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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1973 | 15 ottobre
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Domande dai lettori
● Perché è permesso alle donne di parlare nelle adunanze dei cristiani testimoni di Geova benché I Corinti 14:34 dica che “non è loro permesso di parlare”? — U.S.A.
L’applicazione dell’ispirato comando dell’apostolo Paolo si dovrebbe comprendere alla luce del contesto. Quando Paolo scrisse, nelle adunanze della congregazione di Corinto, incluse le adunanze in cui erano presenti degli increduli, mancava l’ordine. Più di una persona per volta profetizzava o parlava in lingua. (1 Cor. 14:22-32) Evidentemente alcune donne presenti facevano domande imbarazzanti e discutevano con gli uomini nominati per insegnare nella congregazione. Così queste donne assumevano in effetti la posizione di insegnanti e ignoravano il posto di autorità assegnato all’uomo. — 1 Cor. 11:3.
Correggendo la situazione, Paolo richiamò l’attenzione sul fatto che “Dio è un Dio non di disordine, ma di pace”. (1 Cor. 14:33) Riguardo alle donne, egli scrisse: “Le donne stiano in silenzio nelle congregazioni, poiché non è loro permesso di parlare, ma siano sottoposte, come dice anche la Legge. Se, dunque, vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nelle congregazione”. (1 Cor. 14:34, 35) Questa ammonizione è d’accordo con le successive parole che Paolo disse nella sua prima lettera a Timoteo: “La donna impari in silenzio con piena sottomissione. Non permetto alla donna d’insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio”. — 1 Tim. 2:11, 12.
Perciò, il comando dato alle donne di non parlare valeva ogniqualvolta il parlare aveva il nocivo effetto di minare l’autorità degli uomini nella congregazione. Che non escludesse ogni parlare da parte delle donne si capisce da I Corinti 11:5: “Ogni donna che prega o profetizza con la testa scoperta fa vergogna a colui che è il suo capo”. Comunque, sarebbe stato vergognoso per le donne fare domande imbarazzanti o innalzarsi al disopra degli uomini radunati e cominciare a istruirli. Se avessero fatto tali cose avrebbero recato biasimo anche sui loro mariti.
In armonia col modello apostolico, nelle congregazioni dei cristiani testimoni di Geova le donne non insegnano alla congregazione nelle adunanze pubbliche. Non esercitano autorità sugli uomini. Se parlano, parlano sotto la guida di uomini nominati per sorvegliare l’adunanza. Pertanto il loro parlare non contraddice mai l’autorità che gli uomini esercitano nella congregazione.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1973 | 15 ottobre
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Domande dai lettori
● La Bibbia dice: “Fatevi degli amici per mezzo delle ricchezze ingiuste”. (Luca 16:9) Significa questo che, finché il denaro o altri possedimenti vengono usati bene o per fare del bene ad altri, non ha importanza se tali cose materiali sono state ottenute in maniera disonesta, ingiusta? — U.S.A.
La suddetta dichiarazione di Gesù Cristo non significa che Geova Dio si disinteressi del modo in cui le persone ottengono possedimenti. Luca 16:9 non dice: ‘Acquistate ricchezze con mezzi fraudolenti e poi usate queste ricchezze nel modo giusto per farvi degli amici’. Non i mezzi per ottenerle, ma le ricchezze sono chiamate “ingiuste”. Perché? In contrasto con il possesso o con il desiderio di ricchezze spirituali, il possesso o il desiderio di cose materiali può far compiere, e spesso fa compiere, azioni illegali.
Dicendo “fatevi degli amici”, Gesù Cristo non parlava di farsi degli amici fra gli uomini. Egli aggiunse che gli amici a cui si riferiva avrebbero ricevuto la persona in “dimore eterne” quando le “ricchezze ingiuste” fossero venute meno. Le ricchezze vengono meno a tutte le creature umane al tempo della morte, e le persone che muoiono non possono ricevere alcuno in “dimore eterne”. Ma l’eterno e immortale Dio Geova e il suo immortale Figlio, il Signore Gesù Cristo, possono ricevere altri in “dimore eterne”. Gesù Cristo lo assicurò ai suoi discepoli, dicendo: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore. Altrimenti, ve l’avrei detto, perché vado a prepararvi un luogo”. — Giov. 14:2.
Gli unici che avranno accesso alle “dimore eterne” di Geova Dio e di suo Figlio sono quelli che soddisfano le sue esigenze. Gesù disse: “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. (Matt. 7:21) La volontà di Dio per gli uomini include che conducano una vita onesta e retta. Nella sua Parola ci è detto che gli “avidi” e i “rapaci” non erediteranno il suo regno. (1 Cor. 6:9, 10) Leggiamo
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