Radunati in unità per l’opera di ministero
“Egli [Dio] propose in se stesso per l’amministrazione al pieno limite dei tempi fissati, cioè per radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose che sono nei cieli e le cose che sono sulla terra . . . affinché servissimo [o, fossimo] alla lode della sua gloria”. — Efes. 1:9-12.
1. In quali modi l’uomo moderno ha propositi contrastanti?
L’UOMO moderno si trova in una situazione complessa e difficile. Egli ha propositi contrastanti. Da una parte, nell’ultimo mezzo secolo egli ha imparato a controllare forze della creazione di Dio in un modo e in una misura che le precedenti generazioni non sognavano neppure, né immaginavano lontanamente. Straordinari progressi nei mezzi di comunicazione e di trasporto, progressi nel campo della meccanica nonché nei campi della medicina e della scienza hanno aperto la porta a meravigliose possibilità. D’altra parte, con questi stessi mezzi, sotto la direttiva e l’incentivo di uomini ambiziosi e spietati, è stata anche aperta la porta a spaventose possibilità. L’uomo moderno può avere benefici in molti modi sinora sconosciuti, ma ha pure a disposizione i mezzi per rovinare la terra e i suoi abitanti. Gli uomini sono fieri delle loro conquiste, ma nello stesso tempo, com’era stato predetto, vengono “meno per il timore e per l’aspettazione delle cose che [stanno] per venire sulla terra abitata”. Uomini superbi e ostinati sono costretti ad ammettere che questi sono “tempi difficili”. Che contraddizione! — Luca 21:26; 2 Tim. 3:1-5.
2, 3. Quale bel contrasto vediamo quando ci volgiamo all’Antico dei giorni?
2 Ma quando distogliamo l’attenzione dall’uomo moderno per rivolgerla all’Antico dei giorni, il Creatore, che contrasto! Nel settimo capitolo della profezia di Daniele 7, versetti da 9 fino a 14, egli è descritto mentre siede nella Corte, con molte migliaia in piedi dinanzi a lui che lo servono.
3 Nel contesto della stessa profezia si parla di feroci bestie, rappresentanti regni terreni, che lottano l’uno contro l’altro per ottenere la preminenza e si danno molta importanza. Ma la soluzione di tutti i loro conflitti è nelle mani dell’Antico dei giorni, il Supremo. Viene emanato un giudizio favorevole a qualcuno descritto come “un figlio d’uomo . . . A lui furono dati potere e maestà e regno; tutti i popoli . . . lo servivano, la sua potenza è una potenza eterna che non sarà distrutta e il suo regno è tale che non avrà fine”. Fornendo ulteriori particolari, più avanti la profezia dice che “veniva data ragione ai Santi dell’Altissimo . . . Il regno, la potenza e la grandezza del regno sotto tutto il cielo sarà trasmesso al popolo dei Santi dell’Altissimo”. — Dan. 7:13, 14, 22, 27, Ga.
4, 5. Com’è indicata in Rivelazione l’identità di (a) colui che è sul trono, (b) colui che è degno di prendere il rotolo, e (c) i santi che governano con Cristo?
4 Non siamo lasciati nel dubbio circa l’identità di questi personaggi. Nell’ultimo libro della Bibbia è ripreso e allargato lo stesso tema. Nel quarto capitolo di Rivelazione troviamo una magnifica descrizione del trono celeste e di Colui che vi era seduto. Esso ispira timore, ma non spavento. Colui che è sul trono viene menzionato due volte per nome: “Santo, santo, santo è Geova Dio, l’Onnipotente . . . Degno sei, Geova, Dio nostro, di ricevere la gloria e l’onore e la potenza, perché tu creasti tutte le cose, e a causa della tua volontà esse esisterono e furon create”. — Riv. 4:8, 11.
5 Nel quinto capitolo di Rivelazione, l’unico che ha diritto di accedere al trono ed è ‘degno di prendere il rotolo e di aprirne i suggelli’ è identificato nel “Leone che è della tribù di Giuda, la radice di Davide”, cioè Cristo Gesù. Insieme a lui sono menzionati anche questi santi, persone redente o comprate col sangue dell’Agnello, e che, con Cristo Gesù, sono ‘fatti essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed essi regneranno sulla terra’. Questi costituiscono la vera chiesa, la congregazione cristiana, che “prende parte alla prima risurrezione”, e che saranno “sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”. — Riv. 5:5, 9, 10; 20:6.
6. Essendo il Supremo, quali requisiti ha Geova?
6 Questi brani della Parola di Dio ci fanno capire in modo vigoroso l’assoluto sovrano diritto e l’inattaccabile posizione del Supremo, Geova. Presso di lui, tutto è armonioso e sicuro. Non vi è nulla di contraddittorio, cosa tristemente evidente negli affari dell’uomo moderno. Nelle sue mani Geova ha la soluzione di tutti i problemi e conflitti dell’uomo, e la si vede nel governo e nel regno affidati sicuramente all’Agnello, Cristo Gesù, che si è dimostrato degno di riceverlo. Il fatto che altri, un numero limitato di persone della peccaminosa umanità, possano prendere parte a tale governo e regno non è che un’ulteriore e meravigliosa prova della ricchezza dell’immeritata benignità di Geova.
7. Com’è messa in risalto l’immeritata benignità di Geova nella prima parte della lettera agli Efesini?
7 È chiaro che l’apostolo Paolo aveva in mente quest’ultimo aspetto quando scrisse ai cristiani, “ai santi che sono in Efeso”. Egli prega per loro: “Abbiate immeritata benignità e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo”. Quindi egli spiega che la loro adozione quali figli di Dio mediante Gesù Cristo avvenne “alla lode della sua [di Dio] gloriosa immeritata benignità” e che il ‘perdono dei loro falli’, basato sul sangue sparso e sul riscatto di Gesù, fu pure “secondo la ricchezza della sua [di Dio] immeritata benignità”. — Efes. 1:1-7.
8, 9. (a) Quale atteggiamento dovremmo avere verso la vita? (b) Che cosa rivela Paolo riguardo alla volontà e al proposito di Dio?
8 Tenendo presente questo, l’apostolo considera quindi lo stesso sublime tema già menzionato, quello della sovrana volontà e del proposito di Dio e della posizione di tutte le sue creature in relazione a ciò. Non vi sono eccezioni né esenzioni. A volte qualcuno dirà: “Non sono stato io a chiedere di venire al mondo”, come se cercasse così di esimersi da ogni responsabilità della vita. Ma non è così. Non dobbiamo la nostra esistenza al caso. Geova è il Supremo ed egli creò tutte le cose, compresa la famiglia umana nella perfezione originaria, che possedeva la meravigliosa facoltà della procreazione. Per rispetto e apprezzamento verso il Creatore, dovremmo dire che è a motivo della sua volontà che siamo venuti all’esistenza. — Riv. 4:11.
9 Con questa disposizione mentale ascoltiamo ciò che Paolo ha da dire. Egli spiega che Dio fece abbondare la sua immeritata benignità verso di noi rendendo noto “il sacro segreto della sua volontà. Esso è secondo il suo beneplacito, che egli propose in se stesso per l’amministrazione al pieno limite dei tempi fissati, cioè per radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose che sono nei cieli e le cose che sono sulla terra”. — Efes. 1:9, 10.
10, 11. Quale significato e importanza sono attribuiti ai termini (a) “sacro segreto” (b) “amministrazione”?
10 Il linguaggio stesso usato dall’apostolo mette in risalto l’importanza della suprema volontà e del proposito di Geova. Esso è stato serbato per lungo tempo come un “sacro segreto”. Come ci stimola questa espressione! Che piacere essere depositari di un segreto! Anche un bambino, specialmente una ragazzina, ama avere un segreto e sussurrarlo, al momento opportuno, all’orecchio della sua migliore amica, badando bene che nessun’altra bambina possa udirlo. Il suo segreto può non significare molto per noi adulti, ma il segreto di Geova è sacro, in esso è incorporato il suo intero proposito ed è tutto importantissimo, sia per lui che per noi. Ignorarlo o inciampare in esso, come hanno fatto molti, significa la perdita di tutto.
11 Considerate anche il termine “amministrazione”. Anch’esso indica qualcosa di realmente importante, poiché di solito è usato in riferimento a cose come l’effettiva direzione di affari governativi o legali. Molti lettori de La Torre di Guardia, quando vanno a un grande congresso, vedono da vicino i vari reparti, osservando tutto ciò che si può vedere, ma non si soffermano quando arrivano a una porta su cui è la scritta “Amministrazione”. Ah no, essi non vogliono avere a che fare con questo genere di responsabilità.
LA GRANDE AMMINISTRAZIONE DI GEOVA
12, 13. Come dice Efesini 1:10, che cosa si deve imparare riguardo all’amministrazione di Dio?
12 Che cos’è questa importante amministrazione di Geova, tenuta segreta per tanto tempo? Ci è data la risposta. È il beneplacito di Geova, “al pieno limite dei tempi fissati, . . . per radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose che sono nei cieli e le cose che sono sulla terra”. (Efes. 1:10) Da ciò possiamo subito apprendere diverse cose importanti:
13 (1) Non vi è che un solo radunamento sotto una sola amministrazione. L’uomo, benché sincero, non può edificare la sua propria organizzazione religiosa e asserire che sia accettevole a Dio. (2) Per essere radunati in unione con Cristo ci vuole lo spirito della volenterosa sottomissione a lui quale Unto di Dio, e anche lo spirito dell’unità e della volenterosa cooperazione con tutti gli altri così radunati. (3) Com’è successivamente rivelato, Dio affida un ministero a quelli che vengono radunati. (4) Il fatto che Geova deve “radunare di nuovo tutte le cose” sottintende un precedente stato di felice unità, che per qualche ragione non fu mantenuta, ma che dev’essere ristabilita. (5) Sopravviene l’elemento tempo. Questa grande opera ha luogo “al pieno limite dei tempi fissati”. Perciò vogliamo sapere anzitutto: Quando è il pieno limite e quando è inaugurata pienamente l’amministrazione?a
14. Quand’è il “pieno limite dei tempi fissati”, e da quali avvenimenti è determinato?
14 Il pieno limite è raggiunto quando, come disse Gesù nella sua grande profezia, ‘i fissati tempi delle nazioni sono compiuti’. (Luca 21:24) Questo importante momento nello sviluppo del proposito di Geova e della storia umana si ebbe nel 1914, com’è abbondantemente comprovato da ciò che accadde sulla terra in adempimento alla profezia biblica. Allora fu dato il governo a Gesù Cristo nel cielo, com’è descritto nel settimo capitolo di Daniele, malgrado l’opposizione dei crudeli regni simili a bestie che sono sulla terra. Com’era anche stato descritto profeticamente dal salmista, le nazioni e i loro governanti ‘si consigliarono assieme contro l’Eterno e contro il suo unto’, ma Geova si fece beffe di loro e dichiarò: “Io ho stabilito il mio re sopra Sion, monte della mia santità”. Quando l’unto re di Geova, Cristo Gesù, fu insediato o intronizzato, fu istituita l’amministrazione. Questo non ebbe luogo a Sion, o Gerusalemme, nella lontana Palestina, ma, come dice la scrittura, “al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste”. — Sal. 2:2-6, VR; Ebr. 12:22.
15, 16. (a) Quando e come cominciò il radunamento in unione con Cristo? (b) Che cosa segna la piena inaugurazione dell’amministrazione di Dio?
15 Si può arguire che, scrivendo agli Efesini, Paolo parla del radunamento in unione con Cristo come se fosse già cominciato. Questo è vero, in quanto ai passi da fare a questo fine. Esso cominciò alla Pentecoste del 33 d.C., coi primi membri della congregazione cristiana quando fu sparso su di loro lo spirito di Dio. (Atti 2:1-4) Ma essi non ricevettero la piena ricompensa né mentre erano attivamente impegnati nel ministero, né alla morte. Come scrisse Paolo a Timoteo: “Da ora in poi mi è riservata la corona della giustizia, che il Signore, il giusto giudice, mi darà come ricompensa in quel giorno”. (2 Tim. 4:8) La grande amministrazione di Geova comincia ad operare pienamente dopo la fine dei Tempi dei Gentili nel 1914.
16 Essendo arrivato “quel giorno”, che cosa vediamo? Con le parole della visione simbolica descritta da Giovanni ora possiamo dire per fede: “E vidi, ed ecco, l’Agnello stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti”. Dopo il 1914 i “nuovi cieli” amministrativi, con l’intronizzato Gesù Cristo come Amministratore di Dio, gettarono Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici sulla terra e cominciarono l’opera di unificazione, particolarmente dal 1919 in poi, come mostra la storia moderna dei testimoni di Geova. (Riv. 14:1; 12:1-13) Perciò l’opera dell’amministrazione progredisce più che mai rapidamente, adempiendo del tutto la volontà del Supremo proprio come fece scrivere molto tempo fa con queste parole: “Nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. — Filip. 2:10, 11.
17. A che cosa dobbiamo particolarmente dare ascolto in questo tempo?
17 Quindi siamo nel gran giorno in cui facciamo bene a dare ascolto a queste lezioni che additano il bisogno di una chiara visione dell’organizzazione teocratica di Dio, anche per apprezzare il proposito per cui siamo radunati in unità sotto la sua direttiva, cioè per l’opera di ministero. Oltre a ciò, questo mette in risalto il bisogno dello spirito di sottomissione e di cooperazione. Queste lezioni sono definite più chiaramente quando esaminiamo più a fondo ciò che dice Paolo su questo stesso tema.
IL GIUSTO SPIRITO PER IL GIUSTO PROPOSITO
18. Come e perché ebbe fine l’originario stato di unità sulla terra?
18 Per mettere in risalto il bisogno del giusto spirito, varrà la pena guardare indietro, particolarmente alla scena terrena, e vedere perché non fu mantenuto l’originario stato di felice unità. Quando madre Eva ascoltò ciò che il serpente aveva da dire riguardo al frutto proibito, quella fu non solo una prova di ubbidienza, ma anche di umiltà. Ingannata da ciò che le era stato detto, cominciò a guardare il frutto da un nuovo punto di vista. Esso le avrebbe dato, ella pensava, nuova indipendenza, e l’idea la tentava. Questo è indicato dal fatto che non aspettò nemmeno per chiedere al marito, ma agì di sua iniziativa. Possiamo immaginarla mentre dice: ‘Perché no? Dopo tutto, ho una mente mia. So che mio marito non ha ancora preso di questo frutto, ma lascia fare a me, gliene farò prendere’. E fece proprio così! — Gen. 3:1-6; 1 Tim. 2:14.
19. Come si manifesta oggi lo spirito del mondo, e a che cosa condurrà?
19 No, non abbiamo udito madre Eva parlare tra sé nel giardino d’Eden, ma oggi non è insolito udire alcune delle sue figlie che parlano così. Non è questo oggi lo spirito del mondo, sia delle nazioni che dei singoli individui? Anche le nazioni più piccole esigono i loro diritti sovrani e l’indipendenza. Lo stesso spirito è manifestato sovente anche da coloro che dicono, in effetti: ‘Ho diritto di vivere la mia vita a modo mio’. Questa è la ragione fondamentale per cui molti non daranno ascolto al messaggio recato loro dai testimoni di Geova. Sanno che esso ostacolerà la loro indipendenza. Essi ed i loro governanti, come Eva, preferiscono ascoltare le millantatrici “impure espressioni ispirate” simili a rane ispirate da demoni bugiardi. Tale propaganda suscita il loro spirito di superba indipendenza e li fa ‘radunare per la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente’. — Riv. 16:13, 14.
20. A quali due alternative ci troviamo davanti?
20 Non è strano che l’uomo moderno si trovi in un mare di guai! È certamente ovvio che dobbiamo abbandonare tale spirito di indipendenza, per quanto l’abbiamo avuto in passato. Siamo nel giorno in cui Dio raduna “di nuovo tutte le cose nel Cristo”, radunando a sé prima i fedeli cristiani che hanno dormito nella morte con la risurrezione affinché siano con Gesù Cristo nel cielo. (Efes. 1:10; 1 Tess. 4:13-18) Se non siamo disposti ad essere radunati sotto tale giusta amministrazione nello spirito di sottomissione e leale devozione, in tal caso, consapevolmente o inconsapevolmente, saremo radunati con le forze avversarie che marciano verso Armaghedon sotto la guida di Satana per combattere contro Dio l’Onnipotente. Come disse acutamente Gesù: “Chi non è dalla mia parte è contro di me”. — Matt. 12:30.
21. Com’è illustrato da Gesù, (a) chi soltanto è radunato con lui, e (b) su quale base giudica Gesù?
21 Usando l’illustrazione di Gesù, riscontriamo che sono radunati a lui solo i mansueti; prima, il “piccolo gregge”, la congregazione cristiana che costituisce i “nuovi cieli”, ma ora, sin dal 1931, anche le “altre pecore” che attendono ansiosamente le benedizioni della “nuova terra”. Le “altre pecore” non sono trattate separatamente, ma divengono tutte “un solo gregge, [sotto] un solo pastore”, o amministratore. Usando l’altra illustrazione di Gesù, adempiuta in questo giorno in cui egli è intronizzato come Re, notiamo che descrisse le “altre pecore” come quelli che sostengono e cooperano pienamente anche con uno “di questi miei minimi fratelli”, o seguaci. Tutti gli altri sono giudicati da lui come capri i quali, a motivo della loro ostinata indipendenza, rifiutano o non prestano affatto tale cooperazione. — Matt. 25:31-46; Luca 12:32; Giov. 10:16.
22. A quali inviti della Parola di Dio dovremmo ora rispondere?
22 In questo giorno in cui Geova tra breve ‘fiaccherà e spezzerà’ tutti quelli che sono contro di lui e contro il suo unto re, e in cui farà “cessar le guerre fino all’estremità della terra”, siamo saggi e rispondiamo col giusto spirito agli inviti rivoltici negli stessi versetti biblici, dove Geova dice: “Fermatevi, ei dice, e riconoscete che io sono Dio”. “Servite l’Eterno [Geova] con timore . . . Baciate il figlio [Cristo Gesù], che talora l’Eterno non si adiri . . . Beati tutti quelli che confidano in lui!” — Sal. 2:9-12, nota in calce; Sal. 46:9, 10, VR.
23, 24. Qual è il proposito di Dio per quelli che sono radunati in unione con Cristo, e possono essi decidere questo da soli?
23 Qual è il proposito di Dio per coloro che rispondono e vengono radunati sotto l’amministrazione di Cristo? È solo per la nostra propria benedizione e salvezza? Possiamo decidere questo da soli? Sarebbe molto illogico, benché alcuni abbiano fatto questo sbaglio e si siano allontanati. No, non è secondo ciò che noi pensiamo, ma, come dice Paolo riguardo ai 144.000 preordinati, è “secondo il proposito di colui [Dio] che opera tutte le cose secondo il modo che la sua volontà consiglia”. Perciò, qual è il proposito di Dio? Notate la risposta data: “Affinché servissimo [letteralmente, fossimo] alla lode della sua gloria”. Quindi osservate in quanto segue immediatamente che ci è detto come servire al proposito di Dio in modo accettevole. Dopo aver parlato di sé e di altri che erano stati “i primi a sperare nel Cristo”, Paolo dice quindi che “anche voi [ad Efeso] avete sperato in lui”.
24 Com’era stato possibile questo? Paolo spiega che ciò avvenne “dopo aver udito la parola della verità, la buona notizia della vostra salvezza”. Ciò indica chiaramente qual è la volontà del Supremo per quelli che sono radunati. Non dobbiamo tenere per noi stessi la buona notizia, ma dobbiamo farla udire ad altri affinché anch’essi abbiano e si rallegrino per la stessa gloriosa speranza. In questo modo possiamo essere alla gloriosa lode di Geova, e si deve servire a questo divino scopo sotto la direttiva di una sola amministrazione. — Efes. 1:11-13.
25. Qual è il corretto punto di vista del cristiano rispetto a se stesso e alle opere?
25 Un poco più avanti, Paolo parla di nuovo da un altro punto di vista a favore della supremazia di Dio e contro l’assumere da parte nostra un punto di vista indipendente delle cose. Egli ci rammenta che non possiamo attribuire a noi stessi il merito di essere divenuti cristiani. Non abbiamo nulla di cui vantarci. Piuttosto, come cristiani, “siamo il prodotto della sua opera [di Dio]”. Ciò nonostante, benché siamo “stati salvati mediante la fede”, non possiamo essere pigri e nemmeno possiamo decidere da soli come operare la nostra salvezza. Invece, come disse Paolo, siamo radunati in unione con Cristo Gesù “per le opere buone, che Dio ha preparate in anticipo perché camminiamo in esse”. — Efes. 2:8-10.
26, 27. (a) Come si manifesta il giusto spirito per il giusto proposito? (b) Come rese chiara la contesa Gesù?
26 Dalle scritture considerate sotto questo sottotitolo, sono rese molto chiare la lezione da imparare e la contesa implicata. Dobbiamo avere il giusto spirito per il giusto proposito, lo spirito dell’altruistica, completa devozione a Geova per assicurarci la prosperità nelle giuste opere che ha preparate per noi. Non solo dobbiamo essere noi stessi radunati in unione con Cristo, ma sotto di lui dobbiamo partecipare al radunamento di altri facendo loro udire la buona notizia.
27 Gesù disse: “Chi non raduna con me disperde”. Questo rende chiara la contesa. Se ci rifiutiamo di venire o rimanere nella sua amministrazione, è chiaro che abbiamo lo spirito errato per il proposito errato. Ogni radunamento che si cerchi di fare indipendentemente dall’amministrazione di Cristo sarà in opposizione ad essa, per quanto l’opera e il motivo possano apparire buoni. Come aveva detto Gesù nei suoi precedenti commenti, dopo essere stato accusato di espellere i demoni per mezzo di Beelzebub: “Ogni regno diviso contro se stesso giunge alla desolazione . . . se Satana espelle Satana, egli è divenuto diviso contro se stesso; come durerà dunque il suo regno?” Questo spiega perché l’uomo moderno ha propositi contrastanti, malgrado i suoi sforzi per ottenere l’unità. Ha un motivo principalmente egoistico, e questo non è la base per una genuina, durevole unità. Non ci facciamo accecare o sviare per sostenere l’errata amministrazione. — Matt. 12:24-30.
IL RADUNAMENTO PRENDE FORMA
28. In che modo si vede che la congregazione cristiana prende forma?
28 Trattando questo stesso tema, l’apostolo rivela un ulteriore avvenimento che ha luogo sotto l’amministrazione di Cristo. Questo è molto interessante e dà una veduta più elevata dell’amministrazione. Egli spiega che quelli che vengono radunati non si affollano per così dire attorno a un comune centro. Si vede invece che prendono una forma precisa, paragonata a un edificio. Prima, “Cristo Gesù stesso è la pietra angolare”. Gli apostoli e i profeti costituiscono il resto del fondamento, su cui “l’intero edificio, essendo armoniosamente collegato, cresce in un tempio santo a Geova . . . un luogo che Dio abiti mediante lo spirito”. (Efes. 2:20-22) Che elevato concetto! Quando assistiamo a un’adunanza di testimoni di Geova alla loro Sala del Regno, o ad un’assemblea più grande, possiamo essere tentati di guardarli da un punto di vista carnale, notando solo il loro aspetto esteriore. Dovremmo invece considerarli e apprezzarli come fa Geova. Altre scritture che usano la stessa illustrazione del tempio di Dio mettono in risalto la stessa cosa, il bisogno di mantenere un punto di vista spirituale, anche la responsabilità di quelli che appartengono al tempio di Dio di evitare di divenire “inegualmente aggiogati con gli increduli”. — 1 Cor. 3:16, 17; 2 Cor. 6:14–7:1.
29. Come si vede la grande folla delle “altre pecore” nel quadro del tempio?
29 L’intera congregazione cristiana di 144.000 persone insieme a Gesù Cristo costituiscono il tempio spirituale di “pietre viventi”. (1 Piet. 2:4, 5; Giov. 2:19-22) Forse dite che comprendete questo, ma che ciò non ha alcuna relazione con voi, perché non avete speranze celesti, come quelle del “piccolo gregge”, ma terrene. Molti lettori de La Torre di Guardia possono pensare in questo modo, ma badate di non sbagliare. Se amate Geova e vi siete sottomessi a lui nella dedicazione, simboleggiata con l’immersione in acqua, siete compresi nel quadro. Per incoraggiarvi vi rammentiamo che, dopo aver descritto la formazione dell’Israele spirituale, la classe del tempio o del santuario, Giovanni ebbe la visione di una gran folla di “altre pecore” di cui è detto che “gli rendono [a Dio] sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. Non potremmo immaginare un quadro migliore di stretta unità e concordia! — Riv. 7:15.
30. In che modo oggi l’opera di radunamento ha assunto proporzioni maggiori, e quale bisogno mette in risalto?
30 Per sostenere questo leggiamo che Dio “vuole che ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità”. (1 Tim. 2:4) Oggi ogni sorta di persone accettano la buona notizia e si conformano ad essa, essendo radunate nel “solo gregge” sotto “un solo pastore”. Le Scritture rendono chiaro che tutte queste dovrebbero servire con la loro condotta alla lode della gloria di Dio partecipando unitamente all’opera di ministero che si deve portare a termine prima della fine completa del presente sistema di cose. Dai giorni degli apostoli in poi è stata data importanza al radunamento della congregazione cristiana dei 144.000 coeredi di Cristo; ma ora, “al pieno limite dei tempi fissati”, sin dal 1931 l’opera di radunamento ha assunto proporzioni maggiori, assieme a grande urgenza, perché il tempo è breve. Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto e l’incoraggiamento possibile, e perciò sarà bene dare un’attenta occhiata alla nostra opera di ministero, sia nell’organizzazione di Dio che fuori.
[Nota in calce]
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Le “impure espressioni ispirate” simili a rane radunano i governanti che sono contro Dio
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Serviamo come ministri sotto l’amministrazione di Cristo