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SiseraAusiliario per capire la Bibbia
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Sisera e le sue ancelle attesero invano che tornasse con molto bottino. — Giud. 5:28-30.
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Sistemi di coseAusiliario per capire la Bibbia
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Sistemi di cose
La locuzione “sistema di cose” rende il senso del termine greco aiòn che ricorre oltre trenta volte nelle Scritture Greche Cristiane.
A proposito del significato di aiòn, un’opera di consultazione dice: “Come kosmos [mondo] questo [aiòn] ha un significato principale e concreto, e quindi, oltre a questo, un significato secondario ed etico. Nel suo [significato) principale, indica un tempo, breve o lungo, nella sua durata ininterrotta; ma essenzialmente un tempo come condizione in cui tutte le cose create esistono, e misura della loro esistenza;... Quindi in senso temporale, sta attualmente a indicare tutto ciò che esiste nel mondo in [determinate] condizioni di tempo;... e quindi, in senso più strettamente etico, il corso e la corrente degli affari di questo mondo”. (R. C. Trench, Synonyms of the New Testament, IX ed. ristampa del 1961, pp. 202, 203). A sostegno di quest’ultimo significato l’autore cita la definizione dello studioso tedesco C. L. W. Grimm: “la totalità di ciò che si manifesta esteriormente nel corso del tempo”.
Il significato fondamentale di aiòn è dunque “epoca’ o “periodo di esistenza”, e nelle Scritture spesso indica un lungo spazio di tempo (Atti 3:21; 15:18), come pure un periodo di tempo senza fine, cioè l’eternità. — Mar. 3:29; 11:14; Ebr. 13:8
Dove gli aspetti che caratterizzano un periodo più che il tempo stesso costituiscono il pensiero predominante in un particolare versetto, aiòn può appropriatamente essere reso “sistema di cose” o “stato”. A proposito dell’uso di aiònes (pl.) in Ebrei 1:2, J. Parkhurst include l’espressione “questo sistema di cose”. — A Greek and English Lexicon to the New Testament, p. 17.
L’opportunità di rendere aiòn “stato” o “sistema di cose” è illustrata in Galati 1:4, dove l’apostolo scrive: “Egli diede se stesso per i nostri peccati, affinché ci liberasse dal presente sistema di cose [aiòn] malvagio secondo la volontà del nostro Dio e Padre”. Molte traduzioni in questo caso rendono aiòn “secolo”, ma è evidente che il sacrificio di riscatto di Cristo non servì a liberare i cristiani da un secolo o spazio di tempo, dato che continuarono a vivere nella stessa epoca come il resto del genere umano. Ma furono liberati dallo stato o sistema di cose esistente in quel periodo di tempo, e che lo caratterizzava. — Confronta Tito 2:11-14.
Per questa ragione l’apostolo scrisse ai cristiani di Roma: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente”. (Rom. 12:2) A stabilire la moda, il tipo o modello di vita per la gente dell’epoca non era il periodo di tempo in se stesso, ma le regole, le norme, le abitudini, le usanze, le vedute, le maniere e altri aspetti che caratterizzavano quel periodo di tempo. In Efesini 2:1, 2 l’apostolo dice a proposito di coloro a cui scrive: “[Eravate] morti nei vostri falli e peccati, nei quali un tempo camminaste secondo il sistema di cose [“alla maniera”, Ge; “secondo la norma”, Con; “seguendo il corso”, RS] di questo mondo”. Nel commento a questo versetto, un’opera di consultazione indica che il tempo non è l’unico o il principale fattore qui espresso da aiòn. A sostegno della traduzione di aiòn col termine “corso”, dice: “... questo vocabolo rende le tre idee di tenore, sviluppo e durata limitata. Il corso di un mondo che è malvagio è pure malvagio, e vivere in armonia con questo significa vivere in trasgressioni e peccati”. — The Expositor’s Greek Testament, Vol. III, pp. 282, 283.
DIVERSI ‘SECOLI’, ‘STATI’ O ‘SISTEMI DI COSE
In Ebrei 1:2 si parla di Gesù come di colui mediante il quale Dio fece “i sistemi di cose [ pl. di aiòn; “ogni ordine di esistenza”, NE, ed. 1970]” Quindi sono esistiti o esisteranno diversi sistemi di cose o prevalenti stati di cose. Quelli portati all’esistenza da Dio per mezzo del Figlio suo sono ovviamente sistemi si cose giusti.
Per esempio, mediante il patto della Legge Dio introdusse quella che qualcuno potrebbe definire l’epoca ebraica o israelitica. Ma ancora una volta ciò che distingueva quel periodo di storia (per quanto riguarda i rapporti di Dio col genere umano) erano lo stato di cose e gli aspetti caratteristici prodotti dal patto della Legge. Fra quegli aspetti c’erano un sacerdozio, un sistema di sacrifici e regole dietetiche, e di adorazione presso il tabernacolo e il tempio, con feste e sabati, tutte cose che costituivano ombre e tipi profetici, e anche un sistema nazionale che ebbe poi un re umano. Nel 33 E.V. Dio in effetti inchiodò il patto della Legge al palo di tortura del Figlio suo. Quindi lo rese ufficialmente antiquato introducendo un nuovo patto con i discepoli cristiani. — Col. 2:13-17; Ebr. 8:13.
Proprio per questo Ebrei 9:26 dice che Cristo “si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso”. Nondimeno gli aspetti caratteristici di quel secolo o epoca non giunsero alla loro fine completa che nel 70 E.V., quando Gerusalemme e il suo tempio furono distrutti e il popolo ebraico venne disperso. Questo avvenimento infausto pose fine per sempre all’adorazione presso il tempio, ai sacrifici e al sacerdozio ebraico prescritti nella Legge, anche se l’ultima roccaforte giudea (Masada) fu espugnata dai romani tre anni dopo, cioè nel 73 E.V.; e pose fine anche al sistema nazionale ebraico stabilito da Dio. Per questo senza dubbio l’apostolo, parecchi anni dopo la morte di Cristo, ma prima della distruzione di Gerusalemme ad opera dei romani, si riferì a certi episodi della storia di Israele e disse: “Ora queste cose accadevano loro come esempi, e furono scritte per avvertimento a noi sui quali sono arrivati i termini dei sistemi di cose”. — I Cor. 10:11; confronta Matteo 24:3; I Pietro 4:7.
Mediante il suo sacrificio di riscatto e il nuovo patto da esso convalidato, Gesù Cristo fu impiegato da Dio per introdurre un sistema di cose diverso, che riguardava principalmente la congregazione dei cristiani unti. (Ebr. 8:7-13) Questo segnò l’inizio di una nuova epoca, caratterizzata dalle realtà prefigurate dal patto della Legge. Introdusse un ministero di riconciliazione, una più intensa attività dello spirito santo di Dio, l’adorazione per mezzo di un tempio spirituale con sacrifici spirituali (I Piet. 2:5) invece di un tempio letterale e sacrifici animali; e introdusse rivelazioni del proposito di Dio e una relazione con Dio che significava un nuovo modo di vivere per quelli inclusi nel nuovo patto. Tutti questi aspetti hanno caratterizzato il sistema di cose introdotto da Cristo.
SECOLO O SISTEMA DI COSE INGIUSTO
Quando Paolo scrivendo a Timoteo menzionò quelli che erano “ricchi nel presente sistema di cose”, senza dubbio non intendeva l’epoca o il sistema di cose ebraico poiché nel suo ministero Timoteo aveva a che fare non solo con cristiani ebrei ma anche con molti cristiani gentili, e la ricchezza di alcuni di quei cristiani gentili probabilmente non aveva nulla a che fare col sistema di cose ebraico. (I Tim. 6:17) Similmente nel dire che Dema l’aveva abbandonato “perché [aveva] amato il presente sistema di cose”, Paolo non voleva certo dire che Dema avesse amato il sistema di cose ebraico, ma piuttosto che amava il prevalente stato di cose del mondo in generale e il modo di vivere mondano. — II Tim. 4:10; confronta Matteo 13:22.
Il sistema di cose o aiòn mondiale esisteva anche prima dell’introduzione del patto della Legge, e continuò a esistere contemporaneamente all’aiòn di quel patto, e anche dopo la fine dell’aiòn o stato di cose introdotto da quel patto. L’aiòn mondiale ebbe evidentemente inizio qualche tempo dopo il Diluvio, quando si affermò un modo di vivere ingiusto, caratterizzato dal peccato e dalla ribellione a Dio e alla sua volontà. Perciò Paolo poté parlare di un “iddio di questo sistema di cose” che aveva accecato la mente degli increduli, riferendosi evidentemente a Satana il Diavolo. (II Cor. 4:4; confronta Giovanni 12:31). Il dominio e l’influenza di Satana sono infatti in larga misura ciò che ha modellato l’aiòn mondiale e sono responsabili delle caratteristiche e dello spirito che lo distinguono. (Confronta Efesini 2:1, 2). Un commento su Romani 12:2 dice: “Anche l’apparente o superficiale conformarsi a un sistema dominato da uno spirito del genere, e tanto più l’adottarne effettivamente i modi, sarebbe fatale alla vita cristiana”. (The Expositor’s Greek Testament, Vol. II, p. 688) Tale aiòn mondiale sarebbe continuato ancora per molto tempo dopo i giorni degli apostoli.
Per esempio, in Matteo 13:37-43, spiegando la parabola del seminatore, Gesù disse che “il campo è il mondo [kòsmos]; . . . La mietitura è il termine di un sistema di cose [aiòn] . . . come le zizzanie sono raccolte e bruciate col fuoco, così avverrà al termine del sistema di cose”. Alcune traduzioni italiane, come quella della CEI, usano “mondo” per tradurre sia kòsmos che aiòn in questi versetti. È chiaro però che l’agricoltore dell’illustrazione non dà fuoco al “campo”, che rappresenta il “mondo”, ma solo alle zizzanie. Quindi ciò che ha fine o ‘termina’ non è il “mondo [kòsmos]” ma il “sistema di cose” (aiòn). La Versione Riveduta (1925) traduce questi brani come segue: “Il campo è il mondo, . . . la mietitura è la fine dell’età presente;... così avverrà alla fine dell’età presente”. E nella nota in calce spiega: “Letteralmente: il compimento dell’evo; vale a dire, nel linguaggio del tempo: la fine dell’economia presente”.
Gesù spiegò che il grano rappresentava i veri cristiani unti, i discepoli leali, mentre le zizzanie rappresentavano cristiani finti. Quindi il termine del sistema di cose, qui raffigurato dalla mietitura, non poteva in questo caso riferirsi al termine del sistema di cose ebraico, né al termine dell’“età” o “economia” in cui il “grano” e le “zizzanie” erano cresciuti insieme indisturbati, ma si deve riferire alla fine dello stesso sistema di cose menzionato più tardi dall’apostolo, cioè il “presente sistema di cose” caratterizzato dalla dominazione satanica. (I Tim. 6:17) Lo stesso dicasi dell’altra illustrazione di Gesù relativa alla rete e alla separazione del pesce, che descrive come “sarà al termine del sistema di cose: gli angeli usciranno e separeranno i malvagi dai giusti”. (Matt. 13:47-50) I discepoli senza dubbio avevano bene in mente queste espressioni di Gesù quando qualche tempo dopo chiesero ‘quale sarebbe stato il segno della sua presenza e del termine del sistema di cose’. (Matt. 24:3) La promessa di Gesù di essere con loro nell’opera di fare discepoli fino al termine del sistema di cose doveva pure riferirsi al termine dello stato di cose risultante dalla dominazione satanica. — Matt. 28:19, 20.
IL SISTEMA DI COSE AVVENIRE
In Matteo 12:32 sono riportate le parole di Gesù secondo le quali chiunque parli contro lo spirito santo non sarà perdonato “né in questo sistema di cose né in quello avvenire”. Questo potrebbe essere inteso come un riferimento al sistema di cose ebraico e al sistema di cose allora futuro introdotto da Cristo mediante il nuovo patto. Ma è evidente piuttosto che si riferiva al presente sistema di cose malvagio e a un sistema di cose che sarebbe stato introdotto al termine di questo sistema di cose malvagio. Si riferiva a questo stesso stato futuro nel promettere che chi avesse lasciato casa e famiglia per amore del regno di Dio avrebbe ottenuto “molte volte tanto in questo periodo di tempo [kairòs, che significa “tempo fissato”], e nei sistema di cose [aiòn] avvenire la vita eterna”. (Luca 18:29, 30) Quel sistema di cose avvenire avrebbe inoltre contrassegnato il periodo di tempo in cui alcuni avrebbero avuto una risurrezione che avrebbe offerto l’opportunità di essere annoverati fra i figli di Dio. (Luca 20:34, 35) Il plurale (aiònes) viene usato in Efesini 2:7 a proposito dei “sistemi di cose avvenire” nei quali i cristiani unti avrebbero avuto una straordinaria dimostrazione dell’immeritata benignità di Dio verso di loro “unitamente a Cristo Gesù”. (Confronta Efesini 1:18-23; Ebrei 6:4, 5). Questo indica che ci saranno stati o sistemi di cose entro il globale “sistema di cose avvenire”, proprio come il sistema di cose sotto il patto della Legge includeva, come è già stato spiegato, sistemi correlati, contemporanei.
DIO ‘PONE IN ORDINE’ GLI AIÒNES
Geova Dio, nel determinare in che maniera avrebbe eliminato la ribellione e provveduto agli esseri umani meritevoli il modo di riconciliarsi con lui stesso, poteva dunque ‘annunciare dal principio il termine, e da molto tempo fa le cose che non sono state fatte’, come fece nei suoi successivi rapporti con Israele. (Isa. 46:10, 11) Grazie alla sua preconoscenza, Geova poteva ‘porre in ordine mediante la sua parola i sistemi di cose’, come afferma Ebrei 11:3.
Molti commentatori applicano le parole di Ebrei 11:3 unicamente o principalmente alla creazione dell’universo visibile. Ma nelle parole precedenti lo scrittore ispirato considera come, per fede, “ebbero testimonianza gli uomini dei tempi antichi” (v. 2), e nelle parole successive lo scrittore prosegue sullo stesso tema. Perciò, anche se le parole del terzo versetto potrebbero essere una proposizione parentetica, sembra più probabile che costituiscano invece un pensiero omogeneo, cioè che facciano parte dello stesso tema o punto particolare trattato. Lo scrittore ispirato fa esempi di uomini fedeli di tempi anteriori al Diluvio, dell’epoca dei patriarchi, e del periodo in cui Israele era in una relazione di patto con Dio. Durante tutti quei diversi periodi, e mediante gli sviluppi da Lui voluti e ciò che Egli dispose e compì nel corso di essi, Dio attuava il suo proposito per giungere alla sua grandiosa e finale realizzazione. I successivi “sistemi di cose” così prodotti non furono il risultato di circostanze o forze puramente naturali, più di quanto le profezie di avvenimenti o stati di cose avvenire abbiano avuto origine “da privata interpretazione”. (II Piet. 1:20, 21) Perciò quegli uomini dell’antichità dovettero avere, ed ebbero, fede che l’invisibile Iddio stava indubbiamente dirigendo le cose in modo ordinato, era l’invisibile produttore dei vari sistemi di cose, e che la meta a cui aspiravano, “l’adempimento della promessa” (Ebr. 11:39), sarebbe stata assolutamente sicura al tempo stabilito da Dio.
Lo scrittore ispirato spiega tuttavia che, prima che quegli “uomini dei tempi antichi” potessero vedere la piena realizzazione della loro speranza, il sistema di cose prodotto dal nuovo patto doveva fare il suo corso e adempiersi. (Confronta Ebrei 11:39, 40; 12:1, 18-28). Eppure a motivo della loro fede quegli uomini, guidati dalla Parola di Dio, attesero gli sviluppi del proposito di Dio, ne previdero molti e persino furono testimoni dell’introduzione di alcuni “sistemi di cose” predetti da Dio. (Confronta Ebrei 11:13-16, 22, 24-27; Giovanni 8:56; I Pietro 1:10-12). L’invisibile direttiva di Dio nella formazione di tali “sistemi di cose” non poteva essere ‘vista’ o compresa da uomini privi di fede. — Confronta I Corinti 2:14.
NELLE SCRITTURE EBRAICHE
Il termine ebraico hhèledh ha significato analogo a quello di aiòn, e in alcuni versetti si riferisce alla “durata” (Giob. 11:17; Sal. 39:5; 89:47) della propria vita, mentre in altri casi sembra che la cosa più importante siano gli aspetti di un determinato periodo di tempo, consentendo la traduzione “sistema di cose”. (Sal. 17:3, 14; 49:1) In questi ultimi versetti alcune versioni usano il vocabolo “mondo” per tradurre questo termine, ma questa traduzione non tiene conto del significato implicito, cioè di tempo continuo.
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