L’organizzazione teocratica con cui avanzare ora
1. (a) Secondo Salmo 68:18, che cos’erano quei dodici apostoli? (b) Quale gruppo, come agivano insieme, e che cos’erano quindi autorizzati a fare?
QUESTI “dodici apostoli dell’Agnello” furono doni fatti alla congregazione dal grande Teocrata Geova per mezzo di Gesù Cristo. Il salmo di Davide (68:18) aveva predetto tali doni, e l’apostolo Paolo mette il salmo in relazione con il suo adempimento e dice: “Per cui egli dice [in Salmo 68:18]: ‘Quando ascese in alto condusse prigionieri; diede doni negli uomini’. . . . Ed egli diede alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come evangelizzatori, alcuni come pastori e maestri, in vista del riaggiustamento dei santi, per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo”. (Efes. 4:8-12, NW, ediz. riveduta del 1971) In principio quei dodici apostoli, a motivo della loro posizione, servirono quale corpo direttivo per l’intera congregazione dei credenti. Essi fecero dunque nomine di uomini qualificati della congregazione perché li assistessero in cose meno essenziali. Per farne un’illustrazione, quando la congregazione di Gerusalemme era salita a cinquemila membri e sorse una difficoltà che causava agitazione, ecco quanto accadde:
2. Come gli apostoli risolsero la difficoltà circa la distribuzione del cibo, e quindi che cosa accadde riguardo alla parola di Dio?
2 “E i dodici, chiamata a sé la moltitudine dei discepoli, dissero: ‘Non è piacevole che noi lasciamo la Parola di Dio per distribuire cibo alle tavole. Quindi, fratelli, cercatevi sette uomini fra voi attestati, pieni di spirito e sapienza, affinché li costituiamo su questa faccenda necessaria; ma noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola’. E la cosa detta piacque all’intera moltitudine, e scelsero . . . e li posero dinanzi agli apostoli, e, dopo aver pregato, questi posero su di essi le loro mani. Quindi la parola di Dio cresceva, e il numero dei discepoli si moltiplicava moltissimo in Gerusalemme”. — Atti 6:1-7.
3. (a) Perché le nomine di quei sette assistenti furono teocratiche? (b) Furono fatte aggiunte al corpo direttivo, e che cosa mostra il racconto di come venne appianata la controversia della circoncisione?
3 Poiché quei sette assistenti furono nominati dall’apostolico corpo direttivo, che stese le mani per approvare tali assistenti, queste nomine furono teocratiche, non congregazionali o democratiche. In seguito, gli “anziani” (presbiteri) ufficiali furono nominati teocraticamente e si aggiunsero al corpo direttivo in Gerusalemme. Quindi, verso l’anno 49 E.V., quando Paolo e Barnaba andarono a Gerusalemme e presentarono la questione sollevata circa la circoncisione dei credenti non Giudei, il corpo direttivo che considerò e definì la controversia era formato “dagli apostoli e dagli anziani” sotto la guida dello spirito santo di Dio. — Atti 15:1-29; 16:4.
4, 5. (a) Che cosa mostra se la congregazione del primo secolo fu una società legale regolata dall’autorità mondana o no? (b) Che cos’era, in senso composto, l’intera congregazione, e come lo indicano le parole di Isaia 43:10?
4 Quella congregazione del primo secolo non fu una società legale registrata e riconosciuta dal governo giudaico in Gerusalemme o dal Senato dell’Impero Romano, i cui funzionari dovessero essere nominati secondo le istruzioni di Cesare. No, ma era un’organizzazione teocratica con funzionari e assistenti teocraticamente nominati dal corpo direttivo e da Gesù Cristo, il “capo della congregazione”. I “doni negli uomini” le erano stati dati non dall’imperatore romano Cesare, ma dal grande Teocrata, Geova Dio, per mezzo di Gesù Cristo. A quale scopo? “In vista del riaggiustamento dei santi, per l’opera di ministero”. (Efes. 4:11, 12, NW, ediz. riveduta del 1971) L’intera congregazione era un corpo di servitori, poiché tutti i suoi membri rendevano sacro servizio al grande Teocrata Geova. Erano un composto “servitore” del loro Divino Governatore, di cui erano testimoni. Essi rendevano testimonianza che Egli aveva mandato il promesso Messia nella persona di Gesù Cristo suo Figlio. A loro come Israeliti spirituali si applicavano le parole:
5 “‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore che io ho scelto’”. — Isa. 43:10.
6. Chi è, dunque, l’“economo” e lo “schiavo” menzionato da Gesù in Luca 12:42-44?
6 Pertanto i molti testimoni formano un solo “servitore”, che Geova chiama “il mio servitore che io ho scelto”. Questo “servitore” composto è quello che Gesù Cristo aveva in mente quando parlò di andar via e di tornare, dicendo: “Chi è realmente il fedele economo, il discreto, che il suo signore costituirà sul suo corpo di servitori per dar loro a suo tempo la loro misura di provvista di cibo? Felice è quello schiavo, se il suo signore, arrivando, lo troverà a fare così! Vi dico veracemente: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi”. — Luca 12:42-44.
7. Come si riferì Gesù a questa medesima classe nella sua profezia sul termine del sistema di cose?
7 Notate che Gesù chiama questo “economo” pure “schiavo” del suo signore. Nella profezia sul termine del sistema di cose Gesù parla di questa medesima classe dello “schiavo”, dicendo: “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? Felice quello schiavo se il suo signore arrivando lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi”. — Matt. 24:45-47.
8. Quando e come Gesù nominò questa classe dell’“economo” o dello “schiavo”, e che cosa faceva essa?
8 Prima di andarsene ascendendo al cielo, Gesù Cristo il Signore radunò insieme i suoi fedeli discepoli, inclusi i suoi leali apostoli. Il giorno di Pentecoste dopo che era asceso di nuovo al suo celeste Padre, Gesù ricevette e versò lo spirito santo sui discepoli radunati insieme in Gerusalemme, e così nominò questa classe dello “schiavo”, questa classe dell’“economo”, per dare ai suoi “domestici”, al suo “corpo di servitori”, il cibo spirituale, “la loro misura di provvista di cibo” a suo tempo. La classe dello schiavo faceva così.
ISPEZIONE, NOMINA, “DONI NEGLI UOMINI”
9. Quando fu che il Signore Gesù Cristo iniziò l’ispezione della classe dello “schiavo”, e che cosa riscontrò riguardo ad essa?
9 Nell’anno 1914 E.V., alla fine dei “fissati tempi delle nazioni”, il Signore Gesù Cristo fu insediato nel celeste regno messianico. In seguito iniziò l’ispezione della classe dello “schiavo” o dell’“economo” sulla terra. (Matt. 25:14-30; Luca 19:11-27) Egli trovò effettivamente sulla terra dedicati, battezzati, unti discepoli che, nonostante la prima guerra mondiale e le persecuzioni e altre difficoltà, si sforzavano di servire gli interessi del messianico regno di Geova. Cercavano di alimentare in senso spirituale i fedeli “domestici” o il “corpo di servitori” dell’ora regnante Signore, Gesù Cristo.
10. Quale nomina fece rispetto a quella fedele classe dello “schiavo” nel 1919, e quale nome adottò essa nel 1931?
10 I fatti della storia moderna mostrano che nell’anno 1919 egli ravvivò questi discepoli tanto afflitti e li radunò insieme in un corpo unito. Quindi li costituì come sua classe dello “schiavo” “sopra tutti i suoi averi”, cioè sopra tutti i suoi reali interessi sulla terra. (Riv. 11:7-12) Questo attivo corpo di dedicati, unti cristiani, nell’estate del 1931, adottò un nome che li distinguesse dalle sette della cristianità, cioè testimoni di Geova. — Isa. 43:10-12; 44:8.
11. Che cosa si deve dire circa un corpo direttivo per questa classe dello “schiavo fedele e discreto”?
11 Questa classe dello “schiavo fedele e discreto” d’oggi ha un visibile corpo direttivo, così come la stessa classe ebbe un corpo direttivo nel primo secolo, dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi.
12, 13. (a) Quali servizi spirituali resi dai “doni negli uomini” resero i dodici apostoli dopo il versamento dello spirito? (b) Quale racconto mostra che evangelizzarono?
12 Come abbiamo già osservato, la classe dello “schiavo fedele e discreto” di quel tempo fu favorita con doni negli uomini, o doni sotto forma di uomini. Essi furono provveduti da Geova Dio per mezzo di Gesù Cristo. Secondo Efesini 4:7-11, non tutti questi doni erano apostoli. Alcuni erano profeti, altri evangelizzatori, altri pastori, altri ancora maestri. Certo, gli apostoli erano allo stesso tempo profeti, evangelizzatori, pastori e maestri. Il giorno di Pentecoste, con la forza del versato spirito santo, i dodici apostoli profetizzarono, in adempimento di Gioele 2:28, 29. (Atti 2:16-18, 21) Evangelizzarono anche, o dichiararono la buona notizia, poiché, dopo che i dodici apostoli erano stati arrestati, messi in prigione, trascinati davanti alla corte, fustigati e messi in libertà, che cosa fecero? Atti 5:42 ci dice:
13 “Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia [evangelízein, greco] intorno al Cristo, Gesù”.
14. Giacché la congregazione è chiamata il “gregge di Dio”, quale obbligo pose ciò sui dodici apostoli, e l’adempirono?
14 Il racconto indica che essi furono non solo evangelizzatori ma anche maestri. Furono quegli apostoli pure pastori? Sì. Rammentate che, al mar di Galilea, il risuscitato Gesù disse a Pietro di dar prova del suo amore e affetto ubbidendo al comando: “Pasci i miei agnelli. . . . Pasci le mie pecorelle. . . . Pasci le mie pecorelle”. (Giov. 21:15-17) Tutti gli altri apostoli pure divennero pastori spirituali nella congregazione e agirono come tali. Il fatto stesso che la congregazione sia chiamata il “gregge di Dio” diede a questi apostoli l’obbligo d’essere pastori di quel gregge.
15. Come mostra il racconto se gli apostoli monopolizzarono il ministero di profetizzare?
15 Comunque, benché i dodici apostoli e l’apostolo Paolo fossero in grado di servire e servissero da profeti, evangelizzatori, pastori e maestri, essi non monopolizzarono tali forme di ministero cristiano. Ci furono altri uomini dedicati e battezzati che si specializzarono o furono preminenti in queste varietà di ministeri. (1 Cor. 12:4, 5) Per esempio, quando l’apostolo Paolo battezzò a Efeso tali uomini, circa dodici, “nel nome del Signore Gesù”, e poi pose su di loro le mani, “lo spirito santo venne su di essi, e parlavano lingue e profetizzavano”. (Atti 19:1-7) Il dono della miracolosa profezia fu impartito mediante lo spirito santo a molti altri dedicati, battezzati cristiani ai giorni degli apostoli. (1 Cor. 12:7-10, 27-29; 14:29-32; Atti 13:1; 21:10) Quindi non furono solo gli apostoli a profetizzare.
16. Come mostrò Paolo a Mileto che oltre agli apostoli altri dovevano adempiere il ministero di pastori spirituali?
16 Che dire del dono di “pastori” spirituali? C’è l’evidenza storica che non mancavano. Verso l’anno 56 E.V., quando era in cammino verso Gerusalemme, Paolo l’“apostolo delle nazioni” si fermò nel porto marittimo di Mileto e mandò a chiamare gli anziani ufficiali della vicina congregazione di Efeso perché venissero da lui prima che partisse la sua nave. Nei suoi commenti di addio Paolo rammentò a questi anziani o presbiteri l’opera spirituale per compiere la quale erano stati nominati, dicendo: “Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha costituiti sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio. So che dopo la mia partenza entreranno fra voi oppressivi lupi e non tratteranno il gregge con tenerezza”. (Atti 20:28, 29) Quegli anziani erano dunque sorveglianti e pastori spirituali.
17. Chi raffiguravano gli “angeli” simili a stelle di Rivelazione 1:20; 2:1, e quindi qual era la loro responsabilità?
17 Indubbiamente, non un singolo anziano, presbitero, sorvegliante o pastore, ma l’intero “corpo degli anziani” fu ciò che il glorificato Signore, Gesù Cristo, chiamò l’“angelo” simboleggiato da una celeste stella. Pertanto, verso l’anno 96 E.V., disse all’attempato apostolo Giovanni sull’isola di Patmos di scrivere, dicendo: “All’angelo della congregazione che è in Efeso scrivi: Queste son le cose che dice colui che tiene le sette stelle nella sua mano destra, colui che cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro”. (Riv. 2:1; 1:20) Il “corpo degli anziani” (o presbiterio) lì a Efeso doveva agire come una stella nello spargere celeste luce spirituale sulla congregazione sopra la quale lo spirito santo li aveva resi pastori. Con tale luce questi pastori spirituali li avrebbero guidati giustamente. — 1 Tim. 4:14.
18. Come mostra 1 Pietro 5:1-4 che Pietro riconobbe che il dono dei pastori includeva altri oltre agli apostoli?
18 Inoltre, verso gli anni 62-64 E.V., l’apostolo Pietro scrisse rispetto al dono dei pastori alla congregazione del primo secolo. Mettendosi sullo stesso livello degli “anziani” delle congregazioni dell’Asia Minore, Pietro scrisse: “Perciò, agli anziani fra voi do questa esortazione, poiché anch’io sono anziano come loro e testimone delle sofferenze del Cristo, e partecipe della gloria che si deve rivelare: Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, . . . divenendo esempi del gregge. E quando sarà stato manifestato il capo pastore, riceverete l’inalterabile corona di gloria”. (1 Piet. 5:1-4) Pietro riconobbe dunque che il dono dei pastori includeva altri oltre agli apostoli.
19. Secondo quanto è indicato da Paolo in Tito 1:5-9, chi erano i “maestri” inclusi nei “doni negli uomini”?
19 Furono dati anche “maestri” come “doni negli uomini”. Con essi non si intendono genitori che ammaestrino i figli in riunioni familiari né comuni membri delle congregazioni che insegnino agli interessati le verità bibliche nelle loro case private, ma uomini che sono specialmente dotati dell’arte di insegnare e che sono perciò nominati per essere insegnanti nella congregazione nei suoi regolari studi biblici. Per esempio, dopo la liberazione dal suo primo imprigionamento a Roma, l’apostolo Paolo scrisse a Tito, che aveva lasciato a Creta per nominare ufficiali anziani per le congregazioni in una città dopo l’altra. Enunciando le qualità di tali anziani, che dovevano essere anche sorveglianti, Paolo scrisse: “Il sorvegliante . . . si attenga fermamente alla fedele parola in quanto alla sua arte d’insegnare, affinché sia in grado di esortare mediante l’insegnamento che è sano e di rimproverare quelli che contraddicono”. — Tito 1:5-9.
20. Come indicò Paolo a Timoteo che gli “anziani” ufficiali delle congregazioni sono “doni” sotto forma di “maestri”?
20 Verso la stessa epoca l’apostolo Paolo scrisse a Timoteo, che aveva ricevuto l’autorità di fare nomine. Dicendogli su quale base i sorveglianti dovevano essere costituiti sopra la congregazione, Paolo elenca sedici requisiti. Fra tutti questi notiamo che il settimo requisito è: “qualificato per insegnare”. (1 Tim. 3:1-7) Poiché il sorvegliante doveva essere più che “un uomo convertito di recente”, doveva essere ufficialmente “anziano”. Che gli “anziani” non apostolici fossero tra i “doni” sotto forma di maestri, è indicato dall’apostolo Paolo che continuò a dire a Timoteo: “Gli anziani che presiedono in modo eccellente siano ritenuti degni di doppio onore, specialmente quelli che faticano nel parlare e insegnare”. (1 Tim. 5:17) Conformemente, oggi i testimoni di Geova cercano di avere “anziani” ufficiali per presiedere gli studi biblici tenuti durante la settimana in luoghi convenienti per i componenti della congregazione che abitano nelle vicinanze. Solo se non ci sono abbastanza anziani per tutti questi settimanali studi biblici, vengono impiegati i “servitori di ministero” per tenere tali studi biblici locali. — 1 Tim. 3:8, 9, 12, 13.
EVANGELIZZAZIONE
21, 22. (a) Chi elenca Paolo al terzo posto fra i “doni negli uomini”, e nominò Gesù solo gli apostoli perché fossero tali? (b) Quale uomo fu personalmente chiamato “evangelizzatore”, e fino a che punto agì come tale?
21 Al terzo posto fra i “doni negli uomini” l’apostolo Paolo menziona gli “evangelizzatori”. (Efes. 4:8, 11) Nei giorni che fu nella carne sulla terra, il Signore Gesù Cristo mandò più che dodici apostoli soltanto a compiere l’opera di evangelizzazione. (Luca 9:1-6; 10:1-11) E quando ascese al cielo e versò lo spirito santo sui discepoli in attesa il giorno di Pentecoste, diede altri oltre ai dodici apostoli perché fossero evangelizzatori.
22 Filippo di Cesarea, che gli apostoli costituirono con sei altri perché si occupasse della distribuzione del cibo ai discepoli bisognosi in Gerusalemme, non continuò per molto tempo a fare quel lavoro che poteva essere svolto da un servitore di ministero di una congregazione. Dopo che il suo compagno d’opera, Stefano, fu martirizzato, dietro istigazione di Saulo di Tarso scoppiò la persecuzione contro i cristiani, e i discepoli, eccetto gli apostoli, furono dispersi da Gerusalemme. Fra i discepoli dispersi c’era Filippo, ed egli scese a Samaria e vi compì una produttiva opera di evangelizzazione. Dopo di che presentò la buona notizia a un eunuco ufficiale della regina Candace che tornava in Etiopia, e poi compì l’opera di evangelizzazione lungo la costa del mar Mediterraneo da Asdod fino a Cesarea. (Atti 8:1-40) Più di vent’anni dopo Filippo era ancora impegnato nella sua opera di evangelizzazione, poiché, quando Paolo e i suoi compagni missionari visitarono Filippo a Cesarea, egli era ancora chiamato “Filippo l’evangelizzatore”. (Atti 21:8) Come uno dei “doni negli uomini” fu di grande valore.
23. A chi disse Paolo di continuare a fare l’opera di evangelizzatore?
23 Timoteo, compagno missionario dell’apostolo Paolo, era un altro dei “doni” che aveva l’incarico di evangelizzatore. Poco prima della sua morte, verso il 65 E.V., Paolo scrisse una seconda lettera a Timoteo e disse: “Fa l’opera di evangelizzatore, compi pienamente il tuo ministero [di·a·ko·niʹa, greco]”. — 2 Tim. 4:5; 1 Tess. 1:1, 5; 2:2, 4, 8, 9; 3:2, 6.
E CHE DIRE DI OGGI?
24. Chi fa oggi l’opera di evangelizzazione, e sotto la guida di chi?
24 Oggi i cristiani testimoni di Geova danno ascolto alle parole rivolte a Timoteo diciannove secoli fa. Gli anziani ufficiali qualificati per pronunciare discorsi per invitati da un podio di oratore non sono gli unici a compiere l’opera di evangelizzazione. Tutti i dedicati battezzati componenti delle oltre 27.150 congregazioni della terra la compiono. In Rivelazione 14:6 abbiamo l’assicurazione che questo viene fatto sotto la guida angelica, poiché quel versetto predisse un angelo che volava in mezzo al cielo il quale “aveva un’eterna buona notizia da dichiarare come lieta novella a quelli che dimorano sulla terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo”.
25. Nel 1919 a chi fu dato incoraggiamento di compiere l’opera di evangelizzazione in maniera più diretta, e che cosa disse La Torre di Guardia?
25 Nel primo anno postbellico del 1919 fu ravvivata la nostra pubblica attività cristiana. Allora fu dato incoraggiamento a tutti quelli che formavano ciascuna congregazione di prendere parte alla predicazione del regno di Dio: agli anziani ufficiali e ai diaconi o servitori di ministero e a tutti gli altri, uomini e donne dedicati alla stessa maniera. Avrebbero dovuto far questo non solo distribuendo trattati di quattro pagine, ma andando anche alle porte come facevano i “colportori” di allora e offrendo direttamente ai padroni di casa libri e opuscoli come ausili per studiare la Bibbia. L’articolo “Annunciamo il Regno” stampato nella rivista Torre di Guardia diceva:
La porta dell’opportunità vi si apre davanti. Entratevi in fretta. Mentre andate a compiere quest’opera ricordate che non siete semplici rappresentanti che cercate di divulgare una rivista, ma ambasciatori del Re dei re e del Signore dei signori, che annunciate al popolo in questo modo dignitoso la venuta dell’Età d’Oro, il glorioso regno del nostro Signore, in cui i veri cristiani hanno sperato e per cui hanno pregato per molti secoli. Siete angeli di pace, che recate a un mondo dilaniato dalla guerra, afflitto dal peccato, addolorato e affranto di cuore il lieto messaggio della salvezza. Che meraviglioso privilegio abbiamo! — La Torre di Guardia (inglese) del 15 settembre 1919, pagina 281, paragrafo 6.
26. In quale importante tempo viviamo, secondo le prove disponibili, e che cosa deve sparire e che cosa deve venire?
26 Ora, dopo tutti gli anni trascorsi, abbiamo più che mai la prova che Geova Dio intronizzò suo Figlio Gesù Cristo nel regno messianico nei cieli alla fine dei Tempi dei Gentili nell’anno 1914. Sappiamo d’essere nel “tempo della fine” per quanto riguarda le nazioni politiche di questo mondo e che la loro distruzione nell’imminente “grande tribolazione” che si abbatterà sul mondo intero è sinistramente vicina. (Dan. 12:1-4; Matt. 24:21, 22; Riv. 7:14) Da parte nostra, siamo vicini alla soglia del giusto nuovo ordine promesso da Geova Dio per tutta la terra, ordine che sostituirà completamente il vacillante malvagio sistema di cose. Il vecchio ordine di questi passati millenni deve sparire nell’infuocata tribolazione avvenire. Il nuovo ordine sotto il teocratico governo di Geova deve venire!
27, 28. (a) Che cosa sono dunque, queste informazioni, e che cosa se ne deve fare? (b) Che cosa ha provveduto Geova per compiere tale opera, e qual è il suo atteggiamento verso tale opera?
27 Questa è oggi la sola buona notizia sulla terra. È il Vangelo. Con essa possiamo compiere una meravigliosa opera di evangelizzazione! Nella sua profezia di Matteo 24:14 e Marco 13:10 Gesù disse che “questa buona notizia del regno” doveva essere predicata internazionalmente prima che venisse la fine di questo sistema di cose. Geova il grande Teocrata ci ha ora provveduto l’organizzazione teocratica perché questa buona notizia sia predicata sino al termine.
28 È questa visibile organizzazione terrestre ansiosa di fare tale grande opera? Guardate! Gli anziani e sorveglianti nominati delle congregazioni vi sono attivamente impegnati. I servitori di ministero delle congregazioni cooperano per compierla. La grande massa dei componenti delle congregazioni, uomini e donne dedicati e i loro figli, partecipano all’opera, sia di casa in casa che pubblicamente. Il corpo direttivo di tutte queste congregazioni teocratiche sostiene con tutta l’anima questa opera di evangelizzazione e prende ogni disposizione perché l’opera sia compiuta nel tempo divinamente concesso. L’odierna classe dello “schiavo fedele e discreto” è stata costituita sopra tutti gli interessi del Regno appartenenti al Signore Gesù Cristo, e, come fedele economo dei suoi interessi, serve il cibo spirituale per mezzo dell’opera di evangelizzazione.
29. (a) Quale modello segue questa organizzazione, e quindi che specie di organizzazione è? (b) Per quanto tempo sarà disponibile quale strumento divino?
29 Questa mondiale organizzazione di evangelizzatori non si conforma a qualche attuale società legale che può essere richiesta dalle leggi di governi politici umani i quali vanno ora incontro alla distruzione della “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Riv. 16:14-16) Nessuna società legale della terra dirige l’organizzazione di evangelizzatori o la governa. Piuttosto, essa governa tali società come semplici strumenti temporanei utili nell’opera del grande Teocrata. Per cui è modellata secondo il Suo disegno d’essa. È un’organizzazione teocratica, dominata dalla divina Sommità in basso, e non dal basso in alto. I dedicati, battezzati membri d’essa sono sotto la Teocrazia! Le terrestri società locali cesseranno quando i governi umani che le riconobbero periranno tra breve. Ma l’organizzazione teocratica continuerà a esistere, servendo il suo Supremo Teocratico Governatore. Sotto la sua protezione entrerà nel suo giusto nuovo ordine. Sarà proprio lì, non appena la “grande tribolazione” sarà terminata, e sarà subito pronta a servire come Suo strumento nel suo nuovo ordine.
30. Perché abbiamo eccellenti ragioni per avanzare unitamente nel nuovo ordine di Dio?
30 Avanti, dunque, sotto la Teocrazia nel nuovo ordine! Il nostro Capo, il dominante celeste Re, Gesù Cristo, è in testa alla nostra colonna che avanza. Non rompiamo le file, né corriamo per il timore e il disordinato panico. Non abbiamo nulla da temere per l’ammassarsi dei nostri numerosi nemici. Dalla nostra parte c’è l’Iddio Onnipotente, il grande Teocrata al quale ubbidiamo quale governante anziché agli uomini. Egli è sopra di noi. Noi compiamo la sua opera dietro suo comando mediante Gesù Cristo. Siamo suoi “uomini di buona volontà”, ed Egli prova diletto in noi. Il suo spirito permea l’intera organizzazione, e questo spirito santo è la forza attiva che ci unisce incrollabilmente.
31. In che senso abbiamo un alto privilegio in relazione alla Parola di Dio, e che cosa dovremmo fare conoscere a tutti?
31 Il nostro vivificante messaggio, l’Evangelo che predichiamo e insegnamo, è da Lui ed è tratto dalla sua rivelata Parola, la Sacra Bibbia. Il nostro messaggio è verace, e presto giungerà al suo rallegrante adempimento! Abbiamo l’alto onore e il privilegio di proclamarlo e insegnarlo a tutto il genere umano. Immediatamente dinanzi a noi c’è la gloriosa ricompensa se viviamo secondo questo meraviglioso privilegio. Avanziamo dunque unitamente per entrare nel nuovo ordine sotto la Teocrazia! Facciamo conoscere a tutti quanto apprezziamo pienamente che Geova domina ora come Dio Re. — Sal. 96:10.
[Prospetto a pagina 301]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Moderna organizzazione teocratica dei cristiani testimoni di Geova
GEOVA DIO
Gesù Cristo
Capo della congregazione cristiana
Classe dello “schiavo fedele e discreto”,
che Gesù ha ‘costituito sopra tutti
i suoi averi’. — Matt. 24:45-47.
CORPO DIRETTIVO
ANZIANI ANZIANI ANZIANI ANZIANI ANZIANI
nella congr. nella congr. nella congr. nella congr. nella congr.
SERVITORI SERVITORI SERVITORI SERVITORI
DI MINISTERO DI MINISTERO DI MINISTERO DI MINISTERO