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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1974 | 1° marzo
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o nella relazione spirituale. (Si paragonino 1 Tessalonicesi 2:3; 1 Corinti 7:14; 2 Corinti 6:17). E, a differenza di a·selʹgei·a, l’applicazione di questo termine non dipende dal motivo o dall’attitudine di chi è colpevole dell’impurità. “Impurità” ammette inoltre moltissimi gradi di serietà o gravità. Come un abito può avere una piccola macchia o essere sporco del tutto, così anche l’“impurità” di una persona può essere di minore entità o grave. Questo termine è basilarmente distintivo in quanto dà risalto alla natura moralmente ripugnante della condotta o condizione errata.
“Fornicazione” (por·neiʹa), d’altra parte, è più limitato, in quanto descrive atti gravemente immorali di natura strettamente sessuale. Mentre por·neiʹa, naturalmente, è tutta impura, questo particolare termine greco dà risalto alla natura illecita e lasciva della condotta, come quella che si potrebbe trovare in una casa di prostituzione, benché non commessa necessariamente in tale luogo.
“Condotta dissoluta” (a·selʹgei·a) è come “impurità” in quanto non si limita all’immoralità sessuale, ma ne differisce in quanto pone l’accento sulla sfrenatezza e sulla sfacciata insolenza della condotta. Vediamo, dunque, che — sebbene questi termini si riferiscano tutti alla condotta errata e a volte corrispondano — ciascuna parola ha la sua propria caratteristica sfumatura, forza o enfasi.
Additando ciò, A New Testament Wordbook di Barclay cita Lightfoot, studioso della Bibbia e della lingua greca, il quale avrebbe detto che “un uomo può essere ‘impuro’ (akathartos, forma aggettivale di [a·ka·thar·siʹa]) e nascondere il suo peccato, ma l’uomo che è aselgēs (l’aggettivo [di a·selʹgei·a]) offende la pubblica decenza. Qui è l’essenza stessa di aselgeia; l’uomo nel cui animo dimora aselgeia . . . non si cura di ciò che dice o pensa la gente finché egli può soddisfare il suo cattivo desiderio. . . . La maggioranza degli uomini ha ancora abbastanza pudore da cercar di nascondere il proprio peccato, ma l’aselgēs l’ha superato da molto tempo”.
Illustriamolo in modo pratico: Una coppia di fidanzati cristiani potrebbe, in qualche occasione in cui si mostrano affetto, andare involontariamente oltre ciò che è puro e decente. Benché non commettano ciò che la Bibbia chiama por·neiʹa (grave immoralità sessuale), la coppia di fidanzati potrebbe ciò nondimeno rendersi colpevole di una certa “impurità”, come con abbracci molto appassionati, o facendo scivolare le mani in parti intime del corpo. Può darsi che se ne vergognino e risolvano di non farlo più. Si sono resi colpevoli di “condotta dissoluta” (a·selʹgei·a)?
Non nel pieno senso biblico della parola, poiché non si facevano deliberatamente e sprezzantemente beffe delle giuste norme. Certo, se praticassero volontariamente tale impura condotta, mostrerebbero incurante mancanza di riguardo per ciò che è puro, la sfacciata mancanza di rispetto descritta da a·selʹgei·a. Così, anche il giovane che, pur non avendo nessuna seria intenzione di sposarsi, amoreggia e si abbandona egoisticamente a ‘intime effusioni amorose’ con una ragazza — o forse con una ragazza dopo l’altra — manifesta la sfrenata avidità definita dalle Scritture “condotta dissoluta”. Non si cura del danno o del male che causa. La stessa cosa potrebbe dirsi della ragazza che intraprendesse una condotta simile.
Coloro che hanno la responsabilità di sorvegliare spiritualmente la congregazione cristiana, perciò, fanno bene a distinguere fra questi termini scritturali. La decisione dei cristiani anziani sul modo di agire nei casi di trasgressione può essere condizionata da tale intendimento. Esso li può aiutare ad afferrare più chiaramente il comparativo grado di gravità delle azioni commesse. È pure mostrato che è di grande importanza il bisogno di usare sano giudizio, di soppesare le circostanze, le situazioni e le attitudini.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1974 | 1° marzo
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Domande dai lettori
● Qual è l’atteggiamento dei testimoni di Geova verso il servizio come giurati? — U.S.A.
I testimoni di Geova riconoscono che ciò che fanno le persone in quanto a prestare servizio come giurati è una questione personale, regolata dai dettami della coscienza.
Per quanto riguarda loro personalmente, i testimoni di Geova non ritengono in genere di dover giudicare altri. Quando ebbe l’occasione di risolvere una disputa legale, il loro Modello, il Signore Gesù Cristo, la respinse, dicendo: “Chi mi ha costituito giudice o ripartitore su di voi?” (Luca 12:14) L’apostolo Paolo fece domande simili nella sua lettera ai Corinti: “Spetta forse a me fare giudizio di quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro [la congregazione cristiana], mentre Dio giudica quelli di fuori?” — 1 Cor. 5:12, 13.
Inoltre, molti che prestano servizio come giurati non vogliono farsi guidare dalle leggi della Parola di Dio nel pervenire al verdetto. Alcuni giurati hanno consultato oroscopi, ceduto a pregiudizi personali o si sono piegati
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