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TortoraAusiliario per capire la Bibbia
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Palestina, quando arrivano da S ai primi di marzo e ‘fanno udire la loro voce nel paese’, le tortore annunciano infallibilmente la primavera. — Cant. 2:12.
Uccello timido e grazioso, la tortora prende velocemente il volo per sottrarsi ai nemici. (Sal. 74:19) Alla loro stagione le tortore sono assai numerose in tutta la Palestina e, poiché si nutrono di cereali, semi e trifoglio, è facile catturarle tendendo lacci per terra. Abraamo incluse una tortora nella sua offerta quando Geova ‘concluse un patto’ con lui (Gen. 15:9, 10, 17, 18), e in seguito la legge mosaica prescriveva o consentiva l’uso di tortore in certi sacrifici e riti di purificazione. (Lev. 1:14; 5:7, 11; 12:6, 8; 14:22, 30; 15:14, 15, 29, 30; Num. 6:10, 11) Nel tempio, dopo la nascita di Gesù, Maria offrì due tortore o due piccioni. — Luca 2:22-24; vedi COLOMBA; PICCIONE.
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TraconitideAusiliario per capire la Bibbia
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Traconitide
(Traconìtide) [regione accidentata, sassosa].
Regione che, insieme all’Iturea, durante il ministero di Giovanni il Battezzatore e di Gesù era amministrata dal tetrarca romano Filippo. (Luca 3:1) La Traconitide comprendeva la parte nordorientale di Basan e si estendeva a N fino a 40 km circa a SE di Damasco. Più o meno a forma di pera, aveva un’estensione di circa 900 km2.
La parte centrale della regione è ricoperta in gran parte da giacimenti di lava con profonde fenditure e buche, e ben poco terreno adatto soltanto alla coltivazione di vigneti. È un paese selvaggio e inospitale che non lascia presagire nulla di buono; attualmente gli arabi lo chiamano el Leja (che significa “il Rifugio”), poiché offre degno rifugio ai fuorilegge.
La Traconitide è menzionata una sola volta nella Bibbia, mentre Strabone e Giuseppe Flavio la menzionano spesso. Da queste fonti secolari si apprende che l’imperatore romano Augusto la incluse nel territorio su cui regnava Erode il Grande. Morto Erode, la Traconitide fu inclusa nella tetrarchia retta fino alla morte da suo figlio Filippo.
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TradizioneAusiliario per capire la Bibbia
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Tradizione
Informazioni, dottrine o consuetudini tramandate di padre in figlio o diventate un radicato modo di pensare o di agire. Il sostantivo greco paràdosis significa fondamentalmente “trasmissione, consegna” e quindi tradizione nel senso di qualcosa “trasmesso a voce o per iscritto”. Il termine come viene usato nelle Scritture Greche Cristiane si riferisce a tradizioni che erano aspetti particolari della vera adorazione, e anche altre che erano errate oppure seguite o considerate in modo da renderle nocive e riprovevoli.
Nel corso dei secoli gli ebrei adottarono molte tradizioni. Alcune riguardavano l’abbigliamento e usanze relative a matrimoni e funerali. (Giov. 2:1, 2; 19:40) Nel I secolo E.V. anche alcuni aspetti dell’adorazione erano dettati da consuetudini o tradizioni, come l’uso di vino nel pasto pasquale e la celebrazione della ridedicazione del tempio. (Luca 22:14-18; Giov. 10:22) Gesù e gli apostoli non le disapprovavano, pur sapendo che quelle cose non erano richieste dalla Legge. Quando la sinagoga diventò il luogo dove gli ebrei si radunavano comunemente per adorare invalse la consuetudine o tradizione di andarvi ogni sabato. Luca dice che anche Gesù vi andava “secondo la sua abitudine”. — Luca 4:16.
TRADIZIONI DISAPPROVATE
I capi religiosi ebrei però avevano aggiunto alla Parola scritta molte tradizioni orali che ritenevano indispensabili alla vera adorazione. Paolo (Saulo), fariseo prima di convertirsi al cristianesimo, era stato insolitamente zelante nel seguire le tradizioni del giudaismo. Fra queste naturalmente ce n’erano sia di ineccepibili che di cattive. Seguendo i “comandi di uomini come dottrine”, fu indotto a perseguitare i cristiani. (Matt. 15:9) Per esempio gli ebrei ‘non mangiavano se prima non si erano lavati le mani fino al gomito, osservando la tradizione degli uomini dei tempi passati’. (Mar. 7:3) Non lo facevano per motivi igienici, ma era una cerimonia rituale che secondo loro aveva un significato religioso. (Vedi LAVARSI LE MANI). Cristo spiegò che non avevano alcuna ragione di criticare i discepoli perché non osservavano questo e altri inutili “comandi di uomini”. (Matt. 15:1, 2, 7-11; Mar. 7:4-8; Isa. 29:13) Inoltre a motivo della tradizione relativa a ciò che era “corban” (un dono dedicato a Dio) i capi religiosi avevano invalidato la Parola di Dio, trascurando il comandamento di Dio. — Eso. 20:12; 21:17; Matt. 15:3-6; Mar. 7:9-15; vedi CORBAN.
TRADIZIONI CRISTIANE
Considerando le tradizioni nel senso di informazioni tramandate oralmente o con l’esempio, le informazioni che l’apostolo Paolo ricevette direttamente da Gesù potevano giustamente essere tramandate alle congregazioni cristiane come corretta tradizione cristiana. Questo avvenne per esempio riguardo alla celebrazione del Pasto Serale del Signore. (I Cor. 11:2, 23) Gli insegnamenti e l’esempio degli apostoli costituivano una tradizione valida. Perciò Paolo, che aveva personalmente lavorato con le proprie mani per non essere finanziariamente di peso ai fratelli (Atti 18:3; 20:34; I Cor. 9:15; I Tess. 2:9), poté esortare i cristiani di Tessalonica a evitare “ogni fratello che cammina disordinatamente e non secondo la tradizione [paràdosis]” tramandata loro. Chi non lavorava chiaramente non seguiva l’ottimo esempio o la tradizione degli apostoli. — II Tess. 3:6-11.
Le “tradizioni” necessarie all’adorazione di Dio che è pura e incontaminata furono col tempo incluse nelle Scritture ispirate. Quindi le tradizioni o i precetti trasmessi da Gesù e dagli apostoli e che avevano importanza vitale non furono lasciati in forma orale per essere distorti col passare del tempo, ma furono accuratamente messi per iscritto nella Bibbia per il bene dei cristiani che sarebbero vissuti in epoche successive. — Giov. 20:30, 31; Riv. 22:18.
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TraduttoreAusiliario per capire la Bibbia
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Traduttore
Vedi INTERPRETAZIONE, INTERPRETE.
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TranceAusiliario per capire la Bibbia
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Trance
Vedi VISIONE.
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TrappolaAusiliario per capire la Bibbia
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Trappola
Dispositivo per la cattura di animali, di solito munito di un laccio o una molla che, quando scatta, afferra, imprigiona o uccide l’animale. Di solito viene nascosta o mascherata in modo da ingannare la vittima; spesso viene usata un’esca. Diversi termini ebraici sono resi di volta in volta “trappola”, ‘laccio’ e ‘rete’. (Sal. 141:9, 10) Benché la Bibbia non descriva nei particolari che specie di lacci o trappole per animali si usassero nell’antichità, passi come quelli di Giobbe 18:8-10; Salmo 10:9; 140:5 e Geremia 18:22 danno un’idea generale di alcuni. Per informazioni circa la loro costruzione e l’uso che se ne faceva, vedi CACCIA E PESCA; UCCELLATORE.
USO FIGURATIVO O ILLUSTRATIVO
Poiché privano della libertà, danneggiano o uccidono gli animali che vi cadono, lacci e trappole possono rappresentare ciò che fa perdere la libertà, calamità, rovina o morte. Infatti dopo che Mosè aveva annunciato una grave piaga
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