I piacevoli piedi dei messaggeri
1. Da quando particolarmente sono stati mandati i messaggeri di liberazione, e riguardo a quale corrispondente situazione esistente ai suoi giorni scrive Paolo?
DAL 1919 in poi sono stati mandati messaggeri di liberazione. Questo corrisponde alla situazione esistente ai giorni degli apostoli cristiani, quando l’apostolo Paolo disse: “‘Chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato’. Comunque, come invocheranno colui nel quale non hanno riposto fede? Come, a loro volta, riporranno fede in colui del quale non hanno udito parlare? Come, a loro volta, udranno senza qualcuno che predichi? Come, a loro volta, predicheranno se non sono stati mandati? Come è scritto: ‘Come sono piacevoli i piedi di quelli che dichiarano la buona notizia di cose buone!’” — Rom. 10:13-15, che cita Gioele 2:32 e Isaia 52:7.
2. A quali tre periodi di tempo si riferisce la profezia di liberazione del cinquantaduesimo capitolo di Isaia?
2 Sotto ispirazione l’apostolo Paolo citò il cinquantaduesimo capitolo della profezia di Isaia che ci parla dei messaggeri i quali portano la notizia della liberazione a Sion o Gerusalemme. Questa profezia si applicò per la prima volta alla letterale città terrena di Sion o Gerusalemme nel sesto secolo avanti Cristo; ma citando la profezia, Paolo indica che essa ha un adempimento maggiore e più completo sulla Sion più grande, la Sion celeste, la Gerusalemme di sopra. Tale applicazione della profezia non ebbe termine ai giorni di Cristo, ma raggiunge la sua completezza e conclusione nei nostri giorni.
3. Quale comando di liberazione fu ispirato a pronunciare Isaia?
3 Immaginiamo di essere nel sesto secolo a.C. e di udire la profezia di Isaia citata e rivolta alla letterale città terrena: “Destati, destati, rivestiti di forza, o Sion! Rivestiti delle tue belle vesti, o Gerusalemme, città santa! Poiché non verranno più in te l’incirconciso e l’impuro. Scuotiti dalla polvere, levati, mettiti a sedere, o Gerusalemme. Sciogliti i legami dal collo, o figlia di Sion prigioniera”.
4. Da quando si applicano queste parole ad Israele in senso figurativo, e perché allora e non prima?
4 Nel 537 a.C. la letterale città di Sion o Gerusalemme giaceva in rovina, come l’aveva ridotta l’esercito babilonese. Ma la città era rappresentata dai cittadini superstiti e da altri Israeliti sui quali essa aveva governato fino al 607 a.C. Perciò le succitate parole di Isaia 52:1, 2 si applicavano ai suoi figli e predicevano quello che avrebbero fatto per comando di Dio. Queste parole non si applicarono a Sion o Gerusalemme prima che l’antica Babilonia cadesse nel 539 a.C. davanti al persiano Ciro. Gli Israeliti o Giudei prigionieri non ricevettero il comando di fuggire per ottenere la libertà e di liberarsi prima della caduta di Babilonia. Dovevano attendere fin dopo la caduta di Babilonia e dopo che il conquistatore di Babilonia, Ciro il Grande, aveva emanato il suo decreto di liberazione, affrancando i Giudei prigionieri di Babilonia perché tornassero in patria a ricostruire il tempio di Gerusalemme per l’adorazione di Geova. Allora per la prima volta sarebbero stati autorizzati a uscire da Babilonia; e il loro desolato paese natale sarebbe stato ben riposato per riceverli di nuovo.
5, 6. Quando emanò Ciro il decreto di liberazione per gli Israeliti, e perché quello fu un tempo conveniente per emanare tale decreto?
5 Geova Dio aveva decretato che il loro paese rimanesse senza abitanti per settant’anni. Il settantesimo anno di osservanza del sabato cominciò al principio dell’autunno del 538 a.C., circa nel tempo del Giorno di Espiazione giudaico. Il decreto di liberazione di Ciro fu emanato nel suo primo anno di regno. Babilonia cadde dinanzi a lui nel 539 a.C., e i cronologi biblici calcolano che il suo primo anno di regno cominciasse nella primavera dell’anno seguente, il 1º nisan del 538 a.C., cioè sei mesi prima che cominciasse il settantesimo anno di osservanza del sabato del paese di Giuda. Se Ciro avesse emanato il suo decreto al principio del 538 a.C. quale suo primo anno di regno, gli esiliati Giudei avrebbero potuto fare il viaggio di ritorno nel loro paese prima che cominciasse il settantesimo anno di osservanza del sabato, cosa che sarebbe stata contraria alla profezia di Geova. O forse avrebbero dovuto viaggiare durante i piovosi mesi invernali dell’anno, cioè da ottobre a marzo. Questo non sarebbe stato troppo appropriato.
6 In base al suddetto calcolo, il primo anno di regno di Ciro sarebbe finito il 5 marzo del 537 a.C., o verso la fine della stagione delle piogge. Senza dubbio egli emanò con considerazione il suo decreto verso la fine della stagione delle piogge, poco prima del 5 marzo del 537 a.C., e in tal modo gli Israeliti esiliati poterono disporre di viaggiare nella conveniente stagione asciutta da aprile a settembre. È evidente che fecero il viaggio di quattro mesi da Babilonia durante i mesi asciutti, poiché in ottobre erano tornati e si erano sistemati nella loro amata patria, prima del primo giorno del loro settimo mese lunare. — Esd. 3:1.
7. Che cosa significò questa liberazione di Sion, e di che cosa divenne essa il simbolo?
7 Con la ricostruzione di Gerusalemme dal 537 a.C. in poi, la “figlia di Sion prigioniera” si scosse dalla polvere della desolazione, destandosi dal suo stupore di settant’anni e sciogliendo i legami che Babilonia le aveva messo sul collo. Si rivestì di forza e indossò le sue belle vesti, specialmente quelle della santità, per divenire una città santa con il tempio di adorazione di Geova. Non sedeva più per terra in schiavitù, ma si mise a sedere tra le città autorizzate ad esistere. Gerusalemme divenne come la chiamò Gesù Cristo: “La città del gran Re”. (Matt. 5:35) Essa divenne il simbolo della Sion celeste, la Gerusalemme di sopra.
8. (a) Benché il regno di Dio nascesse nel 1914, qual era la condizione dei suoi sudditi terreni a quel tempo? (b) Quale fu l’atteggiamento di Babilonia la Grande verso il libro Il mistero compiuto?
8 Quando al principio dell’autunno del 1914 terminarono i Tempi dei Gentili, la “donna” di Dio, la Sion celeste o Gerusalemme di sopra, diede alla luce il regno messianico per mezzo del quale Geova Dio avrebbe espresso la sua regalità e sovranità sopra la terra. Ma sulla terra lo spirituale “rimanente del seme di lei” doveva superare la prima guerra mondiale. Poiché allora non aveva il corretto intendimento dell’assoluta neutralità del cristiano rispetto ai conflitti politici della terra e non comprendeva la questione della sottomissione relativa alle “podestà superiori” terrene, il rimanente fu reso schiavo di Babilonia la Grande. Nel luglio del 1917, per mezzo della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, il rimanente pubblicò quello che fu chiamato “il settimo volume degli Studi sulle Scritture”, cioè il libro intitolato “Il mistero compiuto”. Esso conteneva la spiegazione dei libri biblici di Rivelazione e di Ezechiele, e si esprimeva vigorosamente contro Babilonia la Grande. Migliaia di persone parteciparono alla distribuzione di questo libro fino al 1918. Ciò non piacque a Babilonia la Grande, che fece mettere al bando questo Settimo Volume, non solo nel Canada, ma, nel marzo del 1918, anche negli Stati Uniti d’America.
9, 10. (a) Benché l’opera continuasse senza Il mistero compiuto, quale ulteriore azione contro il popolo di Dio recò molta gioia a Babilonia la Grande? (b) Perché la sua gioia fu di breve durata? (c) Che cosa fece per prima cosa il popolo liberato di Dio?
9 Dopo di ciò l’opera di predicazione continuò con altre pubblicazioni bibliche, ma i figli di Sion sulla terra divennero schiavi di Babilonia la Grande, specialmente quando nel luglio del 1918 furono imprigionati i principali dirigenti e altri associati della Società Torre di Guardia. I simbolici “due testimoni”, com’era predetto in Rivelazione 11:3-10, furono uccisi. Babilonia la Grande era colma di gioia, e si rallegrò. Ma il suo giubilo doveva essere di breve durata. Rivelazione 11:11-13 prediceva che questi “due testimoni” sarebbero tornati in vita e avrebbero acquistato importanza mondiale, con terrore dei loro nemici. Questo cominciò ad avvenire nella primavera del 1919, primo anno postbellico.
10 Con costernazione di Babilonia la Grande e di tutti gli altri nemici, il rimanente dei figli spirituali di Sion sulla terra ottenne improvvisamente la libertà. Compresero l’opera che dovevano ancora compiere sulla terra. Premurosamente ottennero la gioia del servizio del regno di Dio che Sion, la Sua donna, aveva dato alla luce nei cieli. Dall’1 all’8 settembre essi tennero un congresso generale a Cedar Point, nell’Ohio, al quale furono presenti seimila di essi; e settemila persone assistettero al discorso pubblico la domenica sul soggetto “La speranza dell’umanità afflitta”.
11. Per aiutare i liberatori, quale ulteriore pubblicazione fu disponibile, e che cosa furono tutti incoraggiati a fare?
11 La pubblicazione di un’altra rivista, ora chiamata Svegliatevi!, suscitò l’entusiastico applauso dei congressisti. L’organizzazione delle congregazioni che avevano diffuso il messaggio contro Babilonia la Grande nel Settimo Volume fino al 1918 doveva essere ristabilita. Nell’edizione inglese de La Torre di Guardia del 15 settembre 1919, fu pubblicato l’articolo “Annunciamo il Regno”, basato sui versetti di Rivelazione 15:2 ed Isaia 52:7. Parlando dell’opera di annunciare l’“età d’oro” sotto il regno di Dio, questo articolo spiegava come agire per comunicare ad altri la lieta novella per mezzo della nuova rivista, cioè L’Età d’Oro, ora chiamata Svegliatevi!: “L’organizzazione che svolse l’opera del Settimo Volume ebbe meraviglioso successo. Settemila amici si impegnarono in questa opera speciale. Chiediamo alle classi ovunque di ristabilire tale organizzazione e metterla nella debita forma. Ricordiamo che nell’unità, nello spirito di Cristo, vi è forza; che se abbiamo il cuore nella giusta condizione, strettamente unito nell’amore, Dio manifesterà la sua forza a nostro favore”. (Pagina 281, paragrafo 3) Queste parole furono rivolte a oltre 17.961 persone presenti alla Commemorazione o Cena del Signore quell’anno.a
12. In che modo i rimanenti terreni del seme di Sion mostrarono di essersi destati, dando la prova sicura della caduta di chi?
12 La Sion celeste, essendo rappresentata dai rimanenti del seme di lei sulla terra, cominciò veramente a ‘destarsi’ dal suo dolore e dalla sua condizione di stupore e a fare come le era stato detto, cioè ‘rivestirsi di forza’. Essa si scosse “dalla polvere”, non permettendo a Babilonia la Grande né al resto della visibile organizzazione del Diavolo di calpestarla. Si sciolse i legami dal collo, non permettendo più a Babilonia la Grande di condurla come schiava prigioniera. Sorgendo dalla polvere dell’inazione e della debole servilità, si mise a sedere su una sedia o su un trono. Era decisa ad essere una “città santa”, nella quale gli impuri religionisti e quelli dal cuore incirconciso non sarebbero più passati come trionfanti invasori. Si spogliò dei polverosi abiti da schiava e indossò le belle vesti adatte all’organizzazione alla quale era sposato il Re d’eternità, Geova Dio. Questa era la prova sicura che Babilonia la Grande era caduta.
“IL TUO DIO È DIVENUTO RE”
13. (a) A chi fu attribuito il merito di questa liberazione? (b) Come descrive Isaia l’atteggiamento di Geova verso la liberazione del suo popolo?
13 Il rimanente dei figli spirituali di Sion sulla terra non comprò questa liberazione con denaro né facendo compromesso col nemico. Fu l’Onnipotente Dio, mediante il più Grande Ciro, il suo re Gesù Cristo, a portare tale liberazione, poiché Dio e Cristo avevano ottenuto la vittoria su Babilonia la Grande. Poiché Dio considerò la situazione del suo popolo prima di liberarlo, egli disse profeticamente: “‘E ora, che interesse vi ho io?’ è l’espressione di Geova. ‘Poiché il mio popolo fu preso per nulla. Quelli stessi che governavano su di essi urlavano’, è l’espressione di Geova, ‘e di continuo, per tutto il giorno, al mio nome si mancava di rispetto. Per questa ragione il mio popolo conoscerà il mio nome, perfino per questa ragione, in quel giorno, perché io sono Colui che parlo. Ecco, sono io’”. — Isa. 52:5, 6.
14. Come fu mostrato il profondo apprezzamento del rimanente liberato del seme di Sion?
14 Come nel caso dell’antico Israele, così quando Babilonia la Grande ebbe sotto i piedi il rimanente spirituale del seme di Sion nella polvere, essa urlò contro di esso e mancò di rispetto al nome del Dio del rimanente. In effetti, Babilonia la Grande urlò loro sprezzantemente: “Dov’è il tuo Dio Geova?” Ma nel 1919, a loro favore, Geova diede al suo nome la gloria del Liberatore liberandoli dal loro oppressore religioso. Da allora in poi impararono a conoscere lui e il suo incomparabile nome come mai prima. La conoscenza che avevano di lui li portò a un così profondo apprezzamento che nell’anno 1931, mediante risoluzioni adottate in tutto il mondo, il rimanente del seme di Sion accettò il nome di “testimoni di Geova”. Geova aveva dichiarato che questo sarebbe avvenuto “in quel giorno”. Dal 1919 questo è il giorno in cui ciò si è avverato, perché Egli è Colui che l’ha dichiarato.
15, 16. Che cosa consideriamo quindi nella profezia di Isaia sulla liberazione, e perché questo è importante?
15 Ora, nel cinquantaduesimo capitolo della profezia di Isaia, la nostra attenzione è distolta dai maltrattamenti subiti dal suo popolo a Babilonia ed è rivolta alla desolata condizione di Sion o Gerusalemme sul suo monte un tempo santo. In lontananza qualcuno si avvicina sui monti. È un messaggero per la desolata Sion. Descrivendolo con previsione profetica, Isaia esclama: “Come sono piacevoli sui monti i piedi di chi porta buone notizie, di chi proclama la pace, di chi porta buone notizie di qualche cosa di migliore, di chi proclama la salvezza, di chi dice a Sion: ‘Il tuo Dio è divenuto re!’” (Isa. 52:7) È il messaggero di Dio che reca la notizia della liberazione.
16 La buona notizia, la pace proclamata, la buona notizia di qualche cosa di migliore, la salvezza proclamata, l’annuncio del dominio di Dio come re, tutto questo era per la desolata Sion. Come devono essere stati piacevoli per Sion i piedi di quel messaggero! L’annuncio che il suo Dio era divenuto re significava niente di meno che Babilonia, la proprietaria di schiavi, era caduta e che i prigionieri israeliti avevano ricevuto la libertà religiosa da Ciro il Grande, nel 537 a.C.
17. In quali altre occasioni furono molto apprezzati i messaggeri di liberazione?
17 Secoli dopo, nei giorni apostolici, i piedi dei messaggeri cristiani mandati ai rimanenti dei figli spirituali di Sion furono altrettanto piacevoli. (Rom. 10:15) Ma si cominciò di nuovo a mandare messaggeri con piedi tanto piacevoli, specialmente dal 1919 in poi. Come apparvero piacevoli quell’anno al rimanente del seme di Sion! Ciò avvenne perché il rimanente amava il regno del proprio Dio Geova, e desiderava essere liberato per annunciarlo. Desiderava che la visibile organizzazione di Dio fosse ristabilita per annunciare in tutto il mondo il suo regno.
18. Menzionate alcune delle buone cose contenute nel messaggio di liberazione nei tempi moderni.
18 La buona notizia recata loro corrispondeva alla buona notizia recata tanto tempo fa all’antica Sion. La buona notizia includeva l’informazione che Babilonia la Grande era caduta; inoltre, che il più grande Ciro, Gesù Cristo, il quale regnava dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 l’aveva vinta e aveva emanato il suo decreto di liberazione per i rimanenti del seme di Sion che erano stati tenuti prigionieri da Babilonia la Grande ma che erano ora sotto una nuova vittoriosa sovranità. La buona notizia annunciava che era in serbo qualche cosa di migliore sulla terra; che la visibile organizzazione di Dio sulla terra doveva essere ristabilita e messa in una condizione migliore per il suo servizio, e che la classe del tempio, le simboliche “pietre viventi”, dovevano essere erette per l’adorazione del solo vivente e vero Dio in un modo più puro di quanto non avessero fatto in precedenza. La buona notizia annunciava che la caduta di Babilonia la Grande era la prova che essa non era più Signora, almeno non su di loro, ma che il loro Dio, l’Iddio di Sion, era il loro regnante Re. Egli era divenuto Re, anche sopra il territorio nel quale aveva esercitato influenza Babilonia la Grande, e quindi il suo regno doveva essere predicato in tutta la terra abitata come messaggio di liberazione per altri ancora.
GIOIA
19. Spiegate come la gioia delle sentinelle di Sion riflette la gioia di tutti i figli esiliati di Sion.
19 Sion esulta nell’accogliere i suoi figli esiliati e divenendo di nuovo una città piena di adoratori del suo Dio Geova, dopo essere stata desolata per settant’anni. La sua gioia è riflessa da quella delle sue sentinelle, coloro che sorvegliano i suoi interessi spirituali. Chi riconduce gli esiliati, sostenendoli lungo la via? Geova. È così evidente che è opera Sua che quando gli esiliati reduci da Babilonia si avvicinano alla città sotto la sua invisibile guida e sono visti dalle sentinelle, è come se le sentinelle di Sion vedessero Geova a faccia a faccia, guardandolo negli occhi. “Ascolta” dice la profezia d’Isaia (52:8) alla desolata Sion: “Le tue proprie sentinelle han levato la voce. All’unisono continuano a gridare di gioia; poiché vedranno a faccia a faccia quando Geova ricondurrà Sion [adunando i suoi esiliati]”.
20, 21. Poiché la liberazione fu chiaramente compiuta da Geova, che cosa divenne sempre più importante per i liberati, e quale azione compirono dunque nel 1931?
20 Fu chiaramente per opera di Geova, mediante il suo intronizzato Figlio, Gesù Cristo, il più grande Ciro, che i “rimanenti del seme di lei” furono ricondotti alla “donna” libera di Dio, Sion, dal 1919 in poi. Il corpo direttivo dei cristiani testimoni di Geova fu abbastanza perspicace e lungimirante da comprendere questo fatto. Unitamente queste sentinelle spirituali si rallegrarono ed esultarono vedendo la lunga processione di esiliati reduci dalla schiavitù di Babilonia la Grande. Poiché compresero l’operato di Geova in questa liberazione, guardando con gli occhi del discernimento spirituale i suoi occhi compassionevoli, Geova ebbe sempre più importanza nella visibile organizzazione del suo popolo liberato. Il suo nome acquistò giustamente più importanza di quello del Figlio suo Gesù. Egli doveva essere onorato più di suo Figlio Gesù Cristo. Si doveva rivendicare, purificare da ogni biasimo, la Sua sovranità universale; infatti, la sua sovranità universale era la controversia suprema dinanzi a tutto l’universo vivente.
21 Perciò, nel 1931, quando Geova aveva ricondotto praticamente tutto il rimanente esiliato del suo seme a Sion, essi accettarono il nome di testimoni di Geova per distinguersi da tutti quelli che erano cristiani solo di nome. — Isa. 43:10-12, 21; 44:8.
22. Quale divino comando di Geova scritto da Isaia divenne ora responsabilità del liberato popolo di Dio?
22 Poiché Geova riconduceva i suoi esiliati, Sion e il suo ambiente assunsero un aspetto diverso. Fu come trovarsi in paradiso. Vi era la massima ragione di rallegrarsi, di assumere un aspetto bello, lieto, per tutto ciò che la riguardava. Il comando divino, in Isaia 52:9, 10, viene dato affinché tutto il suo popolo consolato, tutta la sua organizzazione redenta, mostri apprezzamento per ciò che ha fatto il loro Dio: “Siate giocondi, gridate gioiosamente all’unisono, devastati luoghi di Gerusalemme, poiché Geova ha confortato il suo popolo; egli ha ricomprato Gerusalemme [così che essa è di nuovo la sua proprietà]. Geova ha denudato il suo santo braccio dinanzi agli occhi di tutte le nazioni; e tutte le estremità della terra devono vedere la salvezza del nostro Dio”.
23. Come ha dimostrato il popolo di Geova di essere stato liberato dalla schiavitù di Babilonia la Grande?
23 Nel 1919 Geova denudò il suo santo braccio onnipotente dinanzi a Babilonia la Grande e a tutte le nazioni liberando il suo rimanente contrito e col cuore rotto e così confortandolo. Il fedele rimanente rese noto che il Suo popolo era stato salvato da Babilonia la Grande andando in seguito fino alle estremità della terra per servire come testimoni cristiani e predicare la buona notizia del Suo Regno messianico che ora regna nei cieli dal 1914. Se fosse rimasto prigioniero di Babilonia la Grande non avrebbe potuto far questo. Perciò, in questo anno 1964, il messaggio del Regno è predicato in 194 paesi sotto la sorveglianza di questo confortato, ricomprato rimanente del seme di Sion. La loro libera azione nel predicare ovunque il regno di Dio è la visibile, udibile prova che Geova Dio li ha liberati. In questo modo pratico “tutte le estremità della terra” hanno visto la salvezza che egli ha compiuto per il suo popolo. Egli li usa come suoi messaggeri di liberazione.
24, 25. (a) Per essere usato come messaggero di liberazione, quale rottura ha dovuto fare il popolo di Geova? (b) Che cosa dimostrò questo riguardo a Babilonia la Grande, e come ebbe luogo l’uscita da Babilonia?
24 Per essere usati come suoi messaggeri di liberazione in tutto il mondo per tutti i veri amanti della libertà religiosa, coloro che formano il rimanente del seme di Sion ancora sulla terra dal 1919 furono per primi obbligati ad agire in base al messaggio di liberazione di Dio mediante il suo più grande Ciro, Gesù Cristo. Essi dovettero ubbidire al comando del loro Dio, in Isaia 52:11, 12: “Dipartitevi, dipartitevi, uscite di là, non toccate nulla di impuro; uscite di mezzo a lei, mantenetevi puri, voi che portate gli utensili di Geova. Poiché uscirete senza panico, e ve ne andrete senza fuga. Poiché Geova andrà perfino dinanzi a voi, e l’Iddio di Israele sarà la vostra retroguardia”.
25 Perché fosse emanato e messo in pratica tale comando, era necessario prima di tutto che Babilonia la Grande cadesse, e che il suo Conquistatore, il più grande Ciro, emanasse il suo decreto di liberazione. Babilonia la Grande è caduta! Per questa ragione nel 1919 l’unto rimanente del seme di Sion cominciò ad allontanarsi da lei ed ora il suo numero è al completo. Non vogliono più toccare la cosa impura né stare in mezzo ad essa. Vogliono mantenersi religiosamente puri, per praticare la pura, incontaminata, accettevole adorazione agli occhi del loro Dio Geova. Essi hanno portato con sé, non le babiloniche pratiche e tradizioni religiose e le dottrine dei demoni, ma i puri utensili dell’adorazione di Geova, raffigurati dai sacri utensili che i Babilonesi avevano rubato nel tempio di Geova nel 607 a.C., quando Gerusalemme era stata distrutta. Essi hanno abbandonato Babilonia la Grande, non in modo selvaggio e confuso come gli elementi radicali di questo mondo, ma con ordine teocratico, sotto la guida divina. Il loro Dio Geova è andato dinanzi a loro! Benché il nemico li abbia inseguiti, Geova Dio è stato la loro retroguardia. Per tale ragione essi sono oggi fuori di Babilonia la Grande! Ora sono qui, nel 1964, e servono come liberi messaggeri di liberazione!
26. Chi si è ora unito al rimanente liberato, e che cosa fanno per mostrare il loro desiderio di servire Dio liberamente?
26 Ma ora non sono soli! Poiché hanno predicato intrepidamente la buona notizia del regno di liberazione di Dio, “tutte le estremità della terra” hanno visto la salvezza di Dio a favore di Sion e del rimanente dei suoi figli spirituali. Come nel 537 a.C. 7.537 schiavi e cantori professionisti uscirono di mezzo a Babilonia col rimanente degli Israeliti, così oggi vi è qualcosa di simile. Una “grande moltitudine” di persone che si trovano in “tutte le estremità della terra” hanno osservato la salvezza che Geova ha operato per il fedele rimanente degli Israeliti spirituali, e con riverenza si sono volti all’adorazione di questo glorioso Dio di liberazione. Hanno seguìto il rimanente degli Israeliti spirituali fuori di Babilonia la Grande, si sono purificati da tutte le sue contaminazioni e si sono coraggiosamente dedicati alla pura, santa adorazione di Geova Dio. (Esd. 2:64, 65; Neem. 7:66, 67; Riv. 7:9-17) Essi hanno goduto della gioia della loro libertà religiosa. Si sono offerti per servire insieme al rimanente come messaggeri di liberazione, e Dio si è compiaciuto di mandarli.
27. Quanto tempo durerà l’opera di liberazione, e nell’interesse di chi è compiuta l’opera?
27 La caduta Babilonia la Grande si avvicina ora alla sua terribile distruzione. Quelli che rimangono in lei saranno considerati in parte responsabili dei suoi peccati e distrutti con lei. Fino alla sua distruzione per mano di Geova Dio, contro il quale ha peccato, si deve compiere un’opera di liberazione nell’interesse di tutti coloro che sono ancora in essa i quali desiderano la libertà religiosa per adorare il solo vivente e vero Dio. I loro occhi bramano di vedere i piacevoli piedi dei messaggeri di buone notizie. Il tempo rimasto ora è breve. Al lavoro, dunque, voi tutti liberi messaggeri di liberazione!
[Nota in calce]
a L’edizione inglese de La Torre di Guardia del 15 maggio 1919, pagina 151, indicò che la sera del 13 aprile 1919 il numero dei presenti alla Cena della Commemorazione fu di 17.961 persone, ma questo era solo per “tutte le classi che hanno fino a questo momento comunicato un numero di presenti di trenta o più”. Così questa cifra era lungi dall’essere il vero totale mondiale.
“Non amate il mondo né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo — il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento — non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo. Inoltre, il mondo passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. — 1 Giov. 2:15-17.
[Immagine a pagina 465]
Messaggero moderno “annunziante il Regno”