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AutoritàAusiliario per capire la Bibbia
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Nell’antichità gli ebrei riconoscevano la posizione superiore occupata dall’uomo nell’ambito della famiglia e della tribù. Sara si mostrò sottomessa, chiamando Abraamo “signore”, ed è menzionata con favore per averne così riconosciuto l’autorità. (Gen. 18:12; I Piet. 3:5, 6) Col patto della Legge fu messa in risalto la posizione preferenziale dell’uomo. Solo agli uomini venne dato il comando di radunarsi per le tre feste di Geova nel luogo che Dio aveva scelto, benché fossero presenti anche le donne. (Deut. 16:16) La donna era cerimonialmente “impura” per un tempo due volte più lungo dopo la nascita di una bambina che dopo quella di un maschietto. — Lev. 12:2, 5.
IL POSTO DELLA DONNA
Nell’antichità in alcune circostanze la donna doveva coprirsi il capo in segno di sottomissione. (Gen. 24:65) Parlando dell’autorità nella congregazione cristiana, l’apostolo Paolo spiegò che, se prega o profetizza nella congregazione, occupando una posizione che Dio ha assegnata all’uomo, la donna deve coprirsi il capo. Quando fa queste cose temporaneamente perché non è presente nessun cristiano dedicato, pur avendo i capelli lunghi la donna non dovrebbe pensare che questi bastino a indicare la sua sottomissione. Dovrebbe piuttosto lasciare che siano le sue azioni a dimostrare che è sottomessa e riconosce l’autorità dell’uomo. La donna cristiana fa questo mettendosi un copricapo come “segno di autorità”, e ciò “a motivo degli angeli”, che osservano le azioni di ogni cristiano e si interessano della congregazione cristiana che servono. Portando un copricapo quando è necessario per ragioni spirituali la donna cristiana riconosce la disposizione di Dio dell’autorità. — I Cor. 11:5-16; Ebr. 1:14.
Il giusto ordine teocratico nella congregazione e nella famiglia non impedisce alla donna di servire Dio e non limita né ostacola gli sforzi che fa per assolvere responsabilità e svolgere attività nell’ambito della famiglia. Ciò le offre la piena e scritturale libertà di servire stando al suo posto, e di avere il favore di Dio secondo il principio che “Dio ha posto le membra nel corpo, ciascuna di esse, come gli è piaciuto”. (I Cor. 12:18) Molte donne dell’antichità ebbero grandi privilegi e una vita felice e piena di soddisfazioni pur riconoscendo l’autorità dell’uomo; fra queste erano Sara, Rebecca, Abigail, e donne cristiane come Priscilla e Febe.
RESPONSABILITÀ
L’esercizio della legittima autorità concede certi diritti, ma implica anche doveri o obblighi. “Cristo è capo della congregazione” e perciò ha il diritto di prendere decisioni che la riguardano e dimostrare la sua autorità. (Efes. 5:23) Ma tale autorità comporta il dovere di aver cura della congregazione e di assumere la responsabilità delle sue decisioni. In modo simile il marito ha certi diritti nell’esercizio della sua autorità in quanto a prendere decisioni finali ed esercitare la sorveglianza. Questo comporta però il dovere di assumere la responsabilità della famiglia. Ha prima di tutto l’obbligo di provvedere materialmente e spiritualmente per quelli di casa sua. — I Tim. 5:8.
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Autorità superioriAusiliario per capire la Bibbia
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Autorità superiori
Espressione che designa le autorità governative umane. (Rom. 13:1) Pur non avendo dato loro origine (confronta Matteo 4:8, 9; I Giovanni 5:19; Rivelazione 13:1, 2), Geova Dio ha permesso che i governi umani venissero all’esistenza e continuassero a esistere. Tuttavia, quando decide di farlo, Geova può destituire, dirigere o controllare tali autorità per adempiere la sua volontà. Il profeta Daniele dichiarò a proposito di Geova: “Cambia i tempi e le stagioni, rimuove i re e stabilisce i re”. (Dan. 2:21) E in Proverbi 21:1 si legge: “Il cuore del re è come corsi d’acqua nella mano di Geova. Ovunque si diletti, egli lo volge”. — Confronta Neemia 2:3-6; Ester 6:1-11.
RAGIONI DELLA SOTTOMISSIONE CRISTIANA
Non essendoci alcun motivo per cui i cristiani si oppongano a un sistema permesso da Dio, essi hanno buona ragione di sottomettersi alle autorità superiori. Coloro che detengono il potere, pur essendo personalmente corrotti, normalmente non puniscono gli altri perché si comportano bene o perché osservano la legge del paese. Ma chi ruba, commette omicidi o altri reati può aspettarsi una condanna da parte dell’autorità costituita. Chi è colpevole di assassinio, per esempio, potrebbe essere condannato a morte per questo delitto. Poiché Geova Dio dopo il Diluvio ha autorizzato la pena capitale per gli omicidi (Gen. 9:6), l’autorità umana, condannando a morte il trasgressore, agirebbe in qualità di “ministro di Dio, vendicatrice per esprimere ira su chi pratica il male”. — Rom. 13:2-4; Tito 3:1; I Piet. 2:11-17.
La sottomissione cristiana alle autorità superiori non dipende unicamente dalla loro facoltà di punire i malfattori. Per il cristiano è una questione di coscienza. Egli si sottomette alle autorità umane perché riconosce che ciò è in armonia con la volontà di Dio. (Rom. 13:5; I Piet. 2:13-15) Perciò la sottomissione alle autorità superiori — alle autorità politiche mondiali — non potrebbe mai essere assoluta. Per il cristiano sarebbe impossibile conservare una buona coscienza e fare la volontà di Dio contravvenendo alla Sua legge, se l’autorità politica lo richiedesse. Per questa ragione la sottomissione alle autorità superiori dev’essere sempre vista alla luce delle parole pronunciate dagli apostoli davanti al Sinedrio: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.
Dal momento che le autorità governative rendono utili servizi che assicurano l’incolumità, la sicurezza e il benessere dei sudditi, hanno diritto a esigere tasse e tributi come compenso per i servizi resi. Le autorità governative possono essere definite “pubblici servitori di Dio” in quanto provvedono servizi utili. (Rom. 13:6, 7) A volte sono venute direttamente in aiuto dei servitori di Dio, come quando il re Ciro permise agli ebrei di tornare in Giuda e a Gerusalemme e ricostruire il tempio. (II Cron. 36:22, 23; Esd. 1:1-4) Spesso tutti godono i benefici del buon funzionamento delle autorità. Fra questi ci sono il mantenimento di un apparato giudiziario a cui si può ricorrere per ottenere giustizia e protezione contro criminali, azioni illegali, ecc. — Filip. 1:7; Atti 21:30-32; 23:12-32.
Naturalmente chi abusa della propria autorità dovrà renderne conto a Dio. L’apostolo Paolo scrisse: “Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; poiché è scritto: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova’”. — Rom. 12:19; Eccl. 5:8.
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AviditàAusiliario per capire la Bibbia
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Avidità
Desiderio intenso o smodato; concupiscenza. L’avidità si può manifestare sotto forma di amore del denaro, desiderio di potere o guadagno, voracità nel mangiare e nel bere, brama sessuale o di altre cose materiali. Le Scritture
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