parole dell’apostolo Giovanni nel suo primo capitolo sarebbero state scritte considerando la scena della trasfigurazione. “Così la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e noi abbiamo avuto una visione della sua gloria, una gloria come quella che appartiene a un unigenito figlio da parte di un padre”. (Giov. 1:14, NW) Forse molte delle cose delle quali parla Giovanni furono scritte con la gloriosa visione nella mente. Vi è poi altra conferma che mostra l’importanza della trasfigurazione e della sua rappresentazione del Regno e della maestà del Re. Ascoltate le parole di Paolo: “Iddio, che molto tempo fa parlò in molte occasioni e in molte maniere ai nostri antenati per mezzo dei profeti [Mosè, Elia e altri], ha alla fine di questi giorni parlato a noi per mezzo di un Figlio [‘Ascoltatelo!’], ch’egli ha costituito erede di tutte le cose [‘Questo è il mio Figlio!’], . . . Egli è il riflesso della sua gloria e l’esatta rappresentazione del suo stesso essere, e sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, e dopo aver fatto una purificazione per i nostri peccati [passò alla morte] si è messo a sedere alla destra della maestà in alti luoghi [completò il suo esodo o “dipartita”].” — Ebr. 1:1-3, NW.
9 Paolo continua spiegando che, non a chiunque egli ha detto ‘Tu sei il mio Figlio’, ma quando reca il suo primogenito egli lo riconosce e invita tutti gli angeli ad adorarlo; e Paolo aggiunge a queste parole una citazione del Salmo 45 per dimostrare che egli è l’unto e che durerà per sempre. Quindi adopera parole simili a quelle di Pietro: “Ecco perché è necessario che prestiamo attenzione più del solito alle cose da noi udite, affinché non siamo mai portati via. Come scamperemo noi se abbiamo trascurato una salvezza così grande in quanto cominciò a essere annunziata mediante il nostro Signore?” (Ebr. 2:1, 3, NW) Gran parte dello scritto di Paolo agli Ebrei riflette la scena della trasfigurazione. Anche il tenore del pensiero ascende a grande altezza per essa, pone le glorie del nuovo patto in verace espressione, e mostra il tramonto del vecchio patto. Ma come è grandiosa l’alba del nuovo, e le prospettive celesti in tal modo illuminate! La trasfigurazione mostra la gloria di Mosè e di Elia e quindi la sua scomparsa con onore, ma la voce d’autorità viene dal cielo riconoscendo il Figlio e comandando che egli è colui al quale essi devono dare ascolto. Sì, sebbene Geova nei tempi passati parlasse mediante i profeti egli parlerà ora mediante il suo Figlio. La voce di Gesù Cristo è come la voce di Geova Dio per il suo popolo. Benedetti sono i vostri occhi se vedono e i vostri orecchi se odono, poiché queste verità daranno molta gioia e conforto.
SIGNIFICATO PROFETICO
10. Prefigura la trasfigurazione qualche cosa più grande, e che cosa conferma essa?,
10 Sebbene quella splendida apparizione fosse così impressionante e significativa per i tre apostoli e per la chiesa primitiva, e per i fedeli sin da allora, questo non è comunque tutto, perché essa significa molto di più per noi oggi. Perché? La semplice risposta è che noi siamo giunti ora all’effettiva presenza del nostro Signore Gesù Cristo e il suo regno è venuto nella sua potenza. Il Re, Cristo Gesù, non regnava alla sua prima venuta, e ricordiamo che la trasfigurazione non fu altro che una visione, benché rappresentasse con certezza cose più grandi avvenire. Le Scritture e i fatti indicano la seconda apparizione del nostro Signore, nel qual tempo egli viene nella gloria del Padre per regnare sul mondo. Una cosa è certa, e questa è che la visione della trasfigurazione conferma la parola profetica di Geova, dandole vita, e così ci parla eloquentemente. Pietro dice: “Di conseguenza, abbiamo la parola profetica resa più ferma, e voi fate bene prestandole attenzione come ad una lampada risplendente in luogo oscuro, finché spunti il giorno e una stella mattutina sorga, nei vostri cuori”. — 2 Piet. 1:19, NW.
11. Quando si verificherà la gloriosa apparizione di Cristo? Citate scritture per dimostrarla e per indicare chi la vedrà.
11 Qui è anche qualche cosa di futuro, uno sguardo in avanti a un grande avvenimento. Paolo dice: “Poiché qual è la nostra speranza, o la nostra gioia, o la nostra corona di esultanza — ebbene, non siete proprio voi? — dinanzi al nostro Signore Gesù alla sua presenza?” (1 Tess. 2:19, NW) Gesù disse: “Perché il Figlio dell’uomo è destinato a venire nella gloria del Padre suo con i suoi angeli”. (Matt. 16:27, NW) “E vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con potenza e gran gloria”. (Matt. 24:30, NW) “Quando il Figlio dell’uomo arriva nella sua gloria e tutti gli angeli con lui, allora sederà sul suo glorioso trono”. (Matt. 25:31, NW) Questo tempo di gloria era futuro e Paolo mostrò che, malgrado la promessa della parola profetica fosse che tutti gli angeli dovevano essere soggetti al Figlio, per determinata ragione quel tempo doveva ancora venire. (Per la spiegazione si veda Ebrei 2:8-15.) La gloria del Re Cristo Gesù sarebbe stata nella completezza alla sua seconda apparizione, il cui tempo è adesso. Geova Dio dichiarerà ancora che egli, questa volta a tutto il popolo come suo Figlio, è il Re del nuovo mondo.
12. In che modo la potenza di Cristo è stata mostrata In questi ultimi giorni? e quale messaggio perviene al mondo, e perché?
12 Il Re regna nel e dal cielo, poiché la seconda presenza è un fatto compiuto. La sua autorità e la sua forza sono già state dimostrate con l’espulsione di Satana e dei suoi demoni dal cielo e con la sconfitta del suo potere; inoltre liberando il suo popolo dalla prigionia di Babilonia in maniera che centinaia di migliaia di persone si rallegrano ora nella loro libertà. Con la sua direttiva e con la sua potenza questi liberati sono stati preservati, nonostante tutto il concentrato odio riversato contro di loro. La proclamazione dell’istituzione del Regno diviene più alta ed è udita sempre più lontano ogni anno, e prima che l’opera sia compiuta si saprà che essa è la più importante e notevole proclamazione nel mondo. Questa predicazione della buona notizia dev’esser fatta prima che venga la fine. Sì, la fine compiuta, poiché quando la testimonianza alle nazioni è stata resa verrà il più grande tempo di afflizione che questo mondo abbia mai conosciuto, perché Dio colpirà la terra con una maledizione. “Prima che il decreto partorisca, prima che il giorno passi come la paglia, prima che venga su di voi l’ardente ira di Geova, . . . Cercate Geova, voi tutti mansueti della terra, . . . cercate giustizia, cercate mansuetudine: può darsi che sarete nascosti nel giorno dell’ira di Geova”. — Sof. 2:2,3, AS.
13, 14. (a) Come è compiuta l’opera di Elia? (b) Spiegate Atti 3:19-22 a questo riguardo.
13 Il messaggio da annunziare al popolo della terra richiede che le persone siano visitate onde vedano chiaramente i giorni pericolosi, affinché conoscano l’appressarsi della completa fine del vecchio sistema di cose. Prima che venga l’ira di Geova quelli che vogliono la salvezza dovrebbero produrre opere che arrechino misericordia e perdono. Il ravvedimento è necessario. Ricordate la promessa di Geova: “Io vi manderò Elia il profeta prima che venga il grande e terribile giorno di Geova”. (Mal. 4:5, AS) L’opera di Elia fu quella di volgere gli abitanti al ravvedimento dalle loro opere empie. Geova ha mostrato la sua considerazione e la sua misericordia verso l’intera popolazione di questo mondo inviando i suoi servitori sotto la sua guida per dare l’avvertimento della sovrastante distruzione. Allo scopo di esser salvati per la vita quelli che odono il messaggio devono dare ascolto ai comandi di Dio come sono espressi mediante il Re, Cristo Gesù.
14 Esaminiamo ora brevemente la parola di Pietro espressa dopo la pentecoste. “Ravvedetevi, dunque, e rivoltatevi in modo che i vostri peccati siano cancellati, onde vengano tempi di refrigerio dalla persona di Geova e che egli mandi il Cristo designato per voi, Gesù, che il cielo, invero, deve tenere in sé fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose delle quali Dio parlò per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità. Infatti, Mosè disse: ‘Geova Dio produrrà per voi tra i vostri fratelli un profeta come me. Dovete ascoltarlo secondo tutte le cose che vi dice.’” (Atti 3:19-22, NW) Questa parola deve applicarsi nell’adempimento del grande giorno della restaurazione, il tempo del governo del Regno; e così Pietro si unisce a Mosè, a Elia e a Cristo mentre insegna il regno di Dio.
15. Per quale scopo Cristo viene nella gloria di Geova, e come sappiamo che egli è presente?
15 Nella gloria di Geova, Cristo Gesù compare per la seconda volta a giudicare e governare. È scritto: “Chi è questo Re di gloria? È l’Eterno [Geova], forte e potente, l’Eterno [Geova] potente in battaglia. . .. l’Eterno [Geova] degli eserciti; egli è il Re di gloria”. (Sal. 24:8, 10) La gloria di Geova è su Cristo. “Egli è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito di tutta la creazione”. (Col. 1:15, NW) La seguente parola profetica sta ora avendo adempimento “Gli occhi miei han veduto il Re, l’Eterno [Geova] degli eserciti! . . . Santo, santo, santo è l’Eterno [Geova] degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!” (Isa. 6:5, 3) È giunto infine il giorno per l’avveramento di tutto ciò che è scritto nelle profezie. Son vicini i giorni dell’adempimento d’ogni visione. (Ezech. 12:23) Molti segni e prodigi si sono già verificati e altri ancora devono succederne, poiché il Figlio di Dio e Re del mondo è venuto, e tutte le cose prefigurate e promesse mediante Mosè, Elia e per il Messia ora si adempiono.
16. Quali sono alcuni dei segni e dei prodigi ora evidenti che risultano dalla sua potenza e presenza?
16 I rimanenti degli unti sono stati riuniti; centinaia di migliaia di “altre pecore” sono state già raccolte; il vecchio mondo è stato avvertito; nuovi sistemi di cose hanno inizio; il diletto Figlio di Dio è stato intronizzato nel cielo; il governatore del vecchio mondo e i suoi demoni sono stati rimossi e degradati; la religione falsa è stata smascherata; la classe del “ricco” è nei tormenti. La vera adorazione è stata restaurata. Il messaggio del regno viene proclamato in ogni luogo. L’unità è venuta nel popolo di Geova. L’organizzazione teocratica è ora ripristinata, e molti altri prodigi sono avvenuti che per il gran numero non si menzionano qui. E pensate ad alcune delle meravigliose cose che devono ancora accadere: Babilonia la grande sarà completamente distrutta; le guerre cesseranno; tutta l’iniquità e ogni forma di malvagità avrà fine, con la piena restaurazione di tutte le cose che l’uomo ha perduto a causa della disubbidienza, e il ristabilito genere umano godrà eterna pace, gioia, felicità e vita. Il Principe della Pace sarà al potere. Qual felice e glorioso giorno! Chi può trattenerne la buona notizia!
17. Dobbiamo noi continuare a dare l’avvertimento al mondo prima che venga la distruzione? Perché?
17 In questi ultimi giorni il popolo di Geova si è impegnato nell’opera di Elia, particolarmente dal 1878 al 1918, quando l’opera fu ostacolata e quella parte del servizio del Regno ebbe allora fine. Poco dopo il popolo di Dio uscì dalla condizione di silenzio e fece opere più potenti, come Eliseo continuò il lavoro dopo che Elia ebbe finito; infatti, Eliseo compì il lavoro di Elia ungendo Hazael come re di Siria e Jehu come re d’Israele, conforme ai comandi di Elia. (1 Re 19:15; 2 Re 8:8-15; 9:1-10) Benché Elia terminasse il lavoro per quanto gli concerneva, Eliseo fu tuttavia colui che lo completò. Così avviene in questi ultimi giorni: benché il servizio di Elia come tale fosse ostacolato nel 1918, Geova mediante il suo popolo ancora compie l’opera di avvertimento che si deve fare prima che venga la distruzione.
18. Subirà il rimanente degli unti in questi ultimi giorni una dipartita o solo la morte?
18 Inoltre, noi crediamo che nel 1918 i santi che erano addormentati furon destati e innalzati alla gloria celeste per essere col loro Signore per sempre. Quei santi che ora sono vivi sulla terra alla morte saranno cambiati in un momento per unirsi al Signore ritornato. La loro morte sarà un esodo, una dipartita. Sì, essi pure soffriranno molte cose, saranno rigettati, ma, senza dormire nella morte, saranno mutati e innalzati alla gloria celeste, per essere eternamente alla destra del Padre. Oggi nella carne gli unti del rimanente non sono su una montagna letterale, ma stanno con quelli che sono sul Monte Sion cantando il Cantico di Mosè e dell’Agnello, certo un cantico di lode e ringraziamento per la liberazione. — Apoc. 14:1-3.
19. A glorioso adempimento della trasfigurazione vediamo noi colui che è più grande di Mosè impegnato nella liberazione di moltitudini di persone? Spiegate
19 Quale meravigliosa e stupenda dipartita oggi! Sul fondamento del sangue sparso dell’Agnello di Dio, moltitudini di persone, ubbidendo ai comandi di Geova sotto la direttiva di colui che è più grande di Mosè, escono dal vecchio mondo del dominio satanico abbandonandolo del tutto. La luce del meraviglioso adempimento della trasfigurazione sta penetrando nelle più estreme parti della terra. “Vidi un altro angelo che scendeva dal cielo, con grande autorità, e la terra fu illuminata dalla sua gloria”. (Apoc. 18:1, NW) Questo angelo annunzia la condanna di Babilonia la grande, la cui proclamazione è fatta oggi. Nello stesso tempo una voce, dal cielo risuona in maniera non incerta dicendo: “Uscite da essa, popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. (Apoc. 18:4, NW) Questo comando del nuovo Re della terra è simile al comando espresso in Isaia 49:9: “Dite ai prigionieri: ’Uscite!”’ (Versione Riveduta e King James Version) Non dimenticate la parola di Geova relativa al suo Figlio: “Ascoltatelo”. Quelli che non lo ascoltano saranno annientati fra il popolo.
20. Il Re nella gloria emana quale comando riguardo alla caduta di Babilonia la grande? Se non viene ascoltato, che accade?
20 Tenete presente che Geova non minaccia, perché non c’è nessun bisogno per cui egli debba far questo. In lui è completa conoscenza, ‘annunzia la fine sin dal principio.’ (Isa. 46:10) Tuttavia, egli avverte le persone dei disastri che si appressano, poiché sa quale dev’essere l’inevitabile fine dalla condotta che si tiene. In questi ultimi giorni ha mostrato chiaramente che “caduta è Babilonia la grande”. La grande organizzazione satanica dev’essere del tutto distrutta. Questa determinazione di Geova Dio è irrevocabile. Perciò che cosa faranno ora i sostenitori di questa organizzazione malvagia? C’è una cosa sola da fare: “Ravvedetevi, dunque, e rivoltatevi in modo che i vostri peccati siano cancellati”. (Atti 3:19, NW) “Ascoltate” la voce del Messia di Geova, il nuovo Re della terra. “Uscite da essa, popolo mio”. (Apoc. 18:4, NW) È determinato che piaga sopra piaga verrà sopra la grande città mistica di Babilonia. Non trascurate ciò che accadde all’Egitto ai giorni di Mosè, ed ora è qui uno più grande di Mosè. “Uscite da essa” dice il comando. I testimoni di Geova che son fuggiti ora guardano su di lei e vedono in quella grande città ciò che Geova Dio sa di esservi. Che cos’è che essi vedono? Ebbene, un’abitazione di demoni, un nascondiglio di ogni uccello impuro e odioso, vino eccitante per offrirlo ai governanti in modo che si possa commettere fornicazione spirituale, mercanti della terra che si servono di lei per guadagno commerciale e questo con la potenza della sua impudente lussuria. Per ulteriore rivelazione si veda Apocalisse 18.
21. Può qualsiasi dei figli di Geova stare parte dentro e parte fuori della sua organizzazione? Che cosa dovrebbero fare ora gl’indecisi?
21 A quelli che s’immischiano con la sozza Babilonia vivendo nelle pianure di Babilonia viene rivolta la parola di Geova di abbandonarla prima che ricevano le sue piaghe e periscano con lei. Né possiamo tenere un piede nell’organizzazione di Dio e l’altro nella Babilonia mistica. “Quale armonia vi è fra Cristo e Belial? O qual parte ha la persona fedele con l’incredulo?” ‘Perciò uscite di mezzo a loro, e separatevene,’ dice Geova, ‘e cessate di toccare la cosa immonda.’” (2 Cor. 6:15-17, NW) Lasciate completamente le sporche cose di questo mondo malvagio e venite nell’organizzazione di Dio respirandovi la pura, limpida, incontaminata aria spirituale. Aprite bene i vostri occhi dell’intendimento e vedete il glorioso Re di Geova nella sua maestà, nel suo splendore, nella sua potenza e nel suo onore. Rivolgete lo sguardo attento con piena fede a colui che è più grande di Mosè, che conduce le moltitudini nel nuovo mondo. La consapevolezza della seconda presenza del Signore Gesù purifichi il vostro cuore e la vostra mente da ogni contaminazione di carne e di spirito e vi faccia perfezionare la santità nel timor di Dio. Comprendete quindi che noi siamo al servizio del diletto di Dio, del suo proprio Figlio, ‘l’eletto’.
22. Dobbiamo noi andare nel mondo, e per quale scopo? e come possiamo rimanere puri e avere menti incontaminate?
22 Impetuosamente noi tutti vorremmo esclamare: ‘Rimaniamo qui! Non andiamo affatto nel mondo!’ Ma questo non può accadere, perché dobbiamo portare la buona notizia del Regno a quelli del mondo aiutandoli a fuggire. Ma noi possiamo di certo ritenere questa visione nelle nostre menti, giorno e notte, per non dimenticarla mai. Nonostante il ministero di Geova ci faccia andare in ogni specie di luoghi e condizioni, le nostre menti saranno quindi pure e luminose. Sì, come è vero che i bei fiori sbocciano pure nei quartieri malfamati delle città spandendo la loro dolce fragranza. Così i testimoni di Geova possono servire dove le case e i rioni sono sporchi e forse lo squallore li circonda, o anche fra cattivi odori. Ma queste cose e molte altre condizioni rivoltanti non distolgono o contaminano il fedele, poiché le loro menti son rivolte al Regno e alle sue bellezze. In realtà è per il Regno che essi vivono, e per la sua purezza, santità e benedizione. Perciò, testimoni di Geova, continuate a guardare in alto, perché dal cielo viene la vostra gioia, salvezza e vita.
CONFERMA DELLA PAROLA
23. Come comprendiamo che la trasfigurazione nell’adempimento ‘rende più ferma’ la parola profetica?
23 Mentre otteniamo così qualche intendimento della scena della trasfigurazione nel suo adempimento in miniatura e in quello più grande, come possiamo accettare con facilità e apprezzare le parole ulteriori di Pietro dopo che ci ha parlato della visione! Egli dice: ‘Di conseguenza, abbiamo la parola profetica resa più ferma, e voi fate bene prestandole attenzione come ad una lampada risplendente in luogo oscuro, finché spunti il giorno e una stella mattutina sorga, nei vostri cuori”. (2 Piet. 1:19, NW) Quando noi vediamo che l’Onnipotente Geova dirige gli avvenimenti e in effetti fa apparire per la prima volta la visione alla vista dei discepoli, poiché nessun altro la recò, facendo verificare poi alla seconda presenza la catena di meravigliosi avvenimenti, questa volta per mezzo della diretta opera del suo diletto Figlio, la parola profetica è allora “resa più ferma”. È come se Dio ci avesse messo la sua firma. Sì, ciò che egli ha promesso di fare ora si avvera. La sua parola è la nostra sola luce. “La tua parola è una lampada al mio piè ed una luce sul mio sentiero”. (Sal. 119:105) Poiché il precetto è una lampada e l’insegnamento una luce, e le correzioni della disciplina son la via della vita”. (Prov. 6:23) “Gran pace hanno quelli che amano la tua legge, e non c’è nulla che possa farli cadere”. (Sal. 119:165) “Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va vie più risplendendo, finché sia giorno perfetto”. (Prov. 4:18) Non è semplicemente il possesso di una Bibbia che conta. Invero non è neanche la sola lettura d’essa che ci mostra la via da seguire, ma è piuttosto lo studio regolare che ne facciamo con uno scopo determinato. Essa è una “parola profetica” ed è ragionevole quindi che noi vediamo come si adempie.
24. Oltre alla Parola di Dio che è come una lampada, spiegate quale altra brillante luce noi abbiamo sui propositi di Dio.
24 Senza la parola profetica noi saremmo certamente in una penosa condizione, vivendo come siamo in un oscuro, squallido, sozzo, sì, sordido mondo, senza sapere perché le condizioni continuano a peggiorare, e non comprenderemmo che cosa fare o dove andare. Come è stato misericordioso e benevolo il nostro Padre celeste e come lo è ancora provvedendo ai suoi figli l’intendimento della sua Parola profetica! Come una lampada è sempre davanti a noi; possiamo afferrarla e così vedere la via da seguire. Essa fa più luce mentre le malvage condizioni divengono più tenebrose. Grazie sian rese dunque a Geova poiché non solo abbiamo una luce sul nostro sentiero, ma oggi abbiamo qualche cosa tanto più grande. Infatti, ecco, lontano all’orizzonte, non vedete voi il mattutino albeggiare, dorato, luminoso e risplendente? Oh, che veduta meravigliosa e bella, poiché fra breve il sole sorgerà nella sua potenza e splendore, e cammineremo alla luce del giorno! Il nuovo giorno comincia già a rifulgere nell’oscurità di questo mondo malvagio e alcune buie ombre scompaiono. Persino ora molto del nostro servizio del Regno è compiuto alla luce del nuovo giorno. Il governante delle tenebre si avvicina alla sua fine; poiché come il fulgore mattutino fuga l’oscurità della notte, così il glorioso Figlio di Dio come Re del nuovo mondo farà scomparire tutti i sistemi d’iniquità. Sapendo queste cose noi ci rallegriamo e cantiamo il Cantico di Mosè e dell’Agnello.
25, 26. (a) Che cos’è la stella mattutina e come sappiamo che ora si è levata? (b) Perché la profezia non sorge da privato scioglimento?
25 Siccome la parola profetica ci è confermata in modo che il mondo di Satana finirà di certo, noi innalziamo il “cantico di riprovazione”. Inoltre diciamo con fiducia ai prigionieri: “Uscite!” Soltanto l’immeritata benignità di Geova rende possibile questo. Questa informazione non è semplicemente una stima intellettuale ma essa deve in realtà penetrare nei nostri cuori. “E una stella mattutina sorga, nei vostri cuori”. Il Signore Gesù Cristo è “la lucente stella mattutina” ed è lui che promuove il nuovo giorno. “Si leverà il sole della giustizia, e la guarigione sarà nelle sue ali.” (Mal. 4:2) Nel lontano 1918 alcuni degli unti del Signore si resero conto che il Re era presente e pochi anni dopo seppero in cuor loro che egli era venuto nel suo tempio per il giudizio, e pubblicarono quindi questa informazione a tutto il popolo di Geova, e migliaia di altri videro il Signore nel tempio. E nel 1925 furono stabiliti il fatto e la verità che il Regno, il “figliuolo maschio” era nato. (Apoc. 12:5) Come si rallegrarono i cuori del popolo di Dio! Essi cantarono per la pura gioia. Sapevano che il Re e il Regno erano venuti, e non hanno cessato di cantare e dichiarare ad alta voce la buona notizia del Regno. Essi videro queste cose con chiarezza trent’anni fa e le credettero. La stella mattutina era sorta nei loro cuori, ed essa può sorgere nei cuori di altri testimoni di Geova se rivolgono interamente le loro menti alle cose del Regno.
26 Quelli che desiderano prima di tutto il Regno saranno onorati da Geova e da Cristo Gesù, e i loro privilegi e le loro responsabilità saranno aumentati. Coloro che hanno i cuori interamente volti al regno di Dio ascolteranno il Re del nuovo mondo e ubbidiranno ai suoi comandi. Geova Dio e Cristo Gesù sono i Direttori, le Guide e i Maestri. Essi soli quelli che formano le profezie. Nessun uomo o gruppo di uomini le fa. Pietro dice che “nessuna profezia della Scrittura sorge da alcun privato scioglimento”. La ragione è ovvia. “Poiché la profezia non fu in alcun tempo recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti da spirito santo”. — 2 Piet. 1:20, 21, NW.
27. Mostrate in breve come la trasfigurazione è vista in adempimento.
27 Nel grande adempimento noi ci rivolgiamo dunque al cielo dal quale l’unto Re di Dio governa, non ora da un alto monte terreno, ma noi ci siamo “avvicinati a un monte Sion e a una città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste, e a miriadi di angeli, in generale assemblea, e alla congregazione dei primogeniti che sono stati registrati nei cieli, e a Dio il Giudice di tutti, e alla vita spirituale dei giusti che sono stati resi perfetti, e a Gesù il mediatore di un nuovo patto, . . . Guardatevi dal non implorarlo per non parlare”. (Ebr. 12:22-25, NW) Ora per fede vediamo il gloriosissimo Re nella sua bellezza e gloria che risplende fino alle più lontane parti della terra, e persone di tutte le nazioni che vengono illuminate dalla sua gloria. Come responsabile dell’avvertimento che viene dato a tutte le nazioni per la prossima battaglia e il vicino giorno di vendetta, egli rivela l’adempimento di tutte le profezie scritte e causa la trasformazione di molte menti e molti cuori. E, inoltre, egli è il sostenitore ed esponente dei giusti principi di Geova, prefigurati dalla legge. Tutto questo e molto ancora sono combinati nell’identità del diletto Figlio e scelto Re del nuovo mondo di Geova.
28. In che modo la vista e l’intendimento d’essa dovrebbe influire su di noi?
28 Geova Dio e Cristo Gesù confermano la loro parola facendola cominciare ad adempiere. Benedetti sono i vostri occhi se vedono questi meravigliosi avvenimenti. Se voi li vedete, ringraziate con umiltà il grande Munifico per la sua immeritata benignità. Siate felici di essere sul Monte Sion e di vedere l’adempimento di questa fulgida, gloriosissima scena della trasfigurazione, e la gioia e il privilegio di vederla v’aiuti a purificarvi nel timore di Dio, per essere più sicuri nella nostra speranza del nuovo mondo. Quindi guardate con altruismo le molte migliaia di persone che si trovano nel mondo e dite ai mansueti che sono ancora prigionieri: “Uscite!” poiché l’esodo è già iniziato.