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“Il pasto serale del Signore”La Torre di Guardia 1951 | 1° marzo
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aveva trattato questo vitale argomento dell’unità nella sua prima lettera ai Corinzi che l’apostolo nel decimo capitolo si riferì improvvisamente al pasto serale del Signore, ossia al Memoriale. Egli ricordò loro come un avvertimento gli Israeliti nel deserto che si allontanarono da Geova Dio per darsi al culto degli idoli che rappresentavano i demoni, commettendo così fornicazione spirituale e fisica. Allora ammonì i suoi conservi cristiani di ‘fuggire l’idolatria’. Come argomento per convincerli a far questo egli disse loro di considerare quello che avrebbe spiegato loro sul pasto serale del Signore. L’idea fondamentale di quel pasto era l’unità con Cristo.
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Vietata la partecipazione con i demoniLa Torre di Guardia 1951 | 1° marzo
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Vietata la partecipazione con i demoni
1. Con quale argomento contro il demonismo continua Paolo la sua spiegazione sul pasto serale del Signore?
L’APOSTOLO Paolo continuò la sua spiegazione sul pasto serale del Signore dicendo: “Siccome v’è un solo pane, noi, quantunque molti, siamo un solo corpo, poiché siamo tutti partecipi di quel solo pane. Guardate a quello che è Israele in modo carnale: quelli che mangiano il sacrificio non hanno essi parte all’altare? Che devo dire dunque? che ciò che è sacrificato a un idolo è qualche cosa, o che è qualche cosa l’idolo? No; ma io dico che le cose che le nazioni sacrificano le sacrificano ai demoni, e non a Dio, e io non voglio che abbiate parte con i demoni [partecipiate con i demoni, Mo]. Voi non potete bere il calice di Geova e il calice dei demoni; voi non potete aver parte alla ‘mensa di Geova’ e alla mensa dei demoni. O ‘stiamo noi incitando Geova a gelosia’? Noi non siamo più forti di lui, non è vero?” — 1 Cor. 10:17-22, NM.
2. Come avevano parte gli antichi Israeliti all’altare di Dio?
2 Nell’antico Israele, quando si faceva un’offerta pacifica o di rendimento di grazie, colui che offriva e i sacerdoti mangiavano parte dei sacrifici. Il sacrificio a Dio rappresentava la persona che l’offriva, affin d’illustrare che una vita doveva valere per la sua vita; e mangiando del sacrificio egli entrava a far parte del sacrificio con l’altare. Egli aveva parte con l’altare, ‘partecipava all’altare.’ (Mo) L’altare entrava a far parte del sacrificio, perché alcune sue parti, il grasso, ecc., erano arse sull’altare; e la persona che offriva il sacrificio per mezzo del sacerdote riceveva parte del sacrificio. Questo veniva offerto a Geova Dio; e poiché l’altare era suo, colui che offriva e il Signore Iddio erano insieme in comunione. (Lev. 19:5, 6; 22:29, 30; Deut. 12:17, 18; 27:5-7) Così erano rinnovate o promosse pacifiche relazioni fra Dio e colui che offriva.
3. Perché non possono i partecipanti al pane essere anche partecipanti con i demoni?
3 Le nazioni dei Gentili fuori d’Israele sacrificavano sui loro altari ai loro dèi o idoli. Effettivamente, essi sacrificavano ai demoni. Quando gl’Israeliti si allontanarono da Geova, “han sacrificato a dèmoni che non son Dio”. (Deut. 32:17; Sal. 106:37) In questo modo essi ebbero comunione con i demoni, gli avversari di Geova; essi ‘parteciparono con i demoni. (Mo) I Cristiani non devono aver parte con i demoni. Per questo motivo non possono impegnarsi nell’idolatria. Questo significa anche avarizia, poiché una ‘persona avara è un idolatra’ e ‘la cupidigia equivale all’idolatria’. (Efes. 5:5; Col. 3:5) Gesù non ha mai adorato né servito demoni. Quando Satana il Diavolo, “il capo dei demoni,” offrì a Gesù i regni di questo mondo in cambio dell’adorazione di Gesù, Gesù rispose ch’egli ubbidiva al comando divino di adorare unicamente Geova Iddio. (Matt. 12:24; 4:8-11) Gesù non adorò alcun idolo, ma solo l’Iddio vivente. Egli non ebbe in nessun modo parte o comunanza con i demoni. E durante il suo ministero terrestre egli cacciò i demoni dalle persone che ne erano possedute e rifiutò di permettere che attestassero che egli era Cristo. Perciò, se desideriamo essere in unità con Cristo come membri del suo corpo e se desideriamo prendere gli emblemi del Memoriale in maniera degna, non possiamo abbandonarci all’idolatria d’alcuna sorta. Specialmente ora mentre organizzazioni ed eroi mondani sono idoleggiati, come le Nazioni Unite e famosi personaggi del mondo. Non possiamo essere “un solo corpo” o “un solo pane” con Cristo Gesù ed essere in pari tempo idolatri.
“LA MENSA DI GEOVA” E “IL CALICE DI GEOVA”
4 In merito al Memoriale perché Paolo parla del calice e della mensa di Geova?
4 Ma se l’apostolo fa riferimento al calice che Gesù diede da bere ai suoi discepoli e al pane azzimo ch’egli ruppe affinché lo mangiassero, perché parla del “calice di Geova” e della “mensa di Geova”? Egli disse: “Voi non potete bere il calice di Geova e il calice dei demoni; voi non potete aver parte alla ‘mensa di Geova’ e alla mensa dei demoni”. (1 Cor. 10:21, NM) L’apostolo parla così perché le cose simboleggiate dagli emblemi del Memoriale erano provvisioni fatte da Geova a favore di quelli che appartengono a Cristo.
5. Da quale profezia citò Paolo “la mensa di Geova” e a che cosa si riferiva?
5 I critici del testoa ritengono che l’espressione di Paolo “la mensa di Geova” sia una citazione di Malachia 1:7, 12 (LXX greca). Il profeta Malachia dice quivi: “Voi offrite sul mio altare pane contaminato. E dite: In che ti abbiamo contaminato? In questo che voi dite: La mensa di Geova è spregevole. Ma voi lo profanate [il nome di Dio] in questo che voi dite: La mensa di Geova è contaminata, e il suo frutto, anche il suo alimento, è spregevole”. (SA) Secondo l’uso che ne fa Malachia, “la mensa di Geova” si applica all’altare, al quale erano portati gli animali dei sacrifici. Il corpo della vittima era posto sull’altare. Il sangue della vittima non
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