L’innesto dell’ulivo selvatico
“Tuttavia, se alcuni dei rami furono troncati ma tu, sebbene fossi un ulivo selvatico, fosti innestato fra di essi e divenisti partecipe della radice e della grassezza dell’ulivo, non ti gloriare contro i rami”. — Rom. 11:17, 18.
1, 2. Perché i rami morti di un albero fruttifero sono indesiderabili, e come usò Giovanni Battista questo fatto come illustrazione?
QUALI sono più desiderabili: i rami morti di un albero fruttifero o quelli viventi? La risposta è ovvia. Ciò che è morto non produce frutti. L’ortolano taglierà dunque i rami morti e infruttiferi, affinché la produzione dell’albero non sia danneggiata. Nell’antica Palestina l’ortolano si occupava degli alberi produttivi non solo per la rendita che gli portavano ma anche perché gli alberi fruttiferi erano tassati. Egli non poteva permettersi di avere alberi improduttivi che occupavano spazio prezioso o avere un albero pieno di rami sterili. Ciò che era morto veniva subito tagliato.
2 Questo fatto comunemente conosciuto fu usato da Giovanni Battista come illustrazione. Egli voleva imprimere sulla mente degli Israeliti naturali che era stoltezza confidare nella loro relazione carnale con Abrahamo come base per ottenere il favore e la benedizione di Dio. Ecco ciò che egli disse: “Producete dunque frutto conforme al pentimento; e non presumete di dire a voi stessi: ‘Per padre abbiamo Abrahamo’. Poiché io vi dico che Iddio può suscitare figli ad Abrahamo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non produce buon frutto dev’essere tagliato e gettato nel fuoco”. (Matt. 3:8-10) In tal modo Giovanni preavvertì la nazione del tipico giorno di vendetta che sopraggiunse nel 70 d.C. Questo fu un giudizio nazionale. Soltanto un rimanente dell’Israele carnale portò buon frutto come alberi produttivi e ricevette da Dio un giudizio favorevole.
3. A che cosa fu rassomigliata la vera progenie di Abrahamo dall’apostolo Paolo?
3 Un’altra illustrazione che dimostrò agli Israeliti che non potevano confidare nei legami carnali con Abrahamo fu data dall’apostolo Paolo. Nella sua illustrazione egli adoperò uno dei principali alberi fruttiferi della Palestina, l’ulivo. Assomigliò il tronco e i rami di un ulivo coltivato alla vera progenie di Abrahamo, menzionata nel patto di Dio con questo patriarca. Com’è stato esposto nel precedente articolo, la vera progenie di Abrahamo è spirituale, non carnale. Essa è composta prima da Cristo e poi da 144.000 Israeliti spirituali, che esercitano la fede di Abrahamo.
4. Perché non è necessario essere della discendenza carnale di Abrahamo per essere sua progenie?
4 Non è necessario essere della discendenza carnale di Abrahamo per essere della sua progenie. Come dichiarò Giovanni Battista, Dio può suscitare figli ad Abrahamo dalle pietre stesse. Egli non è pertanto obbligato ad usare soltanto discendenti carnali di Abrahamo per adempiere la sua promessa a quell’uomo fedele. Ciò è indicato in Galati 3:28, 29: “Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina; poiché siete tutti uno in unione con Cristo Gesù. Inoltre, se appartenete a Cristo, siete realmente progenie d’Abrahamo, eredi riguardo a una promessa”. Conformemente a ciò, i rami del simbolico ulivo selvatico dell’illustrazione di Paolo costituiscono più dei membri della nazione giudaica.
5. Che cosa rappresenta il tronco dell’ulivo?
5 Cristo è la principale Progenie di Abrahamo, e coloro che sono uniti con lui come Israeliti spirituali ricevono la vita per mezzo di lui. Egli è dunque rappresentato dal tronco dell’ulivo che sostiene i rami. Gesù stesso fece questo paragone nell’illustrazione di una vite. “Io sono la vite, voi siete i tralci. Chi resta in unione con me, e io in unione con lui, questo porta molto frutto, perché indipendentemente da me non potete fare proprio nulla”. — Giov. 15:5.
6. Come sono i seguaci di Cristo adottati da Dio, e qual è la loro prospettiva?
6 I fedeli seguaci delle orme di Cristo che costituiscono i rami in queste due illustrazioni sono adottati da Geova Dio come suoi figli regali. Dio lo rese possibile dichiarandoli giusti mediante il sacrificio espiatorio di Cristo e generandoli col Suo spirito come figli spirituali. “Poiché tutti coloro che son condotti dallo spirito di Dio, quelli sono figli di Dio. Poiché voi non avete ricevuto uno spirito di schiavitù che provochi nuovamente timore, ma avete ricevuto uno spirito di adozione come figli, per il quale gridiamo: ‘Abba, Padre!’ Lo spirito stesso rende testimonianza col nostro spirito che noi siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi veramente di Dio, ma coeredi di Cristo, se soffriamo insieme affinché insieme siamo glorificati”. (Rom. 8:14-17) I 144.000 seguaci di Cristo che hanno questa adozione sono Israeliti spirituali, la vera progenie di Abrahamo. Hanno la prospettiva di essere glorificati alla vita immortale come creature spirituali nel regno celeste di Dio insieme con Cristo.
7. Chi è la radice dell’ulivo, e come ciò rende santi il tronco e i rami?
7 La radice del simbolico ulivo è Geova Dio, poiché la vita ai 144.000 Giudei spirituali viene da lui mediante Cristo. Come radice di questa organizzazione teocratica egli è la sua forza e il sostenitore della sua vita, come le radici di un albero funzionano da sostegno per l’albero e lo nutrono di alimenti. Poiché la radice è Geova, il quale è santo, anche il tronco e i rami sono santi. “Come figli ubbidienti, cessate di conformarvi ai desideri che aveste in passato nella vostra ignoranza, ma, secondo il santo che vi ha chiamati, diventate anche voi santi in tutta la vostra condotta, poiché sta scritto: ‘Voi dovete esser santi, perché io sono santo’”. — 1 Piet. 1:14-16.
ALCUNI RAMI FURONO TAGLIATI
8. Qual è la sorte dei rami improduttivi dell’ulivo simbolico, e perché?
8 L’organizzazione teocratica, simbolizzata dall’ulivo, è un’organizzazione santa. È completamente dedicata alla giustizia, alla lode e all’onore del nome di Geova. Se alcuni rami dovessero morire e divenire improduttivi, sarebbero tagliati, come i rami seccati e infruttiferi sono troncati da un albero fruttifero.
9, 10. (a) In che modo Geova sostenne l’Israele carnale? (b) Perché essi possono essere considerati come i rami naturali dell’ulivo?
9 Paolo dichiara nella sua illustrazione che alcuni rami furono infatti tagliati e i rami di un ulivo selvatico furono innestati al loro posto. Per comprendere ciò dobbiamo prima sapere che cosa rappresentano i rami dell’ulivo coltivato e quelli dell’ulivo selvatico. Com’è stato già dimostrato, gli Ebrei naturali ebbero una speciale relazione con Geova dal tempo della loro liberazione dall’Egitto e della stipulazione del patto della legge al monte Sinai. Fu una posizione di favore che i non-Ebrei non condivisero. Per mezzo del patto abrahamico, l’Israele carnale ricevette speciali favori e privilegi da Dio. La radice, Geova Dio, sostenne gli Israeliti.
10 Come eletta nazione di Dio fu loro concesso di provvedere i rami del simbolico ulivo e così costituire il regno dei cieli. Quindi essi si possono considerare i rami naturali dell’ulivo coltivato. Se fossero riusciti a produrre tutti i 144.000 rami, nessun Gentile sarebbe stato preso nell’Israele spirituale. La speranza per tutti i Gentili sarebbe stata così la vita terrena come sudditi del Regno.
11. Da che cosa dipendeva la posizione degli Israeliti nell’ulivo, e quando venne la loro grande opportunità di manifestare fede?
11 Si dovrebbe tener presente che la posizione degli Israeliti carnali nel simbolico ulivo dipendeva dalla loro fede e ubbidienza. La loro grande opportunità di manifestare fede giunse quando Geova presentò loro il suo diletto Figlio. Era stato detto loro di attenderlo. Centinaia di anni prima le profezie parlarono di lui e preannunciarono le cose che avrebbe fatto. Perfino la data dell’inizio del suo ministero fu prestabilita. La stessa legge mosaica lo predisse e mise in risalto la necessità del suo perfetto sacrificio espiatorio. Eppure quando egli si presentò, essi, come nazione, lo rigettarono.
12, 13. In che modo Cristo divenne per loro una pietra d’inciampo?
12 Invece di accettare il Re che Dio aveva scelto, essi lo respinsero e accettarono Cesare. Essi esclamarono: “Noi non abbiamo alcun re eccetto Cesare”. (Giov. 19:15) In tal modo Cristo divenne una pietra d’inciampo per i discendenti carnali di Abrahamo. “Ma Israele, quantunque seguisse una legge di giustizia, non si attenne alla legge. Per qual motivo? Perché non la seguì per fede, ma come per opere. Essi inciamparono contro la ‘pietra d’inciampo’; come è scritto: ‘Ecco! io pongo in Sion una pietra d’inciampo e un masso di roccia d’offesa, ma chi ripone la sua fede in essa non sarà deluso’”. — Rom. 9:31-33.
13 La nazione inciampò in lui per incredulità. Malgrado tutte le profezie che egli adempì e malgrado tutte le meraviglie che egli fece dinanzi ai loro occhi e la sapienza che manifestò, gli Ebrei rifiutarono di esercitare fede. Furono sordi e ciechi, come aveva detto Geremia: “Ascoltate ora questo, o popolo stolto e senza intendimento, che ha occhi e non vede, che ha orecchi e non ode”. — Ger. 5:21, SA.
14. (a) Quale danno arrecò loro la mancanza di fede? (b) Chi furono coloro che, come rami buoni, vennero lasciati sull’albero?
14 La loro mancanza di fede fece perdere loro il privilegio di formare l’ulivo spirituale e di ricevere le benedizioni della vita immortale nei cieli come re e sacerdoti. Perdettero l’opportunità di divenire testimoni del Re e del regno di Geova. Avevano dimostrato d’essere come rami seccati, infruttuosi, che si tagliano e si gettano nel fuoco. Un rimanente degli Israeliti, tuttavia, esercitò fede. Tali fedeli non furono tagliati ma, come rami buoni, furono lasciati sull’ulivo simbolico.
L’INNESTO DELL’ULIVO SELVATICO
15. A chi si rivolse Dio per trovare da sostituire il rigettato Israele, e come fu questo predetto?
15 Dato che Geova Dio aveva stabilito che ci fossero 144.000 membri nel Regno, dove si sarebbero trovati sufficienti figli di Abrahamo per completare questo numero, dal momento che i discendenti carnali di Abrahamo si erano dimostrati, per la maggior parte, immeritevoli per mancanza di fede? L’unica risposta è: Fra le nazioni non-giudaiche. Esse avrebbero dovuto completare il numero sebbene Abrahamo non fosse il loro progenitore carnale. Riguardo a ciò l’apostolo Paolo dice: “Tuttavia io domando: Israele non mancò forse di conoscere? Mosè per primo dice: ‘Io vi inciterò a gelosia mediante quella che non è nazione; vi inciterò a violenta ira mediante una nazione senza intendimento’. Ma Isaia si fa ardito e dice: ‘Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano; mi sono manifestato a quelli che non domandavano di me’. Ma in quanto ad Israele egli dice: ‘Tutto il giorno ho teso le mani verso un popolo che è disubbidiente e contrastante’”. — Rom. 10:19-21; 9:25, 26.
16. Quale fu il risultato dello speciale favore mostrato ad Israele dal 29 al 36 d.C.?
16 Dal 29 al 36 d.C. alla nazione d’Israele esclusivamente fu esteso l’invito ad unirsi con Cristo come figli spirituali. Cristo e i suoi apostoli predicarono soltanto alla casa d’Israele, dando ad essa la prima opportunità. Alla fine di quei sette anni solo un piccolo rimanente della nazione aveva risposto all’invito. Dio quindi si rivolse ai Gentili per trarre da essi un popolo per il suo nome. La nazione israelita perdette quel privilegio speciale. — Atti 15:14
17, 18. Quale guadagno ebbero i Gentili dall’incredulità d’Israele, e perché i Gentili non dovrebbero gloriarsi?
17 Si manifestarono fra i Gentili uomini di fede, come Cornelio, un ufficiale dell’esercito romano. Essi udirono la buona notizia intorno al Re e al regno di Geova e ne gioirono. Per la loro fede, questi non-Ebrei furono adottati come figli del più grande Abrahamo, Geova Dio. Divennero eredi della promessa data ad Abrahamo. Ricevettero ciò che i discendenti carnali del patriarca perdettero a causa d’incredulità. Tale incredulità fu un guadagno per i Gentili. Ciò significa che furono innestati nel simbolico ulivo come rami di un ulivo selvatico. Questo è descritto per noi nell’undicesimo capitolo di Romani: “Tuttavia, se alcuni dei rami furono troncati ma tu, sebbene fossi un ulivo selvatico, fosti innestato fra di essi e divenisti partecipe della radice e della grassezza dell’ulivo, non ti gloriare contro i rami. . . . Tu dirai dunque: ‘Furono troncati dei rami affinché fossi innestato io’. Bene! Per la loro mancanza di fede furono troncati, ma tu sussisti per la fede. Cessa di avere alte idee, ma temi. Poiché se Dio non risparmiò i rami naturali, non risparmierà neanche te. Vedi dunque la benignità e la severità di Dio. Verso quelli che caddero vi è severità, ma verso te c’è la benignità di Dio, purché tu rimanga nella sua benignità; altrimenti, anche tu sarai reciso”. — Rom. 11:17-22.
18 I Gentili innestati dovevano mantenere la loro fedeltà per poter rimanere nel simbolico ulivo. Altrimenti essi sarebbero stati troncati come lo era stato l’Israele naturale. Per questa ragione l’apostolo dice che non avevano alcun motivo di gloriarsi per i rami naturali che furono tagliati. Anch’essi potevano essere staccati dal tronco. Quindi dovevano sempre apprezzare l’immeritata benignità che Dio aveva dimostrato loro.
19, 20. Quale fu la prova che Pietro fu adoperato da Dio per dischiudere all’intendimento dei Gentili i propositi divini e per aprir loro la via per divenire Israeliti spirituali?
19 Quando Pietro adoperò la seconda delle chiavi del Regno per dischiudere all’intendimento dei Gentili i propositi di Dio e la classe del regno celeste, egli fu sotto la guida dello spirito di Dio. La prova che Dio estendeva veramente il suo favore ai non-giudei per mezzo di lui fu manifesta nel fatto che Cornelio e la sua famiglia furono generati dallo spirito santo mentre Pietro predicava loro. Geova diede evidenza visibile che questi Gentili erano stati adottati da lui come figli spirituali. Questo fu meraviglioso agli occhi dei Cristiani di razza giudaica, poiché tale privilegio, fino ad allora, era stato esclusivamente per gli Ebrei. (Atti, capitolo 10) Più tardi Pietro rammentò ai Cristiani giudei che questa fu opera di Dio:
20 “Ora quando era sorta una lunga discussione, Pietro si alzò e disse loro: ‘Fratelli, voi ben sapete che fin dai primi giorni Dio fece la scelta fra voi affinché per bocca mia le persone delle nazioni udissero la parola della buona notizia e credessero; e Dio, che conosce il cuore, rese testimonianza dando loro lo spirito santo, come fece anche a noi. Ed egli non fece alcuna distinzione fra noi e loro, ma purificò i loro cuori mediante la fede’”. - Atti 15:7-9.
L’UNIONE DI DUE POPOLI
21, 22. In che modo è mostrata l’unione di due popoli dall’innesto dei rami dell’ulivo selvatico sull’olivo coltivato, e che cosa significa ciò rispetto al patto della legge?
21 Il troncamento dell’Israele naturale dall’ulivo spirituale si dimostrò una benedizione per i Gentili. Permise ai credenti fra loro di divenire coeredi con la Progenie di Abrahamo, Cristo Gesù. Questa fu un’unione di due popoli che il patto della legge, a guisa di muro, aveva per lungo tempo separati. La Legge li aveva tenuti molto lontani l’uno dall’altro. Questo muro di separazione fu tolto di mezzo quando Cristo adempì la Legge. Per mezzo suo Dio l’abolì e rese possibile l’unione dei Giudei e dei Gentili. Questo è dimostrato nella lettera di Paolo agli Efesini: “Ma ora in unione con Cristo Gesù voi che un tempo eravate lontani vi siete avvicinati mediante il sangue del Cristo. Poiché egli è la nostra pace, egli che di due parti ne ha fatto una sola e ha distrutto il muro intermedio che li separava. Per mezzo della sua carne egli ha abolito l’odio, la Legge di comandamenti fatta di decreti, affinché creasse dei due popoli in unione con sé un uomo nuovo e facesse la pace, e affinché riconciliasse pienamente entrambi i popoli in un corpo a Dio mediante il palo di tortura, perché egli aveva annullato l’odio per mezzo di se stesso. Ed egli venne e dichiarò la buona notizia della pace a voi, quelli lontani, e pace a quelli vicini, perché per mezzo di lui noi, entrambi i popoli, abbiamo accesso al Padre mediante un solo spirito”. — Efes. 2:13-18.
22 L’innesto dei rami dell’ulivo selvatico sull’albero coltivato ben illustra questa unione dei due popoli nella nuova nazione di Dio. I Gentili non sarebbero stati considerati stranieri o residenti temporanei senza alcun diritto di cittadinanza simile a quello degli Israeliti naturali. Ma nella nuova nazione essi sarebbero stati cittadini con gli stessi diritti dinanzi a Dio che avrebbe avuto il rimanente dell’Israele naturale. Paolo mise questo in risalto quando disse: “Certamente, dunque, voi non siete più estranei e residenti temporanei, ma siete concittadini dei santi e membri della casa di Dio”. — Efes. 2:19.
23. Con quale nazione Dio ha ora relazione?
23 La nuova nazione sotto un nuovo patto, con un nuovo sacerdozio, un nuovo mediatore e un nuovo sacrificio, è la nazione con la quale Dio ha relazione. È il vero Israele di Dio. Egli non ha relazione con nessun’altra nazione, compreso l’Israele carnale. Esso ha avuto l’opportunità di divenire la nazione di Dio ma l’ha rigettata. Dio quindi l’ha abbandonato come nazione. L’ha reciso come un ramo seccato e ha innestato i Gentili nel posto privilegiato che Israele avrebbe potuto avere.
24. Che cosa costituisce il governo celeste che Dio ha stabilito per governare la terra?
24 La nuova nazione, che consiste di un rimanente dell’Israele naturale insieme con i Gentili fedeli, costituisce il governo celeste che governerà questa terra. È il Regno per il quale Cristo insegnò ai suoi seguaci a pregare. I suoi 144.000 membri sono premiati di vita immortale come creature spirituali e hanno il privilegio di governare con il Re Cristo Gesù come sacerdoti e re. È scritto riguardo a Cristo: “Tu sei degno di prendere il rotolo e di aprirne i suggelli, perché fosti ucciso e col tuo sangue comprasti persone per Dio da ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed essi regneranno come re sulla terra”. — Apoc. 5:9, 10.
25. Come fu predetto questo governo celeste, e che cosa lo rappresenta?
25 Questo è l’unico governo, dopo la caduta del regno giudaico, che Dio abbia autorizzato o approvato. Molto tempo prima della scelta dei suoi membri, cominciata durante il ministero di Cristo, il profeta Daniele predisse che tale governo avrebbe distrutto tutti gli altri governi della terra e sarebbe sussistito per sempre. “E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo”. (Dan. 2:44, VR) Circa 200 anni prima del tempo di Daniele il profeta Isaia parlò di esso e disse che avrebbe portato una pace permanente. “Il suo impero sarà esteso, la pace sarà senza fine; Egli sederà sul trono di David e ne avrà il regno, per stabilirlo e renderlo potente nel diritto e nella giustizia, ora e sempre, per tutta l’eternità”. (Isa. 9:7, Ti) È un governo che sarà una vera benedizione per il genere umano. Il simbolico ulivo rappresenta questo governo teocratico, insieme con Colui che l’ha autorizzato e lo sostiene.
26. Come adempì Cristo la sua promessa ai simbolici rami dell’ulivo, e qual è la responsabilità del rimanente che si trova ancora sulla terra?
26 Fu inerente ai rami simbolici che Cristo fece la promessa di andar via e preparare un posto per loro nei cieli e quindi ritornare per portarli con sé. Ciò avvenne nel 1918 a.C., allorché egli venne al tempio spirituale di Dio. I membri della classe del Regno che erano addormentati nella morte furono risuscitati alla vita immortale nello spirito e uniti con Cristo. I rimanenti membri dei 144.000 eletti ancora viventi sulla terra sarebbero stati mutati man mano che morivano. Non avrebbero dovuto dormire nella morte, ma avrebbero ricevuto un mutamento istantaneo. (1 Cor. 15:50-53) Nel frattempo essi avrebbero avuto la responsabilità di organizzare la predicazione della buona notizia del regno di Dio in tutta la terra e di dirigere l’opera di avvertimento degli abitanti della terra riguardo all’imminente guerra di Armaghedon.
27. (a) Quali persone si associano col rimanente? (b) In che modo recano benedizioni su loro stesse?
27 Questo rimanente fu organizzato in una società del Nuovo Mondo. Moltitudini di persone sono entrate in questa società per associarsi con loro nell’incontaminata adorazione di Geova Dio. Questo è l’adempimento di Zaccaria 8:23 (VR): “Così parla l’Eterno [Geova] degli eserciti: In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste, e diranno: Noi andremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”. I “dieci uomini”, che simbolizzano tutte le persone di buona volontà, si associano col rimanente, i membri viventi sulla terra dell’Israele spirituale. Essi mostrano benignità verso coloro che sono Giudei interiormente, che hanno avuto la circoncisione del cuore. Manifestando benignità verso questi fratelli spirituali di Cristo, le moltitudini di persone dalle nazioni recano benedizioni su loro stesse da parte del più grande Abrahamo. Non solo ricevono un’accurata conoscenza della Parola e dei propositi di Dio ma ricevono anche la promessa di vita eterna sulla terra come sudditi di Cristo e dei suoi 144.000 re associati.
28. Quale differenza vi è fra il numero dei componenti dell’Israele spirituale e quello della grande moltitudine, e com’è questo mostrato in Apocalisse?
28 Questa grande moltitudine di sudditi terreni non è limitata in numero come lo sono i rami del simbolico ulivo. Dato che Dio limitò il numero dei rami a 144.000, i rami che furono innestati non furono più del numero dei rami morti che furono tagliati. Ma nessun limite fu imposto ai sudditi della nazione spirituale. Ciò è chiaramente dimostrato nel settimo capitolo di Apocalisse. Esso parla prima dei 144.000 Israeliti spirituali che sarebbero venuti dalle dodici tribù d’Israele. Questo per dimostrare che come le dodici tribù dell’Israele naturale furono figli di Abrahamo, così gli Israeliti spirituali sarebbero stati figli spirituali di Geova, il più grande Abrahamo. Dopo aver parlato dei 144.000 che formano i rami del simbolico ulivo e che sono uniti al tronco dell’ulivo, Cristo Gesù, il capitolo descrive in seguito una grande moltitudine proveniente da tutte le nazioni. (Apoc. 7:9) Essa consiste di quelli che entrano nella società del Nuovo Mondo e si associano col rimanente dell’Israele spirituale. Aiutano il rimanente a trasmettere agli altri il buon frutto.
29. Chi può ricevere benedizioni sotto il governo della santa nazione di Dio?
29 Tutti coloro che lo desiderano, compresi gli Ebrei, possono far parte di questa moltitudine e ricevere le benedizioni riservate ad essa. Esercitando fede in Cristo, la Progenie di Abrahamo, essi benedicono se stessi. Avranno pace e vita eterna sotto il giusto governo della santa nazione di Dio dell’Israele spirituale.