“Non dovremmo trascurare la casa del nostro Dio”
1. Quale fu l’atteggiamento di Gesù Cristo verso il tempio a Gerusalemme, e come fu mostrato questo?
PROPRIO come aveva predetto il profeta Daniele (9:24-27), il “Messia il Condottiero” apparve nell’anno 29 della nostra Èra Volgare, poiché allora Gesù, il falegname di Nazaret, fu battezzato nel fiume Giordano e quindi fu unto con lo spirito santo di Dio. (Matt. 3:13-17) Come Messia o Cristo egli predisse la distruzione del tempio di Gerusalemme che ebbe luogo nel 70 E.V. Non cercò di preservare quella tipica “casa del nostro Dio”, che era fatta di “pietre eccellenti” e di altri costosi materiali. (Luca 21:5, 6) Eppure, finché Dio permise che questo tempio fosse a Gerusalemme, Gesù Cristo lo rispettò e adorò in esso. In due occasioni lo purificò dal commercialismo. — Giov. 2:13-22; Matt. 21:10-14.
2. Comunque, di quale edificio Gesù si interessava maggiormente?
2 Comunque, Gesù Cristo si interessava maggiormente del reale, eterno tempio del suo Padre celeste, Geova Dio. Perciò, prima di fare il suo ultimo viaggio a Gerusalemme per predire la distruzione di quella città e del tempio, egli disse, all’ascolto dei suoi dodici apostoli: “Su questo masso di roccia edificherò la mia congregazione, e le porte dell’Ades non la sopraffaranno”. — Matt. 16:18.
3, 4. (a) In Matteo 16:18, come di che cosa parlava Gesù della sua congregazione? (b) Scrivendo ai cristiani di Efeso, Paolo a che cosa paragonò la congregazione, e come?
3 Parlando di edificare la sua congregazione (o chiesa) e di edificarla su una roccia, questo ex falegname paragonava la sua congregazione a un tempio. Egli ne parlava come di una vivente “casa di Dio”. Quando Gesù purificò la prima volta il tempio nella primavera del 30 E.V., egli usò il termine “tempio” per riferirsi a qualcosa di diverso da quel tempio materiale a Gerusalemme. (Giov. 2:13-22) Così ora, in Matteo 16:18, egli paragona la sua congregazione di fedeli seguaci a un tempio edificato su di sé come Pietra Angolare. In armonia con questo fatto l’apostolo cristiano Paolo, scrivendo alla congregazione di Efeso, in Asia Minore, dove sorgeva ancora il famoso tempio della dea Artemide (Diana), parlò dell’intera congregazione cristiana come di un tempio vivente. Paolo disse:
4 “Per mezzo di lui [Gesù Cristo] noi, entrambi i popoli [Giudei e Gentili], abbiamo accesso al Padre mediante un solo spirito. Certamente, perciò, voi non siete più estranei e residenti alieni, ma siete concittadini dei santi e membri della casa di Dio, e siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, mentre Cristo Gesù stesso è la pietra angolare. Unitamente a lui l’intero edificio, ‘essendo armoniosamente collegato, cresce in un tempio santo a Geova. Unitamente a lui, anche voi siete edificati insieme in un luogo che Dio abiti mediante lo spirito”. — Efes. 2:18-22.
5. Che cos’è la vera “casa del nostro Dio” secondo le parole di Paolo in 1 Corinti 3:16, 17?
5 Additando nuovamente che ora la vera “casa del nostro Dio” è un tempio costituito di persone viventi, l’apostolo Paolo scrisse alla congregazione cristiana dell’antica Corinto, in Grecia: “Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo spirito di Dio dimora in voi? Se alcuno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui; poiché il tempio di Dio è santo, il quale tempio siete voi”. — 1 Cor. 3:16, 17.
6. A che cosa sono paragonabili i membri del simbolico tempio, e come fa Pietro questo paragone?
6 I membri di questo simbolico tempio sono perciò paragonabili alle pietre di un tempio materiale. Per questa ragione l’apostolo cristiano Pietro li chiama “pietre viventi”, quando scrive ai cristiani sparsi in tutta l’Asia Minore, dicendo: “Avvicinandovi a lui [Gesù Cristo] come a una pietra vivente, rigettata, è vero, dagli uomini, ma presso Dio eletta, preziosa, voi pure, come pietre viventi, siete edificati quale casa spirituale in vista di un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Poiché è contenuto nella Scrittura: ‘Ecco, io pongo in Sion una pietra, eletta, angolare, preziosa; e chi esercita fede in essa non sarà affatto deluso’”. — 1 Piet. 2:4-6; Efes. 2:20.
7. Come Dio dimora nel suo tempio vivente?
7 Rendendo chiarissimo che Dio dimora nel suo tempio vivente per mezzo del suo spirito, e non per mezzo di qualche statua scolpita o immagine di idolo, l’apostolo Paolo scrive nuovamente alla congregazione cristiana nell’idolatra Corinto: “Quale accordo ha il tempio di Dio con gli idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente; come Dio disse: ‘Risiederò fra loro e camminerò fra loro, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo’”. — 2 Cor. 6:16.
8. Che cosa indicano quelle parole di Paolo e Pietro riguardo al tempio che allora sorgeva a Gerusalemme?
8 Tutte quelle cose furono scritte dagli apostoli Paolo e Pietro non più tardi di cinque anni prima che il tempio giudaico a Gerusalemme fosse distrutto dalle legioni romane nell’anno 70 E.V. È dunque molto chiaro che a quel tempo Geova Dio aveva rigettato il tempio materiale a Gerusalemme, dove suo Figlio Gesù Cristo era stato condannato a morte; proprio come aveva detto Gesù l’11 nisan, tre giorni prima che i capi religiosi lo facessero mettere a morte: “Voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. — Matt. 23:37, 38.
9. Quando fu posto Gesù Cristo come “pietra angolare” in Sion, e quando si cominciò a costruire su di lui?
9 Il terzo giorno dopo la morte di Gesù, l’Onnipotente Dio lo destò dai morti e lo fece tornare in cielo, al celeste monte Sion. Ivi Dio pose Gesù Cristo quale simbolica “pietra angolare”, su cui doveva essere costruito un nuovo tempio vivente. (1 Piet. 2:6; Isa. 28:16; Matt. 16:18) Giacché questo tempio vivente è una “casa spirituale” in cui Dio risiede mediante il suo spirito santo, esso cominciò ad esser costruito il giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando lo spirito santo di Dio fu versato sui Giudei credenti che esercitarono fede nella celeste “pietra angolare”. — Atti 2:1-42.
È POSSIBILE TRASCURARE: COME
10, 11. (a) Perché siamo ancora soggetti a trascurare la vera casa di Dio? (b) Con quali parole Paolo avvertì Timoteo contro una tal cosa?
10 Giacché la vera “casa del nostro Dio” è un tempio vivente costituito dalla fedele congregazione dei seguaci di Cristo, ci è facile capire come quelli che sono “pietre viventi” in esso potrebbero trascurare questa casa simbolica. E ricordiamo che le “pietre viventi” di quella specie sono scelte e preparate per questo tempio spirituale fino a questo giorno, così che siamo ancora soggetti a trascurarlo. L’apostolo Paolo avvertì il sorvegliante cristiano Timoteo proprio contro una tal cosa, dicendo:
11 “Ti scrivo queste cose, . . . affinché tu sappia come ti devi condurre nella casa di Dio, che è la congregazione dell’Iddio vivente, colonna e sostegno della verità. In realtà, il sacro segreto di questa santa devozione è per ammissione grande: ‘Egli fu reso manifesto nella carne, fu dichiarato giusto nello spirito, apparve agli angeli, fu predicato fra le nazioni, fu creduto nel mondo, fu ricevuto in gloria’. Comunque, l’espressione ispirata dice definitamente che in successivi periodi di tempo, alcuni si allontaneranno dalla fede, prestando attenzione a ingannevoli espressioni ispirate e a insegnamenti di demoni”. — 1 Tim. 3:14 fino a 4:1.
12, 13. (a) Che cosa Timoteo sarebbe quindi stato desto a non fare? (b) Che cosa avrebbe fatto Timoteo, come dice 1 Timoteo 4:14-16; 6:2, 20, 21?
12 Certo, dopo aver ricevuto la prima lettera di Paolo, integrata dalla seconda lettera inviatagli da Paolo, il sorvegliante cristiano Timoteo del primo secolo comprese più pienamente, secondo quanto scrisse Paolo, “come ti devi condurre nella casa di Dio”. Egli sarebbe stato desto a non trascurare alcuna delle sue responsabilità verso la casa o congregazione di Dio. Egli avrebbe fatto proprio come l’apostolico membro della casa di Dio gli aveva detto di fare, affermando, in 1 Timoteo 4:14-16; 6:2, 20, 21:
13 “Non trascurare il dono che è in te, che ti fu dato mediante predizione e quando il corpo degli anziani posero su di te le loro mani. Pondera queste cose; sii assorto in esse, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti. Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento. Attieniti a queste cose, poiché facendo questo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”. “Continua a insegnare queste cose e a dare queste esortazioni. . . . O Timoteo, custodisci il deposito che ti è affidato, evitando le parole vuote che violano ciò che è santo e le contraddizioni della falsamente chiamata ‘conoscenza’. Per far mostra di tale conoscenza alcuni han deviato dalla fede”.
TRASCURATEZZA CON SERIE CONSEGUENZE
14. (a) Che cosa avrebbe frequentato regolarmente Timoteo, e perché non avrebbe fatto diversamente? (b) Per persone di quale età è tale frequenza?
14 Essendo sorvegliante della congregazione, Timoteo avrebbe frequentato regolarmente le adunanze di congregazione, sia per dirigervi ciò che vi avveniva che per svolgere la sua parte nell’adunanza, proprio come gli disse Paolo, scrivendo: “Continua ad applicarti alla lettura pubblica, all’esortazione, all’insegnamento”. (1 Tim. 4:13) Egli non si sarebbe assentato dalle adunanze. Assentandosene si sarebbe separato dalla “casa di Dio, che è la congregazione dell’Iddio vivente, colonna e sostegno della verità”. Assentandosi dalle adunanze non avrebbe potuto adempiere le sue responsabilità. Frequentare le adunanze non è cosa solo per i vecchi che si avvicinano alla morte, ma è cosa per i giovani, per le persone nel fiore degli anni come pure per quelle che si approssimano alla fine della presente durata di vita. Timoteo era giovane. Per tale ragione Paolo gli disse: “Nessuno disprezzi la tua giovinezza. . . . Non criticare severamente l’anziano. Al contrario, supplicalo come un padre, i giovani come fratelli”. — 1 Tim. 4:12; 5:1.
15, 16. (a) Mancando volontariamente di frequentarle, che cosa fa praticamente un membro, e in quale direzione conduce questo? (b) Com’è questo indicato in Ebrei 10:23-31?
15 Non frequentare le adunanze della congregazione è uno dei modi più ovvi d’abbandonare e trascurare la “casa del nostro Dio”. Se un membro della dedicata, battezzata casa di Dio manca volontariamente di frequentarle, egli disassocia praticamente la congregazione da sé. La disassociazione significa l’espulsione di un membro dalla casa di Dio; e se uno dovesse rimanere in questa condizione di disassociato finché morisse, ciò significherebbe la sua eterna distruzione come persona rigettata da Dio. L’assentarsi dalle adunanze conduce proprio in quella direzione. Perciò Ebrei 10:23-31 dice:
16 “Riteniamo la pubblica dichiarazione della nostra speranza senza vacillare, poiché colui che ha promesso è fedele. E consideriamoci a vicenda [non evitiamoci a vicenda] per incitarci all’amore e alle opere eccellenti, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno. Poiché se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio e vi è un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione. . . . Poiché conosciamo colui che disse: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò’; e di nuovo: ‘Geova giudicherà il suo popolo’. È pauroso cadere nelle mani dell’Iddio vivente”. — Vedere Deuteronomio 32:35, 36.
17. Nella cristianità, qual è una grande barriera alla regolare frequenza delle adunanze, ma che dire della vera casa di Dio?
17 Frequentare le adunanze nelle chiese della cristianità costa denaro, sia perché si fa passare il piatto della colletta, la bussola o la borsa davanti a chi le frequenta una o più volte durante un’adunanza religiosa, o perché si deve pagare l’ingresso all’edificio religioso. Molti sono materialmente troppo poveri per pagare queste contribuzioni forzate. Ma nella vera casa di Dio non c’è tale barriera pecuniaria che impedisca loro di andare regolarmente alle adunanze di congregazione. A tutte le adunanze dei cristiani testimoni di Geova viene applicata questa regola: “Entrata libera, non si fanno collette”. Si deve solo fare lo sforzo di assistere alle adunanze.
18. Come si possono sostenere le spese necessarie di una congregazione, e come provvedono a ciò i cristiani testimoni di Geova?
18 Naturalmente, quando le adunanze non si tengono in case private come nei tempi biblici del primo secolo, la congregazione dovrà sostenere delle spese per radunarsi regolarmente in una sala di riunioni. (Rom. 16:5; 1 Cor. 16:19; Col. 4:15; Filem. 2) In tal caso i membri della congregazione possono offrire contribuzioni volontarie secondo le loro possibilità di contribuire. A tale scopo si può mettere una cassetta per contribuzioni in un luogo conveniente affinché le persone vi mettano contribuzioni in denaro senza fare un’ostentata mostra. Non desideriamo essere come gli ipocriti religiosi del nostro primo secolo che facevano opere caritatevoli o l’elemosina “per essere osservati [dagli uomini]; . . . per esser glorificati dagli uomini”. (Matt. 6:1-4) Così oggi nei luoghi di raduno dei cristiani testimoni di Geova ci sono cassette per contribuzioni in cui si mettono contribuzioni come si vuole.
19. È qui la contribuzione in denaro la cosa principale, o qual è?
19 La contribuzione in denaro non è la cosa principale, sebbene una congregazione nel complesso non voglia trascurare la “casa del nostro Dio” mancando di provvedere un generale luogo di raduno anche sostenendo la spesa pecuniaria che la congregazione può permettersi. La cosa principale è andare alle adunanze, e andarvi con regolarità.
20. In quali modi alle adunanze possiamo offrire contribuzioni in modo diverso da quello finanziario?
20 A tali adunanze, essendo presenti, si possono sempre offrire contribuzioni in modo diverso da quello finanziario. Si può unire la propria voce a quella della congregazione nel cantare cantici di lode a Dio. Se viene tenuto un generale studio biblico, vi si può prender parte facendo un commento biblico in risposta alle domande fatte; e a questo fine si può considerare il materiale di studio in anticipo. Si può incoraggiare l’oratore pubblico del momento essendo presenti e prestando buona attenzione, interesse e apprezzamento. E prima o dopo le adunanze si può stare in mezzo ai membri della congregazione e incoraggiare, esortare ed edificare quelli a cui si parla. Questo è un modo in cui si può ritenere “la pubblica dichiarazione della nostra speranza senza vacillare” e anche ‘considerarsi a vicenda per incitarsi all’amore e alle opere eccellenti’. — Ebr. 10:23-25.
PREPARAZIONE E PREGHIERA
21. (a) Preparandosi in anticipo, che cosa rivela colui che assiste? (b) In quale condizione si può così aiutare a mantenere la congregazione?
21 Preparandosi prima di tali adunanze, si può rendere evidentissimo che non si desidera trascurare la “casa del nostro Dio”. Si rivela così che si va alle adunanze, non solo per abitudine, con indifferenza, ma con uno scopo, con lo scopo d’essere spiritualmente edificati e di edificare gli altri membri della casa di Dio. Si può così contribuire a mantenere forte la congregazione nella fede, nella speranza e nel coraggio, sì, contribuire a divenire più forti in queste cose essenziali. Si può vigilare per mantenere la purezza della congregazione, non solo la purezza della fede come “fu una volta per sempre trasmessa ai santi”, ma anche la purezza della vita personale in senso morale. Questo richiede che la persona combatta strenuamente in modo spirituale, facendo pieno uso della “completa armatura di Dio” e “combattendo a fianco a fianco con una sola anima per la fede della buona notizia”. (Giuda 3; Efes. 6:11-17; Filip. 1:27) Questo aiuta a tenere la casa di Dio in buone condizioni spirituali.
22. In quale altro modo non si vorrebbe trascurare la “casa del nostro Dio”, com’è richiesto da Paolo in Efesini 6:18, 19?
22 Oltre a ciò, un fedele membro della casa di Dio non vorrebbe trascurare la casa spirituale di Dio trascurando di pregare per essa, pregando regolarmente per essa a casa e pregando con la congregazione quando è alle adunanze. Paolo faceva parte dell’apostolico fondamento del “tempio santo a Geova”, tuttavia nella sua lettera alla congregazione di Efeso chiese loro di fare supplicazione non solo “a favore di tutti i santi” ma anche “per me, affinché con l’apertura della mia bocca mi sia data la capacità di parlare, con ogni libertà di parola per far conoscere il sacro segreto della buona notizia”. (Efes. 2:20-22; 6:18, 19) Con la sincera preghiera si mostra di interessarsi veramente del benessere e della prosperità della casa di Dio.
23. Perché la preghiera è davvero potente, e come possiamo essere come Daniele nella preghiera?
23 La preghiera è davvero potente, poiché essa è udita ed esaudita da Dio quando è in armonia con la sua volontà e il suo proposito. “La supplicazione del giusto, quando opera, ha molta forza”. (Giac. 5:16) Il profeta Daniele pregò perché il tempio di Dio fosse ricostruito a Gerusalemme; ma oggi possiamo pregare perché la casa di “pietre viventi” di Dio sia mantenuta in buona condizione spirituale e sia conservata. — Dan. 9:1-19.
24. Secondo Salmo 122:1, 2, 8, 9, in che modo il re Davide fu un buon esempio per noi?
24 Davide, che come re di Gerusalemme desiderò costruire uno splendido tempio a Geova Dio, disse in un cantico di gratitudine: “Esultai quando mi dissero: ‘Ci avviamo alla casa di Jahve!’ Stanno i nostri piedi alle tue porte, o Gerusalemme! Per i miei fratelli e i miei amici esclamerò: ‘Sia pace in te!’ Per la casa di Jahve nostro Dio cercherò ciò che è bene per te”. (Sal. 122:1, 2, 8, 9, Ga) Il re Davide fu un buon esempio per noi nell’apprezzare la casa di Dio e nel rallegrarci dell’invito di andare con altri alla casa di Dio.
CASA DI ATTIVITÀ
25. In quale altro modo non vogliamo trascurare la casa di Dio, come ci indica 1 Pietro 2:5, 9?
25 Comunque, non dimentichiamo che la vera casa di Dio è vivente. Perciò è un’organizzazione di attività. L’adorazione divina è praticata dalla casa spirituale di Dio e per mezzo di essa non solo col nostro andare alle adunanze di congregazione. L’apostolo Pietro rende chiarissimo che il proposito della “casa spirituale” di Dio è l’offerta di “sacrifici spirituali accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo”; e che la “nazione santa”, il “popolo di speciale possesso”, dovrebbe “‘[dichiarare] le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. (1 Piet. 2:5, 9) Tutto questo richiede attività; e se non vogliamo trascurare la casa di Dio, non mancheremo di prender parte alla sua attività.
26, 27. (a) Che specie di sacrifici sono questi “sacrifici spirituali” offerti dagli adoratori nella casa di Dio? (b) Perché tali espressioni di sacrificio si devono rendere anche fuori della congregazione, in armonia col ragionamento di Paolo in Romani 10:13-15?
26 Questi “sacrifici spirituali” nella casa di Dio da parte dei suoi adoratori non sono vittime animali. Ebrei 13:15, 16 dice: “Per mezzo di lui [Gesù Cristo] offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome. Inoltre, non dimenticate di fare il bene e di condividere con altri, poiché Dio si compiace di tali sacrifici”. Si deve fare pubblica dichiarazione al nome di Dio e si deve compiere il bene sia fuori della congregazione che in essa. Il nome di Dio e le sue eccellenze si devono dichiarare in tutta la terra, fra tutte le nazioni, affinché persone di tutte le nazioni possano invocare il Suo nome ed essere salvate. Questo è solo ragionevole, poiché l’apostolo Paolo cita Gioele 2:32 e basa su di esso delle domande, dicendo:
27 “‘Chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato’. Comunque, come invocheranno colui nel quale non hanno riposto fede? Come, a loro volta, riporranno fede in colui del quale non hanno udito parlare? Come, a loro volta, udranno senza qualcuno che predichi? Come, a loro volta, predicheranno se non sono stati mandati?” — Rom. 10:13-15.
28. In che modo i membri della casa mostrano di prender seriamente il loro incarico di predicare?
28 I membri della casa di Dio prendono seriamente il loro incarico di predicare, di far conoscere il nome di Dio e il suo regno messianico per la benedizione di tutto il genere umano. C’è dunque poco da meravigliarsi se partecipano con zelo alle attività della casa di Dio. Con lealtà e altruismo essi sostengono tutti gli unti membri della casa di Dio che prendono la direttiva in tutte queste attività. Sono come la congregazione filippese del primo secolo nel suo generoso appoggio alle attività missionarie dell’apostolo Paolo. (Filip. 4:14-16) Essi stanno molto attenti a non trascurare la “casa del nostro Dio” sotto questo importante aspetto trascurando di prender parte alle sue attività.
29, 30. Qual è stato il risultato delle accresciute attività del “sacerdozio santo”, com’era predetto in Rivelazione 7, capitolo settimo?
29 Come risultato delle accresciute attività del “sacerdozio santo” nella casa di Dio dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918, una grande folla di persone, il cui numero finale ora non è noto, è accorsa da ogni parte della terra alla casa spirituale di Dio. Rivelazione 7:9-15 la descrive profeticamente, dicendo:
30 “Ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’. . . . ‘Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda’”.
31. (a) Durante quale periodo è venuta questa “grande folla”? (b) Come riconoscono essi Geova Dio, e quali norme di vita non accettano più?
31 Voi, lettore, vi vedete in quella “grande folla”? In tal caso, sapete che la “grande tribolazione” summenzionata cominciò con il “principio dei dolori d’afflizione” negli anni 1914-1918, come aveva predetto Gesù Cristo, l’“Agnello” che sparse il suo sangue in sacrificio a Dio per togliere il “peccato del mondo”. (Matt. 24:8; Giov. 1:29) La fine dei “dolori d’afflizione” sulle nazioni non è ancora giunta, poiché quella fine significa l’annientamento totale di questo sistema di cose. Ma questa “grande folla” non ha atteso che venisse la fine della “grande tribolazione” prima di pensare a intraprendere il servizio di Dio. Essa è venuta sin dal “principio dei dolori d’afflizione”, cercando la salvezza dall’intronizzato Dio del cielo e della terra e mediante l’“Agnello”, Gesù Cristo, che una volta si sacrificò. Riconoscono Geova Dio come legittimo Governante degli angeli celesti e degli uomini terrestri. Non accettano più le norme morali e religiose di questo mondano sistema di cose. Come raffigura Rivelazione 7:9-15, confessano invece d’essere peccatori e cercano di eliminare il loro aspetto impuro.
32. Come lavano le loro vesti bianche nel sangue dell’“Agnello”?
32 Lavano dunque le loro vesti nel sangue sparso dell’“Agnello”, per togliere la sgradevole macchia del peccato. Fanno questo accettando Gesù Cristo come Sommo Sacerdote di Dio ed esercitando fede nel sacrificio per i peccati che questo Sommo Sacerdote offrì, e facendo quindi una piena dedicazione di se stessi a Dio, come non appartenendo più a se stessi o al mondo o a Satana il Diavolo, ma come appartenendo a Geova Dio per il fatto che li ha acquistati.
33. Perché accorrono alla casa spirituale di Dio, e qual è il loro atteggiamento verso il servizio di notte?
33 Non fa meraviglia che ora essi siano in una condizione accettevole a Dio, che acclamano gioiosamente come con rami di palma. Non fa meraviglia che accorrano alla casa spirituale di Dio, di cui Gesù Cristo è la “pietra angolare”, per rendere sacro servizio a Geova Dio giorno e notte. Essi dicono al “sacerdozio spirituale” nella casa di Dio: “Benedite l’Eterno, voi tutti servitori dell’Eterno, che state durante la notte nella casa dell’Eterno! Levate le vostre mani verso il santuario, e benedite l’Eterno!” E il sacerdozio spirituale risponde loro e dice: “L’Eterno ti benedica da Sion, egli che ha fatto il cielo e la terra”. — Sal. 134:1-3, VR.
34. Per fare che cosa si mantengono vigilanti nel tempio di Dio, e in quale tempo del giorno di ventiquattr’ore?
34 La “grande folla” che continua ad accorrere alla casa di Dio fa dunque più che andare semplicemente alle adunanze nel Suo tempio. Essi partecipano anche attivamente al servizio che è sacro a Dio. Di notte come di giorno cooperano col rimanente numero di “pietre viventi” del tempio spirituale di Dio che sono ancora su questa terra. Non vogliono essere come i Giudei ai giorni del governatore Neemia che trascurarono la “casa del nostro Dio” mancando di offrire contribuzioni per l’adorazione di Dio e obbligando così i servitori levitici del tempio ad abbandonare il tempio e ad andare a casa per lavorare i loro orti al fine di avere qualche cosa con cui vivere. (Neem. 13:10, 11) Perciò, comprendendo di avere un debito eterno verso Dio per la salvezza mediante il suo “Agnello” Gesù, essi si mantengono vigilanti per servire Dio nel suo tempio notte e giorno.
35. (a) Come vediamo che il quadro profetico di Rivelazione 7:9-15 non fu scritto invano? (b) Quale risoluzione adempiono la “grande folla” e il rimanente del sacerdozio spirituale, con quale risultato?
35 Non invano fu scritto in Rivelazione 7:9-15 il quadro profetico. La realtà di questo quadro profetico è oggi davanti a noi. Esso stabilisce il modello che l’attuale “grande folla” di salvati terreni deve seguire oggi. Essi lo seguono effettivamente ora prima che la fine dei “dolori d’afflizione” della “grande tribolazione” rechi la distruzione a tutte le false religioni e ai loro templi costruiti dall’uomo. La “grande folla” e il rimanente del sacerdozio spirituale rendono insieme sacro servizio al solo vivente e vero Dio nel suo tempio spirituale. Essi adempiono giorno e notte la loro immutabile risoluzione che “non dovremmo trascurare la casa del nostro Dio”. Il felice risultato è che l’adorazione di Geova Dio si mantiene vigorosa e continua a sopravvivere, con crescente lode a Lui che è la sorgente della vita eterna e della benedizione per tutti gli uomini ubbidienti.