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I cristiani devono osservare il sabato?Svegliatevi! 1973 | 22 maggio
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e meschine cose elementari e volete nuovamente esser loro schiavi? Voi osservate scrupolosamente giorni e mesi e stagioni e anni. Temo per voi, che in qualche modo io abbia lavorato penosamente senza scopo riguardo a voi”. — Gal. 4:9-11.
Che l’osservanza del sabato non fosse obbligatoria per i primi cristiani si può vedere da Romani 14:5: “Un uomo giudica un giorno più di un altro; un altro uomo giudica un giorno come tutti gli altri; ciascun uomo sia pienamente convinto nella sua propria mente”. L’apostolo Paolo non si sarebbe potuto esprimere in questo modo se i cristiani fossero stati ancora sotto l’obbligo di osservare il Decalogo. A questo riguardo è davvero interessante che i primi “padri” della chiesa come Giustino Martire e Tertulliano mettessero l’osservanza del sabato nella stessa classe della circoncisione.
Dio per mezzo di Cristo pose fine alla Legge
Assai chiaramente le Scritture affermano che Dio per mezzo di Cristo pose fine alla Legge. (Efes. 2:14-18; Col. 2:13, 14) Alcuni asseriscono che Dio ponesse fine solo alla cosiddetta legge cerimoniale, ma non al Decalogo. Ma non c’è nessuna conferma scritturale di una tale separazione. Nel suo Sermone del Monte, Gesù citò sia il Decalogo che gli aspetti cerimoniali della Legge e non fece fra loro nessuna distinzione. — Matt. 5:21-42.
A ulteriore sostegno di ciò, notate le ispirate parole che compaiono in Romani 7:4-12. Qui leggiamo che i cristiani sono stati “resi morti alla Legge per mezzo del corpo del Cristo”, e, come risultato, sono stati “esentati dalla Legge”. Da quale Legge? Solo dalla cosiddetta legge cerimoniale? Niente affatto, poiché l’ispirato scrittore prosegue, citando il Decalogo: “Non devi concupire”, e così mostra che con “Legge” egli intese non solo la cosiddetta legge cerimoniale, ma l’intera legge data per mezzo di Mosè, compresi i Dieci Comandamenti.
La Legge contro l’immeritata benignità
Per mezzo delle Scritture Greche Cristiane la legge di Mosè è messa in contrasto con la “grazia” o immeritata benignità che venne con Gesù Cristo. Così leggiamo che “la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo”. (Giov. 1:17, Versione Riveduta) Sì, “Cristo è il fine della Legge, onde chiunque esercita fede abbia giustizia”. Con “fine” non si intende semplicemente la mèta della Legge ma il suo termine. Perciò ai cristiani si consiglia: “Il peccato non vi deve signoreggiare, visto che non siete sotto la legge ma sotto l’immeritata benignità”. — Rom. 10:4; 6:14.
La Legge servì al suo scopo, preparando gli Israeliti per il loro Messia, come anche leggiamo: “La Legge è divenuta il nostro tutore che conduce a Cristo, affinché fossimo dichiarati giusti a motivo della fede. Ma ora che la fede è arrivata, non siamo più sotto il tutore”. (Gal. 3:24, 25) Per chi la Legge fu un tutore? Solo per gli Ebrei. Così quando Paolo predicò ai non Ebrei in Atene, alcuni di essi divennero credenti, cristiani, quantunque non fossero mai stati sotto la legge mosaica quale tutore. — Atti 17:22-34.
La “Legge” dell’amore
Significa tutto questo che, siccome i cristiani non sono sotto i Dieci Comandamenti, siano liberi di fare tutto ciò che vogliano? Niente affatto. “Voi, naturalmente, foste chiamati a libertà, fratelli; solo non usate questa libertà come un’occasione per la carne, ma per mezzo dell’amore fate gli schiavi gli uni agli altri. Poiché l’intera Legge è adempiuta in una sola parola, cioè: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. (Gal. 5:13, 14) Se i cristiani fossero stati esentati solo dalla cosiddetta legge cerimoniale, tale libertà non avrebbe costituito un allettamento per la carne. Ma è chiaro che si esprime l’argomento secondo cui, poiché non sono più sotto la legge mosaica, compresi i suoi Dieci Comandamenti, non sono liberi di agire senza riguardo verso altri, poiché sono ancora sotto l’obbligo di osservare la legge dell’amore.
Mostrando che tale obbligo di amare prende il posto dei comandamenti del Decalogo (e non solo nella cosiddetta legge cerimoniale), Romani 13:8-10 dichiara: “Non siate debitori di nulla a nessuno, se non d’amarvi gli uni gli altri; poiché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Poiché il codice della legge: ‘Non devi commettere adulterio, non devi assassinare, non devi rubare, non devi concupire’, e qualsiasi altro comandamento vi sia, si riassume in questa parola, cioè: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’. L’amore non fa male al prossimo; perciò l’amore è l’adempimento della legge”. A causa della fondamentale importanza dell’amore, Gesù non si riferì a nessuno dei Dieci Comandamenti quando gli fu chiesto quale fosse il più grande, ma mostrò che il più grande comandamento era quello di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza. — Mar. 12:29, 30.
Il Quarto Comandamento, comunque, non è per i cristiani senza significato. Essi osservano in effetti un sabato, non un giorno su sette, ma un sabato continuo, il sabato a cui Dio pervenne quando ebbe completato le sue opere della creazione. (Sal. 95:8-11; Ebr. da 3:7 a 4:8) Sì, “rimane dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio”, scrisse Paolo; “facciamo perciò tutto il possibile per entrare in quel riposo”. Come? Esercitando la fede nel provvedimento di Dio per la salvezza, smettendo di compiere opere egoistiche e, invece, impiegando la nostra vita per rendere gloria a Dio. “Chi è entrato nel riposo di Dio si è riposato lui pure dalle sue opere [opere di autogiustificazione, le proprie opere], come Dio si riposò dalle proprie” opere della creazione. (Ebr. 4:9-11) Avete voi fatto questo?
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Uno stratagemma per sopravvivereSvegliatevi! 1973 | 22 maggio
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Uno stratagemma per sopravvivere
Scrivendo in Outdoor Life, un uomo narrò come pensava di dovere la propria vita a uno stratagemma per sopravvivere dettogli da un vecchio che cacciava con le trappole. Se sei costretto a stare all’aperto durante la notte quando il tempo è molto freddo, disse il cacciatore, “togliti il cappotto, calca il cappello, mettici sopra il cappotto e abbottonalo, e piega dentro le braccia. Con un po’ di fuoco ai tuoi piedi, potrai tenerti caldo per tutta la notte”.
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Minuscole ventoseSvegliatevi! 1973 | 22 maggio
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Minuscole ventose
È noto da molto tempo che la lucertola geco può facilmente camminare su una lastra di vetro verticale. Ma come fa questo? Una moderna enciclopedia ha espresso la veduta che all’estremità di ciascun dito ci sia un polpastrello formato di migliaia di minuscoli uncini; gli uncini permetterebbero alla lucertola di aggrapparsi a una superficie dall’apparenza levigatissima. Comunque, recenti studi con l’uso di un microscopio elettronico han rivelato che i milioni di minuscole spazzole alle dita del geco non hanno uncini. Piuttosto, hanno minuscole ventose del diametro di soli 3/100.000 di millimetro. Quindi dopo tutto la risposta è la ventosa.
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