Pascete le pecore con abilità
“Ed egli cominciò a pascerli secondo l’integrità del suo cuore, e con l’abilità delle sue mani cominciò a guidarli”. — Sal. 78:72.
FORSE il lettore non sarà un ecclesiastico, ma non avete mai pensato alle responsabilità che ricadono, non solo sugli ecclesiastici, ma su ogni vero ministro di Dio? Fino a che punto la sua fede in Dio può essere forte o debole? Un ministro di nome Paolo lo stabilì chiaramente dicendo: “Senza fede è impossibile ottenere il suo beneplacito, poiché chi si avvicina a Dio deve credere che egli è, e che è il rimuneratore di quelli che sinceramente lo cercano”. (Ebr. 11:6) Oggi ci si può chiedere, quanti ecclesiastici hanno esplicita fede in Geova Dio e nella sua Parola scritta e si basano su di essa, e quanti di loro cercano veramente di ottenere il suo beneplacito? Quanti ministri assumono pienamente la responsabilità di compiere la volontà divina?
2 In un articolo di una rivista di New Yorka, dal titolo: “Studenti alla ricerca della fede” lo scrittore, Stanley J. Rowland, iunior, dice che coloro che frequentano i “seminari d’oggi sono, in generale, scettici ma sperano di trovare la fede nell’esperienza e uno scopo nel servizio”. Parlando dei giovani che vi vengono addestrati, egli dice: “Essi sono — in modo paradossale — piuttosto scettici riguardo alla chiamata di Dio e alla forza delle proprie convinzioni cristiane. Esaminano acutamente i basilari valori dell’esistenza. Desiderano interessarsi profondamente della vita”. Dobbiamo credere che questi giovani che sono scettici riguardo alla chiamata di Dio e non sono troppo sicuri della propria fede, debbano essere ministri per i cristiani della presente generazione? Lo scrittore continua citando le parole del presidente del Seminario dell’Unione Teologica di New York, Henry P. Van Dusen, che disse: “Non possono essere compresi. Molti di loro sembrano infelici, e mi domando se sappiano veramente che cosa significhi essere felici. Essi compiono una ricerca religiosa, atteggiamento eccezionale vent’anni fa, ma prevalente negli studenti d’oggi”.
3 Quale contrasto presenta la loro mancanza di fede di fronte alla guida dei ministri cristiani, Cristo Gesù! La sua fede e devozione al Padre e il suo desiderio di fare la volontà divina furono incontestabili, e questo è messo chiaramente in risalto nei quattro racconti della sua vita. Gesù Cristo fu veramente un ministro di Dio, pronto ad assumerne la responsabilità. Ebbe grande fede, ed insegnò ai suoi seguaci che ebbero la stessa fede ad essere ministri come lui. Quei discepoli di Gesù non cercavano di “trovare la fede nell’esperienza”; non erano infelici, ma avevano la fede e la gioia del loro Signore. Erano ministri felici, convinti che Dio è “il rimuneratore di quelli che sinceramente lo cercano”, e non erano proprio il genere di persone da essere ancora “alla ricerca della fede”. Essi avevano fede in Geova Dio, nel Suo Figlio Gesù Cristo e nella Parola di Dio. Chiunque oggi studi per essere ministro deve aver fede, altrimenti, come ministro cristiano, sarà un completo fallimento.
4 L’apostolo Paolo, che credeva fermamente nell’unico Dio, Geova, ed era un instancabile predicatore della Parola di Dio, ammonì la congregazione della Galazia: “Chiunque viene oralmente ammaestrato nella parola condivida tutte le cose buone con colui che dà tale orale ammaestramento”. (Gal. 6:6) Perciò chiunque ha ascoltato e crede dovrebbe sostenere il proprio insegnante ed insegnare egli stesso. Non solo quegli individui che decidono di andare in seminario o di essere addestrati in una scuola teologica sono ministri del vangelo, ma il ministero comprende una vasta classe di persone. Comprende chiunque crede, ha fede ed è ammaestrato oralmente riguardo alla Parola di Dio, poiché deve condividere le buone cose che ha apprese con gli altri uomini che incontra. Paolo fu deciso nel dire:” ‘Chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato’. Però, come invocheranno colui nel quale non hanno riposto fede? E come riporranno fede in colui del quale non hanno udito? E come udranno senza qualcuno che predichi?” (Rom. 10:13, 14) Il mondo ha bisogno di ministri che abbiano fede, non di ministri che cerchino la fede.
5 La Bibbia, la Parola di Dio, indica chiaramente che chiunque si professi cristiano deve predicare la buona notizia riguardante Dio e il suo regno di giustizia. Ma parlando agli anziani della congregazione dei credenti, Pietro mostrò che questi hanno una maggiore responsabilità in qualità di sorveglianti o pastori del gregge di Dio. Benché tutti coloro che si sono dedicati al servizio di Dio siano ministri, fra questo gruppo di fedeli cristiani vengono scelti alcuni uomini per dirigere le attività dell’intera congregazione. Pertanto Pietro disse: “Agli anziani che sono fra voi, do questa esortazione . . .: Pascete il gregge di Dio che vi è affidato”. — 1 Piet. 5:1-4.
L’IMPORTANTE OPERA DI PASTORI SPIRITUALI
6 I fidati pastori del gregge possono essere scelti solo fra coloro che sono già ministri, individui interamente devoti a Geova Dio e desiderosi d’aiutare i propri fratelli nella congregazione. Questa certamente è la giusta specie di lavoro per ogni maturo cristiano. Di coloro che hanno già fede e sono attivi al servizio di Dio, Paolo disse: “Se un uomo cerca di ottenere l’incarico di sorvegliante, egli desidera una giusta specie di lavoro”. (1 Tim. 3:1) Certamente quelli che sono anziani nella verità dovrebbero desiderare questo lavoro, per aiutare a pascere le pecore nell’ovile di Dio. Questa è una responsabilità che possono assumere solo coloro che hanno fede, che amano veramente Dio, che conoscono e compiono già la volontà di Dio. Non è lavoro per un novizio, un principiante, per uno che è nuovo all’opera cristiana.
7 Prima di tutto, il sorvegliante deve studiare la Parola di Dio, credere in essa, e comportarsi secondo il suo insegnamento. Deve serbare la fede, essere desto a ciò che Paolo disse a Timoteo: “Comunque, l’espressione ispirata dice definitamente che in successivi periodi di tempo alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate e a insegnamenti di demoni, per mezzo dell’ipocrisia di uomini che dicono menzogne, . . . i quali proibiscono il matrimonio, comandano di astenersi da cibi che Dio ha creati perché sian presi con rendimento di grazie . . . Dando questi consigli ai fratelli tu sarai un vero ministro di Cristo Gesù, nutrito delle parole della fede e del buon insegnamento che hai seguito attentamente”. (1 Tim. 4:1-3, 6) Per dare buoni consigli un sorvegliante deve essere “nutrito delle parole della fede” e seguire attentamente il “buon insegnamento”. Così potrà pascere il gregge di Dio con abilità. “Chi presiede [prende la direttiva], lo faccia con vera diligenza; chi mostra misericordia, lo faccia con vera allegrezza”. (Rom. 12:8, nota in calce) Essendo scelto a presiedere la congregazione, il sorvegliante deve ‘prendere la direttiva’. Deve seguire queste istruzioni: “Aborrite ciò che è malvagio, attenetevi a ciò che è buono. Quanto all’amor fraterno abbiate tenero affetto gli uni per gli altri. Quanto al mostrar onore gli uni verso gli altri prendete l’iniziativa. Non vi attardate nel vostro lavoro. Siate ardenti nello spirito. Siate schiavi di Geova. Rallegratevi nella speranza avvenire. Sopportate la tribolazione. Perseverate nella preghiera. Condividete coi santi secondo i loro bisogni. Praticate l’ospitalità. Continuate a benedire quelli che perseguitano; benedite e non maledite. Rallegratevi con chi si rallegra; piangete con chi piange. Considerate gli altri come voi stessi; non occupatevi di cose eccelse, ma lasciatevi attirare da quelle umili. Non divenite prudenti ai vostri propri occhi. Non rendete ad alcuno male per male. Provvedete ciò che è giusto dinanzi a tutti gli uomini. Se è possibile, per quanto dipende da voi, siate in pace con tutti gli uomini”. (Rom. 12:9-18) Per essere buoni ministri secondo questa descrizione si deve già aver fede in Dio, non essere “alla ricerca della fede”.
8 Prendendo tale direttiva i pastori della congregazione danno un eccellente esempio che tutti i cristiani devono seguire. Inoltre le Sacre Scritture non sono state scritte solo per i sorveglianti, ma per tutta la congregazione, compresi i sorveglianti. La volontà divina è che le pecore, dopo esser state radunate, divengano come il buon pastore. Al tempo di Paolo Dio dispose che pastori avessero cura delle pecore, e allo stesso modo oggi i pastori ne danno l’esempio. È una cosa importante pascere le pecore. È giunto il tempo di separare le persone di tutte le nazioni, e questa separazione avviene mediante la predicazione della buona notizia del regno di Geova, compiuta non solo dai sorveglianti, ma da tutti i ministri cristiani della congregazione.
9 La posizione di sorvegliante, tuttavia, pone una responsabilità molto maggiore su colui che è pastore delle pecore. Ma un sorvegliante deve sempre aver in mente che Geova è il Grande Pastore, non egli stesso. Davide disse: “Geova è il mio Pastore”. (Sal. 23:1) Geova è quindi il principale responsabile del radunamento e della cura delle pecore, ma egli si serve di uomini che compiono l’opera di pastori. Dopo il 1919 vediamo radunato non solo il rimanente dell’unto “piccolo gregge”, ma anche una gran folla di “altre pecore”, specialmente dal 1935. (Luca 12:32; Giov. 10:16) Gli ultimi membri o rimanente del piccolo gregge furono dispersi durante i burrascosi ed oscuri giorni della prima guerra mondiale, ma ora molti del rimanente, essendo stati radunati, prendono parte all’opera di pastori. Tutti, come ministri di Dio, sono andati a portare la buona notizia del Regno, l’hanno predicata ed hanno compiuto la volontà divina negli ultimi quarant’anni. Sono andati in cerca delle pecore, le hanno raccolte e cibate dando loro il necessario cibo spirituale.
10 In altre parole, vi doveva essere un grande radunamento. Tuttavia Geova ha ora costituito tutte queste pecore, il piccolo gregge e le altre pecore, in un unico gruppo o gregge perché cooperino dovendo tutti ereditare la vita nel nuovo mondo di giustizia. Geova ha fedelmente fatto tutto quello che aveva promesso per il suo popolo, ma vi sono certe cose che i cristiani devono fare per proprio conto, e specialmente i sorveglianti, che devono essere fedeli pastori del gregge o congregazione. Cristo Gesù è il più grande Davide, e mentre era sulla terra egli assunse la responsabilità di pastore e diede il giusto esempio agli altri sorveglianti. Il Salmo 78:70-72 si riferisce a Gesù dicendo: “[Geova] scelse Davide suo servitore . . . Lo chiamò ad esser pastore di Giacobbe suo popolo, di Israele suo possesso. Ed egli cominciò a pascerli secondo l’integrità del suo cuore, e con l’abilità delle sue mani cominciò a guidarli”. Cristo Gesù fu similmente un abile pastore. Il Padre suo gli disse: “Tu hai amato la giustizia e hai odiato l’illegalità”. — Ebr. 1:9.
COME ACQUISTARE ABILITÀ
11 Abilità significa capacità che deriva dalla conoscenza e dalla pratica; attitudine. Gesù, il Giusto Pastore, aveva conoscenza della Parola di Dio. Metteva in pratica gli insegnamenti della Parola di Dio. Li applicava alla sua stessa vita, mostrando così sapienza e intendimento. Riconosceva Geova Dio come Grande Pastore e dirigeva le menti degli uomini verso Geova, il Padre suo, non verso di sé, e venne scelto da Dio per essere la giusta specie di pastore. Oggi gli assistenti pastori devono essere come Gesù e non cercare di attirare a sé il gregge. Con cuore integro devono pascere abilmente il gregge di Dio. Com’è necessario dunque che i sorveglianti abbiano conoscenza e con sapienza mettano in pratica tale conoscenza! Il pastore non è un sorvegliante timido, goffo e negligente, ma si serve con abilità della Parola di Dio per curare le altre pecore. Quando il Giusto Pastore, Gesù Cristo, mediante lo spirito santo diede agli apostoli l’incarico di compiere l’opera di pastori, tale incarico fu affidato loro perché sapevano come usare la Parola di Dio per insegnare, per rimproverare, per metter le cose a posto, per disciplinare nella giustizia’, e compirono questo lavoro con abilità. (2 Tim. 3:16) Tutti gli assistenti pastori devono servirsi della Parola di Dio allo stesso modo. Anche i sorveglianti d’oggi nella società del Nuovo Mondo sono pastori e devono condurre le pecore di Dio con mani abili e guidarle come fece Davide con i figli d’Israele e come fece Cristo con i suoi discepoli.
12 Il premio per la fedele opera di pastore non è soltanto di salvare se stessi ma di salvare anche gli altri, le altre pecore. Ricordate che siamo tutti pecore, sia che siamo sorveglianti o no. Siamo tutti pecore sotto il Grande Pastore, Geova, e il Giusto Pastore che egli ha scelto, Gesù Cristo. Gesù stesso disse: “Io sono il giusto pastore; il giusto pastore cede la sua anima a favore delle pecore”. (Giov. 10:11) E ancora: “Io sono il giusto pastore, e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. (Giov. 10:14) Non vi è ragione dunque perché una delle pecore, scelta come pastore, s’insuperbisca e diventi trascurata nel maneggiare la Parola di Dio. Pietro, che era una pecora e un apostolo di Gesù Cristo, sapeva qual era la sua responsabilità di assistente pastore quando ricevette tale incarico mediante lo spirito santo. Quindi Pietro disse agli altri: “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, non per forza, ma volontariamente, né per amore di disonesto guadagno, ma con premura, né come signoreggiando sopra quelli che sono l’eredità di Dio, ma essendo esempi per il gregge. E quando sarà stato manifestato il principale pastore, voi riceverete l’inalterabile corona di gloria”. — 1 Piet. 5:2-4.
13 Nella società del Nuovo Mondo tutti i sorveglianti, servitori delle filiali della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, servitori di distretto, di circoscrizione, di congregazione e servitori di ministero, dovrebbero rendersi conto del grave compito affidato loro come assistenti pastori, sorveglianti, dalla Parola di Geova. Al tempo della loro dedicazione i sorveglianti accettarono di fare la volontà divina, ed ora come sorveglianti devono riconoscere che uno dei comandi dati loro nella Parola di Dio è: “Pascete il gregge di Dio che vi è affidato”. Sorveglianti, come lo adempite? Per forza? Sentendovi oppressi per aver ricevuto tale incarico? Desiderate essere liberi da tale responsabilità? Pietro dice gentilmente a tutti: ‘Fatelo volontariamente’.
14 È possibile che vi siano alcuni che lo fanno per amore di disonesto guadagno? Per l’importanza che si ha nella congregazione? Forse per orgoglio personale? O per l’influenza che si esercita sul gregge di Dio? Pietro avverte: ‘Fatelo con premura’, con gioia, abbiate vero amore per tutti nella congregazione, riconoscendo che tutte le pecore appartengono a Geova Dio e che la congregazione di cui fate parte è veramente il gregge di Dio.
15 Fatevi l’esame di coscienza. Come sorveglianti state “signoreggiando sopra quelli che sono l’eredità di Dio”? Opprimete le pecore? Siete un sorvegliante superiore a cui non si può rivolgere la parola? Sempre troppo occupato? Possa questo non accadere mai, perché non sarebbe un buon esempio. Pietro disse amorevolmente: ‘Divenite esempi per il gregge’. In che modo? Avendo fede, virtù, conoscenza, padronanza di sé, perseveranza, santa devozione, affetto fraterno e amore. “Poiché se queste cose esistono e abbondano in voi, vi impediranno di essere inattivi e infruttuosi riguardo all’accurata conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo”. (2 Piet. 1:5-8) L’accurata conoscenza e la giusta condotta di vita sono necessarie ad ogni sorvegliante.
16 Vi rendete pienamente conto che, avendo ricevuto l’incarico di sorvegliante, siete pastori che dovete badare alle pecore di Dio che vi sono state affidate? La nota in calce della Traduzione del Nuovo Mondo su 1 Pietro 5:3 mette in risalto questo fatto, dicendo: “Né come signoreggiando sopra quelli che vi sono affidati”. Tutte le pecore della grande organizzazione visibile di Dio sono pecore di Dio, ma i diversi gruppi sono affidati a diversi pastori. Nella società del Nuovo Mondo nel 1958 vi erano 17.878 gruppi o congregazioni di testimoni di Geova in tutto il mondo. Pietro consiglia a voi, sorveglianti, di non signoreggiare su quelle che vi sono state affidate. Perciò ogni sorvegliante dovrebbe chiedersi: “Come sto trattando le pecore di Dio? Quale esempio do loro? M’interesso delle loro adunanze di servizio? Della scuola di ministero teocratico? Degli studi di libro della congregazione? Della testimonianza di casa in casa? Delle visite ulteriori? Degli studi biblici a domicilio? Predico la buona notizia del regno di Dio seguendo questi metodi ed aiuto tutte le pecore che mi sono state affidate a fare lo stesso, aiutandole ad essere deste e serbare le loro vesti di ministri?”
17 Se un sorvegliante segue l’eccellente consiglio di Pietro mostrando amore e ospitalità verso il gregge di Dio e verso gli estranei, quando il principale pastore sarà stato manifestato, tale sorvegliante riceverà “l’inalterabile corona di gloria”. Per chi appartiene al piccolo gregge il premio sarà d’essere coerede di Cristo Gesù nella gloria celeste. Per le altre pecore significherà vita nella paradisiaca nuova terra. Coloro che oggi sono abili e fedeli nel pascere le pecore saranno certamente premiati divenendo, per così dire, ‘governanti di molte città’. Se mostrano fedeltà nelle piccole cose, ai sorveglianti d’oggi verranno affidate cose più grandi, come disse il re della parabola di Gesù: “Bravo, servo fedele, perché sei stato fedele nel poco avrai potere su dieci città”. (Luca 19:17, Ti) Perciò, sorveglianti, apprezzate sempre la relazione che avete con Geova Dio e col gregge che Dio vi ha affidato e ricordate il comando: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha nominati sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, ch’egli acquistò col sangue del suo proprio Figlio”. — Atti 20:28.
ESSENZIALI QUALITÀ DEL PASTORE
18 I sorveglianti devono apprezzare pienamente che il “gregge” o “congregazione” appartiene a Dio e che mediante lo spirito santo di Dio essi hanno ricevuto l’incarico di pastori. Il gregge appartiene a Dio perché è stato acquistato; non dimentichiamolo! Paolo, rivolgendosi ai cristiani unti di Corinto, chiese: “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello spirito santo in voi che voi avete da Dio? Inoltre, voi non appartenete a voi stessi, poiché foste comprati a prezzo. In ogni modo, glorificate Dio nel vostro corpo”. (1 Cor. 6:19, 20) Vi è ancora un piccolo rimanente di quel “corpo” oggi sulla terra, e molti di quelli che vi fanno parte hanno incarichi di sorveglianti. Ma indipendentemente dal fatto che il sorvegliante sia della classe del rimanente o delle altre pecore, è tuttavia il pastore di Dio o sorvegliante che bada alle pecore di Dio, da Lui acquistate. I sorveglianti devono compiere la volontà divina in mezzo a tutte le pecore di Dio nella società del Nuovo Mondo e fra quelle che sono ancora fuori smarrite.
19 Cristo Gesù si servì di Paolo mandandolo alle altre nazioni, oltre che a confortare la nazione d’Israele. Gesù si rese visibile a Paolo per sceglierlo come “ministro e testimone . . . liberandoti da questo popolo e dai Gentili, ai quali io ti mando per aprir loro gli occhi, onde si convertano dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, la remissione dei peccati”. (Atti 26:16-18, VR) Paolo divenne sorvegliante e lavorò strenuamente cercando di volgere le pecore dall’autorità di Satana all’unico vero Dio. Oggi i sorveglianti dovrebbero fare lo stesso. Poi, dopo averle volte verso Dio, i pastori devono aiutarle a rimanere nella luce. Quale sforzo fate voi sorveglianti in questo senso? Quanta energia dedicate? Quanto amore mostrate a tutti quelli che “vi sono affidati” nella vostra congregazione? Assistenti pastori, siate fedeli e abili nel trattare tutti i mansueti che appartengono al gregge di Geova Dio!
20 Quali sono le qualità essenziali del pastore? (1) Guidare; (2) provvedere cibo; (3) condurre le pecore al pascolo. Gesù dimostrò di essere veramente una guida perché egli stesso si lasciò guidare dal Padre suo, Geova, il Grande Pastore. In effetti egli disse: “Egli mi ristora l’anima. Mi conduce nei sentieri della giustizia per amore del suo nome”. (Sal. 23:3) Desiderò che il Padre suo, il Grande Pastore, lo guidasse sulla giusta via. Gesù disse: “Cerco non la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato”. (Giov. 5:30) Come Gesù, anche gli assistenti pastori fedeli e abili guideranno le pecore di Dio nelle vie della giustizia. Non devono condurre le pecore lontano dalla verità espressa nella Parola di Dio, poiché tale Parola rappresenta la volontà divina. Un assistente pastore deve sempre aver presente nella mente la volontà divina, chiedendo: Che cosa Geova vuole che si faccia? Come lo fece Gesù? Quale sentiero seguì? Si devono sempre condurre le pecore secondo la via di Dio. Chi guida le pecore di Dio deve sempre aver presente la santificazione del nome di Geova. Gesù mise al primo posto il nome del Padre nell’insegnare ai suoi discepoli a pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”. (Matt. 6:9, 10) Egli guidò le pecore nel nome di Geova.
21 Paolo, come pastore, dimostrò di avere le qualità per prendere la direttiva, dicendo: “Non mi ritrassi dall’esporvi alcuna delle cose che erano profittevoli né dall’istruirvi pubblicamente e di casa in casa”. (Atti 20:20) Dove imparò Paolo queste cose profittevoli? Dalla Parola di Dio. E dove le predicò loro? Dovunque. Oggi un sorvegliante conosce e usa con perizia e abilità la Parola di Dio andando a predicare la buona notizia di casa in casa e partecipando all’attività delle visite ulteriori e all’opera degli studi biblici, prendendo veramente la direttiva nell’addestrare altri ministri. A volte, tuttavia, il sorvegliante nella congregazione affidatagli pensa che il servitore di circoscrizione verrà presto e che prendere la direttiva fa parte del suo lavoro. Perciò trascura di aiutare i ministri irregolari, e le pecore rimangono prive di guida. Ma tutta l’organizzazione di Dio deve lavorare insieme, ed ognuno deve far la sua parte. Il buon pastore è ansioso di veder crescere le pecore forti, sane e vigorose, e fa ciò che è profittevole affinché in seguito alcune delle pecore siano in grado di diventare sorveglianti e di guidare altre pecore. Quest’opera non si ferma mai. Vi sono molte nuove pecore che formano nuove congregazioni ed hanno bisogno di nuovi pastori. Paolo ‘non si ritrasse’, e voi?
[Nota in calce]
a Times Magazine, del 30 novembre 1958.
[Domande per lo studio]
1. Quale qualità menzionata in Ebrei 11:6 è necessaria per essere un ministro di Dio, e quale domanda sorge in merito?
2. Come considera la fede la grande maggioranza dei seminaristi d’oggi? Che cosa questo fa pensare a chi onestamente cerca la verità?
3. Che specie di fede ebbe il fondatore del cristianesimo, ed ebbero i suoi discepoli lo stesso atteggiamento?
4, 5. (a) Il ministero è forse solo per un limitato numero di persone? (b) Quale maggiore responsabilità hanno alcuni?
6. Chi può divenire pastore nella congregazione, e come si dovrebbe considerare questo lavoro?
7. (a) Perché è così necessario che un sorvegliante studi la Parola di Dio? (b) Quali qualità deve avere secondo le parole dell’apostolo Paolo?
8. Le Scritture furono forse scritte solo per i sorveglianti? Perciò quale obbligo hanno tutti quelli che fanno parte della congregazione cristiana?
9, 10. (a) È grande la responsabilità del sorvegliante? Chi ha la maggior responsabilità? (b) Quale opera ha compiuto il rimanente specialmente dopo il 1919, e in che modo si comporta come Cristo Gesù, il più grande Davide?
11. Come si può diventare abili pastori?
12. Può un pastore diventare trascurato nei confronti delle pecore, e quale consiglio dà l’apostolo Pietro in merito?
13, 14. Avendo accettato di compiere la volontà divina, come dovrebbe considerare il pastore le proprie responsabilità?
15. Perché è necessario che un sorvegliante faccia l’esame di coscienza?
16. Come è messa in risalto la serietà dell’opera di pastore nella nota in calce della Traduzione del Nuovo Mondo su 1 Pietro 5:3?
17. Quale premio attende il fedele pastore delle pecore di Dio?
18. Che cosa deve riconoscere il pastore della congregazione?
19. Dall’autorità di chi il pastore deve volgere le pecore, e perché?
20. (a) Quali sono le qualità essenziali per compiere l’opera di pastore? (b) Spiegate come si conducono le pecore a imitazione di Cristo Gesù.
21. Dove il sorvegliante userà con perizia e abilità la Parola di Dio, e perché egli non può ritrarsi?