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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1975 | 1° ottobre
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Quello che dicono i cristiani testimoni di Geova delle religioni di questo mondo non ha lo scopo di condannare le persone. Essi fanno conoscere quello che Dio stesso ha dichiarato nella sua Parola. Smascherando l’errore, l’ipocrisia e la colpa per lo spargimento di sangue commesso dalle religioni aiutano le persone di cuore onesto ad abbandonare l’impero mondiale della falsa religione, “Babilonia la Grande”, e a sfuggire all’avverso giudizio di Dio. Questo smascheramento è conforme al comando biblico: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia”. — Riv. 18:4, 5.
Quindi, additando le mancanze e i peccati delle false religioni, i cristiani testimoni di Geova operano per gli eterni interessi di quelli che sono sinceri. I testimoni di Geova imitano anche Gesù Cristo. Notate le parole vigorose che rivolse contro i capi religiosi giudei a causa delle loro pratiche errate e dei loro falsi insegnamenti: “Avete reso la parola di Dio senza valore a causa della vostra tradizione. Ipocriti, Isaia profetizzò appropriatamente di voi, quando disse: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me’”. (Matt. 15:6-8) “Guardatevi dagli scribi che desiderano andare in giro in lunghe vesti e amano i saluti nei luoghi di mercato e i primi posti nelle sinagoghe e i luoghi più eminenti ai pasti serali, e che divorano le case delle vedove e per pretesto fanno lunghe preghiere”. (Luca 20:46, 47) “Legano gravi pesi e li mettono sulle spalle degli uomini, ma essi stessi non li vogliono muovere col dito”. (Matt. 23:4) “[Voi scribi e Farisei] di fuori in realtà apparite giusti agli uomini, ma di dentro siete pieni d’ipocrisia e illegalità”. — Matt. 23:28.
Come il loro Modello Gesù Cristo, i testimoni di Geova fanno notare le tradizioni e gli insegnamenti religiosi non scritturali, le azioni ipocrite e lo sfruttamento e l’oppressione religiosa. Nello stesso tempo, il profondo amore per i loro simili li spinge ad additare a tutti la via della salvezza, via che include il troncamento di ogni legame con “Babilonia la Grande” per non partecipare con lei ai suoi peccati e alla sua disastrosa fine.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1975 | 1° ottobre
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Domande dai lettori
● Che cosa intese dire l’apostolo Paolo con le parole: “Quando sarà arrivato ciò che è compiuto, ciò che è parziale sarà eliminato”?
Queste parole si trovano in un contesto che dà risalto all’incomparabile via dell’amore. Leggiamo: “L’amore non viene mai meno. Ma se vi sono doni di profezia, saranno eliminati; se vi sono lingue, cesseranno; se vi è conoscenza, sarà eliminata. Poiché abbiamo conoscenza parziale e profetizziamo parzialmente; ma quando sarà arrivato ciò che è compiuto, ciò che è parziale sarà eliminato. Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma ora che son divenuto uomo, ho eliminato i tratti del bambino. Poiché al presente vediamo a contorni vaghi per mezzo di uno specchio di metallo, ma allora sarà a faccia a faccia. Al presente conosco parzialmente, ma allora conoscerò accuratamente come anche sono accuratamente conosciuto”. — 1 Cor. 13:8-12.
Paolo mostrò pertanto che i doni miracolosi di profezia, conoscenza e parlare in lingue non erano permanenti. Dovevano cessare. E in effetti cessarono. Evidentemente questi doni furono impartiti solo alla presenza di uno o più apostoli scelti direttamente da Gesù Cristo. (Atti 2:1, 4, 14; 8:9-20; 10:44-46; 19:6) Pertanto, con la morte di questi apostoli il conferimento dei doni miracolosi cessò.
In vista della natura temporanea dei doni miracolosi, Paolo incoraggiò i cristiani di Corinto a ricercare la permanente e incomparabile via dell’amore e a non considerare quei doni miracolosi come il massimo conseguimento del cristiano.
Benché fosse dotato a un grado superiore dei doni miracolosi, Paolo stesso riconobbe che la sua conoscenza era solo parziale. (1 Cor. 13:1, 2; 14:18) Doveva attendere l’arrivo di “ciò che è compiuto” per capire completamente le cose spirituali. Nel suo caso questo non sarebbe avvenuto mentre era in vita sulla terra. Conseguita la ricompensa celeste, comunque, avrebbe visto infine l’adempimento di ogni profezia biblica e avrebbe ottenuto una conoscenza compiuta della volontà e del proposito di Geova rivelati nella Bibbia. Perciò, le parole “quando sarà arrivato ciò che è compiuto” devono riferirsi al tempo in cui le profezie della Bibbia come pure la volontà e il proposito di Dio sono compresi completamente.
L’arrivo di “ciò che è compiuto” non è sinonimo dell’ottenimento della ricompensa celeste. Nella Scrittura non c’è nessuna indicazione che Gesù Cristo riveli tutto ai componenti della sua sposa non appena arrivano in cielo. Gesù stesso dovette attendere che il Padre suo rendesse noti certi aspetti del Suo proposito. Quando fu sulla
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