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‘Camminate in modo degno . . . con longanimità’La Torre di Guardia 1985 | 15 ottobre
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‘Camminate in modo degno . . . con longanimità’
VENNE più volte arrestata e sottoposta a duri interrogatori. In un’occasione, tra gli scherni della folla, fu addirittura fatta sfilare lungo le strade insieme a nove detenuti uomini, i cui reati comprendevano omicidio, violenza carnale e furto. In tutto rimase in prigione e lontano dalla sua famiglia per più di vent’anni.
L’esperienza di questa cristiana forse non è unica, dato che molti come lei hanno sopportato lunghi periodi di detenzione. Ma il suo “reato” era senz’altro insolito: era una testimone di Geova. Se avesse rinnegato la propria fede avrebbe potuto essere liberata all’istante. Come fece questa donna non solo a sopportare un trattamento del genere, ma anche a serbare un certo grado di felicità?
Per rispondere a questa domanda parliamo di un altro cristiano fedele, il quale fu pure arrestato a motivo della sua presa di posizione religiosa: l’apostolo Paolo. Scrivendo alla congregazione di Efeso, Paolo disse: “Io, perciò, prigioniero nel Signore, vi supplico di camminare in modo degno della chiamata con la quale foste chiamati, con completa modestia di mente e mitezza, con longanimità [lunghezza di spirito], sopportandovi gli uni gli altri nell’amore, cercando d’osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace”. — Efesini 4:1-3.
I cristiani di Efeso avevano una meravigliosa “chiamata” alla vita celeste assieme a Cristo Gesù. (I Pietro 1:3, 4) Ma per conseguirla dovevano “camminare”, o comportarsi, in modo da dimostrarsene degni. Paolo indicò che la “longanimità” era indispensabile per riuscirci. La “longanimità”, però, implica più che semplicemente sopportare il dolore o il disagio per un prolungato periodo di tempo. Un uomo che ha una gamba rotta deve sopportare a lungo la situazione, ma può forse fare diversamente? Chi è longanime, invece, sopporta i maltrattamenti senza vendicarsi né irritarsi volutamente. È lento ad adirarsi perché si trattiene di proposito.
Paolo si trattenne mentre sopportava gli arresti domiciliari. Sapeva che ciò serviva “per il progresso della buona notizia”. (Filippesi 1:12) Inoltre gli permetteva di dimostrare la sua lealtà e devozione a Geova Dio e di provare che stava ‘camminando in modo degno’ della sua chiamata alla vita celeste. Perciò Paolo sopportò con gioia la prigionia. E da allora, molti cristiani hanno manifestato una longanimità simile. Non tutti hanno avuto la chiamata celeste. Ma sono stati indotti a “camminare in modo degno” del premio della vita eterna, sia essa in cielo o nel reame terreno del Regno.
Ciò nondimeno, relativamente pochi hanno dovuto sopportare i rigori della prigionia. La longanimità è utile in altre circostanze? Certamente, dato che Paolo esortò l’intera congregazione di Efeso a “camminare in modo degno . . . con longanimità”. Efeso era la città più importante della provincia romana dell’Asia. La sua ricchezza poteva rappresentare una trappola per i cristiani. Per di più era una città nota per la vita immorale, il demonismo, la stregoneria e la magia; era una città piena di adoratori della dea Artemide, o Diana. Parlando di gente del genere l’antico storico Lucio Seneca disse: “Gli uomini vanno in cerca di piaceri di qualsiasi sorta. Non c’è vizio che rimanga entro i limiti; . . . Siamo sopraffatti dall’oblìo di ciò che è moralmente degno”. Quindi per i cristiani di quel luogo era difficile “camminare in modo degno”.
Non c’è da meravigliarsi, allora, che agli efesini Paolo abbia anche scritto: “Questo, perciò, dico e testimonio nel Signore, che voi non continuiate più a camminare come camminano anche le nazioni nell’inutilità delle loro menti, mentre sono mentalmente nelle tenebre, e alienati dalla vita che appartiene a Dio”. (Efesini 4:17, 18) Come dev’essere stato difficile vivere in mezzo a gente tanto corrotta! Essendo longanime, però, il cristiano poteva almeno rendere sopportabile la propria vita.
Necessaria oggi
Oggi, in maniera simile, siamo circondati dalla malvagità, dal materialismo e dall’influenza demonica. Sui cristiani infatti, vengono esercitate oggi pressioni ancora più forti per il fatto che Satana è stato scagliato nelle vicinanze della terra ed è deciso a distruggere la nostra fede. (Rivelazione 12:12, 17) Perciò dobbiamo prestare più che la solita attenzione al modo in cui camminiamo se vogliamo dimostrarci degni. E, come i cristiani dell’antichità, dobbiamo essere longanimi. È vero che non è una cosa comune che uno si trattenga. Nondimeno la longanimità è una prova del fatto che il cristiano ha lo spirito di Dio. “Il frutto dello spirito è . . . longanimità”, dice Galati 5:22. Ma in che modo ci è utile?
La longanimità ci aiuta a sopportare le difficoltà economiche, i problemi di salute e altre pressioni provocate dal modo di vivere del XX secolo. Sappiamo perché esistono questi problemi e anche che la soluzione è prossima! (II Timoteo 3:1-5; Luca 21:28) Anche quando incontriamo forte opposizione all’opera di diffondere la buona notizia del Regno, la longanimità è come un muro di contenimento che non solo ci aiuta a perseverare, ma mantiene anche viva la nostra speranza.
Il consiglio di Paolo d’“esser longanimi con gioia”, quando è stato seguito, ha anche contribuito a migliorare difficili situazioni domestiche. (Colossesi 1:11) A volte il coniuge di un cristiano è un incredulo. Un uomo disse: “Non solo la nostra vita familiare era estremamente turbata, ma dovevo anche sopportare difficoltà di ogni genere . . . Non venivano preparati i pasti . . . Non c’erano mai vestiti puliti e pronti . . . A volte lei mi parlava usando un linguaggio osceno”. Ma questo cristiano era longanime. “Ogni volta pregavo Geova”, disse, “e confidavo che mi avrebbe aiutato a sviluppare la buona qualità della longanimità perché non perdessi il mio equilibrio cristiano . . . Questo mi ha aiutato a perseverare”. Il risultato? Dopo vent’anni di opposizione anche sua moglie è diventata una cristiana! “Come sono grato a Geova”, dice quest’uomo, “che mi ha aiutato a coltivare questo frutto dello spirito, la longanimità!”
Longanimi gli uni verso gli altri
Essendo un prodotto dello spirito santo di Dio, la longanimità è incompatibile con “le opere della carne”, quali inimicizie, contesa, gelosia, eccessi d’ira, contenzioni e invidie. (Galati 5:19-21) Cosa accade se permettiamo che queste “opere” si manifestino e abbiano il sopravvento nei nostri rapporti con gli altri?
Una situazione che ebbe per protagonista Mosè illustra cosa può accadere. Mosè era stato definito “di gran lunga il più mansueto di tutti gli uomini che erano sulla superficie della terra”. (Numeri 12:3) In un’occasione, però, smise di essere longanime. Quando la provvista d’acqua della nazione si esaurì, il popolo privo di fede si lamentò: “Perché avete condotto la congregazione di Geova in questo deserto onde noi e le nostre bestie da soma vi moriamo?” (Numeri 20:4) Questa situazione avrebbe richiesto che Mosè, da parte sua, si trattenesse e che, riflettendo con calma, capisse che il loro discorso ribelle era rivolto in realtà contro Geova stesso! Mosè, invece, lasciò che gli impulsi carnali prendessero il sopravvento. Il salmista disse: “Inoltre, causarono la provocazione alle acque di Meriba, così che andò male a Mosè per causa loro. Poiché amareggiarono il suo spirito ed egli parlava aspramente con le sue labbra”. — Salmo 106:32, 33.
Come se fosse lui a provvedere miracolosamente l’acqua, Mosè amareggiato disse: “Udite, ora, ribelli! Vi faremo uscire acqua da questa rupe?” (Numeri 20:10) Sì, Mosè lasciò che lo spirito litigioso e di lamentela di altri avesse il sopravvento su di lui. E per non essersi trattenuto, oltre che per non aver glorificato Geova, non gli fu concesso di entrare nella Terra Promessa.
Gli odierni cristiani devono stare attenti a non cadere in questa trappola. A volte i nostri stessi fratelli cristiani possono essere fonte di irritazione, come fecero gli israeliti con Mosè. “Ma lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere, ma ha bisogno d’esser gentile verso tutti, qualificato per insegnare, mantenendosi a freno nel male”. (II Timoteo 2:24) L’esortazione di I Tessalonicesi 5:14, perciò, è appropriata: “Siate longanimi verso tutti”.
Esempi degni di essere imitati
Cristo diede un perfetto esempio di longanimità. Dovette sopportare non solo il “parlar contrario dei peccatori”, ma anche i problemi che sorsero tra i suoi stessi discepoli. (Ebrei 12:3) A volte questi erano lenti sia a capire che a mettere in pratica i suoi insegnamenti. Tuttavia, non li trattò mai in modo aspro. La notte in cui fu tradito, allorché i suoi discepoli si addormentarono, Cristo benignamente li esortò dicendo: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, onde non entriate in tentazione”. — Luca 22:46.
Dopo la sua risurrezione Gesù ha continuato a manifestare pazienza e longanimità. Saulo, ad esempio, perseguitava i cristiani, era un bestemmiatore e un uomo insolente. Eppure Cristo mostrò misericordia a Saulo al punto che divenne un suo importante seguace. Paolo (l’ex Saulo) spiega: “La ragione per cui mi fu mostrata misericordia fu affinché per mezzo di me quale caso principale Cristo Gesù dimostrasse tutta la sua longanimità a modello di coloro che riporranno la loro fede in lui per la vita eterna”. — I Timoteo 1:15, 16.
Le Scritture ci dicono di ‘seguire attentamente le orme di Cristo’. (I Pietro 2:21) Manifestate la stessa pazienza nei confronti dei vostri compagni di fede quando tardano a mettere in pratica un certo principio biblico? Mostrate un simile spirito longanime nei confronti delle persone del mondo che non conoscono la verità? Vi sentite spinti ad aiutarle a trovare la verità?
Il massimo esempio di longanimità, comunque, è Geova. “Geova è misericordioso e clemente, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità”. (Salmo 103:8; Esodo 34:5-7) Mentre uomini come Mosè si irritarono per l’ostinazione degli israeliti, Geova disse: “Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo che è disubbidiente e contraddice”. (Romani 10:21) Ma questa longanimità aveva uno scopo. Come fa un padre con un figlio testardo, Geova non rinunciò a sperare che la sua difficile relazione con Israele potesse migliorare. E la sua pazienza diede risultati: un rimanente di quella nazione fu salvato!
I limiti della longanimità
La pazienza di Dio, però, non è illimitata. Avendo rigettato di continuo gli avvertimenti di Geova, Israele come nazione si allontanò da Dio. Isaia disse: “Ma essi stessi si ribellarono e contristarono il suo spirito santo. Egli si cambiò ora in loro nemico; egli stesso fece guerra contro di loro”. (Isaia 63:10) Sì, col tempo “il furore di Geova salì contro il suo popolo”. (II Cronache 36:15, 16) La sua longanimità ebbe fine.
Oggi questo ci interessa da vicino. Non sarebbe ragionevole pensare che Dio tollererà per sempre il male. È vero che, come dice Paolo, “Dio, benché avesse la volontà di dimostrare la sua ira e di far conoscere la sua potenza, tollerò con molta longanimità vasi d’ira resi adatti alla distruzione”. Ma questa tolleranza aveva uno scopo: ‘far conoscere le ricchezze della sua gloria’. (Romani 9:22, 23) Sì, poiché Dio si è trattenuto, il suo nome è stato dichiarato in tutta la terra. Inoltre Dio, tramite il suo popolo, ha annunciato il suo “giorno di vendetta”. (Isaia 61:2) È vero, molti si fanno gioco di questo messaggio di avvertimento e lo mettono in ridicolo, come gli epicurei e gli stoici dei giorni di Paolo, i quali dicevano: “Che cosa vuol dire questo chiacchierone?” (Atti 17:18) Ma ricordate che Dio “recherà vendetta su quelli che non conoscono Dio e su quelli che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù”. — II Tessalonicesi 1:8.
Nel frattempo, tuttavia, dobbiamo continuare a predicare i giudizi di Dio fino a quando Egli rivelerà che è tempo di smettere. Dobbiamo ‘esercitare pazienza fino alla presenza del Signore’. (Giacomo 5:7) Ma la paziente sopportazione dei vari mali dovuti alla vita di questo sistema produrrà risultati concreti. Ci farà confidare di più in Geova. Migliorerà la nostra relazione con gli altri e impedirà che sorgano problemi inutili. L’essere longanimi forse ci creerà difficoltà, ma indipendentemente da chi siamo o da dove viviamo, sia che siamo liberi o in prigione, sia che incontriamo opposizione in casa o nel ministero cristiano, la pace e l’unità favorite dalla longanimità aggiungeranno gioia e contentezza alla nostra vita. (Efesini 4:2) A tutti i costi, quindi, camminate in modo degno con longanimità.
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Ha seguito la ‘regola aurea’La Torre di Guardia 1985 | 15 ottobre
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Ha seguito la ‘regola aurea’
Nel suo famoso Sermone del Monte Gesù disse: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7:12) Quando viene seguito, questo consiglio è fonte di gioia per tutti gli interessati. Una lettera ricevuta dalla Società (Watch Tower) ne è un esempio:
“Di recente ho perduto degli importanti documenti che avevo distrattamente lasciato sul tetto della mia auto mentre andavo in banca. . . . Se non avessi ricuperato quella grossa busta, avrei dovuto fare un sacco di telefonate, scrivere parecchie lettere e avrei perduto tempo e denaro. Tuttavia, dopo aver rifatto tutto il percorso per ricercare la busta, alla mia porta si è presentata una signora minuta, simpatica e sorridente, che teneva in mano i miei documenti.
“La signora C. T. aveva visto i documenti cadere dalla mia auto e disperdersi, perciò, dopo aver parcheggiato, li aveva raccolti, non appena il traffico lo aveva permesso. Credetemi, ho provato profonda riconoscenza per la sua azione benigna e rapida che ha risolto il mio dilemma. Un giorno o due dopo, perciò, le ho inviato un biglietto di ringraziamento e un assegno di cinquanta dollari, che mi sono visto subito restituire, perché lei pensa di non aver fatto nulla di più di ciò che una cristiana dovrebbe fare. È una testimone di Geova, ed io avrei piacere che usaste l’accluso assegno di cinquanta dollari per fare qualcosa di utile in suo nome”.
Distinti saluti,
W.N.G.
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