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Le assemblee europee “Pace in terra” edificano la fedeLa Torre di Guardia 1970 | 15 marzo
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e spagnoli si rallegrarono quando fu presentato loro il nuovo libro È la Bibbia realmente la Parola di Dio? nelle loro proprie lingue.
Così, con la conclusione delle assemblee di Norimberga e Roma, la fase europea delle assemblee internazionali “Pace in terra” giunse al termine. Finora, alle tredici città nordamericane ed europee erano stati presenti 840.572 persone, con 27.442 che si erano battezzati.
Dodici altre assemblee internazionali furono tenute in altre parti del mondo da ottobre a dicembre. Senza dubbio quelli che vi assisterono riscontrarono, come già quelli che vi avevano assistito in precedenza, che la loro fede in Dio e nelle sue meravigliose promesse ne fu edificata.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1970 | 15 marzo
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Domande dai lettori
● Poiché l’apostolo Paolo insegnò che i cristiani non sono sotto la legge mosaica, perché seguì nel tempio di Gerusalemme una cerimonia relativa a un voto fatto a Dio? — M. G., U.S.A.
È innegabile che l’apostolo Paolo riconobbe che i cristiani non sono legati alla legge mosaica. Sotto ispirazione scrisse: “Siamo stati esentati dalla Legge, perché siamo morti a ciò da cui eravamo detenuti”; “Non siete sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità”, e “Se siete condotti dallo spirito, non siete sotto la legge”. — Rom. 7:6; 6:14; Gal. 5:18.
Questo fatto però non significa che considerasse le esigenze della Legge come peccaminose. Egli scrisse: “Da parte sua, la legge è santa, e il comandamento è santo e giusto e buono”. (Rom. 7:12) Il punto è che non si richiede che i servitori di Dio osservino la Legge per piacere a Geova e ottenere la salvezza. Per esempio, non è un peccato essere circoncisi; non è un atto anticristiano. Ma sarebbe uno sbaglio credere che il cristiano debba essere circonciso per salvarsi. — Atti 15:1, 2, 5, 22-29; 16:3.
Non era insolito fra i Giudei che uno sfuggito a qualche pericolo o sfortuna facesse un voto a Geova, possibilmente votando di astenersi dalle bevande alcoliche per un periodo di tempo. Questo poteva essere simile a un voto di nazireato. (Num. 6:1-21) Quando il periodo stabilito era completato il Giudeo si tagliava i capelli e probabilmente rendeva sacrifici al tempio in Gerusalemme.
In Atti 18:18 leggiamo che Paolo “si fece tosare il capo in Cencrea [vicino a Corinto], poiché aveva un voto”. Se avesse fatto questo voto prima di divenire cristiano non è dichiarato, nemmeno sappiamo definitamente se questo fosse il principio o la fine del suo periodo di voto. Non possiamo eliminare la possibilità che ciò abbia relazione con quello che accadde in seguito a Gerusalemme.
Quando Paolo era a Gerusalemme dopo il suo terzo viaggio missionario i cristiani che formavano il corpo direttivo menzionarono che c’era grande risentimento fra i Giudei verso Paolo. Credendo alle dicerie, i Giudei pensavano che Paolo predicasse rabbiosamente contro la legge mosaica. In questo sbagliavano, come abbiamo visto. Per dimostrarlo dunque pubblicamente a tutti, Giacomo e gli uomini spiritualmente più anziani consigliarono a Paolo: “Abbiamo quattro uomini che hanno fatto un voto. Prendi questi uomini con te e purificati con loro in modo cerimoniale, e abbi cura delle loro spese, affinché si facciano radere la testa. E tutti sapranno quindi che non vi è nulla nelle voci che sono state loro riferite intorno a te, ma che cammini ordinatamente, osservando anche tu la Legge”. — Atti 21:23, 24.
Paolo e i quattro cristiani che avevano fatto un voto fecero questo. (Atti 21:26) La loro condotta non fu un’azione apostata o un compromesso del cristianesimo. Dimostrarono che le regole giudaiche riguardo ai voti non eran divenute malvage solo perché i cristiani non avevano bisogno di seguirle. Non era come se avessero offerto incenso a una deità pagana, cosa che era definitamente contraria alla vera adorazione cristiana. Ciò che fecero non era in se stesso scorretto, e sembrò che potesse controbilanciare i pregiudizi giudaici consentendo a molti altri di udire la buona notizia della salvezza che Paolo s’interessava profondamente di predicare.
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