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L’unità nel modo di vivere del nuovo mondo è una realtaLa Torre di Guardia 1953 | 15 dicembre
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sono esperimentati da molti altri la presenza dei quali nell’organizzazione ha per Geova lo stesso valore e il cui bisogno di amorevole attenzione da parte dei fratelli è altrettanto necessario. Perciò non si può permettere che esistano “distinzioni di classe”. (Giac. 2:1-9) Né si possono permettere le “divisioni” se si vuol mantenere l’unità della congregazione, (1 Cor. 1:10-13) Il dissenso su questioni del gruppo potrebbe dar luogo a partiti che si terrebbero più stretti a certe idee che al corpo principale della congregazione. Questo è settarismo e non trova posto nella struttura teocratica. A volte anche, alcuni che sono di una certa età nel gruppo, mediante la costante associazione, potrebbero divenire alquanto intolleranti circa il punto di vista di quelli che sono di considerevole diversa età e forse perfino cominciare ad escluderli dalla loro amicizia. Questo ancora può essere evitato condividendo esperienze di campo o cercando occasioni per lavorare insieme nel servizio. Giacomo riassume la questione dicendo: Poiché dove sono gelosia e contesa, ivi sono disordine ed ogni cosa malvagia. Ma la sapienza dall’alto è prima di tutto casta, poi pacifica, ragionevole, pronta ad ubbidire, piena di misericordia e buoni frutti, non facendo parziali distinzioni, senza ipocrisia”. — Giac. 3:16, 17, NW.
15. Quale attitudine e relazione dovrebbe esistere fra datore di lavoro e lavoratore?
15 Ora potrebbe sorgere la domanda circa la giusta relazione fra un lavoratore e il datore di lavoro, specialmente se quest’ultimo è un fratello nella verità. Dovrebbe il lavoratore aspettarsi o chiedere che il fratello gli conceda certi diritti o immunità non conferiti ad altri impiegati mentre compie il suo lavoro? Oppure dovrebbe aspettarsi il datore di lavoro che la relazione fra datore di lavoro e lavoratore sia mantenuta nelle adunanze della congregazione? La risposta scritturale è: Nessuna delle due attitudini è corretta. “Quanti sono schiavi sotto un giogo continuino a considerare i loro padroni degni di ogni onore, affinché non si parli mai ingiuriosamente del nome di Dio e dell’insegnamento. Inoltre, quelli che hanno padroni credenti non li disprezzino, perché essi son fratelli. Al contrario, siano ancor più schiavi, perché quelli che ricevono il beneficio del loro buon servizio sono credenti e diletti”. (1 Tim. 6:1, 2, NW) Il consiglio che viene dato da Paolo qui non è contraddetto dalle sue parole pronunciate in un’altra occasione quando disse: “Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina; poiché siete tutti uno in unione con Cristo Gesù”. (Gal. 3:28, NW) Anzi, egli mostrava qui la giusta relazione reciproca.
16. Quale attitudine hanno i veri Cristiani verso le distinzioni di classe messe in vigore dalla legge delle nazioni?
16 “Mentre dinanzi a Dio, e secondo il suo modo di agire con i suoi unti figli, tutti hanno una uguale relazione nel corpo di Cristo, nel presente malvagio sistema di cose è riconosciuto tuttavia che son fatte certe distinzioni di classe e divisioni le quali sono spesso messe in vigore dalle leggi del paese. Accettare tali esigenze legali non significa far compromesso con la legge di Dio per il Cristiano. Piuttosto egli dà ascolto alla ulteriore ammonizione di Paolo: “Schiavi, siate ubbidienti a coloro che sono i vostri padroni secondo la carne, con timore e tremore nella sincerità dei vostri cuori, come al Cristo, non con un servizio per l’occhio per far piacere agli uomini, ma come schiavi di Cristo, facendo la volontà di Dio con tutta l’anima. Siate schiavi con buone inclinazioni, come a Geova, e non agli uomini, poiché voi sapete che ciascuno, qualunque sia il bene che faccia, lo riceverà indietro da Geova, sia egli schiavo o libero. Voi pure, padroni, continuate a fare le stesse cose a loro lasciando la minaccia, poiché sapete che il Padrone loro e vostro è nei cieli, e presso di lui non c’è parzialità”. — Efes. 6:5-9, NW.
17. Quale motivo di contesa rigetteranno i testimoni di Geova e che cosa continueranno a sostenere essi?
17 Perciò, qualunque sia la restrizione dell’attività o la discriminazione che potrebbe essere fatta dai governanti mondani, i testimoni di Geova non ne faranno un motivo di contesa, sapendo che non è loro compito il far giustizia dei torti sociali. Ma mentre aspetteranno la liberazione da Geova essi continueranno a tener alto lo stendardo della libertà di Dio per il nuovo mondo che sarà presto introdotto e continueranno ad insistere perché entro il nucleo di questa società già in via di formazione sia dato un esempio a tutte le persone sincere del mondo. “Ora vi esorto, fratelli, di tenere d’occhio quelli che creano divisioni e causa d’inciampo contrarie all’insegnamento che avete imparato, e di evitarli. Poiché gli uomini di questa specie sono schiavi, non del nostro Signore Cristo, ma delle loro proprie pance, e con parlar dolce e discorso lusinghevole seducono i cuori dei semplici. Da parte sua, l’Iddio che dà pace triterà fra breve Satana sotto i vostri piedi”. (Rom. 16:17, 18, 20, NW) Solo allora la vera giustizia, l’imparzialità e l’unità che ora sono una realtà nella famiglia di Dio esisteranno in tutta la terra.
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Sventato un tumulto capitanato da preti in CiproLa Torre di Guardia 1953 | 15 dicembre
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Sventato un tumulto capitanato da preti in Cipro
SEMBRA strano che una organizzazione religiosa che professa d’essere cristiana, la Chiesa Greca Ortodossa, eserciti la persecuzione religiosa di Cristiani. E quasi altrettanto strano sembra il fatto che ciò abbia avuto luogo in una colonia britannica, dato che la Gran Bretagna ha combattuto due guerre mondiali ed ora appoggia le Nazioni Unite, e tutto ciò ostensibilmente nell’interesse delle fondamentali libertà umane. Questo per presentare il rapporto che La Torre di Guardia ha ricevuto dall’isola di Cipro:
“La nostra assemblea cristiana al cinema di Famagosta in Cipro, indetta dal 23 al 25 maggio 1952, cominciò bene. Al venerdì sera avemmo una partecipazione di 200 e al sabato di 250 persone. I fratelli furono felici dei due trattati biblici rilasciati in lingua greca e di un nuovo programma per la scuola di ministero nelle congregazioni, che prestabiliva lo studio delle Scritture Greche Cristiane. La pubblicità fatta in città al discorso pubblico fu eccellente, e la popolazione, in massima parte, trattò bene i testimoni.
“Il discorso pubblico doveva cominciare alle undici della domenica mattina. Ricordando il passato disturbo nelle nostre riunioni pubbliche prendemmo tutte le precauzioni, e agli uscieri furono impartite istruzioni di non lasciar entrare nessuna persona sospetta di essere un disturbatore, dato che alcuni già li conoscevamo. All’incirca dieci minuti prima che la conferenza pubblica cominciasse, una processione si avviò verso il cinema capeggiata da sei preti della Chiesa Ortodossa e seguita da un buon numero di studenti della scuola secondaria controllata dalla chiesa. Essi svoltarono per entrare nel cinema, ma i nostri desti uscieri, con l’aiuto della polizia, impedirono loro l’ingresso all’edificio. Ai preti fu detto di andarsene perché non
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