-
Il possesso della pace cristianaLa Torre di Guardia 1967 | 15 febbraio
-
-
e battesimo. Devono continuare a sforzarsi per mantenere questa pace. Si potrebbe dire, quindi, che la pace di Dio è una ricompensa, come Geova promise la pace anche al suo popolo dell’antichità se avesse soddisfatto le sue condizioni: “Se camminerete secondo i miei statuti, se osserverete i miei precetti e li metterete in pratica, . . . darò pace alla terra e voi dormirete senza alcuna paura; . . . e la spada non passerà per la vostra terra”. — Lev. 26:3-6, Ga.
-
-
Manteniamo il nostro possesso della paceLa Torre di Guardia 1967 | 15 febbraio
-
-
Manteniamo il nostro possesso della pace
“Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni piene di tranquillità, in luoghi senza preoccupazioni”. — Isa. 32:18, Ga.
1. Perché “l’Iddio della pace” diviene a volte “prode di guerra”, e per quanto tempo lo sarà?
LA PAROLA di Dio ci dice che “ogni cosa ha il suo momento e ogni faccenda ha il suo tempo sotto il cielo . . . tempo di guerra e tempo di pace”. Per questo Geova Dio è frequentemente chiamato non solo “l’Iddio della pace”, o “l’Iddio che dà pace”, ma anche “prode di guerra” e “Geova degli eserciti”. Per rivendicare la sua sovranità e ristabilire la pace trova necessario a volte ricorrere alla guerra, per la qual ragione dice che egli “ha fatto la pace e ha creato il male”. Ma solo durante questo presente malvagio sistema di cose c’è tempo per la guerra e tempo per la pace; nel futuro nuovo ordine, quando la volontà di Dio sarà fatta sulla terra come in cielo, ci sarà tempo solo per la pace. — Eccl. 3:1, 8, Ga; Filip. 4:9; Rom. 15:33; Eso. 15:3; Giac. 5:4; Isa. 45:7, Na.
2. Come descrivono a volte le Scritture la pacifica attività dei testimoni di Geova?
2 Si potrebbe dire la stessa cosa anche della pacifica attività del dedicato ministro cristiano. Perché? In quanto il suo ministero è ripetutamente descritto con termini di guerra: “Quale eccellente soldato di Cristo Gesù prendi la tua parte nel soffrire il male”. Naturalmente, egli non usa armi carnali o materiali, come mostra anche l’apostolo Paolo: “Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate”. E ancora: “Abbiamo un combattimento, non contro sangue e carne, ma contro . . . le malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. Il ministro cristiano usa la verità, la “spada dello spirito, cioè la parola di Dio”, che “è vivente ed esercita potenza ed è più tagliente di qualsiasi spada a due tagli”. Con essa egli colpisce i falsi insegnamenti che disonorano Dio, non per superbia o cattiva volontà, ma con umiltà o per amore verso Dio, la verità e il suo simile. — 2 Tim. 2:3; 2 Cor. 10:4; Efes. 6:12, 17; Ebr. 4:12.
3. Che cosa si può dire del nostro obbligo di mantenere la pace, e perché?
3 È dunque evidente che l’obbligo cristiano di mantenere la pace non è sempre lo stesso. Si può dire che è assoluto per quanto riguarda i suoi rapporti coi suoi conservi cristiani, come mostrano pure le Scritture: “Mantenete la pace gli uni con gli altri”. “Fratelli, continuate a . . . pensare concordemente, a vivere in pace”. “Siate pacifici gli uni con gli altri”. Quando i cristiani hanno disaccordi fra loro sono
-