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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1955 | 1° agosto
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perché il suo successore Giosafat li frantumasse ancora, solo per vederli persistere clandestinamente e manifestarsi più tardi. Sia che consideriamo la spiegazione sulla base delle due classi degli alti luoghi o sulla base della loro ricomparsa dopo essere stati una volta demoliti dobbiamo tuttavia riconoscere il restauro degli alti luoghi, perché se non fossero ricomparsi dopo che Asa li ebbe demoliti non ce ne sarebbero stati più da frantumare per il suo successore. Certamente il popolo era persistente e tenace nel seguire e nel riprendere l’adorazione dei demoni.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1955 | 1° agosto
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Domande dai lettori
◆ L’articolo principale de La Torre di Guardia del 1º marzo 1955 raccontò di un testimone di Geova che non parlava ad un altro testimone nella stessa congregazione, e che questo era continuato per alcuni anni a causa di un risentimento personale; tutto ciò era messo in risalto per dimostrare che significava mancanza di vero amore per il prossimo. Tuttavia, non potrebbe essere questo un caso in cui venga applicato giustamente il consiglio dato in Matteo 18:15-17? — A. M., Canada.
No! Non possiamo considerare questa scrittura motivo per consigliare un così lungo procedimento, a rischio di avere per risultato una tale disunione tra due membri della congregazione da non parlarsi ed evitarsi a causa di qualche piccola divergenza o malinteso personale. Ciò sarebbe contrario ai requisiti richiesti all’amore.
Matteo 18:15-17 (NM) dice: “Inoltre, se il tuo fratello commette un peccato, va’ e metti a nudo il suo fallo fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello. Ma se non ascolta, prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni ogni questione sia stabilita. Se egli non li ascolta, parla alla congregazione. Se non ascolta neanche la congregazione, ti sia come un uomo delle nazioni e un esattore di tasse”.
Come possiamo pensare che questa scrittura significhi che dovremmo serbar rancore e non parlare per giorni, settimane o anni, quando è detto specificatamente: “Il sole non tramonti sulla vostra ira”, ma piuttosto “perdonatevi liberamente a vicenda”? L’amore “non tiene conto dell’offesa”. “Abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati”. E Gesù disse: “Felici i misericordiosi, dato che a loro sarà mostrata misericordia. Ma, io vi dico che chiunque mantiene la collera verso il fratello dovrà rendere conto alla corte di giustizia”. La Parola di Geova certamente non ci darebbe tale consiglio, che permetterebbe a molte disunioni ed a rancori personali di guastare l’unità della congregazione riempiendola di contese. — Efes. 4:26, 32; 1 Cor. 13:5; 1 Piet. 4:8; Matt. 5:7, 22-24, NM.
Geova preserverà l’unità e lo spirito amorevole della sua congregazione, e provvederà a che sia espulso chiunque continui a distruggere l’unità ed a causare disunione. Vi sono casi in cui dei membri d’una congregazione devono cessar di parlare ed associarsi con altri, ma le cause devono essere molto serie, molto più serie che non semplici divergenze personali di nessuna conseguenza sulla congregazione. I fratelli dovevano separarsi dai disordinati, che creavano contese e si ribellavano contro la verità. La congregazione doveva espellere gli impuri in mezzo ad essa, avendo ricevuto l’ordine di “cessar di mischiarvi con chi si chiama fratello ed è fornicatore, o avido, o idolatra, od oltraggiatore, o ubriacone, o ricattatore”. (1 Cor. 5:11; Atti 19:9; 2 Tess. 3:6, NM) Per tali serie offese i fratelli avrebbero disassociato e trattato come “un uomo delle nazioni” i colpevoli, ma non per insignificanti offese personali. Tali piccole cose dovevano essere perdonate, coperte dall’amore, misericordiosamente dimenticate, non tenendone conto o serbandone rancore fin dopo il tramonto.
Quindi dobbiamo considerare il peccato menzionato in Matteo 18:15-17 come un peccato serio che deve essere troncato e, se ciò non è possibile, colui che pecca in tal modo dev’essere disassociato dalla congregazione. Se i fratelli maturi della congregazione non possono convincere colui che pecca del suo grave errore ed a desistere dalla sua condotta sbagliata, la questione è così importante che deve essere portata dinanzi al comitato della congregazione onde possa agire in merito. Se il comitato non può indurre il peccatore a pentirsi ed a cambiare condotta, questi dev’essere disassociato dalla congregazione affinché siano preservate la purezza e l’unità della congregazione cristiana. Se il malfattore è così malvagio da essere evitato da un fratello, merita tale trattamento anche dall’intera congregazione. Se la questione non fosse così seria, dovrebbe essere chiarita e tutti dovrebbero essere uniti nell’amore e nel servizio, senza permettere che insensati rancori persistano nella congregazione. Se la scrittura trattasse semplicemente una questione personale senza nessun grave
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