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L’espansione del Regno in DanimarcaLa Torre di Guardia 1984 | 15 luglio
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di Salomone, se ne tornarono a casa “rallegrandosi e sentendosi gioiosi di cuore per tutta la bontà che Geova aveva usata”. — I Re 8:66.
La nuova filiale sarà davvero di grande aiuto per i fratelli e aiuterà a continuare a espandere l’opera del Regno in Danimarca.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1984 | 15 luglio
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Domande dai lettori
◼ Cosa significano le parole di Paolo riportate in I Corinti 14:36: “È uscita forse da voi la parola di Dio, o è pervenuta solo a voi?”
Basilarmente l’apostolo Paolo cercava di aiutare i corinti a capire la necessità di non escogitare nuovi sistemi per fare le cose nella congregazione. Questo consiglio era appropriato, alla luce di quanto Paolo aveva già scritto.
Nei primi giorni del cristianesimo Dio provvide i miracolosi doni dello spirito, come profezia e parlare in lingue. (I Corinti 12:4-11) A Corinto c’erano alcuni che avevano tali doni, ma il modo in cui li usavano creava disordini. Per esempio, parlavano in lingue quando non era presente nessuno che avesse il dono miracoloso dell’interpretazione. Paolo fece questo ragionamento: “Come colui che occupa il posto della persona comune dirà Amen . . . , giacché non conosce ciò che dici?” Gli increduli presenti potevano addirittura pensare che chi parlava in lingue fosse pazzo. — I Corinti 14:13-16, 22, 23.
Si creava confusione anche quando diversi parlavano contemporaneamente. Paolo raccomandò: “Se qualcuno parla in lingua, ve ne siano due o al massimo tre, e a turno”. Inoltre, coloro che lo spirito spingeva a profetizzare dovevano farlo entro certi limiti e “a uno a uno”. Questo era in armonia col fatto che Dio è un Dio di pace, non di disordine. — I Corinti 14:27-33.
Pare ci fosse anche il problema delle donne che si esprimevano liberamente alle adunanze. Doveva trattarsi di qualcosa di più che rispondere a una domanda o raccontare un’esperienza. Evidentemente alcune donne cercavano di fare da maestre e sollevavano discussioni con i fratelli alle adunanze. Questo non era in armonia col principio dell’autorità. — I Corinti 14:34, 35.
Quindi Paolo scrisse: “Cosa? È uscita forse da voi la parola di Dio, o è pervenuta solo a voi?” (I Corinti 14:36) Egli raccomandò ai corinti di rammentare che la loro congregazione non era la prima e che la “parola di Dio” non era stata dichiarata solo a loro. Quindi era errato che facessero le cose in maniera notevolmente diversa da tutte le altre congregazioni. Non avevano diritto di introdurre innovazioni sconosciute nella congregazione cristiana e contrarie ai princìpi relativi alla pace e all’autorità.
◼ In che modo quello che Gesù disse in Giovanni capitolo 10 sugli ovili ha relazione con il patto abraamico?
Il patto che Geova Dio fece con Abraamo espone il meraviglioso proposito di lunga portata che Dio ha per benedire persone di tutte le nazioni attraverso il seme di Abraamo. Gli ovili di cui Gesù parlò in Giovanni capitolo 10 sono aspetti dell’adempimento del proposito di Dio rivelato nel patto abraamico.
Ampliando il patto annunciato per la prima volta in Genesi 12:1-3, Dio disse ad Abraamo: “Di sicuro ti benedirò e di sicuro moltiplicherò il tuo seme come le stelle dei cieli e come i granelli di sabbia che sono sul lido del mare; e il tuo seme prenderà possesso della porta dei suoi nemici. E per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra di certo si benediranno per il fatto che tu hai ascoltato la mia voce”. — Genesi 22:17, 18.
Ma come sarebbe stata protetta e mantenuta pura quella linea di discendenza, e come sarebbe stato riconosciuto il seme promesso al suo arrivo? Geova Dio intervenne provvedendo il patto della Legge di cui Mosè fu mediatore; questo non annullò il patto abraamico ma vi si aggiunse. (Galati 3:16-18) Le esigenze della Legge servirono a proteggere Israele dalla contaminazione spirituale, morale e fisica delle nazioni
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