‘Divenite imitatori di Dio’
“Divenite perciò imitatori di Dio, come figli diletti”. — Efes. 5:1.
1. (a) Che effetto può avere la naturale tendenza a imitare altri? (b) La Bibbia ci incoraggia specialmente a essere imitatori di chi?
TUTTI, una volta o l’altra, cercano di imitare qualcuno. I figli cercano di imitare i genitori o, spesse volte, altri bambini coi quali giocano. È nel loro interesse cercar di imitare le buone qualità. Se imitano ciò che è cattivo, ne sono danneggiati. È degno di nota che siamo invitati a ‘divenire imitatori di Dio, come figli diletti’. (Efes. 5:1) Possiamo davvero essere imitatori di Dio? Vediamo se tale possibilità esiste.
2. Secondo Genesi 1:26, 27, come fu fatto il primo uomo, e che cosa avrebbe significato questo per tutti i suoi discendenti?
2 Del principio, circa 6.000 anni fa, quando Dio creò l’uomo, la Bibbia ci dice: “Dio proseguì, dicendo: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza’. . . . E Dio creava l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”. (Gen. 1:26, 27) Quindi, il primo libro della Bibbia, Genesi, prosegue dicendo: “Dio li benedisse e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi ed empite la terra e soggiogatela’”. (Gen. 1:28) I miliardi di persone, tutti i discendenti di Adamo ed Eva, esistiti finora avrebbero dovuto avere l’immagine e la somiglianza di Dio, loro Padre. E Dio fu loro Padre. Se ne può avere la prova leggendo ciò che scrisse Luca al capitolo 3, versetto 38, del suo racconto evangelico, che menziona “Adamo, figlio di Dio”. Adamo fu dunque figlio di Dio, e noi veniamo tutti da Adamo. Quando egli fu creato ebbe le qualità di Dio, i suoi eccellenti attributi di sapienza, giustizia, amore e potenza. Adamo fu un uomo perfetto. — Deut. 32:4.
3. Perché oggi gli uomini non riflettono alla perfezione le qualità di Dio?
3 Ma da allora le cose sono cambiate. Perché? Perché Adamo disubbidì a Dio, e mentre alcuni uomini manifestano fino a un certo grado le eccellenti qualità poste in origine nell’uomo perfetto, è il peccato a prevalere. In Romani 5:12, l’apostolo Paolo espresse questo punto in modo molto appropriato: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. Pertanto, “la morte regnò” da Adamo fino al tempo attuale. Che ignominia! (Rom. 5:14) Finisce tutto lì? No! La Parola di Dio, la Sacra Bibbia, ci offre una speranza dicendo: “Come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. (1 Cor. 15:22) Come si dispose di far questo?
GESÙ CRISTO, “L’IMMAGINE DELL’INVISIBILE IDDIO”
4. Mediante quale disposizione i discendenti di Adamo hanno la possibilità di ottenere la vita eterna?
4 Ricordate: Dopo la caduta di Adamo, Geova Dio si interessò ancora moltissimo dell’umanità, e si propose che le creature umane riempissero questa terra. Tuttavia, si doveva soddisfare la giustizia di Dio, e così egli provvide per la progenie di Adamo un redentore, o riscattatore. Le Scritture ci informano: “Dio ha tanto amato il mondo [dell’umanità] che ha dato il suo unigenito Figlio [come riscatto], onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16) Che amore! Il Figlio di Dio apparve come creatura umana perfetta nascendo dalla vergine Maria. Egli fu realmente il ‘secondo Adamo’ o secondo uomo perfetto sulla terra. (1 Cor. 15:45) Egli diede la propria vita e comprò l’intera famiglia umana. Gesù Cristo dimostrò d’essere il riscattatore dell’umanità, poiché dichiarò: “Il Figlio dell’uomo . . . è venuto . . . per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. (Matt. 20:28) I cristiani capiscono che c’è “un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. — 1 Tim. 2:5, 6.
5. (a) Quale somiglianza ci fu tra il primo uomo Adamo e Gesù Cristo? (b) Se vogliamo imitare Dio, l’esempio di chi dobbiamo seguire?
5 Di questo ‘secondo Adamo’, Gesù Cristo, possiamo dire che anch’egli imitò il Padre suo in cielo. (Ebr. 1:3) “Egli è l’immagine dell’invisibile Iddio, il primogenito di tutta la creazione”. (Col. 1:15) I cristiani sono invitati a camminare in modo degno di Geova al fine di piacergli pienamente. (Col. 1:10) Quelli che vogliono imitare Geova Dio dovrebbero guardare Cristo Gesù come loro esempio per camminare nelle sue orme.
6. (a) Quale qualità ebbe Gesù che gli permise di conformarsi perfettamente alla volontà del Padre suo? (b) Se studiamo le cose che Gesù disse e fece, chi altri conosciamo meglio, e perché?
6 Pur essendo stato fatto a immagine del Padre suo che è nel cielo, Gesù non cercò mai d’essere uguale a Dio, poiché leggiamo: “Cristo Gesù, . . . benché esistesse nella forma di Dio, non la considerò una cosa da afferrare, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso e prese la forma d’uno schiavo, divenendo simile agli uomini. Per di più, quando si trovò nella forma d’un uomo, umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura”. (Filip. 2:5-8) Vediamo dunque che Gesù Cristo stesso, nella forma di uomo perfetto, divenne ubbidiente facendo tutto quello che Geova Dio gli disse. Quelli che vogliono essere “imitatori di Dio” devono camminare nella via in cui camminò Gesù, poiché Gesù disse: “Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che udite non è mia, ma appartiene al Padre che mi ha mandato”. (Giov. 14:24) Gesù fu tanto simile al Padre suo Geova Dio, tanto in armonia con le Sue giuste vie e con la Sua vita che, udendolo parlare, l’ascoltatore non udiva qualcosa che fosse frutto della fantasia di Gesù. Perché? Perché la Bibbia dice: “Il Figlio non può fare una sola cosa di propria iniziativa, ma solo ciò che vede fare dal Padre. Poiché qualunque cosa Egli faccia, questa fa pure il Figlio in modo simile. Poiché il Padre ha affetto per il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli stesso fa, e gli mostrerà opere più grandi di queste”. — Giov. 5:19, 20.
7. Dove troviamo descritto l’eccellente esempio che Gesù ci diede?
7 Nella Bibbia è descritto questo meraviglioso esempio di Gesù Cristo, l’unigenito Figlio di Dio. Nei trentatré anni e mezzo che fu come creatura umana sulla terra diede prova d’essere come il Padre suo in cielo. Diede senz’altro l’esempio perfetto di una persona fatta a immagine di Dio. Anche se era uomo, era in realtà il Figlio di Dio, il ‘secondo Adamo’, che toglie il peccato del mondo. — Giov. 1:29.
8. Per realizzare quale speranza dobbiamo fare un coscienzioso sforzo per imitare Dio?
8 I cristiani sono esortati a compiere uno sforzo straordinario per imitare Geova Dio, e non c’è nessuna ragione per cui il cristiano debba desistere. Se oggi un cristiano nutre speranze terrene e si attende di vivere in eterno dopo la fine del regno messianico di mille anni di Cristo Gesù, a quel tempo dovrà senz’altro riflettere l’immagine e la somiglianza di Dio. Perché? Perché quando Gesù consegnerà tutte le cose al Padre, allora davvero ogni vivente sulla terra sarà un figlio di Dio mediante Cristo, come Geova disse: “A nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”. Sarà stato adempiuto il proposito che Geova ebbe per la prima coppia umana d’essere ‘feconda e di moltiplicarsi e di empire la terra’. — Gen. 1:26-28; Rom. 8:20, 21.
POSSONO GLI UOMINI PECCATORI ESSERE SIMILI A DIO?
9. (a) Essendo nati nel peccato, ci è forse impossibile ‘sforzarci d’essere simili a Dio’? (b) Mostrando quale qualità in particolare possiamo dar prova che ci sforziamo?
9 È vero che nell’attuale sistema di cose l’uomo è per natura incline a fare il male. Questo accade perché nasce nel peccato ed è formato nell’iniquità. Ma la Parola di Dio, in Efesini capitolo cinque, a cominciare dal versetto uno, dice ugualmente, secondo The New English Bible: “In breve, quali cari figli di Dio, sforzatevi d’essere simili a lui, e vivete nell’amore come Cristo vi amò, e si diede a vostro favore come offerta e sacrificio la cui fragranza è gradita a Dio”. Sappiamo che Geova Dio mandò suo Figlio nel mondo, e che il suo sacrificio sul palo di tortura pagò il prezzo o riscatto. Ma Gesù fece qualcosa di più. Ci diede un esempio perfetto da seguire! Fu un uomo integro, quindi dovremmo essere simili a lui nell’amore che mostriamo. Cristo ci amò senz’altro, altrimenti non sarebbe mai morto su un palo di tortura — di una morte terribile — per provvedere il sacrificio di riscatto. Questo modo di vivere, questo esempio che Gesù diede, fu qualcosa di molto piacevole e gradito a Geova. Anche prima che Gesù pagasse col suo sangue il prezzo di riscatto, Giovanni Battista disse di Gesù Cristo: “Ecco, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” — Giov. 1:29.
10. (a) Quale esempio biblico mostra che anche un uomo imperfetto può essere “irriprovevole e retto” dinanzi a Dio? (b) Quale sfida mosse Satana riguardo a Giobbe?
10 Se camminiamo nella via in cui camminò Cristo Gesù, vivendo come lui, allora anche noi ci sforziamo senz’altro di essere simili a Geova Dio, il Padre suo e Padre nostro che è nel cielo. Si fa presto a dire: “Ma sono imperfetto e non posso vivere come visse Gesù”. Però ricordate che sulla terra ci fu un uomo imperfetto che camminò nell’integrità e fu gradito a Dio sino alla fine della sua vita. Questo avvenne molto tempo prima che Gesù vivesse sulla terra. Quell’uomo si chiamava Giobbe. Il libro biblico di Giobbe ci dice che abitava nel paese di Uz, e che fu un uomo “irriprovevole e retto”. (Giob. 1:1) Giobbe ebbe vera fede in Dio e si oppose al male. Aveva sette figli e tre figlie e aveva grande prosperità. Possedeva una grande quantità di pecore e bovini e cammelli ed era un uomo molto importante in Oriente. Il racconto biblico ci dice che, mentre Giobbe godeva di tutta questa prosperità ed era benedetto da Geova Dio, accadde quanto segue: “Or venne il giorno in cui i figli del vero Dio entrarono per porsi dinanzi a Geova, e perfino Satana entrava proprio in mezzo a loro. Geova disse quindi a Satana: ‘Da dove vieni?’ Allora Satana rispose a Geova e disse: ‘Dal percorrere la terra e dal camminare per essa’. E Geova continuò a dire a Satana: ‘Hai rivolto il cuore al mio servitore Giobbe, che non c’è nessuno come lui sulla terra, uomo irriprovevole e retto, che teme Dio e si ritrae dal male?’ Allora Satana rispose a Geova e disse: ‘È per nulla che Giobbe ha temuto Dio? Non hai tu stesso posto una siepe attorno a lui e attorno alla sua casa e attorno a ogni cosa che ha tutto intorno? Hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo stesso bestiame si è sparso per la terra. Ma, per cambiare, stendi la tua mano, ti prego, e tocca tutto ciò che ha e vedi se non ti maledirà nella tua medesima faccia’. Pertanto Geova disse a Satana: ‘Ecco, ogni cosa che egli ha è nella tua mano. Solo non stendere la tua mano contro lui stesso!’ Satana se ne uscì dunque via dalla persona di Geova”. — Giob. 1:6-12.
11, 12. (a) In quali circostanze Giobbe fu fedele a Dio? (b) Come fu ricompensato per essersi sforzato d’essere simile Dio?
11 Da quel momento in poi Satana fece tutto il possibile per infrangere l’integrità e la rettitudine di Giobbe, servitore di Geova, ma Giobbe non cedette neppure al duro e crudele trattamento inflittogli da Satana. I suoi figli furono uccisi, perse tutta la sua ricchezza e, in seguito, fu visitato da cosiddetti uomini saggi che gli dissero quanto male aveva fatto, ma nulla di tutto ciò lo distolse dalla sua fedele condotta. Giobbe rispose a quei cosiddetti amici: “Ho udito molte cose come queste. Siete tutti confortatori molesti!” (Giob. 16:2) Infatti, la sua situazione divenne così penosa che Giobbe diede un’esclamazione e disse a Dio: “Il cimitero è per me”. (Giob. 17:1) Ma Giobbe non morì. Si mantenne fedele e irriprovevole dinanzi a Dio, anche mentre era circondato da tutti i suoi oppositori. Infine, secondo il racconto biblico, Geova “benedisse poi la fine di Giobbe più del suo principio, così che ebbe quattordicimila pecore e seimila cammelli e mille paia di bovini e mille asine. Ebbe inoltre sette figli e tre figlie. E diede alla prima il nome di Iemima e alla seconda il nome di Chezia e alla terza il nome di Cheren-Appuc. E in tutto il paese non si trovavano donne così belle come le figlie di Giobbe, e il loro padre dava loro un’eredità fra i loro fratelli. E dopo ciò Giobbe continuò a vivere per centoquarant’anni e vide i suoi figli e i suoi nipoti, quattro generazioni. E gradualmente Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni”. — Giob. 42:12-17.
12 Leggendo il racconto di tutta la vita di Giobbe e vedendo come affrontò con coraggio tutti i suoi problemi, certo possiamo dire, come disse Dio, che fu un uomo irriprovevole e retto che temé Dio e resisté al male. Giobbe cercò d’essere simile a Dio. Fu ricompensato per la sua integrità, e a tempo debito riceverà un’ulteriore ricompensa. Giacomo scrisse di lui: “Voi avete udito della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che Geova diede, che Geova è molto tenero in affetto e misericordioso”. — Giac. 5:11.
13. Tuttavia, che cosa si potrebbe dire riguardo a questi esempi?
13 Si potrebbe dire: “Per Cristo Gesù, un uomo perfetto, fu facile mantenere l’integrità e camminare in maniera irreprensibile dinanzi al suo Dio. E forse ci fu un uomo imperfetto, Giobbe, che fece pressappoco la stessa cosa. Ma come possiamo fare altrettanto noi?” Anche ai giorni dell’apostolo Paolo, come fu possibile? Ebbene, Paolo diede alla congregazione di Efeso questa esortazione: “Quali cari figli di Dio, sforzatevi d’essere simili a lui, e vivete nell’amore come Cristo vi amò”. (Efes. 5:1, 2, NE) Paolo chiedeva forse a quei cristiani di fare l’impossibile? Niente affatto!
SIATE “FIGLI UBBIDIENTI”, NON RIBELLI
14. Per essere imitatori di Dio, quali cose si devono odiare?
14 Il salmista espresse molto bene questo pensiero. Egli disse: “Voi che amate Geova, odiate ciò che è male”. (Sal. 97:10) Se dobbiamo odiare ciò che è male dobbiamo sapere qual è il male e fare il contrario, cioè fare il bene. Paolo ci aiuta dandoci consigli su ciò che è male. Nella sua lettera agli Efesini egli proseguì, dicendo: “Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro — che è roba da idolatri — avrà parte al regno di Cristo e di Dio”. (Efes. 5:3-5, La Bibbia di Gerusalemme) Da questo vediamo quindi che il cristiano dev’essere moralmente puro. Parlando ad altri deve usare un linguaggio corretto. Non può essere avido. Tratterà onestamente quelli coi quali ha a che fare. In poche parole, se ama veramente Geova Dio odierà ciò che è male. Pertanto, chi vuole essere simile a Dio non farà certo le cose appena menzionate da Paolo.
15. (a) Su quali persone disse Paolo che piomba l’ira di Dio? (b) Come mostrano di resistergli?
15 Che accade a coloro che praticano le cose menzionate da Paolo, cioè fornicazione, trivialità e cupidigia? Egli dice: “Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l’ira di Dio sopra coloro che gli resistono. Non abbiate quindi niente in comune con loro”. (Efes. 5:6, 7, Ge) Dio è molto chiaro. L’ira di Dio piomberà su coloro che gli resistono. Adamo gli resisté. Non ascoltò Dio pur avendo gli attributi di sapienza, giustizia, amore e potenza, e pur essendogli stato provveduto il necessario per avere ottime condizioni di vita. Ma volle decidere da sé ciò che era bene e ciò che era male. Queste decisioni, però, spettano a Geova. Egli è il Creatore dell’universo e il Creatore di tutte le cose viventi, e vuole che tutte le intelligenti creature viventi siano simili a lui; egli ci invita ad essere simili a lui, anche se siamo imperfetti. Dio ama l’umanità e se ne interessa. Ci interessiamo noi di Geova Dio? Se non ce ne interessiamo e rifiutiamo la sua via e vogliamo seguire la nostra via e prendere tutte le nostre decisioni in maniera contraria ai consigli di Dio, allora possiamo attenderci ‘l’ira di Dio che piomba sopra coloro che gli resistono’. Con le vigorose parole che rivolse alla congregazione cristiana Paolo esorta i cristiani a non avere nulla in comune con ‘coloro che resistono’, coloro che vanno contro la via di Dio.
16. Quale atteggiamento riguardo alla fornicazione devono evitare coloro che vogliono avere il favore di Dio?
16 Noi sappiamo che cos’è la fornicazione, ma oggi persone religiose dichiarano sfacciatamente che non ci sia nulla di male nelle relazioni preconiugali e nell’omosessualità. Ma non dice la Bibbia che il letto matrimoniale non dev’essere contaminato e che gli uomini che giacciono con uomini sono abominevoli dinanzi a Dio e riceveranno il giudizio di Dio? Senz’altro. (Ebr. 13:4; Rom. 1:27, 32) Chi afferma dunque d’essere cristiano e si sforza d’essere simile a Dio vivendo secondo l’esempio datoci da Gesù Cristo dovrebbe compiere uno sforzo straordinario per vivere quale cristiano, al fine di ricevere il favore e la ricca benedizione di Dio. — 1 Cor. 6:18; 1 Tess. 4:3, 8.
17. Parlando dei cambiamenti che i cristiani devono fare nella loro vita, che specie di persone Pietro li esortò a essere?
17 Chi diventa cristiano deve fare grandi cambiamenti nella sua vita. L’apostolo Pietro scrisse ai primi cristiani una lettera e la formulò con queste parole: “Come figli ubbidienti, cessate di conformarvi ai desideri che aveste un tempo nella vostra ignoranza, ma, secondo il santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la vostra condotta, perché è scritto: ‘Dovete esser santi, perché io sono santo’”. (1 Piet. 1:14-16) È degno di nota che lì Pietro chiama la congregazione di Dio “figli ubbidienti”. Se vogliono ubbidire alla Parola di Dio smetteranno senz’altro di conformarsi ai loro desideri e non cammineranno certo nella via in cui prima camminavano. Ma cercheranno d’essere simili a Dio e di camminare nelle orme di Cristo Gesù.
TRAETE BENEFICIO DALL’AMORE DI DIO
18. Manifestando amore, che cosa dobbiamo fare per mostrar d’essere ‘figli del Padre nostro che è nei cieli’?
18 Quando Gesù fu qui sulla terra dichiarò ai suoi ascoltatori: “Avete udito che fu detto: ‘Devi amare il tuo prossimo e odiare il tuo nemico’. Comunque, io vi dico: Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano; per mostrare d’esser figli del Padre vostro che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sui malvagi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, che ricompensa ne avete?” (Matt. 5:43-46) Se volete “mostrare d’esser figli del Padre vostro” come lo mostrò Cristo Gesù, non solo dovrete amare il prossimo ma dovrete anche mostrare amore ai vostri nemici. Glielo mostrate?
19. Secondo le parole di Efesini 3:18, 19, che cosa devono afferrare tutti i servitori di Dio?
19 Nella Parola del Signore, in I Giovanni 4:11, troviamo queste parole: “Diletti, se Dio ci amò così, noi pure abbiamo l’obbligo di amarci gli uni gli altri”. Chi diventa cristiano deve mettere profonde radici. Deve sforzarsi di conseguire la pienezza che Dio richiede. Scrivendo agli Efesini, Paolo esprime il pensiero con queste parole: “Siate radicati e stabiliti sul fondamento, onde siate pienamente capaci di afferrare mentalmente con tutti i santi ciò che è l’ampiezza e la lunghezza e l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore del Cristo che sorpassa la conoscenza, affinché siate in ogni cosa ripieni di tutta la pienezza che Dio dona”. (Efes. 3:17-19) La Parola di Dio incoraggia i cristiani a fare un coscienzioso sforzo per afferrare l’amore mostrato mediante Cristo e, imitando lui, a sforzarsi d’essere simili a Dio. I cristiani devono cercare di far questo.
20. In che modo ciò che Paolo scrisse sull’amore in Romani 8:31-39 è un’eccellente incoraggiamento per noi?
20 L’apostolo Paolo ci dà un eccellente incoraggiamento in tal senso. Egli scrisse: “Che cosa diremo dunque a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Colui che non risparmiò nemmeno il proprio Figlio ma lo consegnò per tutti noi, perché non ci darà con lui benignamente anche tutte le altre cose? Chi presenterà accusa contro gli eletti di Dio? Dio è Colui che li dichiara giusti. Chi è che condannerà? Cristo Gesù è colui che morì, sì, anzi colui che fu destato dai morti, che è alla destra di Dio, il quale anche intercede per noi. Chi ci separerà dall’amore del Cristo? Tribolazione o distretta o persecuzione o fame o nudità o pericolo o spada? Come è scritto: ‘Per amor tuo siamo messi a morte tutto il giorno, siamo stati stimati come pecore da scannare’. Al contrario, in tutte queste cose siamo completamente vittoriosi per mezzo di colui che ci ha amati. Poiché sono convinto che né morte né vita né angeli né governi né cose presenti né cose avvenire né potenze né altezza né profondità né alcun’altra creazione potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore”. — Rom. 8:31-39.
21. (a) Perché Paolo disse ad altri di imitarlo? (b) A questo riguardo, quale responsabilità abbiamo tutti?
21 Paolo ebbe l’assoluta fiducia che Geova l’amava, e perciò si sforzava con premura di imitare Dio. Quindi, scrivendo ai Filippesi, Paolo disse: “Le cose che avete imparate e accettate e udite e viste riguardo a me, praticatele; e l’Iddio della pace sarà con voi”. (Filip. 4:9) L’apostolo Paolo capiva perfettamente che tutti facciamo sbagli, ma sapeva di impegnarsi a fondo e di dare ai fratelli il giusto esempio. Per tale ragione disse: “Unitamente divenite miei imitatori, fratelli, e tenete lo sguardo rivolto a quelli che camminano in maniera conforme all’esempio che avete in noi”. (Filip. 3:17) Gli anziani, e gli altri che sono nella verità da molto tempo o anche da un breve periodo, hanno la grande responsabilità di dare il giusto esempio, come lo diede Paolo. Se vengono meno sotto questo aspetto, possono essere causa d’inciampo per altri fratelli che sono nell’organizzazione di Dio. Paolo ci ammonisce: “Astenetevi dal divenire causa d’inciampo ai Giudei e ai Greci e alla congregazione di Dio, come anch’io faccio piacere a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio ma quello di molti, onde siano salvati”. — 1 Cor. 10:32, 33.
22. Che cosa può esserci di aiuto affinché i nostri sforzi d’essere simili a Dio abbiano successo?
22 Paolo nutrì verso il genere umano gli stessi sentimenti di Geova Dio. Aveva imparato da Geova. Sapeva che bisogna amare i propri simili e dar loro la piena opportunità di ottenere la vita eterna. Per questa ragione, proprio nel versetto successivo, dice: “Divenite miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. (1 Cor. 11:1) Paolo tenne lo sguardo rivolto al Figlio di Dio. Sapeva che Gesù era perfetto e che aveva dato un meraviglioso esempio nel cercar d’essere simile al Padre suo, e desiderava quindi fare la stessa cosa. Paolo conosceva il contenuto della Parola di Dio e quindi esorta tutti noi a ricordare “quelli che prendono la direttiva fra voi, i quali vi han dichiarato la Parola di Dio, e mentre contemplate come va a finire la loro condotta imitate la loro fede”. (Ebr. 13:7) Non vogliamo seguire le vie del vecchio mondo. Pur essendo in esso, non ne facciamo parte. Il migliore esempio che possiamo seguire è quello che Geova Dio stesso dà. E Gesù, quando fu sulla terra, disse: “Chi ha visto me ha visto anche il Padre”. (Giov. 14:9) Se vogliamo dunque imitare Geova Dio, o essere simili a lui, vorremo certo essere simili a Cristo Gesù, un uomo integro.
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Adamo fu figlio di Dio, fatto “a immagine di Dio”, e noi veniamo tutti da Adamo
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Imitando Gesù Cristo siamo simili a Dio, poiché Gesù fu simile al Padre suo che è in cielo. Giovanni Battista disse che Gesù è “il Figlio di Dio”