Chi è Gesù Cristo, così che tutti ne abbiamo bisogno?
“Non vi è salvezza in nessun altro, poiché non vi è sotto il cielo nessun altro nome dato tra gli uomini mediante cui dobbiamo esser salvati”. — Atti 4:12.
1. Perché abbiamo tutti bisogno di un salvatore del mondo?
UN SALVATORE DEL MONDO, ecco cos’è oggi così urgentemente necessario per il mondo del genere umano. Un liberatore dell’intera famiglia umana! Siamo tutti di carne e sangue, con un inizio comune. Siamo tutti sulla stessa nave spaziale, questo pianeta terra. Se questa nave sprofondasse, cadremmo tutti con essa nel mare senza fondo dell’insondabile spazio. Ci accadrà questo? Da come vanno le cose sulla nostra nave spaziale planetaria, sembra che tale catastrofe mondiale sia assai più vicina di quanto calcolino gli scienziati moderni. Ma avrà luogo una cosa così spaventosa? Chi è il salvatore del mondo che lo può impedire e dove si trova? Sempre più persone vorrebbero saperlo.
2. In quali importanti città d’oggi non si trova il salvatore del mondo, e che cosa lo dimostra?
2 Il salvatore del mondo non è oggi nella città di New York, con il suo complesso di edifici delle Nazioni Unite. Ognuna delle 144 nazioni che sono membri di quell’organizzazione per la pace e la sicurezza del mondo trova difficile mantenersi libera dalle difficoltà. Il salvatore del mondo non è a Mosca, in Russia, dove una successione di dittatori ha governato con pugno di ferro e in vista di un mondo convertito al comunismo. Il salvatore del mondo non è a Gerusalemme, in Israele, dove tre principali religioni del mondo hanno interessi di vecchia data ma in contrasto fra loro. Né il salvatore del mondo può trovarsi in qualsiasi altra città di passata o presente importanza mondiale. La continua angoscia delle nazioni e gli accresciuti gemiti delle persone lo dimostrano.
3. Quale verità non vogliono ammettere le persone del mondo, ma dove è ragionevole e logico rivolgersi per avere un salvatore del mondo?
3 È chiaro che la situazione del mondo è tutt’altro che promettente. Ma chi segue il modo di pensare moderno non è assolutamente disposto ad ammettere la verità. Quale verità? Che l’aiuto di cui il mondo ha bisogno dovrà venire da una fonte più alta di quella degli uomini. Essi non vogliono rinunciare alla loro fiducia negli uomini, i soli potenti, intelligenti soccorritori che possano visualizzare nella loro mente materialistica. Se adottiamo il loro modo di pensare, siamo lasciati senza nessuna direttiva. Non approdiamo a nulla. Ma per quanto tali persone dalla mentalità mondana siano preminenti, sappiamo di non essere né il creatore né la creatura di noi stessi. Siamo stati ideati, fatti e dotati in maniera troppo meravigliosa per essere una semplice opera dell’uomo. Colui che ci ideò e ci fece, ponendoci su questa planetaria nave spaziale, dev’essere sovrumano. Dev’essere tanto al di sopra di noi quanto i cieli sono al di sopra della nostra nave spaziale terrestre. Poiché siamo meraviglie dell’opera della Sua mano, Egli dovrebbe interessarsi di noi. Può non essere modernistico, ma è ragionevole e logico rivolgerci a Lui come a chi è in grado di provvederci un salvatore del mondo.
4. Chi suscitò nel cuore degli uomini la speranza di un salvatore del mondo, e secondo le parole che disse molto tempo fa, a chi dobbiamo rivolgerci per avere la salvezza?
4 È dunque verosimile che questo nostro Creatore sia Colui che ha suscitato nel cuore degli uomini la speranza della liberazione di tutto il genere umano? Per mezzo di qualche salvatore del mondo? Sì! Da quale altro luogo potrebbe venire una tale ardita e splendida idea? Più di sette secoli avanti la nostra Èra Volgare, sì, più di un secolo avanti l’Èra Buddista, Egli fece mettere per iscritto la dichiarazione: “Volgetevi a me e siate salvati, voi tutti alle estremità della terra; poiché io sono Dio, e non c’è nessun altro. Per me stesso ho giurato — dalla mia propria bocca la parola è uscita nella giustizia, così che non tornerà indietro — che a me si piegherà ogni ginocchio, giurerà ogni lingua, dicendo: ‘Sicuramente in Geova sono piena giustizia e forza. Tutti quelli che s’accendono contro di lui verranno direttamente a lui e proveranno vergogna’”. — Isa. 45:22-24.
5. Che cosa non dovrebbe farci vergognare di volgerci a Geova per la salvezza, e perché no?
5 La salvezza da Geova può giungere alle estremità della terra e abbracciare tutto il mondo del genere umano. È a lui che dobbiamo volgerci con la speranza della salvezza eterna, chiedendogliela con fiducia. L’odio che il mondo nutre verso il nome di Geova non dovrebbe farci provare vergogna e non dovrebbe farci allontanare da lui. Tutti quelli che si accendono contro di lui saranno coloro che verranno direttamente a Lui e proveranno vergogna. Non otterranno la salvezza riservata a chi, senza nessuna costrizione, si rivolge a lui per la salvezza.
6. Come mostra l’ultimo libro della Bibbia che l’invito rivolto da Geova molto tempo fa di volgersi a lui sarebbe stato accolto in tutto il mondo?
6 L’invito di Geova di rivolgersi a lui come unico Dio di salvezza fu scritto nel ventitreesimo libro della Sacra Bibbia. Questo libro contiene le ispirate profezie dell’uomo del Medio Oriente chiamato Isaia, figlio di Amoz, residente dell’antica Gerusalemme. Che l’invito divino sarebbe stato accolto in tutto il mondo è predetto nel sessantaseiesimo e ultimo libro della Sacra Bibbia chiamato Rivelazione o Apocalisse e scritto nel primo secolo della nostra Èra Volgare. Nel capitolo sette, ai versetti nove e dieci, l’ispirato scrittore, Giovanni figlio di Zebedeo, descrive la visione profetica che egli ebbe. Mostrando che, nel nostro tempo, una innumerevole folla di persone si sarebbe rivolta a Geova Dio per la salvezza, Giovanni scrive: “Ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”.
IDENTIFICATO IL SALVATORE DEL MONDO
7, 8. (a) In che senso si deve comprendere il nome “l’Agnello”? (b) Nella Rivelazione dove ricorre la prima volta questo nome, e per mostrare che cosa?
7 Perché questa folla, formata da persone di ogni razza, nazione e colore, confessa di dovere la salvezza non solo a Dio, ma anche “all’Agnello”? Possiamo scoprire esattamente l’identità di questi che in senso figurato è chiamato “l’Agnello”? Sì!
8 Abbiamo certamente bisogno di identificarlo. In primo luogo, il nome “l’Agnello” non è usato come un appellativo affettuoso, come quando diciamo a qualcuno che ci è caro: “Agnellino mio!” Piuttosto, il nome richiama l’attenzione su un sacrificio, un necessarissimo sacrificio a favore di tutti noi. Nel libro di Rivelazione il nome “l’Agnello” è applicato ventisette volte a questa persona necessaria. Il primo riferimento all’“Agnello” si trova nel capitolo cinque, dove allo scrittore Giovanni fu dichiarato il ruolo vitale che “l’Agnello” doveva avere. A Giovanni fu dichiarato: “Smetti di piangere. Ecco, il Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide, ha vinto per aprire il rotolo e i suoi sette suggelli”. (Riv. 5:5) Quando smise di piangere, cosa vide Giovanni? Egli dice: “Vidi, in mezzo al trono . . . un agnello come se fosse stato scannato”. — Riv. 5:6.
9. Chi è il ‘Leone della tribù di Giuda’, e che cosa indica questo titolo riguardo a lui?
9 Chi è questo Agnello che la Sacra Bibbia dice essere il “Leone che è della tribù di Giuda” e una vivificante “radice” del primo re giudeo di Gerusalemme, chiamato Davide? È Gesù Cristo, discendente carnale del patriarca Abraamo e del re Davide della tribù di Giuda. (Gen. 49:9, 10; Matt. 1:1-6) Che sia chiamato “il Leone che è della tribù di Giuda” significa che fu il “Silo” che doveva venire e al quale “apparterrà l’ubbidienza del popolo”. Questo significò che doveva essere il Re (come lo era stato il suo antenato Davide) di un vero governo a cui si sarebbero dovuti assoggettare per il proprio bene tutti i popoli della terra. Come Davide era stato unto quale re ed era stato perciò un unto, così il suo regale Discendente sarebbe stato un unto, che gli Ebrei chiamarono “Messia” ma che i Giudei di lingua greca chiamarono “Cristo”. Ecco perché abbiamo l’espressione “Gesù Cristo” (Gesù Unto) o “Cristo Gesù” (Unto Gesù). Ma se è paragonato a un regale leone di Giuda, perché è anche paragonato a un “agnello”?
10. Secondo ciò che vide Giovanni, cos’era accaduto a questo Agnello, e che cosa fu acquistato di conseguenza?
10 Lo scrittore Giovanni ne spiega la ragione, narrandoci ciò che ancora vide e udì: “E quando ebbe preso il rotolo . . . essi [cantarono] un nuovo cantico, dicendo: ‘Degno sei di prendere il rotolo e di aprirne i suggelli, perché tu fosti scannato e col tuo sangue comprasti a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le hai fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra’”. — Riv. 5:8-10.
11. A quale scopo fu scannato colui che era simile a un agnello, e come lo aveva predetto Isaia, capitolo cinquantatré?
11 Così questo “Leone che è della tribù di Giuda” e che costituisce un regno fu scannato in sacrificio; infatti, anche la Legge di Dio data alla nazione d’Israele per mezzo di Mosè stabiliva che si offrisse per i peccati il sacrificio di un agnello senza difetto. Egli fu il giusto “servitore” di Geova, riguardo al quale l’ispirato profeta Isaia fece le seguenti predizioni: “Fu messo alle strette, e si lasciava affliggere; eppure non apriva bocca. Era portato proprio come una pecora allo scannatoio; e come un’agnella che dinanzi ai suoi tosatori sia divenuta muta, neanche apriva la bocca. . . . versò la sua anima alla medesima morte, e fu contato coi trasgressori; ed egli stesso portò il medesimo peccato di molti, e s’interponeva per i trasgressori”. — Isa 53:7, 12; Atti 8:30-35.
12. Perché non possiamo negare d’aver bisogno del sacrificio dell’Agnello essendo peccatori e trasgressori?
12 Questo dà risalto a una forte ragione per cui abbiamo bisogno di Gesù Cristo. Ne abbiamo bisogno come Agnello di sacrificio offerto a Geova Dio, Creatore dell’uomo. La profezia di Isaia che abbiamo appena citata parla di peccatori e di trasgressori. In genere a nessuno piace esser chiamato peccatore e trasgressore. Ciò nonostante, nessuno può negare che tutti abbiamo difetti e tendenze alla trasgressione. Abbiamo ricevuto queste cose da qualche parte. Possiamo tutti dare la colpa ai nostri genitori. Ma essi, a loro volta, ricevettero l’imperfezione e le tendenze al male dai loro genitori. E così possiamo risalire attraverso una catena ininterrotta fino alla prima coppia di coniugi, che la Sacra Bibbia chiama Adamo ed Eva. Adamo ed Eva sono gli ultimi genitori che possiamo incolpare d’aver trasmesso alla loro progenie l’imperfezione e inclinazioni illecite. Perché? Perché Adamo ed Eva non ricevettero l’imperfezione e la peccaminosità da Dio, loro Creatore e Padre Celeste. “La sua attività è perfetta”, ed egli fece Adamo ed Eva perfetti, in quanto furono creati a sua propria immagine. — Deut. 32:4; Luca 3:38; Gen. 1:26-28.
13. Quale domanda sorge sul luogo dove siamo nati, e che cosa impedì a tutti noi di nascere perfetti?
13 Nei passati seimila anni, nessuno di noi è nato nel paradiso, cioè nel Giardino di Eden. Ma Adamo ed Eva furono creati e messi lì. (Gen. 2:7-25) Certo, oggi quell’originale paradiso terrestre non potrebbe contenerci tutti comodamente; dovrebbe estendersi a tutto il globo. Ma perché non nascemmo tutti in un paradiso terrestre di proporzioni mondiali? Sì, e perché siamo nati tutti imperfetti, soggetti a cattive tendenze, malattie e morte? L’unica spiegazione ragionevole potrebbe essere che la prima coppia umana, da cui tutti siamo discesi, deviò dalla retta via. L’effettivo racconto storico della Sacra Bibbia è in armonia con questa ragionevole spiegazione. Prima ancora che avessero figli, Adamo ed Eva si comportarono male. Ciò significa che non ubbidirono a ciò che Dio aveva detto loro. Disubbidirono al loro Padre Celeste. Così peccarono e fallirono il bersaglio della perfezione umana.
14. Perché Dio aveva diritto di cacciare Adamo ed Eva dal paradiso, e per quale atto di misericordia da parte Sua siamo oggi in vita?
14 Possiamo noi biasimare Dio se condannò Adamo ed Eva a ciò che disse sarebbe stata la sicura pena per il minimo atto di ribellione contro di lui quale Supremo Legislatore e Giudice? Giustamente no. Ma possiamo biasimare Dio per averli cacciati dal loro paradiso? No! Come Creatore del Giardino di Eden egli ha diritti di proprietà. Ha il perfetto diritto di decidere chi debba occupare la sua proprietà. Guardate come persone egoistiche e sconsiderate riducono ottimi complessi residenziali a qualche cosa di paragonabile a ghetti e bassifondi. Guardate come la razza umana in generale rovina la terra nel suo insieme minacciandola di guerra nucleare, con tutta la devastazione e l’inquinamento che ciò significherebbe per la superficie terrestre. Se ci pensiamo, è una meraviglia che Dio permettesse ai peccatori Adamo ed Eva di vivere fuori del paradiso di Eden, così che popolassero la terra fino al punto in cui è popolata oggi. Certamente Dio fu misericordioso a lasciare che Adamo ed Eva continuassero a vivere in modo da generare figli, così che seimila anni dopo siamo in vita sulla terra. — Gen. da 3:1 a 4:2.
15. Che specie di padre decise d’essere Adamo per la sua progenie, e come divenimmo tutti peccatori in lui?
15 Quando fu tentato perché peccasse insieme a sua moglie Eva, Adamo dovette decidere che specie di padre voleva essere per la sua progenie, se un padre timorato di Dio, perfettamente ubbidiente al suo Padre celeste e in continua relazione con Lui, o un padre ribelle contro il suo Datore di vita e sotto la condanna di morte, la pena del peccato. (Gen. 2:15-17) Adamo decise di essere per noi quest’ultima specie di padre. Quindi non possiamo incolpare Dio, Creatore dell’uomo, della nostra imperfezione e peccaminosità. Non possiamo farci nulla, ma è proprio come disse lo scrittore biblico del primo secolo, l’apostolo cristiano Paolo, che scrisse: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. (Rom. 5:12) Avendo Dio posto il seme riproduttivo nel primo uomo, quando Adamo peccò noi suoi discendenti eravamo tutti nei suoi lombi. Così noi tutti peccammo dentro di lui e, come risultato, siamo tutti nati peccatori, sotto la condanna di morte.
16. Quale equilibrio della bilancia della giustizia divina non dobbiamo trascurare, e in che modo ce lo assicura I Corinti 15:21, 22?
16 Non lasciamoci sfuggire una cosa importante insegnata nella divina Sacra Bibbia. Quale? Questa: Che proprio come Dio ritiene il solo uomo Adamo responsabile di tutto il peccato e della sua pena di morte esistenti oggi nel mondo, così egli può ritenere un solo altro uomo pari ad Adamo, responsabile di cancellare il peccato del mondo e di togliere la pena del peccato al mondo del genere umano nato peccaminosamente. Con tale sapiente, misericordiosa disposizione, la bilancia della giustizia divina è in perfetto equilibrio. Questo è qualche cosa di cui tutti avevamo bisogno, ed è ciò che la divina Sacra Bibbia ci assicura, in I Corinti 15:21, 22, con queste parole: “Siccome la morte è per mezzo di un uomo, la risurrezione dai morti è pure per mezzo di un uomo. Poiché come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”.
17. Solo in che modo si poté generare sulla terra un uomo pari ad Adamo, e a chi fu appropriatamente annunciata la nascita?
17 Quale meravigliosa ed economica disposizione è questa, e così semplice! Tutto ciò che ci occorreva era solo un uomo, pari ad Adamo quando era nella perfezione umana e senza peccato. Come si poteva generare sulla terra un tale uomo, dal momento che nessuno di noi discendenti della prima coppia umana è nato uguale ad Adamo con l’innocenza che ebbe in Eden? L’uomo necessario poteva essere provveduto solo con un miracolo di Dio Onnipotente. Questo miracolo divino accadde verso la fine del primo secolo avanti la nostra Èra Volgare. Ne risultò la comparsa di colui che la Rivelazione chiama ripetute volte “l’Agnello”. Benché fosse simile a un agnello, questi dimostrò d’essere “il Leone che è della tribù di Giuda” e “la radice di Davide”. Tutta la testimonianza della divina Sacra Bibbia indica che questi è Gesù Cristo, nato nella città davidica di Betleem all’inizio dell’autunno dell’anno 2 a.E.V. In splendida armonia col fatto che divenne simile a un agnello di sacrificio, la sua nascita fu annunciata dall’angelo di Dio a testimoni scelti da Dio, a pastori che di notte facevano la guardia a greggi di pecore. — Luca 2:4-18; Matt. 2:1-18.
18. Per mezzo della risurrezione dai morti, di chi fu chiamato Figlio questi che “sorse dal seme di Davide”?
18 Nell’insieme questa fu ciò che il cristiano apostolo Paolo chiama “la buona notizia di Dio, che egli aveva anteriormente promessa nelle sacre Scritture per mezzo dei suoi profeti, riguardo al suo Figlio, che secondo la carne sorse dal seme di Davide, ma secondo lo spirito di santità fu dichiarato con potenza Figlio di Dio per mezzo della risurrezione dai morti — sì, Gesù Cristo nostro Signore”. — Rom. 1:1-4.
19. Mediante la risurrezione, a quale livello fu Gesù dichiarato Figlio di Dio, ma che cos’era già stato sulla terra?
19 In quanto a essere un figlio di Dio nel vero senso della parola, sì, secondo la genealogia carnale di Gesù Cristo riportata in Luca 3:23-38, il primo uomo Adamo fu un “figlio di Dio”. Ma egli disubbidì al suo Padre celeste e morì, recando su tutti noi il peccato e la morte. Egli è ancora morto; non è stato risuscitato dai morti. Perse il suo stato di figlio di Dio. Ma Gesù Cristo è stato risuscitato al livello spirituale ed è stato così nuovamente dichiarato Figlio di Dio con un potere più grande di quello che ebbe sulla terra. Tuttavia, anche quando fu al livello terrestre, e pur essendo nato come un uomo di carne e sangue dalla vergine giudea chiamata Maria, Gesù fu un Figlio di Dio. Non abbiamo motivo per metterlo in dubbio. Perché no?
20. Perché Giovanni Battista attestò che Gesù era il Figlio di Dio non solo per averci ragionato sopra?
20 In quel tempo la situazione richiedeva che fosse disponibile sulla terra un “figlio di Dio”. Gesù Cristo fu il Figlio di Dio di cui c’era bisogno. Quando fu adulto, all’età di trent’anni, venne battezzato in acqua da Giovanni Battista, figlio del sacerdote giudeo chiamato Zaccaria. Giovanni chi dichiarò pubblicamente che era Gesù Cristo? Giovanni Battista disse ai suoi discepoli che Gesù Cristo era il Figlio di Dio. Giovanni lo sapeva non solo perché vi aveva ragionato sopra. Perché mai? Perché immediatamente dopo aver battezzato Gesù, Giovanni udì dal cielo la voce di Dio dire: “Questo è il mio Figlio, il diletto, che io ho approvato”. (Matt. 3:13-17; Mar. 1:9-11; Luca 3:21, 22) Così, in pubblico, Giovanni disse: “Io l’ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”. — Giov. 1:34.
21. Perché Gesù non poté avere un padre umano, di carne e sangue, ma chi dichiarò d’essere suo Padre?
21 Comunque, Gesù non divenne Figlio di Dio quando nacque come uomo da Maria, la vergine giudea. Essendo nato da una vergine che non aveva avuto nessun rapporto sessuale con un maschio discendente di Adamo, Gesù non poté avere un padre umano, di carne e sangue. Nessun angelo fu suo padre, giacché Maria non ebbe rapporti sessuali con un angelo materializzato come nel caso delle madri di quei noti Nefilim dei giorni di Noè, il costruttore dell’arca. (Gen. 6:1-4) L’angelo Gabriele, che apparve a Maria e le spiegò come in modo miracoloso sarebbe divenuta la madre di Gesù, non fu il padre del figlio primogenito di Maria. (Luca 1:26-38; Matt. 1:18-25) Oggi la scienza moderna può contestare la nascita di Gesù da una vergine asserendo che sia impossibile, ma l’angelo Gabriele allontanò dalla mente di Maria ogni possibile dubbio dicendo: “Presso Dio nessuna dichiarazione sarà un’impossibilità”. (Luca 1:37) Conformemente Dio dichiarò dinanzi a tutto l’universo che era il Padre del bambino Gesù della linea di discendenza di Davide.
22. In che modo le parole di Giovanni e quelle che Gesù disse in preghiera a Dio indicarono che Gesù era stato un Figlio di Dio in cielo?
22 Tutto ciò è vero, ma fu la nascita di Gesù in Betleem di Giuda l’inizio della sua esistenza come Figlio di Dio? No! Giovanni Battista, nato circa sei mesi prima di Gesù, disse pubblicamente riguardo al Gesù che egli aveva battezzato: “Ecco, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo! Questi è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è andato davanti a me, perché esisteva prima di me”. (Giov. 1:29, 30) Ora, poiché come uomo Gesù non era esistito prima di Giovanni Battista sulla terra, dov’era esistito egli prima di Giovanni? Lassù in cielo. Vi era esistito come un Figlio di Dio. Vi aveva avuto personale contatto e associazione con il suo Padre celeste. Questo spiega perché, la notte prima di subire una morte da martire fuori delle mura di Gerusalemme, disse in preghiera al suo Padre celeste: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo finito l’opera che tu mi hai data da fare. E ora, Padre, glorificami presso te stesso con la gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse”. — Giov. 17:4, 5.
23. Da dove Dio mandò suo Figlio nel mondo, e come?
23 Quindi, colui che divenne Gesù Cristo, “l’Agnello di Dio”, era esistito come un Figlio di Dio accanto al suo Padre celeste nell’invisibile reame spirituale. Per divenire il figlio umano di Dio col nome Gesù Cristo, egli dovette pertanto lasciare che Dio Onnipotente trasferisse la sua vita dal cielo all’ovulo umano nel corpo della vergine giudea. In tal modo, allorché questo Figlio nacque a Betleem, Dio continuò a esserne il Padre. Solo dal cielo Dio poté miracolosamente trasferire la vita del Figlio suo e in tal modo ‘mandare’ il Figlio suo, proprio come Gesù Cristo disse al governante giudeo Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo [del genere umano] che ha dato il suo unigenito figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna. Poiché Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. — Giov. 3:16, 17.
24. Perché abbiamo bisogno del Figlio di Dio come “l’Agnello”?
24 In tal modo vediamo come Dio provvide il solo uomo di cui avevamo bisogno per la nostra salvezza eterna, il solo uomo che fu pari ad Adamo quando era perfetto e senza peccato nel Giardino di Eden. Solo quest’uomo fu in grado di offrirsi a Dio per essere sacrificato come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Giov. 1:29) Siccome questo include il nostro peccato, abbiamo bisogno di lui.