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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1969 | 15 aprile
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Alcuni pensano che poiché Gesù disse: “Non berrò più del prodotto della vite”, dovesse partecipare agli emblemi della Commemorazione. Ma ricordate che avevano appena finito di celebrare l’annuale Pasqua ebraica. Come parte della celebrazione, Gesù bevve il vino e mangiò il pane non lievitato. Riferendosi di nuovo a ciò, Cristo disse che non avrebbe avuto di nuovo con loro tale gioia, simboleggiata dal frutto della vite, finché non regnasse e non esercitasse il suo potere regale per destare i suoi unti seguaci dalla morte. (Sal. 104:15; Riv. 11:17, 18) Gesù aveva partecipato al vino pasquale, ma non c’è ragione di credere che partecipasse agli emblemi della Commemorazione.
Vogliate notare che il racconto dice che Gesù diede “loro” gli emblemi, e che “tutti” bevvero il vino emblematico. Come simboli durante la celebrazione della Commemorazione, il pane non lievitato rappresentava il corpo di Gesù, e il vino rappresentava il suo sangue.
Il Signore Gesù non doveva accettare o partecipare ai benefici del sacrificio del suo proprio corpo e del suo proprio sangue. Egli diede la sua “carne a favore della vita del mondo”. (Giov. 6:51) Egli sacrificò il suo sangue e la sua carne per coprire i peccati di creature umane pentite ma peccatrici. (Ebr. 9:12-14; 10:10) Come uomo perfetto non ebbe bisogno dei benefici del riscatto di quel sacrificio, così che poté dire ai suoi seguaci che il sacrificio era fatto “in vostro favore”, non in mio favore. (Luca 22:20) Cristo poté sacrificare l’umanità, e il sangue in cui si trova la vita dell’umanità, perché non avrebbe avuto bisogno di queste cose quando fosse stato risuscitato come spirito in vista della vita celeste. — 1 Cor. 15:45, 50.
Ma, anche se non ebbe bisogno dei benefici di ciò che fu simboleggiato dagli emblemi, vi avrebbe partecipato per dare un esempio agli apostoli? No, essi sapevano come mangiare il pane non lievitato e bere vino. Come Giudei avevano proprio fatto questo nella celebrazione pasquale. Tutto quello che fu necessario fu che Gesù istituisse questo pasto serale del Signore, e quindi comandasse ai suoi seguaci di osservarlo in ricordo di lui.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1969 | 15 aprile
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Domande dai lettori
● Com’è possibile “contristare” lo spirito santo, dal momento che non è una persona? — H. S., U.S.A.
Nella sua ispirata lettera ai cristiani di Efeso, l’apostolo Paolo diede questo consiglio sul modo di condursi dei cristiani: “Non contristate lo spirito santo di Dio, col quale siete stati suggellati per il giorno della liberazione mediante riscatto”. — Efes. 4:30.
Molti commentatori della cristianità hanno spiegato questo versetto in modo sbagliato perché credono nella dottrina di tre persone in un solo dio, o Trinità. Molte volte nelle nostre pubblicazioni abbiamo presentato la prova scritturale e storica che la Trinità non è un insegnamento biblico, ma, piuttosto, è di origine pagana. (Si veda, per esempio, il capitolo 12º di ‘Cose nelle quali è impossibile che Dio menta’ e il capitolo 3º di “Babilonia la Grande è caduta!” Il Regno di Dio domina!) Per cui, Efesini 4:30 non parla dello spirito santo come di una persona, di un dio, di parte di una Trinità che possa rattristarsi.
Lungi dall’insegnare che lo spirito santo sia una persona e un dio uguale a Geova, la Bibbia mostra che esso è semplicemente l’invisibile forza attiva di Dio. Gesù doveva battezzare “con spirito santo e con fuoco”, proprio come Giovanni Battista aveva battezzato con acqua. (Luca 3:16) Una persona ne può battezzare un’altra con acqua o fuoco sommergendola o immergendola nell’acqua o nelle fiamme, ma come può un individuo battezzare qualcuno con un’altra persona? Acqua e fuoco non sono persone, né lo è lo spirito santo. La Pentecoste del 33 E.V. i 120 discepoli furono “pieni di spirito santo”. Ovviamente, non furono pieni di una persona. (Atti 1:5, 8; 2:4) In cielo Gesù aveva ricevuto spirito santo da Geova ed egli lo versò sui suoi seguaci. Lo spirito santo non era una persona che venisse così impiegata, ma era la forza attiva di Dio. — Atti 2:33.
Quelli del primo secolo a cui Paolo scrisse: “Non contristate lo spirito santo”, erano cristiani unti; avevano ricevuto lo spirito santo ed erano stati chiamati alla vita celeste. A quelli di questa classe celeste Paolo disse: “Avete ricevuto uno spirito di adozione”. Quello spirito servì da suggello o “caparra di ciò che deve venire”. (Rom. 8:15; 2 Cor. 1:22) Ma che cosa fece esso per loro mentre erano ancora sulla terra? Li condusse o diresse in una vita di fedeltà, verso la loro finale morte e risurrezione in cielo. (Rom. 8:14, 17) Li aiutò a evitare le “opere della carne”, che avrebbero potuto condurre alla disapprovazione di Dio e alla completa perdita dello spirito santo. Inoltre, li aiutò a manifestare il “frutto dello spirito” così che poterono continuare a camminare ordinatamente secondo lo spirito e avere l’approvazione di Dio. — Gal. 5:19-25.
Un cristiano che non tenesse conto dell’eccellente
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