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Uomo dell’illegalitàAusiliario per capire la Bibbia
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rimordere la coscienza a motivo delle proprie menzogne ipocrite]; che proibiranno di sposarsi, comandando di astenersi da cibi che Dio ha creati per esser presi con rendimento di grazie”.
In seguito Paolo scrisse a Timoteo: “Vi sarà un periodo di tempo in cui non sopporteranno il sano insegnamento, ma, secondo i loro propri desideri, si accumuleranno maestri per farsi solleticare gli orecchi; e allontaneranno i loro orecchi dalla verità”. (II Tim. 4:3, 4) L’apostolo Pietro fece un parallelo fra l’apostasia dal cristianesimo e quella avvenuta nella naturale casa di Israele. Quindi proseguì dicendo che costoro avrebbero sfruttato la congregazione, ma che “la loro distruzione non sonnecchia”. — II Piet. 2:1-3.
Un “uomo” composito
Questo “uomo” di II Tessalonicesi 2:1-12 non è dunque un singolo individuo, ma un “uomo” composito, collettivo, come indicano i succitati versetti, “uomo” che doveva continuare a esistere dopo la morte degli apostoli e fino al tempo della presenza del Signore.
Tradimento contro Dio
L’“illegalità” che questo apostata “uomo” composito commette è illegalità contro Geova Dio il Sovrano Universale. È colpevole di tradimento. Ed è chiamato “figlio di distruzione” come Giuda Iscariota, il traditore che tradì il Signore Gesù Cristo e ne provocò la morte. Come Giuda, deve essere annientato, eliminato per sempre. Questo “uomo” non è “Babilonia la Grande”, che pure combatte contro Dio, perché questa è una donna, una meretrice. Ma poiché porta avanti una ribellione religiosa contro Dio, evidentemente fa parte della Babilonia mistica. — Giov. 17:12; Riv. 17:3, 5.
L’”uomo dell’illegalità” si oppone a Dio e perciò è un oppositore o satàn, termine ebraico che significa oppositore. E certamente la sua ‘presenza è secondo l’operazione di Satana’. (II Tess. 2:9) Il carattere di questa apostasia è un “mistero” o sacro segreto non per Dio, ma per il Diavolo, che vorrebbe tenerlo nascosto; è un mistero religioso. (II Tess. 2:7) Con i suoi insegnamenti menzogneri contrari alla legge di Dio, o che per così dire ne prendono il posto, l’“uomo dell’illegalità” si innalza al di sopra di Geova Dio e degli altri ‘dèi’, potenti della terra, e anche contro i santi di Dio, i veri fratelli spirituali di Gesù Cristo. (Confronta II Pietro 2:10-13). Poiché è un ipocrita, un falso maestro che si spaccia per cristiano, “si mette a sedere nel tempio del Dio”, come se facesse parte del tempio spirituale. — II Tess. 2:4.
Una restrizione
Paolo parla di “ciò che agisce da restrizione”. Ai sorveglianti di Efeso aveva detto che ‘dopo la sua partenza’ sarebbero entrati in scena uomini simili a lupi. (Atti 20:29) Sembra quindi che gli apostoli costituissero questa restrizione. Più volte Paolo scrisse avvertimenti circa l’apostasia, non solo in II Tessalonicesi, ma in molte esortazioni a Timoteo. Consigliò a Timoteo di affidare le cose udite da lui a uomini fedeli, qualificati per insegnare ad altri. Parlò della congregazione dell’Iddio vivente, “colonna e sostegno della verità”, che doveva rafforzarsi il più possibile prima dell’insorgere della grande apostasia. — II Tim. 2:2; I Tim. 3:15.
Molto più tardi, per comando di Cristo, fu detto all’apostolo Giovanni di scrivere, per mettere in guardia dalle sette, menzionando in particolare la setta dei Nicolaiti e parlando di falsi profeti simili a Balaam e della donna Izebel che si spacciava per profetessa. — Riv. 2:6, 14, 15, 20.
All’opera ai giorni degli apostoli
L’apostolo Paolo disse che il mistero ‘era già all’opera’. (II Tess. 2:7) C’erano quelli che cercavano di insegnare false dottrine, alcuni dei quali disturbavano la congregazione di Tessalonica, e questa è in parte la ragione per cui scrisse la seconda lettera ai tessalonicesi. C’erano anticristi quando Giovanni scrisse le sue lettere, e senza dubbio anche prima. Giovanni parlò dell’“ultima ora” del periodo apostolico. — I Giov. 2:18, 19.
Rivelato
Dopo la morte degli apostoli l’“uomo dell’illegalità” uscì allo scoperto con la sua ipocrisia religiosa e i suoi insegnamenti falsi. Secondo le parole di Paolo, questo “uomo” sarebbe diventato molto potente, agendo sotto il dominio di Satana e compiendo “ogni opera potente, e segni e portenti” menzogneri. Coloro che partecipano alle attività dell’“uomo dell’illegalità”, che fanno parte di questo “uomo” composito, devono perire [lett. ‘distruggersi’] “quale retribuzione perché non hanno accettato l’amore della verità affinché fossero salvati”. L’apostolo spiega che costoro ‘credono alla menzogna’ e saranno “tutti giudicati perché non hanno creduto alla verità ma han preso piacere nell’ingiustizia”. (II Tess. 2:9-12; vedi Int). Il giudizio è dunque di condanna.
Distrutto
Questo composito, ipocrita “uomo dell’illegalità” sarà eliminato dal Signore Gesù mediante “lo spirito della sua bocca” e annientato “mediante la manifestazione della sua presenza”. L’annientamento di questo empio oppositore di Dio sarà la prova visibile, concreta che il Signore Gesù Cristo siede e agisce da Giudice. Non giudicherà con un metro personale, quindi la distruzione mediante “lo spirito della sua bocca” significa evidentemente a espressione del giudizio di Geova contro questa empia classe di persone. — II Tess. 2:8; confronta Rivelazione 19:21: “la lunga spada ... la quale spada usciva dalla sua bocca”.
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UpupaAusiliario per capire la Bibbia
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Upupa
Uccello dal corpo slanciato, grosso più o meno come un piccione, color cannella, con larghe strisce alternate bianche e nere sul dorso e sulle ali. La sua caratteristica più notevole è la cresta di penne con orlatura bianca e punta nera che gli copre tutta la testa, fino alla base del lungo e sottile becco ricurvo. Quando è aperta, la cresta forma un’attraente corona semicircolare, che l’uccello alza e abbassa come un ventaglio.
Ma per quanto elegante e variopinta, l’upupa ha abitudini e nido decisamente impuri. Si nutre di insetti che si procura frugando col becco appuntito non solo nel terreno, ma anche in letamai e altro sudiciume. Il nido, che consiste in una buca in qualche argine, albero cavo o muro, emana un odore sgradevole prodotto dalla secrezione maleodorante della ghiandola uropigea, e puzza anche perché l’uccello non lo pulisce dagli escrementi. Quindi, benché non sia un uccello da preda e non si nutra di carogne,
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