In quali modi possiamo divenire “imitatori di Dio”?
“Dovete dunque esser perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”. — Matt. 5:48.
1. Quale sentimento dovremmo provare verso il nostro Padre celeste, e perché?
QUANDO ammirate veramente qualcuno, non volete essere come lui? Forse farete anche un deliberato sforzo per imitarlo. I bambini sono così. Si sentono molti ragazzi dire: “Da grande sarò proprio come papà”. Non dovremmo provare lo stesso sentimento verso il nostro Padre celeste, Geova Dio? Com’è veramente desiderabile in ogni modo! Come provvede abbondantemente per noi, fino al punto di disporre che siamo riscattati dal peccato e dalla morte per godere la vita eterna! (Giov. 3:16; Sal. 145:16) Non dovremmo essere spinti a voler somigliare a Dio? Ma in quali modi possiamo imitarlo? Fino a che punto possiamo essere come Dio?
2. (a) Perché possiamo essere perfetti come è perfetto Dio? (b) In che senso la parola italiana “perfetto” è usata di frequente, e come si può questo paragonare con il significato delle parole ebraica e greca tradotte “perfetto”?
2 Vi sorprenderete notando fino a che punto Gesù Cristo mise in risalto che dobbiamo essere come Dio. Nel suo Sermone del Monte disse: “Dovete dunque esser perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”. (Matt. 5:48) Ma possiamo noi creature imperfette essere perfette? Sì, perché nelle Scritture, e nella nostra conversazione di ogni giorno, la parola “perfetto” si usa in senso relativo. Pertanto si potrebbe dire che una cosa è perfetta se serve completamente o pienamente allo scopo per cui è fatta. A motivo di ciò, troviamo che servitori di Dio come Noè e Giobbe son detti “perfetti”. (Gen. 6:9; Giob. 2:3, La Sacra Bibbia, tradotta sotto la direzione di B. Mariani) Le parole ebraica e greca lì tradotte “perfetto” hanno il senso di ‘completo, pienamente sviluppato, intatto’, come anche la parola italiana “perfetto”, che è definita “completo, intero, senza difetto”.
3, 4. (a) In che senso Noè e Giobbe furono perfetti? (b) In che senso possiamo essere perfetti come è perfetto il nostro Padre celeste?
3 È vero che uomini come Noè e Giobbe non furono “perfetti” nel senso d’essere senza peccato, ma la somma totale di ciò che fecero fu ciò che Dio richiedeva da loro, considerando il tempo in cui vissero e le loro circostanze. Furono accetti a Dio; fecero quello che egli si attendeva giustamente da loro. Pertanto furono senza colpa, irreprensibili, perfetti in quel senso.
4 Tenendo presenti questi pensieri possiamo capire le parole di Gesù. Quando disse: “[Siate] perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”, non intese dire che si attendeva che fossimo senza peccato, ma, piuttosto, che fossimo perfetti in certi altri modi o sotto certi aspetti. Lo si può capire dal contesto delle parole di Gesù. Aveva dichiarato che Dio fa splendere il sole e fa piovere non solo sui buoni e sui giusti, ma anche sugli ingiusti e sui malvagi. Se dunque vogliamo essere imitatori di Dio, perfetti come egli è perfetto, dobbiamo non solo mostrare benignità, misericordia e generosità ai parenti, agli amici o a quelli della nostra razza o nazionalità, ma dobbiamo anche essere pronti e disposti a fare del bene in qualunque luogo se ne presenti l’occasione o ne sorga il bisogno. Allora si potrà dire che il nostro amore è completo, perfetto.
5, 6. (a) Perché, evidentemente, Gesù disse a un certo giovane ricco che non era perfetto? (b) Quale lezione possiamo oggi imparare da questa esperienza del primo secolo?
5 Per essere imitatori di Dio essendo perfetti come Egli è perfetto, dobbiamo anche fare tutto quello che possiamo negli interessi della pura adorazione. Gesù Cristo lo mostrò quando un giovane ricco gli si appressò e chiese che cosa doveva fare per ereditare la vita eterna. Gesù spiegò: “Se vuoi esser perfetto, va, vendi i tuoi averi e dalli ai poveri e avrai un tesoro in cielo, e vieni, sii mio seguace”. (Matt. 19:16-23) Evidentemente il giovane era distratto dal servire Dio con tutta l’anima a causa dei suoi molti possedimenti materiali. Il suo cuore era rivolto alle ricchezze che possedeva. Gesù comprese che avrebbe tratto profitto liberandosi di queste distrazioni. Esse gli impedivano d’essere perfetto o completo nel servizio di Dio.
6 Quale significato hanno oggi per noi le parole di Gesù sull’essere “perfetti”? Questo: Non possiamo proprio accontentarci di rendere a Dio un servizio simbolico. Dobbiamo amare Geova Dio con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la forza, senza lasciare che desideri o ambizioni personali ci impediscano di renderGli completa devozione. Pertanto, se non abbiamo obblighi scritturali o limitazioni fisiche che ci impediscono di partecipare di continuo all’opera di predicare ad altri la buona notizia del Regno di Dio, parteciperemo all’opera di predicazione in servizio continuo. Non possiamo esser “perfetti” se ci tratteniamo nel servizio che rendiamo a Dio.
ESSERE GIUSTI E RETTI
7, 8. (a) Che cosa dicono le Scritture sul fatto che Geova Dio è giusto? (b) Per imitare Dio nella giustizia, che cosa si richiede da noi se abbiamo un impiego secolare?
7 Per ‘esser perfetti come è perfetto Dio’ bisogna amare ciò che egli ama. Questo includerebbe di perseguire ciò che è giusto e retto. La Bibbia ci dice che Dio “ama il diritto” e che in lui “non è ingiustizia; egli è giusto e retto”. (Sal. 37:28; Deut. 32:4) Per essere dunque “imitatori di Dio” dobbiamo essere onesti in tutte le nostre opere, e, se lavoriamo alle dipendenze altrui, ciò include i nostri rapporti con il datore di lavoro. (Efes. 5:1) Oggi che la disonestà è così estesa, è comune per le persone praticare cose realmente sbagliate, seguendo così, in effetti, “la folla per fini empi”. — Eso. 23:2.
8 Per esempio, molti dipendenti lavorano di solito meno che possono e si conservano ugualmente l’impiego, oppure quando nessuno li guarda prenderanno cose che non gli appartengono. Non possiamo proprio fare tali cose ed essere imitatori di Dio. Oggi è pure comune la pratica di valersi di disposizioni di assistenza e disoccupazione quando non vi si ha diritto e di prendere a prestito senza restituire. Tuttavia, per “esser perfetti” nella giustizia dobbiamo fare “onesta provvisione . . . dinanzi agli uomini”, mantenendo la nostra “condotta eccellente fra le nazioni”. — Sal. 37:21; 2 Cor. 8:21; 1 Piet. 2:12.
9. Che cosa richiede da noi la giustizia divina nella nostra relazione con “Cesare”?
9 Per imitare Dio nella sua giustizia dobbiamo anche pagare scrupolosamente le tasse. La Parola di Dio ci dice di rendere “a Cesare le cose di Cesare”, e di rendere “a tutti ciò che è dovuto, a chi chiede la tassa, la tassa”. (Mar. 12:17; Rom. 13:7) Non molto tempo fa un cristiano benestante dovette essere disassociato dalla congregazione cristiana dei testimoni di Geova perché rifiutava di dare ascolto a questi comandi scritturali. In effetti, fu una rarissima eccezione, come Acan dell’antico Israele, poiché i testimoni di Geova nel complesso hanno un’eccellente reputazione di contribuenti osservanti della legge. (Gios. 7:1-26) Il giornale tedesco Sindelfinger Zeitung, pertanto, pubblicò un articolo intitolato “I più onesti . . . sono i Testimoni di Geova”. Parlava del soggetto di pagare le tasse, e terminava con l’affermazione: “I Testimoni di Geova si possono riconoscere come le persone più oneste della Repubblica Federale, dice il Ministro delle Finanze federale”. È così che dovrebbe essere, dato che lo scopo stesso dei testimoni di Geova è d’essere imitatori di Dio.
FEDELI E FIDATI
10. Che cosa dicono le Scritture riguardo alla fedeltà e fidatezza di Geova Dio?
10 Geova Dio stesso ci dà un luminoso esempio da imitare per essere fedeli e fidati. Come Mosè, profeta di Dio, disse al suo popolo Israele: “Tu conosci bene che Geova tuo Dio è il vero Dio, il Dio fedele, che osserva il patto e l’amorevole benignità”. (Deut. 7:9) Anche Giosuè, successore di Mosè, attestò questo medesimo fatto, dicendo: “Voi sapete bene con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima che nessuna parola di tutte le buone parole che Geova vostro Dio vi ha proferite è venuta meno. Vi si son tutte avverate. Nessuna parola è venuta meno”. Geova è il nostro “fedele Creatore” a cui con la massima fede e fiducia possiamo ‘continuare a raccomandare’ le nostre anime. — Gios. 23:14; 1 Piet. 4:19; 1 Cor. 10:13.
11. (a) Quali responsabilità abbiamo verso Dio come suoi figli dedicati? (b) Come possiamo mostrare la nostra fedele fidatezza nel compimento della principale opera degli odierni servitori di Dio?
11 Quindi, come imitatori di Geova Dio dobbiamo anche noi essere fedeli e fidati. Ci sono stati affidati beni personali come tempo, denaro, energia e influenza personale. Dobbiamo essere fedeli economi di queste cose. (1 Cor. 4:1, 2) Abbiamo detto a Geova che vogliamo essere suoi figli, e che lo serviremo finché vivremo? Manteniamo fedelmente la nostra parola di far questo? La principale opera che Geova vuole sia ora compiuta dai suoi servitori è quella di predicare il suo regno, il governo che distruggerà la malvagità e porterà la pace sulla terra. In una profezia che si adempie nel nostro giorno, Gesù disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata . . . e allora verrà la fine”. (Matt. 24:14) Siamo fedeli nel compiere questa predicazione? Vi partecipiamo regolarmente, visitando tutte le persone della zona dove abbiamo avuto l’incarico di predicare? Facciamo visite ulteriori a tutte le persone che mostrano interesse e il desiderio di sapere di più intorno a Dio? Siamo fidati quando si tratta di condurre con tali persone studi biblici a domicilio?
12, 13. (a) Come possiamo mostrare fidatezza simile a quella di Dio nella relazione coniugale? (b) Come possono i giovani cristiani mostrarsi fidati?
12 C’è un altro campo in cui è essenziale essere fedeli e fidati, ed è nelle relazioni familiari. Come cristiani sposati manteniamo i nostri voti di amarci e aver cura gli uni degli altri? O lasciamo che altri interessi o altre cose, come ambizioni di qualche specie, ci facciano trascurare il nostro coniuge? Limitiamo fedelmente il nostro interesse sessuale al nostro coniuge, o a volte il desiderio vaga? L’amore e l’empatia ci aiuteranno a essere fedeli e fidati. Così facendo, imiteremo Geova, e daremo prova d’esser perfetti com’egli è perfetto. Poiché Geova è senz’altro il fedele e fidato Proprietario maritale della sua organizzazione simile a una moglie. — Isa. 54:1, 5.
13 E che dire di voi giovani? Imitate Dio essendo fidati e fedeli? Per esempio, vi interessate dei compiti di scuola e li fate diligentemente? Siete fidati quando avete faccende da sbrigare in casa? Quando la sera vostro padre torna a casa, trova che avete fatto i lavori che vi aveva affidati? Nella gioventù avete l’opportunità di ricordare il vostro grande Creatore facendo le cose che vi renderanno preziosi ai suoi occhi. — Eccl. 12:1.
ODIATE CIÒ CHE DIO ODIA
14. Imitando Geova, quali sono alcune cose che dovremmo odiare?
14 Un altro modo ancora in cui possiamo divenire “imitatori di Dio”, e così dar prova che siamo perfetti com’Egli è perfetto, è di odiare ciò che Dio odia. Che cosa odia? Egli ce lo dice: “Io, Geova, . . . odio la rapina insieme all’ingiustizia”. “Ci sono sei cose che Geova in effetti odia; sì, sette cose sono detestabili alla sua anima: gli occhi alteri, la lingua falsa, e le mani che spargono sangue innocente, il cuore che architetta disegni nocivi, i piedi che corrono in fretta al male, il falso testimone che spaccia menzogne, e chiunque suscita contese tra fratelli”. La Bibbia incoraggia pure: “Voi che amate Geova, odiate ciò che è male”. “Aborrite ciò che è malvagio”. — Isa. 61:8; Prov. 6:16-19; Sal. 97:10; Rom. 12:9.
15. (a) Che cosa significa ‘odiare ciò che è male’? (b) Perché è essenziale odiare ciò che è male?
15 Che cosa significa ‘odiare ciò che è male’? Significa provare un ‘intenso sentimento di avversione’ verso ciò che è male, ‘detestarlo in modo estremo’. Sì, non basta essere indifferenti o neutrali verso ciò che è malvagio o cattivo. Ciò che è cattivo può talvolta esercitare un’attrattiva sulle nostre tendenze decadute; può promettere eccitazione, piacere sensuale o anche ricchezza e agi. Perciò, è assolutamente necessario che detestiamo ciò che consideriamo cattivo. Come possiamo farlo?
16. Come possiamo evitare che la malizia metta radice e si sviluppi in noi?
16 Anzitutto, possiamo sinceramente sforzarci di impedire che ogni forma di malizia metta radice in noi salvaguardando il nostro cuore, i nostri affetti, i nostri desideri e i nostri sentimenti. (Prov. 4:23; 1 Piet. 3:10, 11) Un importante modo per far questo è di stare attenti ai libri, alle riviste e agli articoli di giornale che leggiamo. Abbiamo una morbosa curiosità riguardo a ciò che è malvagio fino al punto che leggiamo con gusto ciò che è cattivo? Allora non si può dire che lo odiamo. E se odiamo ciò che è cattivo, non guarderemo programmi televisivi o pellicole che danno risalto a violenza, brutalità, immoralità sessuale e altre forme di malizia. Non possiamo continuare a guardare tali cose senza divenire insensibili e smettere di odiarle; infatti, arriveremo anche al punto di desiderare tali cose.
17. (a) Perché dobbiamo stare attenti alle nostre compagnie? (b) Come dovremmo considerare un provvedimento di disassociazione del comitato giudiziario, e perché?
17 Inoltre, se dobbiamo divenire imitatori di Geova odiando ciò che è male staremo molto attenti alle persone che scegliamo per compagni, ricordando che “le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (1 Cor. 15:33) Ciò include che sosteniamo lealmente l’azione di un comitato giudiziario di congregazione quando disassocia qualcuno per condotta che non si addice al cristiano. (1 Cor. 5:1-13) Tale persona non è una buona compagnia. Dovremmo sentirci giustamente indignati per il male che ha commesso e per il biasimo che la sua condotta ha recato su Geova Dio e sulla congregazione cristiana. Dovremmo considerare che la sua cattiva condotta può far inciampare i cristiani nuovi o immaturi. Dovremmo reagire come fece l’apostolo Paolo quando disse: “Chi inciampa, e io non sono infiammato d’ira?” — 2 Cor. 11:29.
IMITIAMO DIO NELL’AMORE
18. (a) Qual è il modo migliore per dar prova che ‘siamo perfetti’ come lo è Dio? (b) Quali ragioni abbiamo per imitarlo in questo modo?
18 Ma, soprattutto, il modo in cui possiamo dar prova che siamo ‘perfetti, come è perfetto il nostro Padre’ è quello di manifestare l’eccellente qualità dell’amore. Come la sua Parola esalta questa sua qualità! “Dio È amore”, dice la Bibbia. Dio ci ha specialmente raccomandato “il suo proprio amore in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”. Certo questo amorevole provvedimento del suo unigenito Figlio, Gesù Cristo, dovrebbe spingerci a contraccambiarlo con apprezzamento! L’apostolo Giovanni lo mostrò, dicendo: “Se Dio ci amò così, noi pure abbiamo l’obbligo di amarci gli uni gli altri”. — 1 Giov. 4:9-11, 16; Rom. 5:8.
19. In quali modi possiamo mostrare generosità come quella di Dio?
19 Uno dei modi in cui possiamo essere come Dio nell’amore è quello d’essere generosi. Geova è il Datore di “ogni dono buono e [di] ogni regalo perfetto”, e “dà generosamente a tutti e senza biasimare”. (Giac. 1:17, 5) Con che cosa possiamo essere generosi per imitare Dio? Anzitutto, abbiamo la verità riguardo ai propositi di Dio. E giacché l’abbiamo gratuitamente ricevuta, dovremmo darla gratuitamente condividendo con altri la buona notizia del Regno in ogni occasione appropriata. Possiamo anche manifestare generosità simile a quella di Dio offrendo generosamente le nostre risorse materiali per sostenere l’opera di predicazione del Regno, localmente e in tutto il mondo. Un altro modo ancora per mostrare generosità è quello di aiutare qualsiasi conservo cristiano che è nel bisogno. È assolutamente essenziale che dimostriamo tale generosità, poiché questo è un modo importante di dare ascolto al comando di Gesù di “esser perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”. — Matt. 5:46-48; 1 Giov. 3:17, 18.
20, 21. (a) In relazione a che cosa siamo specificamente esortati a divenire “imitatori di Dio”? (b) Come possiamo imitare Dio essendo pronti a perdonare?
20 Un altro modo in cui possiamo imitare Dio nell’amore è quello di perdonare. Infatti, proprio in relazione alla prontezza di Dio a perdonare ci è specificamente consigliato di divenire imitatori di Dio. Notate il contesto dell’ammonizione apostolica che abbiamo considerata: “Siate benigni gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberamente gli uni gli altri, come anche Dio vi ha liberamente perdonati mediante Cristo. Divenite perciò imitatori di Dio, come figli diletti, e continuate a camminare nell’amore”. — Efes. 4:32–5:2.
21 Giacché siamo tutti imperfetti e limitati in sapienza, intendimento e discernimento, non dovremmo essere indulgenti con i nostri fratelli cristiani ed essere pronti a perdonarli per i loro peccati? Sì, l’amore “copre una moltitudine di peccati”. (1 Piet. 4:8) Se Geova ‘ricorda che siamo polvere’ e così ‘pone le nostre trasgressioni tanto distanti da noi quanto il levante dista dal ponente’, non dovremmo noi creature imperfette essere anche più pronte a perdonare quelli che trasgrediscono contro di noi e ci chiedono perdono? Giacché Dio perdona “in larga misura”, non dovremmo imitarlo anche in questo? Ciò significa che vogliamo essere disposti a perdonare “settantasette volte”, come Gesù disse a Pietro di fare, incluse anche serie offese contro di noi se l’offensore mostra vero pentimento. — Sal. 103:8-14; Isa. 55:7; Matt. 18:21-35.
22-24. (a) Che cosa dice la Bibbia della longanimità di Geova? (b) Come possiamo tutti imitare Geova e mostrare noi pure longanimità?
22 Un ulteriore modo in cui Dio ci dà un così amorevole esempio è quello d’esser lenti all’ira e longanimi. Indicando questo attraente aspetto della personalità di Dio, l’apostolo Pietro scrisse: “Geova . . . è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. (2 Piet. 3:9) Come Dio si mostrò lento all’ira trattando con la sua nazione d’Israele durante il dominio dei re! La Bibbia dice: “Geova l’Iddio dei loro antenati mandava avvertimenti contro di essi per mezzo dei suoi messaggeri, mandava più volte, perché provò compassione del suo popolo”. — 2 Cron. 36:15.
23 Possiamo imitare questo aspetto dell’amore di Dio evitando di turbarci per le manchevolezze altrui. Talvolta coloro sui quali un sorvegliante presiede mostreranno indifferenza o negligenza, e com’è facile allora “perdere la staffe”, come si suol dire. Ma per essere imitatori di Dio anche i sorveglianti devono essere pazienti, longanimi e lenti all’ira.
24 Particolarmente nella cerchia familiare dovremmo voler esercitare questa qualità della longanimità. È comune per i mariti del mondo essere impazienti con le loro mogli. Com’è perciò appropriato il consiglio dell’apostolo Paolo ai cristiani: “Mariti, continuate ad amare le vostre mogli e non siate amaramente adirati con loro”! (Col. 3:19) Sono pure molto appropriate le parole dell’apostolo Pietro sul modo di trattare le mogli. “Voi, mariti, continuate a dimorare in maniera simile con loro secondo conoscenza, assegnando loro onore come a un vaso più debole, il femminile, giacché siete anche eredi con loro dell’immeritato favore della vita, onde le vostre preghiere non siano impedite”. Dare ascolto a questo consiglio è tanto importante quanto adempiere la volontà di Dio di predicare in tutta la terra il messaggio del suo Regno. — 1 Piet. 3:7.
25, 26. (a) Come ha Dio mostrato perseveranza? (b) Come possiamo manifestare perseveranza simile a quella di Dio?
25 Un altro modo ancora in cui dobbiamo imitare Dio se vogliamo esser perfetti com’egli è perfetto è quello di imitare la sua amorevole perseveranza. “L’amore . . . sopporta ogni cosa”, dice la Bibbia. (1 Cor. 13:4, 7) Mostra Dio perseveranza? Sì, poiché continua ad agire bene nonostante si contristi e si addolori quando le sue creature agiscono male. (Sal. 78:40, 41) Come ci rammenta l’apostolo ispirato: “Dio . . . tollerò con molta longanimità vasi d’ira resi adatti alla distruzione”. Perché? Per il suo amore, così che “facesse conoscere le ricchezze della sua gloria sui vasi di misericordia”. — Rom. 9:22, 23.
26 Se vogliamo essere imitatori di Dio rispetto al suo amore noi pure dobbiamo manifestare perseveranza. Non possiamo smettere “di fare ciò che è eccellente”. (Gal. 6:9) L’amore ci aiuterà a rimanere fedeli nella nostra opera di predicare il Regno nonostante l’indifferenza delle persone, o nonostante la loro opposizione. Forse facciamo servizio in una casa Betel dove si produce letteratura biblica per agevolare la predicazione del Regno in tutta la terra. Può darsi che facciamo sempre gli stessi lavori, ma l’amore verso Geova Dio ci aiuterà a farli con perseveranza, sapendo che ciò contribuisce alla rivendicazione del nome di Dio e alla salvezza d’altri, ed è la prova del nostro apprezzamento per tutto ciò che ha fatto per noi.
PERCHÉ SFORZARSI D’ESSERE PERFETTI COME LO È DIO?
27, 28. (a) Il fatto d’essere perfetti come lo è Dio è una cosa facoltativa? (b) Perché l’essere perfetti come è perfetto Dio contribuisce alla nostra felicità?
27 Certo si richiede molto per essere imitatori di Dio e dare così prova d’essere perfetti com’egli è perfetto! Ma notate che questo essere “perfetti” non è una cosa facoltativa. Gesù disse: “Voi dovete dunque esser perfetti, come è perfetto il vostro Padre celeste”. (Matt. 5:48) Sì, è assolutamente necessario che siamo giusti e retti, fedeli e fidati, odiando ciò che Dio odia e mostrando amore con l’essere generosi, pronti a perdonare, longanimi ed esercitando perseveranza se vogliamo essere veri cristiani, “imitatori di Dio, come figli diletti”. (Efes. 5:1) Ma, in realtà, l’essere perfetti come è perfetto Dio non ci reca grandi difficoltà né comporta sacrifici da parte nostra. Piuttosto, ne traiamo profitto. Poiché non è Geova il “felice Iddio”? (1 Tim. 1:11) ImitandoLo accresceremo anche la nostra felicità. In che modo?
28 Anzitutto, imitando Geova rallegriamo il suo cuore, come ci dice lui stesso: “Sii saggio, figlio mio, e rallegra il mio cuore, affinché io possa rispondere a chi mi biasima”. (Prov. 27:11) Certo possiamo essere felici se la nostra condotta fa rallegrare il nostro Padre celeste, non è vero? E imitando Dio avremo non solo felicità, pace mentale e contentezza ora, ma anche la sicura speranza della vita eterna nel suo nuovo sistema di cose. Abbiamo senz’altro ogni ragione per sforzarci d’essere ‘perfetti come è perfetto il nostro Padre celeste, Geova Dio’!