Si può eliminare la delinquenza con le leggi?
Una lezione insegnata dalla legge mosaica
IL DIRITTO PENALE varia notevolmente da una parte all’altra del mondo. Tuttavia c’è una generale somiglianza nel suo contenuto per quanto riguarda ciò che si considera reato e la relativa gravità dei reati. Sebbene Dio desse la legge mosaica a Israele e non alle altre nazioni, molte leggi delle nazioni rispecchiano i principi della legge mosaica. La loro somiglianza è dovuta in parte al fatto che alcuni governi hanno effettivamente attinto alla legge mosaica.
Anche quegli ordinamenti giudiziari che non sono stati influenzati dalla legge data alla nazione d’Israele presentano delle somiglianze per il fatto che, come spiega l’apostolo Paolo, “tutte le volte che persone delle nazioni che non hanno legge fanno per natura le cose della legge, queste persone, benché non abbiano la legge, sono legge a se stesse. Esse sono le medesime che dimostrano come le cose della legge siano scritte nei loro cuori, mentre la loro coscienza rende testimonianza con loro e, nei loro propri pensieri, sono accusati o scusati”. — Rom. 2:14, 15.
Un esame delle pene stabilite dalle leggi dei governi per specifici reati in un’estesa parte della terra rivela che l’omicidio è considerato quasi sempre un reato gravissimo, che comporta le pene più pesanti. La relativa gravità degli altri reati è calcolata per lo più in modo molto simile a come faceva la legge mosaica. Nei 19 paesi in cui è stato condotto il sondaggio le pene stabilite per alcuni dei reati più gravi sono indicate nel prospetto qui sopra.
In alcuni dei paesi esaminati è previsto il risarcimento alla vittima. I beni rubati, se la polizia li trova, vengono restituiti. In alcuni paesi il rapinatore o ladro deve dare un risarcimento; in altri, le vittime possono chiedere il risarcimento, con buone prospettive di ottenere dalla corte un giudizio favorevole. La severità delle pene varia in base alle circostanze in cui è stato commesso il reato, tra cui età dei trasgressori, situazione economica, usanze, ecc. Nei paesi esaminati in cui è in vigore la pena di morte, essa è eseguita mediante impiccagione, garrotta o fucilazione.
Alcuni particolari della legge mosaica
Sebbene oggi nessuna nazione sia sotto la legge mosaica, come lo era la nazione d’Israele, esaminando le pene previste da quella legge possiamo nondimeno farci una buona idea di come Dio considera il crimine. Notiamo che i vari regolamenti erano molto chiari e precisi. Tuttavia i giudici avevano una certa libertà nell’infliggere la pena tenendo conto delle circostanze. Potevano infliggere una condanna pesante o mite, mostrando misericordia quando lo ritenevano opportuno. (Confronta Esodo 21:28-32). Le prove dovevano essere decisive. Specie nei casi in cui poteva essere inflitta la pena capitale, era indispensabile la deposizione di due o più testimoni per giungere a una decisione. — Deut. 17:6.
L’omicida intenzionale o volontario doveva essere messo a morte immancabilmente. (Num. 35:16-18, 20, 21, 30, 31) L’esecuzione veniva effettuata mediante lapidazione; nei casi particolarmente atroci il criminale veniva prima lapidato, quindi il corpo veniva bruciato, o, dopo la morte per lapidazione, era appeso a un albero durante le ore diurne di quel giorno affinché fosse di esempio per tutto il popolo. (Lev. 20:14; 21:9; Deut. 21:22, 23) Gli omicidi involontari o accidentali potevano fuggire nelle città di rifugio e rimanervi al sicuro dalla vendetta che altrimenti sarebbe stata fatta da un parente prossimo della vittima. (Num. 35:22-25) In quelle città lavoravano per provvedere al proprio mantenimento.
L’adultero e l’adultera erano puniti con la morte. (Lev. 20:10) L’incesto entro certi gradi di parentela, la bestialità e l’omosessualità comportavano la pena di morte. (Lev. 20:11-13, 16) La fornicazione con una ragazza fidanzata era un delitto capitale per entrambe le parti, a meno che la ragazza non avesse fatto resistenza e non avesse gridato aiuto. (Deut. 22:23-27) Se un uomo e una ragazza non fidanzata commettevano fornicazione, l’uomo doveva sposare la ragazza (a meno che il padre della ragazza non rifiutasse di darla in matrimonio), e l’uomo non poteva mai divorziare da lei. (Eso. 22:16, 17; Deut. 22:28, 29) Quest’ultima legge impediva alle ragazze d’Israele di diventare meretrici o prostitute. Inoltre, le leggi contro adulterio, incesto e fornicazione servivano a prevenire la nascita di figli illegittimi.
Il ladro doveva pagare alla vittima un compenso doppio (in certi casi di più) per le cose che aveva rubate. Se non poteva pagare, doveva essere venduto schiavo a qualcuno residente nel paese (preferibilmente la vittima) finché non avesse scontato la pena col lavoro. (Eso. 22:3b, 4, 7) In questo modo la vittima era compensata ricevendo non solo il valore dei beni rubati, ma anche un compenso per la perdita di tempo, la perdita dell’uso dei suoi beni e l’angoscia e altri disagi causati dal furto.
Il carcere non era previsto. Perciò il condannato non era a carico dei cittadini. Non era costretto a stare insieme ad altri criminali dove, frustrato per la perdita della libertà e della dignità umana, poteva essere facile preda dei suggerimenti di altri detenuti. Non esistevano sudicie prigioni con la loro atmosfera avvilente e corruttrice né guardie brutali che infliggessero punizioni crudeli e insolite. Di conseguenza, l’uomo che aveva commesso un reato aveva un’opportunità di gran lunga maggiore di riabilitarsi.
Perché nessun codice di leggi può rendere giusti
Sebbene la legge che Dio diede a Israele fosse buona, sana, giusta e superiore alle leggi delle nazioni d’oggi, e sebbene in una certa misura scoraggiasse il crimine, eliminò effettivamente la delinquenza da Israele? No. Significa questo che nessun codice di leggi può eliminare la delinquenza, che l’ubbidienza o la giustizia non si possono inculcare mediante la legge? O che né l’indulgente né la severa applicazione della legge porterà mai un mondo in cui non esisterà la delinquenza? Sì, proprio così. Certo se una legge data da Dio (che scrisse i basilari Dieci Comandamenti con il proprio “dito”) non può rendere giusti, nessuna legge umana potrebbe riuscirci. (Eso. 31:18) C’è dunque alcuna speranza di vedere un mondo senza delinquenza?
Per rispondere a questa domanda esaminiamo prima lo scopo della legge mosaica. L’apostolo Paolo, prima di diventare cristiano, aveva studiato sotto uno dei migliori insegnanti di legge d’Israele e si dava molto da fare per la rigida applicazione della legge. Ai cristiani scrisse: “Perché, dunque, la Legge? Essa fu aggiunta per rendere manifeste le trasgressioni, finché arrivasse il seme al quale era stata fatta la promessa”. (Gal. 3:19) La legge, indicando i vari errori che tutti gli uomini commettono, rendeva manifesto che siamo tutti peccatori e non possiamo osservare una legge perfetta. Paolo disse inoltre: “Realmente io non avrei conosciuto il peccato se non fosse stato per la Legge; e, per esempio, non avrei conosciuto la concupiscenza se la Legge non avesse detto: ‘Non devi concupire’”. — Rom. 7:7; Eso. 20:17.
Indipendentemente dal modo in cui viveva — non rubando, non commettendo adulterio od omicidio né alcuna delle trasgressioni menzionate in modo particolare — l’individuo non poteva dire di non aver mai concupito o desiderato qualcosa di errato. Perciò sapeva d’essere un peccatore. Ma la Legge gli era utile, perché gli faceva capire che né lui né alcun altro poteva osservare alcun codice di leggi. — Rom. 3:10-20.
Pertanto il fatto che tutta l’umanità è nel peccato rende tutti gli uomini imperfetti, tutti disubbidienti per natura. Comunque qualcuno dirà: ‘Sebbene tutti siano peccatori, alcuni sono ossequenti alle leggi, quindi in che senso questo significa che non si può abolire l’illegalità?’ La peccaminosità che è in noi, e che tramandiamo ai nostri figli, è molto peggiore di quanto immaginiamo. Ce lo dice la Bibbia, fornendocene una prova concreta, una nazione che fu sotto la legge mosaica per una quindicina di secoli. L’apostolo, parlando ai suoi conservi cristiani, dice: “Quando eravamo in armonia con la carne, le peccaminose passioni eccitate dalla Legge erano all’opera nelle nostre membra affinché portassimo frutto a morte”. (Rom. 7:5; 1 Cor. 15:56) Secondo questa dichiarazione i vari comandamenti della Legge, proibendo certi atti sbagliati, incitavano a fare proprio queste cose.
La Legge era dunque un male, o è un male oggi avere delle leggi? Niente affatto! L’apostolo spiega: “Ciò che è buono mi è dunque divenuto morte? Non sia mai! Ma il peccato sì, affinché fosse mostrato come peccato, operante in me la morte per mezzo di ciò che è buono; affinché il peccato divenisse assai più peccaminoso per mezzo del comandamento. Poiché sappiamo che la Legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto sotto il peccato”. (Rom. 7:13, 14) Non indica questo quanto il peccato è profondamente radicato in noi? Il fatto che siamo così ostinati e così inclini a disubbidire, sì, a ribellarci, il fatto che quando l’autorità ci dice di non fare ciò che ci danneggerebbe, questo è proprio ciò che vogliamo fare, non è una prova della nostra peccaminosità, anche se prima forse non ci avevamo pensato?
Il criminologo Jerome H. Skolnick dell’Università californiana di Berkeley ha messo in rilievo questa tendenza dell’umanità dicendo: “Non tutti rispettano la legge penale, o non nello stesso modo. Approvando una legge possiamo addirittura rendere più popolare la condotta proibita”.
Ciò indica perché i governi del mondo non possono eliminare i delitti mediante le leggi. In che cosa si può dunque sperare?
[Prospetto a pagina 9]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
PENE STABILITE DALLA LEGGE PER CERTI REATIa
Morte Ergastolo Da 5 anni di
carcere all’erg.
Omicidio (volontario, 13 1 5
premeditato)
Omicidio (involontario, 3 16
colposo, ecc.)
Carcere Da 2 anni di
carcere all’erg.
Stupro 3 16
Carcere Fino Da 4 a 10 Dalla multa Colpi
Morte o morte all’erg. anni di a 10 anni (Fustigazione)
carcere
Rapinab 1 2 5 11
Furto 1 1 16 1
[Note in calce]
a Sondaggio effettuato in 19 paesi.
b Mentre “furto” è un termine più ampio, con “rapina” si intende l’impossessarsi mediante violenza o minaccia della cosa mobile altrui.
[Immagine a pagina 11]
La legge mosaica dimostrò che nessuna creatura umana imperfetta può osservare alla perfezione un codice di leggi