Attività e vita contro inattività e morte
“Contendi per la vittoria nella giusta contesa della fede”. — 1 Tim. 6:12, NM.
1. Come gli antichi Greci consideravano e sostenevano le loro competizioni atletiche ed i loro eroi?
VOLETE vedere uno stadio affollato, gremito di spettatori eccitati? Rivolgete dunque la vostra mente all’antica Corinto, e al suo immenso stadio di giuochi atletici. Ogni due anni questa città, la più grande, la più ricca e la più festosa di tutta la Grecia, era la scena della competizione atletica dei giuochi istmici famosi in tutta la nazione. Per molti giorni la contesa attirava l’attenzione di tutta la Grecia. I giuochi non avevano soltanto carattere sportivo, ma erano anche di origine religiosa. Inoltre, il popolo considerava gli atleti come simboli della capacità militare, ed ogni soldato doveva essere un atleta ben addestrato. Lo sport richiamava l’attenzione nazionale anche più di oggi. Durante i giuochi non si trovavano posti liberi a sedere, e tutto lo spazio disponibile a quelli che stavano in piedi era affollatissimo. Ora gli atleti si schierano sul campo, circa due volte più grande del campo di giuoco dello Yankee Stadium nella città di New York! La moltitudine è elettrizzata dall’emozione mentre gli spettatori valutano i contendenti. All’inizio dei giuochi intensamente contesi, ognuno nell’immensa moltitudine stende il collo per non perdere il minimo dettaglio. Gridi d’incoraggiamento echeggiano a favore dei campioni impegnati nella lotta. Forti gemiti di disperazione indicano che i preferiti sono stati battuti. Uno scrosciante applauso accoglie il vincitore che infine prevale! Poi la grande folla inonda le vie di Corinto, parlando per giorni interi soltanto di questi avvenimenti. L’atleta vittorioso è onorato più di qualsiasi altra persona nell’intero istmo. Idoleggiato quale eroe nazionale, egli acquista la corona di alloro o, in tempi posteriori, di foglie di pino. Viene colmato di doni e la città gli concede una ricca pensione per tutta la vita. Cicerone disse che una città greca festeggiava il vincitore atletico più di quanto Roma onorasse il suo più grande generale al suo ritorno dalla conquista di una nazione.
2. Perché il riferimento di Paolo ai giuochi dei Greci era così appropriato?
2 Essendo ben al corrente dei giuochi di Corinto, Paolo paragonò l’attività dei primi Cristiani, il popolo di Geova, alle competizioni atletiche. Riferendosi ai corridori, lottatori, e pugilatori nei giuochi atletici egli illustrò notevolmente il premio dell’attività e il pericolo dell’inattività. I Cristiani ai quali scrisse conoscevano bene i giuochi, essendo stati alcuni di essi indubbiamente presenti qualche volta allo stadio, nella folla tumultuosa. Non potevano non essere consapevoli dei giuochi, poiché la gente ne parlava ovunque andassero. I requisiti dei contendenti costituirono potenti esempi che si applicano oggi ai Cristiani. Le moderne olimpiadi, così chiamate secondo gli antichi giuochi olimpici della Grecia, mettono oggi vigorosamente in risalto l’applicazione delle parole di Paolo circa i giuochi antichi. — 1 Cor. 9:24-27; Filip. 3:13, 14.
3. In che modo la vita di un atleta vittorioso stabilisce per noi un modello indicato, e rispetto a quale contesa?
3 Paolo immaginava ogni Cristiano come contendente in uno stadio gigantesco, ‘spettacolo agli uomini e agli angeli’. Satana il Diavolo aveva sfidato Iddio Onnipotente dicendo che gli uomini sulla terra non potevano serbarsi integri verso Geova. Paolo rammentò che Geova aveva accettato il fedele Abele e molti altri dopo di lui dalla sua parte, nella contesa. Dimostrò che Geova era il fondatore della squadra cristiana di cui Cristo Gesù era il capitano. (1 Cor. 4:9; Ebr. 11:4; 12:1, 2) I Cristiani di Corinto sapevano bene come gli aspiranti atleti dedicavano l’intera vita per conquistare il premio. Prima di esibirsi nello stadio essi compivano regolarmente azioni di forza tanto difficili quanto quelle compiute nella contesa. Non ottenevano la loro armonia muscolare, la grazia di movimento, la loro forza e resistenza soltanto con qualche settimana di allenamento. Perché l’atleta fosse sufficientemente addestrato erano necessari anni di fatica durante i quali egli compiva le azioni richieste nei giuochi. Egli doveva condurre una vita molto rigorosa, con buone abitudini. La vita sregolata della dissolutezza alla quale si abbandonavano molti Corinti doveva essere evitata. In molti modi, come ogni Cristiano di Corinto poteva comprendere, la vita del vittorioso atleta stabiliva un appropriato modello da seguire per i Cristiani.
4-6. Come si può dimostrare l’importanza di osservare le regole nel periodo di allenamento, e come si applica ciò ai Cristiani?
4 L’importanza di osservare le regole della squadra e di seguire un allenamento rigoroso doveva essere permanentemente inculcata nella mente dell’abile contendente. Ognuno prestava giuramento di attenersi scrupolosamente a tutte le regole e ai requisiti dell’allenamento. La sua vita frenata era completamente dedicata ai periodi di esercizio e addestramento. Una vita criminale o macchiata lo squalificava. Non ubbidire alle regole avrebbe eliminato il violatore dalla contesa. Anche noi dunque dobbiamo osservare tutte le regole. Un atleta potrebbe essere il primo ad arrivare alla mèta, ma se non avesse osservato tutte le regole avrebbe perduto il premio. Anche se noi corriamo fino alla fine possiamo perdere il premio non seguendo le regole. Paolo lo mise in risalto quando disse: “Onde io non corressi o non avessi corso in vano”. — Gal. 2:2.
5 Arbitri giurati esigevano rigorosamente l’osservanza delle regole dell’antica contesa. Vivevano insieme ai contendenti giorno e notte, dall’inizio dell’addestramento, per non permettere nessuna frode. Essi esigevano un addestramento rigoroso. I requisiti dell’addestramento spronarono Paolo a servirsene come esempio per illustrare vari punti nelle sue lettere. Avrebbe qualcuno potuto partecipare alla contesa prima di essersi fedelmente addestrato? No! Paolo mise in risalto la necessità di tale addestramento per noi, dicendo: “D’altra parte, addèstrati con santa devozione come tua mèta. Poiché l’addestramento corporale è benefico per un poco, ma la devozione di Dio è benefica per tutte le cose, dato che tiene la promessa della vita presente e di quella che deve venire”. — 1 Tim. 4:7, 8, NM.
6 L’organizzazione teocratica, simile ad una squadra, osserva le regole di Geova, ottenendo la corona del trionfo. Ma sarà ogni partecipante un vincitore? Vi sono migliaia di concorrenti; non tutti vincono. Alcuni perdono perché non ubbidiscono alle regole. Nel campo della lotta che cosa vediamo? Molti disubbidiscono alle regole non addestrandosi o non correndo. Possono essi vincere senza osservare le regole? Paolo rispose: “Inoltre, se qualcuno contende anche nei giuochi, egli non è coronato a meno che non abbia conteso secondo le regole”. (2 Tim. 2:5, NM) La disubbidienza per inattività li costringe ad abbandonare la contesa. — Matt. 10:22.
7. Prima che possiamo ubbidire alle regole che cosa dobbiamo fare?
7 Ma dovete conoscere le regole prima di poter ubbidire ad esse. Come potete essere qualificati se non sapete quali sono le regole? Ognuno può facilmente conoscerle, poiché si trovano nella Bibbia. L’organizzazione di Geova rende facile il vostro compito di conoscere le regole pubblicando letteratura teocratica. Le regole possono essere imparate alle adunanze di congregazione, ai centri di servizio e nello studio personale.
REGOLE
8. Come si può aggiungere il proprio nome all’elenco dei contendenti?
8 In primo luogo, l’individuo deve aggiungere il suo nome all’elenco dei contendenti. Il promotore della contesa, Geova Dio, deve riconoscerlo quale contendente. Voi dovete riconoscere il capo della squadra, Gesù Cristo. (Giov. 6:44) Dovete seguire le orme di Gesù. Che cosa fece anzitutto Gesù? Egli si dedicò a fare la volontà del Padre suo, dicendo: “Io son venuto per fare la tua volontà”. (Ebr. 10:7-9, NM; Sal. 40:8) Quindi dovete essere dedicati, poi essere battezzati. Lo siete? In caso negativo, non potete partecipare alla contesa. In primo luogo dunque ponete il vostro nome nell’elenco dei contendenti di Geova! — Isa. 55:6.
9. Quali sono le regole essenziali, e come alcuni vengono sviati?
9 Le regole essenziali sono: Acquistate la conoscenza e la sapienza e poi ubbidite ad esse. La sapienza non si può ottenere senza la conoscenza. La conoscenza e la sapienza sono una difesa. (Eccl. 7:12) Ciò implica lo studio. Voi potreste non acquistare una conoscenza perfetta di tutti i minimi dettagli di molte verità rivelate. Ma potete e dovete comprendere, comunque, gli aspetti principali della verità per partecipare alla contesa. Dovete essere in grado di predicare gli elementi fondamentali della verità in qualsiasi momento necessario e di essere un insegnante per altre persone. (1 Piet. 3:15; 2 Tim. 2:2) La conoscenza e la sapienza vi impediranno di seguire la vostra propria via. “Confidati nell’Eterno [Geova] con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri”. (Prov. 3:5, 6) Molti si sviano dal giusto sentiero. Cercano di risolvere i problemi secondo la sapienza di questo mondo e vengono meno nella corsa. (1 Cor. 3:19) Il re Saul si riteneva giusto quando seguiva la sua propria volontà. (Prov. 14:12; 16:15) Samuele lo rimproverò per non aver confidato in Dio: “L’ubbidienza val meglio che il sacrifizio”. (1 Sam. 15:22) Quindi siate ubbidienti. Compite l’opera di Geova in armonia con Geova. Questo è il modo che Geova ha stabilito mediante la sua organizzazione. Solo questo conta!
10, 11. (a) Come si applicano a noi le antiche regole dietetiche? (b) Perché dovremmo nutrirci abbondantemente delle attuali provvisioni spirituali?
10 Un’altra regola controlla ciò che si mangia. Anticamente i contendenti dovevano seguire una dieta rigorosa. Il contendente teocratico deve mangiare solo alla mensa di Geova. (1 Cor. 10:21; Mal. 1:12) La partecipazione alle adunanze dev’essere regolare. Per essere preparati si deve mangiare “il cibo a tempo debito” che Geova provvede. (Matt. 24:45; 2 Tim. 3:16, 17) Si deve prestare attenzione a ciò che dice la Parola di Dio. La partecipazione alle riunioni di studio è necessaria per digerire il cibo completamente. Senza di esso non si diventerà forti per la contesa, e c’è bisogno di cibo solido, non liquido. Paolo disse ai Cristiani immaturi: “Mentre dovreste esser maestri in considerazione del tempo, . . . siete diventati tali da aver bisogno di latte, non di cibo solido. . . . Ma il cibo solido appartiene a persone mature, a coloro che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere sia il bene che il male”. — Ebr. 5:12-14, NM.
11 È necessario che mangiate il cibo alla mensa dell’addestramento teocratico. Mangiate altrove o non affatto, e non avrete nessuna forza. Potrebbe venire il tempo in cui non avreste La Torre di Guardia a vostra disposizione. La Bibbia potrebbe essere la vostra unica arma disponibile. Se non vi siete cibati abbondantemente de La Torre di Guardia potrete non essere in grado di brandire la “spada dello spirito”, quindi non essere in grado di vincere la contesa. Potrete non essere in grado di brandirla perché non avrete conservato nella vostra mente la forza spirituale studiando La Torre di Guardia. Non aspettate l’ultima fase della contesa per afferrare saldamente la “spada dello spirito”. Paolo disse che se l’afferrate saldamente non avrete “corso invano, né invano faticato”. (Filip. 2:16, NM) Dovete riempire la vostra mente con la Parola di Dio. Potete quindi ricorrere alla forza di Geova per tenervi vivi nella contesa finale. “Perché la parola di Dio è vivente”. — Ebr. 4:12, NM.
12, 13. (a) Fino a quando avremo bisogno di addestrarci e di correre nella gara? (b) Quali tattiche adoperano gli agenti di Satana, e come le affronta l’organizzazione teocratica?
12 Geova non ha fatto nessuna eccezione a questa regola: Non abbandonate l’addestramento. Nessun contendente, sia corridore, lottatore o pugile, può tralasciare l’addestramento e pensare di vincere. Non solo sentirà dolore ai muscoli per mancanza di addestramento, ma perderà. La squadra di giusti contendenti sotto Geova ebbe inizio con Abele. La contesa contro le forze spirituali malvage nei luoghi celesti avrà fine soltanto ad Armaghedon. La squadra teocratica è come una moderna squadra olimpica. Non si finisce alla conclusione della prima gara, ma ne seguono molte altre, anno dopo anno. Inoltre, una squadra di calcio si allena e poi giuoca una partita, si allena e giuoca ancora un’altra partita, fino alla fine della stagione di calcio. Non sarebbe una tragedia per la squadra se, all’inizio della partita, i giocatori non avessero la resistenza e venissero meno per mancanza di allenamento? Così noi dobbiamo fare allenamento fino alla fine della stagione, fino ad Armaghedon. Sosteniamo ciò partecipando regolarmente alle adunanze compiendo servizio di campo parecchie volte la settimana o ogni giorno e studiando privatamente.
13 Ora vogliamo ottenere un chiaro quadro della situazione. L’organizzazione teocratica non giuoca una sola partita. Piuttosto deve affrontare una continua serie di avvenimenti. Notate che soltanto poco prima di Armaghedon l’opposizione mondiale si leverà contro l’intera organizzazione estesa in tutto il mondo, dappertutto contemporaneamente. Prima di allora, però, sorge opposizione contro l’organizzazione in una nazione, mentre in un’altra non ce n’è. In ogni nazione si trova una divisione della squadra teocratica. Mentre alcune divisioni, per così dire, corrono o gettano il disco, altre divisioni sono impegnate nella lotta o nel pugilato. Mentre alcune subiscono opposizione, altre si preparano per subirla più tardi. Ma tutte le divisioni della squadra sono sempre pronte per la contesa. Appena ne abbiamo superata una ci prepariamo per un’altra. Per l’organizzazione di Geova in questo mondo c’è sempre una contesa in qualche luogo, e c’è continuamente in corso un allenamento dell’organizzazione in qualche parte del mondo.
14. Quali vittorie sono state vinte, eppure che cosa non significa ciò?
14 Molti trionfi si verificano in diverse parti del mondo; per esempio, considerate i nostri fratelli che furono nei campi di concentramento in Germania. Superarono la seconda guerra mondiale vittoriosamente. Negli Stati Uniti, nel Canada e in altri luoghi hanno subìto condanne in tribunale a migliaia, sommosse da parte delle turbe, bandi e proscrizioni e, mediante l’immeritata benignità di Geova, i suoi testimoni sono stati vittoriosi. Ma il trionfo in una contesa in un Paese non significa che abbiamo ottenuto la vittoria finale e che la squadra è libera di sciogliersi.
PERICOLO
15, 16. Come la condotta di alcuni mette in risalto l’importanza dell’ammonimento scritturale. e quale esattamente?
15 Molti che avevano vinto nella lotta durante gli anni di persecuzione hanno in seguito violato il regolamento di un continuo addestramento. Si sono squalificati dalla corsa e ora non fanno più parte della squadra. Molti subirono la perdita del lavoro e la separazione dalla famiglia perché erano pronti a sopportare ogni cosa per guadagnare l’approvazione di Geova. In quella contesa alcuni che erano stati condannati al carcere o ai campi di concentramento quando furono liberati pensarono che la corsa fosse terminata. Abbandonarono il campo della contesa e cessarono di addestrarsi. Essi non corsero la maratona, ma soltanto una gara di cento metri, e poi si dimisero. Non v’è nulla di più doloroso che vedere un corridore abbandonare la gara per mancanza di allenamento. La Parola di Dio ci ha avvertito che si avvicina un tempo di grandi difficoltà in tutta la terra. Ricordate che abbiamo studiato che l’attacco verrà da Gog e dal “settentrione”. È essenziale addestrarsi per superare il punto cruciale della corsa o contesa.
16 Una volta tutti aspettavamo il ritorno dei fedeli testimoni dell’antichità in qualità di prìncipi. Più tardi Geova rivelò che i prìncipi, servitori della sua organizzazione, sono ora presenti in mezzo a noi. Alcuni allora perdettero il loro entusiasmo per la risurrezione dei “prìncipi”. Non dimostra ciò quello che Gesù disse sarebbe avvenuto, che l’amore di molti si sarebbe raffreddato? (Matt. 24:12) Molti contendenti che subirono la prigionia durante i difficili tempi della persecuzione giurarono solennemente a Geova che, appena liberati, avrebbero combattuto e corso nella contesa con tutta la loro forza. Ma quando furono messi in libertà ed erano in grado di adempiere il loro voto dimenticarono la solenne promessa di dare tutto a Geova Dio.
17. Quale effetto ha spesso la persecuzione sui Cristiani?
17 Quando una sezione o divisione dell’organizzazione teocratica subisce una grande lotta di persecuzione in un Paese vi sono in proporzione più partecipanti attivi nella squadra che non in un tempo di addestramento. Lo slancio di quella divisione della squadra aumenta. I contendenti traboccano di zelo e impegnano tutto quello che hanno, perfino la vita stessa, nella contesa. Comprendono che è l’attività che conta e quindi diventano molto attivi. Le ultime notizie della battaglia teocratica sono aspettate con ansietà. Non c’è tempo per l’indifferenza, per la negligenza o per malintesi personali. Essi s’impegnano nella contesa. Né il loro lavoro né i loro beni li trattengono. Ogni peso che renda più difficile la contesa è deposto. Tutti sono pronti a fare qualsiasi cosa per vincere, perfino a vivere in tende e sopportare tempi difficili. Essi rinvigoriscono la loro mente per l’attività. (1 Piet. 1:13) Vi sono più volontari per il servizio continuo; c’è un lungo elenco di richiedenti per il servizio della Bethel. Poi ci sono molti partecipanti; vogliono partecipare alla lotta e aiutare a vincere.
18. Quali opportunità offrono le condizioni in tempo di pace, ma quale condotta seguono molti?
18 Per molti il pericolo non è la battaglia della persecuzione, bensì l’addestramento in tempo di pace. Che cosa vuol dire questo paragone? Chiediamo forse che Geova faccia venire maggior persecuzione? No, di certo. Questo paragone viene fatto per mettere in risalto che dobbiamo sempre prepararci per altre contese avvenire. In questo momento in alcune nazioni abbiamo l’opportunità di prepararci per una vera contesa. Ma molti se la prendono con comodo; trascurano l’addestramento. Malgrado le meravigliose opportunità del servizio continuo, vediamo una scarsezza di pionieri nella squadra, un rallentamento nei proclamatori di congregazione e una mancanza di volontari per il servizio della Bethel! Pochi sono disposti. Non è forse evidente che questo periodo di pace apparente in diverse nazioni non è tempo per tale condotta? Infatti, è suicidio, non è vero?
19, 20. Di che specie dovrebbe essere l’addestramento in tempo di pace, perché, e come fu illustrato ciò?
19 Sappiate per certo che il vostro addestramento in tempo di pace dev’essere estremamente strenuo. Dev’essere così rigoroso come la stessa contesa finale. Più difficile è la preparazione, più facile sarà la vittoria. Considerate l’allenamento che facevano anticamente per i giuochi a Corinto. I corridori legavano pesi ai piedi per allenarsi. I pugili indossavano divise pesanti e si esercitavano con sacchetti di sabbia. Nella contesa i corridori si toglievano i pesi e si spogliavano. Osservando ciò Paolo disse che dovremmo ‘deporre ogni peso e il peccato che facilmente ci avvince, e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta davanti’. (Ebr. 12:1, NM) Addestratevi per future contese con prove, pericoli e ostacoli. Vincerete o perderete, secondo come vi addestrate per la contesa. Quindi l’addestramento in tempo di pace prima che cominci per voi la persecuzione significa per voi maggiore attività, regolarità nel servizio, partecipazione a tutte le adunanze e accurato studio personale. Considerarlo come un tempo per lasciar infiacchire le mani è fatale. — Sof. 3:16.
20 Considerate una recente corsa moderna. Un famoso corridore inglese compì la corsa di un miglio in meno di quattro minuti. Un record mondiale! Pensate voi che l’avrebbe potuto fare se non si fosse addestrato regolarmente, non risparmiandosi ma impegnando tutto ciò che aveva nell’allenamento per la contesa? No, certo. Sapete voi che molti nella corsa non giunsero alla fine? Mancava loro la resistenza. Un uomo ebbe un collasso sulla pista. Se dobbiamo vincere nella contesa finale è necessario che ci addestriamo efficacemente ora.
21. Dove e come possiamo addestrarci per contese più severe nel futuro?
21 Alcuni evitano oggi l’addestramento mediante l’attiva e regolare testimonianza di casa in casa e il regolare studio in gruppo perché al mondo tale addestramento non è gradevole. Essi sognano di una dimostrazione della loro integrità nella prova futura in prigione o in campo di concentramento. Ma essi saranno abbattuti, sconfitti, perché non si addestrarono per la faticosa contesa. L’attuale addestramento mediante lo studio e la predicazione regolare e l’edificazione della propria efficienza nel ministero sono le parti più importanti della contesa stessa. L’opera dei testimoni di Geova è oggi compiuta principalmente fuori di prigione. Potrebbe venire il tempo in cui l’opera di testimonianza debba esser fatta dappertutto clandestinamente o in prigione. Ma questo potrebbe essere l’immediato preludio della fine ad Armaghedon. (Isa. 43:10, 12; Apoc. 2:10) Perché aspettare finché un dittatore, un campo di concentramento o le sbarre di una prigione del Diavolo vi circondino? Potete aspettare che l’opera di testimonianza svolta dal popolo di Dio sia terminata, per compierla? No, mille volte no! Impegnatevi ora nella contesa prima dell’opera singolare di Geova ad Armaghedon! — Isa. 28:21.
22. Qual è un altro fisso regolamento di addestramento come indicano le parole di Geremia, Gesù ed altri?
22 Un fisso regolamento di addestramento è l’obbligo di predicare la parola di Geova. Tutti i profeti dell’antichità predicarono, non rimandando l’attività al domani. Geremia disse che la parola di Dio era come un fuoco ardente, chiuso nelle sue ossa, ed egli non poteva trattenerla; doveva proclamarla! (Ger. 20:9) Gesù, che diede il via alla nostra corsa, fu unto per predicare da Geova. (Luca 4:18) Noi dobbiamo seguire le sue orme e predicare. Il nostro lavoro principale, come il suo, dovrebbe essere il ministero. (1 Piet. 2:21) Paolo disse: “Guai a me se non predicassi!” (1 Cor. 9:16, Ricciotti) Mancate di predicare ora e la distruzione degli empi sarà messa a carico vostro. Predicate ora e voi non sarete responsabili della loro morte. (Ezech. 33:8, 9) Una volta che cominciamo, non possiamo essere assenti al tempo di addestramento. E il tempo di addestramento è in corso ora, fratelli, non domani. Inattività significa morire. Abbandonate l’addestramento e abbandonate la corsa e sarete morti nel cospetto di Dio. Siate attivi ora e vivrete domani, fratelli!
DOVE FISSARE LO SGUARDO
23, 24. (a) Su che cosa dobbiamo fissare gli occhi, e perché? (b) Qual è la nostra mèta, e perché alcuni non la raggiungeranno?
23 Un altro regolamento era: tieni d’occhio il premio, la corona di foglie d’alloro. Alcuni Cristiani oggi perdono di vista il premio loro disponibile. Non è sbagliato tenere d’occhio la corona della vita, perché essa è un dono di Dio. Geova fa nascere nel nostro cuore il desiderio del premio. Possediamolo. Vale la pena correre per ottenerlo. Non serve a nulla dire: ‘Io sono tanto felice di essere nella verità e servirò Geova sia che mi venga dato un premio o no’. State attenti; non disprezzate la bontà di Dio. Egli ha messo la promessa davanti ai vostri occhi per un buon motivo, cioè, affinché vi sforziate e corriate fino alla fine per ottenerla. Accertatevi che il premio sia sempre in vista. Per esempio, supponete che un padre terrestre desideri che suo figlio superi gli esami di scuola. Gli promette una bicicletta se il figlio passa. Quel ragazzo compirà ogni sforzo. Ogni ora possibile sarà adoperata per acquistare la conoscenza necessaria per passare gli esami. Mentre studia egli vede il premio dinanzi agli occhi. Lo vede anche in sogno. Riesce, perché desidera la bicicletta. Geova ha offerto a noi, suoi figli, un premio molto più prezioso, la vita eterna. È giusto che teniamo il premio dinanzi a noi come stimolo per correre, perché la nostra corsa è molto difficile. Mentre cerchiamo il premio, è sempre il donatore del premio che noi amiamo e vogliamo piacere a Lui.
24 Perché tanti falliscono? Perché non prestano attenzione a questa mèta della vita eterna. Paolo scrisse: “Fratelli, io non reputo di averla già afferrata; ma c’è questo: . . . protendendomi verso le cose future, io procedo verso la mèta per ottenere il premio della chiamata di sopra che Iddio rivolge in Cristo Gesù”. (Filip. 3:13, 14, NM) La “chiamata di sopra” si applica a quelli della classe degli unti. Ma la chiamata alle “altre pecore” proviene anche ‘da sopra’. La vita eterna sulla terra è tanto desiderabile per le “altre pecore” quanto la vita in cielo, “la corona della vita”, è desiderata dagli unti chiamati da Geova. (Apoc. 2:10) Che differenza c’è? Un premio è più bello, ma entrambi portano la vita eterna, e ciò che desideriamo è la vita. Alcuni permettono che la visione del proposito di Geova, del suo regno e della sua opera teocratica si intorbidisca. Essi non studiano in privato e non partecipano alle adunanze dello studio. Non avendo nessuna visione, costoro non riusciranno a raggiungere la mèta. Se non c’è visione il popolo perisce. (Prov. 29:18) Nella corsa, avete perduto di vista il premio? Tenete il premio dinanzi ai vostri occhi e rimarrete nella pista, non venendo sviati dal Diavolo e perdendo la vostra vita.
25. Perché non dobbiamo guardare indietro?
25 Un altro regolamento della corsa esige che il corridore non guardi indietro né si giri indietro mentre corre. Alcuni entrano nella corsa e corrono bene per un po’ di tempo. Ma più tardi cominciano a pensare di aver lasciato qualche cosa indietro. Girano la testa e guardano indietro per considerare se debbano ritornare al loro precedente modo di vivere. I divertimenti, gli affari, gli amici del vecchio mondo, o altre cose, bersagliano la loro memoria e li inducono ad abbandonare la corsa dell’integrità. Per questa specie di trasgressione Geova squalificò la moglie di Lot dalla corsa. Guardate indietro voi alle cose passate? Se lo fate, inciamperete e vi ritirerete dalla corsa. Non permettete alle cose passate d’impedirvi di andare avanti. — Filip. 3:13.
26, 27. Chi è il nostro vero nemico, e perché il tempo attuale è specialmente pericoloso?
26 Coloro che anticamente entravano nella contesa come lottatori o pugili dovevano tenere gli occhi sull’avversario in ogni momento. Nella moderna contesa teocratica oggi molti sono sviati per la loro mancanza di farlo. In alcune divisioni della squadra di Geova molti aspettano come avversario un dittatore, la polizia o le turbe. Non scorgono nella loro propria contesa che il vero avversario è invisibile agli occhi umani. Siete divenuti inattivi voi? In tal caso, non avete osservato che non combattiamo un nemico di carne e sangue. Noi possiamo vedere il nostro nemico con gli occhi di Paolo. Egli disse che “abbiamo un combattimento, non contro sangue e carne, ma contro . . . le forze spirituali malvage dei luoghi celesti”. — Efes. 6:12, NM.
27 Aspettate voi un avversario di sangue e carne invece di un nemico invisibile? In tal caso dimostrate di aver perduto la vostra visione spirituale. Siete stati presi in un’imboscata dal nemico invisibile. I fratelli desti oggi comprendono che questi giorni sono più pericolosi che quando i Nazisti controllavano la Germania e la violenza delle turbe faceva legge negli Stati Uniti, quando la persecuzione prevaleva quasi dappertutto. Ora come mai nel passato il Diavolo e i demoni si oppongono all’opera di Geova nei Paesi democratici come nelle nazioni totalitarie. Come Paolo, anche Pietro ammonisce: “Mantenetevi sobri, siate vigilanti. Il vostro avversario, il Diavolo, va attorno come un leone ruggente, cercando di divorare qualcuno”. (1 Piet. 5:8, NM) Un leone ruggente intrappola la preda standone in agguato e ruggendo con la testa vicino al suolo, in modo che la preda non possa determinare il suo nascondiglio! Siete voi ingannati o potete vedere chiaramente l’invisibile bestiale avversario che sta in agguato dietro le vostre spalle? Se lo vedete impegnerete tutta la vostra forza nella corsa della finale contesa; sì, più energia di quanto impegnereste se vedeste la polizia segreta alle vostre spalle o una turba alla vostra porta! — Apoc. 12:12.