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Due figure di liberazioneLa Torre di Guardia 1962 | 1° settembre
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lui e sotto la sua autorità, i quali formano l’“assemblea dei primogeniti”. Inoltre, in modo simile, Gesù Cristo stesso è la promessa Progenie di Abrahamo; ma per immeritata benignità di Geova questi primogeniti, poiché sono stati “battezzati in Cristo” e ‘sono di Cristo’, sono anche “progenie d’Abramo”. Mediante questa progenie “tutte le genti della terra saranno benedette” nel regno di Dio, dopo la grandiosa liberazione dall’Egitto dei giorni moderni ad Armaghedon. Comprendiamo quindi come prima debba avverarsi la figura più piccola di una liberazione speciale per la classe dei primogeniti e come debba precedere la figura maggiore, il cui adempimento farà nascere certamente un canto di trionfante lode a Geova, “perché Egli si è grandemente esaltato”. Per questa ragione, figurativamente parlando, egli scese in Egitto nel primo caso, “per farsi un nome”. — Gal. 3:16, 27, 29; Gen. 22:18; Eso. 15:21, Na; 2 Sam. 7:23, VR.
17. Come si deve comprendere 1 Giovanni 2:2 (VR)?
17 Possiamo dunque comprendere perché Giovanni, scrivendo a questi primogeniti, disse che Gesù è prima una “propiziazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”. — 1 Giov. 2:2, VR.
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Una stretta e preziosa relazioneLa Torre di Guardia 1962 | 1° settembre
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Una stretta e preziosa relazione
1, 2. (a) In che modo venne Gesù a trovarsi in stretta relazione con i suoi “fratelli”? (b) Com’è questo fatto collegato con il pasto serale del Signore?
QUANDO consideriamo l’adempimento della figura dei primogeniti d’Israele risulta molto evidente una cosa, cioè la strettissima relazione creata da Geova fra Gesù e la congregazione spirituale dei primogeniti, che divengono insieme a lui parte della progenie di Abrahamo. Riesaminando la lettera di Paolo agli Ebrei, notiamo ch’egli mette in risalto questo fatto in Ebrei 2:10-18 (Na), dove spiega che “avendo condotto alla gloria [celeste] molti figli”, era appropriato che “elevasse alla perfezione, per mezzo di sofferenze, l’autore [Gesù Cristo] della loro salvezza”. E poiché questi numerosi figli “avevano in comune sangue e carne, egli [Gesù] pure ne partecipò, affinché, per mezzo della morte, riducesse all’impotenza colui che ha la forza della morte, cioè il diavolo, . . . Egli non viene, infatti, per essere di aiuto agli Angeli, ma per soccorrere il seme di Abramo. Ecco perché dovette essere in tutto simile ai fratelli, per diventare, nel servizio di Dio, sommo Sacerdote misericordioso e fedele, capace di espiare i peccati del popolo”.
2 Sì, questi figli sono in stretta relazione con Gesù essendo parte della promessa progenie, ma ora desideriamo attirare la vostra attenzione su un’altra stretta somiglianza che viene menzionata, cioè che sia Gesù che questi suoi “fratelli” hanno “in comune sangue e carne”. Questo crea subito uno stretto legame con il pasto serale del Signore e con le verità allora considerate
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