Geova Dio, il Grande Vasaio
“Che cosa? Non ha il vasaio autorità sull’argilla da fare dalla stessa massa un vaso per uso onorevole e un altro per uso disonorevole?” — Rom. 9:21.
1, 2. Quali sono alcuni titoli che le Scritture danno a Geova, e qual è un modo in cui egli mostra d’essere tutto ciò?
GEOVA Dio è l’Onnipotente. Egli è l’Altissimo su tutta la terra. Ed è anche il Sovrano Signore Universale. — Eso. 6:3; Sal. 83:18; Ger. 50:25.
2 Fra i molti modi in cui Geova Dio mostra d’essere tutto ciò vi è quello di modellare le sue creature come il vasaio modella l’argilla nelle sue mani. Il suo compito di Grande Vasaio magnifica la sua onnipotenza, onniscienza e sovranità. Nessuna delle sue creature può resistere con successo alla sua volontà. Qualunque cosa Geova si proponga la compie: “Così sarà della mia parola che esce dalla mia bocca: essa non tornerà a me senza frutto, senza aver fatto ciò che Io desidero e riuscirà nella missione per la quale Io l’ho inviata”. — Isa. 55:11, Na.
3, 4. (a) Perché è importante che riconosciamo il compito di Geova quale Grande Vasaio? (b) Quale testimonianza dà a questo riguardo l’apostolo Paolo?
3 È della massima importanza che ciascuna creatura di Dio riconosca la Sua sovranità universale e si comporti conformemente. Quelli che agiscono così sono benedetti. Questo compito di Geova quale Grande Vasaio è notato dall’apostolo Paolo in Romani, capitolo nono, dove dice, fra l’altro, quanto segue:
4 “Non dipende da chi desidera né da chi corre, ma da Dio, che ha misericordia. Poiché la Scrittura dice a Faraone: ‘Proprio per questa causa ti ho fatto rimanere, affinché riguardo a te io mostri la mia potenza e affinché il mio nome sia dichiarato in tutta la terra’. Così, dunque, egli mostra misericordia a chi desidera, ma lascia divenire ostinato chi desidera. Perciò mi direte: ‘Perché trova egli ancora da ridire? Poiché chi ha resistito alla sua espressa volontà?’ O uomo, chi, dunque, veramente sei tu da replicare a Dio? Dirà la cosa modellata a colui che l’ha modellata: ‘Perché mi hai fatta in questo modo?’ Che cosa? Non ha il vasaio autorità sull’argilla da fare dalla stessa massa un vaso per uso onorevole e un altro per uso disonorevole?” — Rom. 9:16-21.
5, 6. (a) Che cosa determina la disposizione che il Grande Vasaio fa di un vaso? (b) Com’è questo indicato dalle parole del profeta Geremia?
5 Non che il Grande Vasaio determini arbitrariamente l’eterno destino delle sue creature molto tempo prima che nascano, come vorrebbe sostenere l’insegnamento calvinista della predestinazione. Niente affatto! Le sue creature determinano il loro proprio destino mediante la condotta che seguono. Ma il Grande Vasaio può scegliere e infatti sceglie, per le sue proprie sagge, giuste e amorevoli ragioni, il tempo, la maniera e le circostanze per ricompensare i giusti e punire i malvagi.
6 Si noti com’è reso chiaro questo punto in Geremia 18:6-8 (VR): “Ecco, quel che l’argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia, o casa d’Israele! A un dato momento io parlo riguardo a una nazione, riguardo a un regno, di svellere, d’abbattere, di distruggere; ma, se quella nazione contro la quale ho parlato, si converte dalla sua malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di farle”.
7. Come si può illustrare il compito di Geova quale Grande Vasaio?
7 Facciamo un’illustrazione: Tutte le creature di Geova si potrebbero paragonare a vasi d’argilla nel laboratorio di un vasaio che Geova Dio, quale Vasaio, può modellare e infatti modella come vuole. Ma spetta al singolo pezzo d’argilla come creatura dotata di libero arbitrio e intelligente scegliere come vuole reagire ai modelli e alle pressioni di Geova, sottomettendosi a Geova e alla sua giustizia, o resistendo a Geova e indurendosi nella malvagità. Ma una volta che la creatura ha manifestato il suo atteggiamento, Geova può ed è in grado di modellarla e talvolta infatti la modella sempre più, verso un servizio onorevole o verso un servizio disonorevole, come si conviene alla sovrana volontà e ai propositi di Geova.
8, 9. Quali esempi scritturali mostrano il modo in cui il Grande Vasaio tratta coi vasi resi adatti alla distruzione?
8 Pertanto leggiamo che un “cattivo spirito” da Geova venne sul re Saul, ma questo ebbe luogo solo dopo che il cuore di Saul era divenuto cattivo, fino al punto che non v’era rimedio, e dopo che Geova ebbe finalmente rigettato Saul. (1 Sam. 18:10) Similmente leggiamo di uno “spirito ingannevole” mandato da Geova sui quattrocento profeti d’Israele che erano falsi sin dal principio, così che il loro ingannevole profetizzare persuadesse il re Acab ed egli andasse alla morte. (2 Cron. 18:5-27) Similmente Gesù disse a Giuda: “Quello che fai, fallo più presto”. (Giov. 13:27) Gesù non metteva nella mente di Giuda l’idea di tradirlo, ma Giuda era giunto a un punto dove non c’era rimedio. Non aveva Gesù smascherato Giuda come colui che avrebbe tradito il suo Maestro, senza che Giuda lo negasse o protestasse la sua innocenza? Giuda non si pentì e non cambiò la sua condotta, e leggiamo dunque che allora Satana il Diavolo entrò in lui, e solo dopo ciò Gesù gli disse: “Quello che fai, fallo più presto”. La stessa cosa avvenne dunque anche all’antico Faraone d’Egitto ai giorni di Mosè. Geova Dio non lo costrinse o non indurì arbitrariamente il cuore di Faraone né lo fece agire contro il suo migliore giudizio, ma scelse semplicemente un metodo per trattare con Faraone che gli permise di cercare il suo proprio ulteriore vantaggio e indurire così il suo cuore sempre più.
9 Giustamente l’apostolo Paolo menzionò il fatto che Geova aveva modellato il malvagio e superbo Faraone dell’antichità, poiché senza dubbio questo è il più rimarchevole esempio riportato nelle Scritture in cui Geova Dio rivendicò la sua autorità e il suo potere nel trattare con le sue creature terrestri come il vasaio maneggia l’argilla. Il Grande Vasaio aveva comandato al suo popolo, gli Israeliti, di andare nel deserto per tre giorni con tutti i loro piccoli e le loro greggi ad adorarlo, e Faraone aveva rifiutato di lasciare andare il popolo di Dio. Il superbo Faraone schernì e derise: “Chi è Jahve, alla cui voce io dovrei obbedire lasciando andare Israele? Non conosco Jahve né permetterò che Israele se ne vada”. Il modo che Geova Dio impiegò per far sapere a Faraone chi è realmente Geova e per indurlo a lasciar andare il popolo di Dio furono dieci piaghe, le quali piaghe sono piene di significato profetico per il nostro tempo. — Eso. 5:2, Ga.
AUTENTICITÀ
10, 11. (a) Come considerano alcuni i racconti delle dieci piaghe? (b) Quale appropriata risposta dà loro un professore d’università?
10 L’autenticità del racconto ispirato di queste dieci piaghe è messa in dubbio dai critici che non credono che Geova Dio è il Grande Vasaio, capace e desideroso di far svolgere le attività degli uomini secondo la Sua propria sovrana volontà, e che non comprendono la controversia della sovranità universale coinvolta in queste piaghe. Vorrebbero farci credere che tutti i racconti di queste piaghe siano basati su miti, come asseriscono pure che i racconti della Creazione e del Diluvio siano basati su miti. “Sono stati fatti molti sforzi per dare una spiegazione razionale a queste fantastiche storie”, è l’espressione di un’autorità modernista. — The Interpreter’s Bible, Vol. 2, pag. 839.
11 Ma i teologi che trovano da ridire sul racconto dei miracoli della Bibbia rivelano così semplicemente i loro pregiudizi e la loro ignoranza. La scienza non può più fare obiezione ai miracoli. Infatti un professore d’università disse: “Uno scienziato non è più in grado di dire onestamente che qualche cosa è impossibile. Può dire solo che è improbabile. Ma può essere in grado di dire che qualche cosa non si può spiegare nei termini della nostra presente conoscenza. La scienza non può dire che tutte le proprietà della materia e tutte le forme di energia siano note. Che cosa dobbiamo aggiungere ai miracoli per tradurli in qualche cosa che sia possibile spiegare? Nulla che possiamo fare può rendere un miracolo un avvenimento probabile, ma forse si può aggiungere qualche informazione per renderlo possibile. Una cosa che bisogna aggiungere è una fonte di energia che ci è sconosciuta nelle scienze biologiche e fisiche. Nelle nostre Scritture questa fonte di energia è identificata quale potere di Dio”.a
12, 13. Quale altra testimonianza scritturale corrobora il racconto delle dieci piaghe?
12 Per di più, non possiamo screditare questa parte della Parola di Dio nel libro di Esodo senza screditare i molti altri riferimenti ad essa nel resto delle Scritture. Se questi miracoli delle dieci piaghe non sono altro che storie fantastiche, perché Giosuè, Samuele, due salmisti, Geremia, Stefano e l’apostolo Paolo si riferiscono ad essi come avvenimenti storici? Così 1 Samuele 6:6 (Na) dichiara riguardo ai sacerdoti filistei e agli indovini che avvertirono il loro popolo, dicendo, circa quattrocento anni dopo che Israele era partito dall’Egitto: “Perché vorreste indurire il vostro cuore, come fecero gli Egiziani e Faraone?” — Vedere anche 1 Samuele 4:8.
13 Il racconto delle dieci piaghe è pure narrato nei particolari nei Salmi 78 e 105. E Geremia, circa novecento anni dopo che si erano verificate le piaghe, le considera, non come storie fantastiche, ma come fatti: “Tu hai fatto nel paese d’Egitto . . . miracoli e prodigi, e ti sei acquistato un nome qual è oggi”. Stefano si riferì a Mosè dicendo che aveva “fatto portenti e segni in Egitto”. E com’è già stato notato, l’apostolo Paolo si riferì alle piaghe come avvenimenti storici. — Ger. 32:20, VR; Atti 7:36.
14-16. Come si possono confutare quelli che attribuiscono alle dieci piaghe cause “naturali”?
14 Altri nella cristianità ammettono che le piaghe ebbero effettivamente luogo, ma cercano di attribuirle a cause naturali. In questo modo privano il Grande Vasaio del suo diritto di intervenire direttamente nelle attività degli uomini. È vero che a volte il Nilo sembra rosso; ma il racconto ci dice che l’acqua del Nilo non era semplicemente di color rosso sangue, come quando è infestata da certi minuscoli organismi, o a causa del colore del fango, ma che l’acqua del Nilo divenne effettivamente sangue, così che i pesci e altre creature viventi nel Nilo morirono e la gente non poté berne l’acqua. — Eso. 7:19-21.
15 Altrettanto si può dire delle altre piaghe. Non si avrà nessun vantaggio cercando di spiegare la loro natura miracolosa semplicemente perché vi si potrebbero trovare controparti nella storia d’Egitto. Perché queste piaghe vennero proprio quando Mosè disse che sarebbero venute e cessarono solo quando Mosè comandò loro di cessare? E perché, dopo la terza piaga, gli Israeliti che erano nel paese di Goscen non ne sentirono più gli effetti? — Eso. 8:22, 23.
16 La decima piaga in particolare non si può spiegare in modo naturale. Quale piaga ucciderebbe solo i primogeniti dell’uomo e della bestia? Quale piaga oltrepasserebbe le case sui cui stipiti e sui cui architravi fosse stato spruzzato sangue? Queste cose non si possono spiegare né attribuire a cause naturali. Cercando di spiegarle in questo modo si creano più problemi di quanti non se ne risolva; si rivela mancanza di fede, riluttanza a sottomettersi alla volontà del Grande Vasaio e il desiderio di piacere a uomini senza fede.
17. Perché fu necessario che queste piaghe fossero inequivocabilmente miracolose?
17 Ma se comprendiamo perché Geova mandò queste piaghe, cioè per far conoscere al Faraone e agli Egiziani il grande nome e il grande potere di Geova e per far dichiarare in tutta la terra il nome di Geova, per indurire alcuni e intenerire altri, vediamo molte ragioni per cui Geova ricorse a mezzi soprannaturali al fine di mandare sull’Egitto queste piaghe. Infatti, fu assolutamente necessario che queste piaghe fossero inequivocabilmente miracolose, soprannaturali, perché avessero l’effetto desiderato da Dio. Altrimenti, non vi sarebbe stata nessuna chiara contesa e le piaghe non avrebbero servito per magnificare il nome di Geova, specialmente per quanto riguarda le ultime otto piaghe. (Eso. 8:16-19) Per avere un esempio di questo principio vedere 1 Samuele 6:7-12.
IL VASO MOSÈ
18, 19. (a) Quale vaso umano formò e modellò Geova per questa occasione, e con quali avvenimenti? (b) Come Mosè manifestò lealtà al suo popolo e a Dio?
18 Il rimarchevole vaso umano che il Grande Vasaio Geova Dio formò per questa occasione e che scelse anche per modellarlo secondo il suo proposito fu l’uomo di Dio, Mosè. Egli nacque dopo che il Faraone di quel tempo aveva emanato il suo decreto genocida secondo cui ogni maschio appena nato doveva essere gettato nel fiume Nilo. (Eso. 1:22) Geova fece in modo che Mosè venisse risparmiato quale bambino, che fosse trovato dalla figlia di Faraone e fosse quindi allevato dai suoi propri genitori “nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”. I suoi genitori ebbero fede in Geova, come ci assicura anche lo scrittore del libro di Ebrei: “Per fede Mosè, dopo la sua nascita, fu nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il fanciullino era bello e non temettero l’ordine del re”. — Efes. 6:4; Ebr. 11:23.
19 I genitori di Mosè assolsero così fedelmente i loro doveri verso di lui che, sebbene in seguito egli fosse ammaestrato in tutta la sapienza e la cultura degli Egiziani, rimase leale a Geova, al suo popolo e ai giusti princìpi di Geova. Ne diede prova quando uccise il sovrintendente egiziano che aveva oppresso uno dei suoi fratelli. Comunque, il popolo di Mosè non apprezzò i suoi sforzi a loro favore, e così Mosè ritenne opportuno fuggire nel paese di Madian. — Eso. 2:11-15; Atti 7:23-29.
20. Perché gli sforzi di Mosè a favore del suo popolo non ebbero successo?
20 Mosè si era unito alla giusta causa, la causa di Geova: “Per fede Mosè, quando fu cresciuto, rifiutò d’esser chiamato figlio della figlia di Faraone, scegliendo d’essere maltrattato col popolo di Dio piuttosto che avere il temporaneo godimento del peccato, perché stimò il biasimo” d’essere l’unto servitore di Dio “come ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto”. Ma questo non era il tempo appropriato né ovviamente il modo appropriato in cui il Grande Vasaio avrebbe liberato il suo popolo. E si noti che questo premuroso, leale, ansioso, impulsivo autocostituitosi liberatore del suo popolo non era pronto per tale incarico. Geova continuò dunque a modellare il vaso Mosè per il suo compito di liberatore facendogli trascorrere i successivi quarant’anni come pacifico pastore nel paese di Madian. Quante volte i pensieri di Mosè, durante quei lunghi anni, devono essere andati ai suoi fratelli schiavi in Egitto! — Ebr. 11:24-27.
21. Quale effetto ebbe su Mosè il suo soggiorno di quarant’anni nel deserto come pastore?
21 Alla fine di quei quarant’anni Mosè era stato modellato come un vaso maturo, di temperamento mite, paziente e longanime, pienamente qualificato per essere sorvegliante di milioni di pecore di Dio, “un uomo molto mansueto, più d’ogni altro uomo sulla faccia della terra”. (Num. 12:3, VR) Infatti, divenne così mansueto che espresse la massima diffidenza e riluttanza ad accettare da Geova l’incarico di liberare il suo popolo, qualche cosa che egli stesso aveva tentato di fare quarant’anni prima. Anche dopo che Geova ebbe assicurato a Mosè che Egli sarebbe stato con lui e avrebbe dato a Mosè il potere di compiere tre miracoli per provare la natura divina del suo incarico, Mosè esitò ancora. Sebbene ciò facesse adirare Geova con Mosè e lo inducesse a dargli un aspro rimprovero, ciò nonostante, nella sua compassione, egli provvide Aaronne a Mosè perché gli facesse da portavoce. — Eso. 3:11 fino a 4:31.
L’EGITTO E FARAONE AI GIORNI DI MOSÈ
22. Quali rimarchevoli contrasti fornirono a quel tempo l’Egitto e Israele?
22 Sarebbe difficile concepire un maggiore contrasto di quello esistente fra Mosè, l’uomo più mansueto della terra, e il Faraone d’Egitto, uno dei più superbi governanti di tutti i tempi. Né un maggiore contrasto nella religione di quello esistente fra l’adorazione di Geova Dio com’era praticata dai fedeli Israeliti e la religione degli Egiziani. Pertanto ci è detto che “l’adorazione degli Egiziani era in completo contrasto con l’adorazione degli Ebrei in particolare . . . Il culto dei grandi dèi [d’Egitto] seguiva un modello generale, essendo il dio trattato proprio come un re terreno. Ogni mattina egli era destato dal sonno con un inno, lavato e vestito (cioè la sua immagine), e riceveva la colazione. . . . Non vi poteva essere un contrasto maggiore che fra il sempre vigilante, autosufficiente Dio d’Israele . . . e quelle terrestri divinità egiziane della natura”.b
23. Quali divinità e quale insegnamento caratterizzarono la religione d’Egitto?
23 In questo tempo non solo l’Egitto era la potenza mondiale dominante, specialmente forte da un punto di vista economico, ma, più di tutte le altre nazioni, era dedito alla religione del Diavolo. Adorava le potenze della creazione visibile, in particolare il sole, il calore, la luce e gli animali inferiori. L’Egitto aveva decine di divinità, e nessun’altra antica nazione fu più devota e costante nel servizio dei suoi dèi degli estremamente superstiziosi Egiziani sotto il governo autocratico dei loro sacerdoti. Il loro principale insegnamento era la reincarnazione o trasmigrazione delle anime, che prometteva ricompense nella vita futura a seconda della loro condotta nella vita presente, il quale insegnamento dava ai sacerdoti potente influenza sulla gente.
24. Quale funzione svolgevano i sacerdoti d’Egitto?
24 I sacerdoti erano molto numerosi, erano esenti da tasse ed erano tenuti nella più alta stima fra la popolazione. Si vestivano di lino bianco e facevano il bagno due volte al giorno. Persino i lavori più comuni non potevano essere svolti senza qualche riferimento a certi regolamenti sacerdotali. Gli Egiziani ebbero più feste religiose di qualsiasi altro popolo, essendo il loro paese pieno di templi; e ciascuna città aveva il proprio dio custode e il tempio, al quale era sacro qualche animale, e il quale tempio sosteneva un grande corpo di sacerdoti. Secondo lo storico John Lord, l’influenza che i sacerdoti avevano sul popolo era simile a quella dei sacerdoti della cristianità durante il medioevo.c
25. Quale si potrebbe dire giustamente che era l’aspetto più ripugnante e degradante della religione d’Egitto?
25 La cosa più ripugnante e degradante nella religione di questi Egiziani era l’adorazione degli animali. Un gatto, qualsiasi gatto randagio, era considerato più prezioso di una creatura umana. Lo straniero che avesse ucciso un gatto per disgrazia veniva fatto letteralmente a pezzi da una turba infuriata. I tori Apis erano adorati come veri e propri dèi, perché si credeva che gli dèi dimorassero effettivamente in essi. Questi tori erano tenuti in templi lussuosi e alla morte venivano sepolti in gigantesche e costose casse da morto mentre tutto l’Egitto faceva cordoglio. Fra altri animali considerati sacri v’erano il coccodrillo, il pesce oxyrhyncus e l’icneumone. Di alcuni animali, come i gatti, erano considerati sacri tutti; di altri, solo certuni, come i tori aventi certi segni.
26. Come era considerato il Faraone d’Egitto?
26 Nella religione d’Egitto aveva una posizione preminente anche il suo governante, Faraone. Ci è detto riguardo a lui:d “Il Faraone stesso era uno degli dèi, e una figura centrale nella vita dei suoi sudditi. Ciascun re regnante era immediatamente Oro incarnato, il falco dio del cielo, e Oro . . . il legittimo erede sul trono di suo padre Osiride. Il benessere dell’Egitto era direttamente associato a quello del re. . . . Ciascun re era il successore di tutta la linea di antenati reali, che si estendeva oltre le umane dinastie storiche . . . fino alle dinastie degli dèi stessi sulla terra, e alla morte ciascun re si univa a quell’augusta compagnia”, nella mente degli Egiziani!
27. Perché Geova tollerò così a lungo la falsa adorazione e l’oppressione dell’Egitto?
27 Questo, dunque, era l’Egitto che teneva schiavo Israele e a cui fu mandato Mosè. Consisteva veramente di “vasi d’ira resi adatti alla distruzione”. (Rom. 9:17-22) Eppure il Grande Vasaio permise che continuasse a esistere come grande potenza mondiale. Perché? Per amore del suo grande nome. Inoltre, non aveva egli predetto che il seme di Abraamo sarebbe stato afflitto per quattrocent’anni? Finché dunque non fu scaduto quel tempo, all’Egitto fu permesso di opprimere l’eletto popolo di Dio. — Gen. 15:13.
28, 29. Perché fu permesso che tutto l’Egitto soffrisse per l’ostinatezza di Faraone?
28 Mentre esaminiamo il racconto, notiamo che esso mette in risalto i rapporti del Grande Vasaio con un uomo, Faraone. A motivo di ciò, si potrebbe ben chiedere: Perché un’intera nazione dovette soffrire per colpa di un uomo solo? Perché? Per più di una buona ragione. Anzitutto, Faraone non avrebbe potuto opprimere da solo la nazione d’Israele né sfidare Geova. Ciò richiedeva una potente organizzazione; e così tutti quelli che sostennero Faraone nella sfida a Dio e nelle sue misure oppressive divennero complici dei suoi delitti. Oltre a ciò, non fu forse “una folla di gente d’ogni specie” di non Israeliti a partire dall’Egitto e a marciare verso la libertà con gli Israeliti? (Eso. 12:38, VR) Certo. Nessuno può dunque attribuire ingiustizia al Grande Vasaio, Geova Dio.
29 Per di più, le Scritture mostrano che esiste ciò che si chiama responsabilità di comunità. Infatti, nell’antico Israele gli anziani di una città dovevano prendere certe misure per assolvere la loro città dalla colpevolezza dello spargimento di sangue nel caso di un omicidio di cui si ignorasse l’autore, perché l’intera città era ritenuta responsabile. (Deut. 21:1-9) Per la stessa ragione l’intera tribù di Beniamino fu ritenuta colpevole per aver rifiutato di consegnare gli uomini buoni a nulla di Ghibea che avevano abusato della concubina di un certo Levita fino a farla morire. (Giud. 20:8-48) Infatti, tale responsabilità è riconosciuta anche in tempi moderni; un esempio di ciò è il modo in cui la Germania Occidentale, benché sia ora democratica, ha volontariamente scelto di indennizzare i Giudei e altre vittime della persecuzione nazista.
30, 31. Che interesse e che importanza hanno per noi oggi gli avvenimenti relativi alle dieci piaghe?
30 Il racconto scritturale del modo in cui il Grande Vasaio trattò coi suoi vasi ai giorni di Mosè è del massimo interesse e della massima importanza per noi oggi. La considerazione di ciò accrescerà il nostro apprezzamento per la sapienza, la giustizia, la potenza e l’amore del Grande Vasaio, Geova Dio. Ci farà anche capire l’importanza di essergli sottomessi, di farci guidare dalla sua Parola, dal suo spirito santo e dal suo visibile strumento, il suo canale di comunicazione terrestre, poiché, chi può resistere alla sua espressa volontà?
31 E inoltre, questo ci aiuterà a rafforzare grandemente la nostra fede, poiché troveremo che questi avvenimenti hanno un parallelo nei nostri giorni. Infine, aiuterà tutti i ministri cristiani ad avere maggior apprezzamento per il loro proprio incarico di predicazione, poiché hanno il privilegio di partecipare a versare le moderne piaghe sul moderno Egitto, compresa Babilonia la Grande. Per certo, queste ragioni dovrebbero farci desiderare di conoscere a fondo questo soggetto col più vivo interesse!
[Note in calce]
a Time del 4 luglio 1955.
b Vedere The New Bible Dictionary di J. D. Douglas, pagina 351.
c Beacon Lights of History, Vol. 1, pagg. 31-42, Ediz. del 1912.
d Beacon Lights of History, Vol. 1, pagg. 31-42, Ediz. del 1912.