Operiamo ciò che è bene verso quelli nella fede
“Realmente, dunque, finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede”. — Gal. 6:10.
1. L’operar bene è forse limitato alla cerchia familiare?
L’ARTICOLO che precede si riferisce specialmente ai mariti, alle loro responsabilità di capi e al gran bene che possono fare alla propria moglie, ai propri figli, nonché a se stessi seguendo la guida della Parola di Dio nelle cose della propria famiglia. Solo le cose buone sono convenevoli e si addicono al cristiano. Le persone che professano d’esser seguaci di Cristo Gesù, Capo e Fondatore del cristianesimo, possono operare il loro bene oltre i limiti della cerchia familiare. Molte cose che si estendono oltre la famiglia immediata devono essere considerate dai testimoni di Geova e meritano d’esser messe in pratica da questi cristiani.
2. (a) Come mostra il 6º capitolo di Galati, quanto estesa è l’opportunità di operare il bene? (b) Per i cristiani, che cosa è convenevole ed essenziale?
2 In particolar modo il sesto capitolo del libro biblico di Galati mostra illimitate opportunità di operare il bene ad altre persone in genere, e a quelli che hanno la stessa fede in ispecie, i quali sono compagni cristiani, testimoni di Geova e loro associati. Questo capitolo di Galati si riferisce considerevolmente all’utile, amorevole relazione che esiste fra i cristiani e alle opportunità che questo offre di manifestare ciò che è bene. “Buono” è perciò quello che è giusto e convenevole per la fede cristiana e, infatti, essenziale come evidenza che ci si conforma alle esigenze della Parola di Dio e all’esempio di Cristo Gesù.
3. (a) A causa di quale importante fatto i servitori di Geova hanno ora speciale responsabilità? (b) In che modo vi è implicato il motivo?
3 I primi sei versetti uno fino a sei del sesto capitolo di Galati dicono di aiutarsi l’un l’altro nella mitezza, nell’umiltà e nella partecipazione altruistica. Quindi a cominciare dal settimo versetto: “Non siate sviati: Dio non è da beffeggiare. Poiché qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà; perché chi semina in vista della sua carne mieterà la corruzione dalla sua carne, ma chi semina in vista dello spirito mieterà la vita eterna dallo spirito”. (Gal. 6:7, 8) I cristiani hanno perciò effettive opportunità di “seminare” compiendo opere buone. Queste opportunità si espandono e aumentano oggi di continuo perché una grande folla di persone ricevono buona volontà da Dio e sono portate nell’associazione della congregazione cristiana. Ai servitori di Geova questo reca responsabilità, compresa la responsabilità di seminar bene, perché, come abbiamo letto, “qualunque cosa l’uomo semini, questa pure mieterà”. Perché le opere siano veramente buone devono farsi col giusto motivo, poiché, come afferma l’ottavo versetto, ci può essere una “semina in vista della sua carne” oppure una “semina in vista dello spirito”. La semina col buon obiettivo scritturale, con giusto motivo, permette al cristiano conseguentemente di ‘mietere la vita eterna dallo spirito’.
4. (a) Come il tempo contribuisce perché facciamo il bene “verso tutti”? (b) Fin dove giunge ulteriormente l’operare ciò che è bene?
4 Gli avvenimenti e gli sviluppi dell’odierno mondo religioso rendono questo tempo il più opportuno di tutti i tempi per la semina di opere buone. Questo è il tempo favorevole, ora che abbiamo associazione con molti compagni cristiani. Abbiamo opportunità di predicare, ‘operando ciò che è bene verso tutti’; ma ora specialmente, quando non siamo separati dai nostri fratelli ma siamo associati con loro, abbiamo l’opportunità di aiutare i nostri compagni cristiani. Così, “realmente, dunque, finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede”. (Gal. 6:10) I cristiani hanno quindi le opportunità di seminare il bene mediante le opere di predicazione; ma l’‘operare ciò che è bene’ va oltre ciò, come la suddetta scrittura di Galati dichiara mettendo in risalto “quelli che hanno relazione con noi nella fede”.
5. Dichiarate lo scopo per cui si menzionano alcuni modi specifici nei quali possiamo operare ciò che è bene.
5 Notiamo ora alcuni modi specifici in cui possiamo operare ciò che è bene verso quelli della fede. Non che qui pretendiamo menzionare tutti i modi in cui questo possa farsi. Per certo l’elenco qui non è completo, ma la menzione di alcune di queste opere buone secondo che lo spazio consente può aiutarci a vedere che l’esigenza di Galati 6:10 rispetto a “quelli che hanno relazione con noi nella fede” può esser soddisfatta in molti modi.
6. Spiegate il comune obiettivo dei testimoni di Geova.
6 Come testimoni di Geova noi prestiamo servizio con quelli che hanno relazione con noi nella fede, operando con loro nel ministero per gli interessi della congregazione cristiana e per gli interessi di altre persone ai quali il messaggio della Parola di Dio è portato da noi stessi e dai nostri associati cristiani. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo, vale a dire, seminare in vista dello spirito e fedelmente servire e adorare il nostro Dio Geova e rendere certa la nostra speranza della vita nel suo giusto nuovo sistema di cose. Per conseguire questo obiettivo ci aiutiamo gli uni gli altri, e gran parte di questa assistenza viene data mediante consigli o suggerimenti che riceviamo e che diamo, tutti basati sulla Parola di Dio e secondo gli sforzi della sua organizzazione teocratica.
QUANDO I CONSIGLI SONO UTILI?
7. (a) Quando il consiglio è utile? (b) Fate ovvi esempi. (c) A quale conclusione porta questo in quanto ai consigli che possiamo dare?
7 Nel tempo della vostra vita avete ricevuto consigli e suggerimenti. Quando vi furono utili? Non fu quando accettaste i consigli e li metteste in pratica, seguendo i suggerimenti che erano stati fatti per il vostro bene e miglioramento? Se non aveste agito in questa maniera, i consigli e i suggerimenti non vi sarebbero stati ovviamente utili. Questo è il modo in cui operano anche i consigli e i suggerimenti teocratici. Da questo fatto possiamo dunque capire com’è importante che, quando prestiamo servizio con quelli che hanno relazione con noi nella fede, noi facciamo questo di buon grado e con tatto, onde i consigli e i suggerimenti ci siano utili e onde altri trovino utili quei suggerimenti che ricevono da noi. I suggerimenti e i consigli sono utili solo se vengono accettati, e non sono utili quando vengono rigettati. Non è ovvio questo riguardo ai consigli come quelli che si danno nella Scuola di Ministero Teocratico, dove sono offerti suggerimenti gentili e amorevoli per il miglioramento di quelli che parlano dal podio, preparandosi a divenire qualificati per pronunciare conferenze bibliche in pubblico? Sono dati suggerimenti, e il miglioramento deriva dall’accettare e mettere in pratica i suggerimenti. Il nostro Ministero del Regno contiene suggerimenti e consigli. I sorveglianti di congregazione danno tali consigli e suggerimenti. La Parola di Dio abbonda di buoni consigli. Or dunque, quando facciamo servizio con quelli che hanno relazione con noi nella fede, il tatto ci aiuterà ad essere efficaci e utili con i nostri consigli.
8. Quale appropriato consiglio ci dà I Timoteo 5:1, 2?
8 Usate tatto quando consigliate o suggerite, sebbene la persona alla quale parlate sia un maturo cristiano e, per tale ragione, non debba averne bisogno. Benché sembri che “debba conoscere il modo di comportarsi”, ciò nondimeno, la nostra considerazione, la nostra cortesia e il nostro tatto richiedono che trattiamo i nostri fratelli amorevolmente nella congregazione, proprio come tratteremmo amorevolmente i membri della famiglia. “Non criticare severamente l’anziano. Al contrario, supplicalo come un padre, i giovani come fratelli, le donne anziane come madri, le giovani come sorelle con ogni castità”. (1 Tim. 5:1, 2) Questo è per noi consiglio biblico perché abbiamo rispetto per i sentimenti dei nostri fratelli. Dobbiamo usare tatto con loro per non andare contro il nostro scopo, che è quello di far loro del bene, d’esser loro utili e, nel caso di consigli e suggerimenti, di far ricevere loro i nostri consigli e seguire i nostri suggerimenti. Tutto questo è per il loro benessere e per il progresso dell’adorazione di Geova.
9. (a) Perché è spesso necessario l’incoraggiamento? (b) Fate un esempio di uno che ‘conforta ed edifica’.
9 Dovremmo noi cercare le opportunità per offrire con tatto incoraggiamento ai nostri fratelli? Sì. I cristiani hanno il privilegio d’incoraggiarsi e confortarsi gli uni gli altri. L’incoraggiamento è spesso necessario perché lo scoraggiamento non è raro, nemmeno fra quelli che sono servitori di Geova Dio. A proposito i nostri scambievoli privilegi sono indicati in I Tessalonicesi 5:11: “Perciò continuate a confortarvi gli uni gli altri e ad edificarvi gli uni gli altri, come infatti state facendo”. Osservando ciò ne risultano gioia personale e più attività per entrambe le persone interessate, chi dà e chi riceve conforto e aiuto edificante. Vi è l’ammonizione di continuare in questo. Il sorvegliante o altro cristiano può notare che un fratello è depresso e potrebbe cogliere l’opportunità di parlargliene. Una conversazione privata fra il cristiano depresso e il fratello che cerca d’incoraggiarlo potrebbe tenersi press’a poco così:
“Fratello, spero che tutta la tua famiglia stia bene sotto ogni aspetto. Tu stesso come stai?”
“Non so quello che mi accade, fratello. Mi sento proprio abbattuto; non riesco a entusiasmarmi di nulla. Non so che cosa ho fatto. Sono solo scoraggiato. Sono depresso”.
“Davvero, non è insolito sentirsi a volte turbati e apprezzo che tu me lo menzioni. Sentirsi male non è insolito. Io pure mi sono sentito depresso e scoraggiato e se guardiamo le Scritture troviamo esempi di persone come Pietro e Paolo, per menzionarne due, che a volte si sentirono depressi, ricordi?”
“Sì, ricordo”.
“Quando ci sentiamo dunque depressi in questo modo di solito è l’indicazione che c’è un problema e dove c’è un problema c’è una soluzione. Hai dunque cercato di vedere quale potrebbe essere il tuo problema?”
“Non credo di avere realmente esaminato a fondo la situazione”.
“Posso aiutarti a esaminarla?”
“Sì, l’apprezzerei”.
“Allora, per prima cosa, va tutto bene qui a casa?”
“Che cosa vuoi dire?”
“Be’, andate d’accordo tu e tua moglie?”
“Oh sì, molto”.
“So che questo è una benedizione per te. Comunque, i figli, sono tutti a posto?”
“Sì, senz’altro”.
“Tutta la tua famiglia sta bene, dunque, e gode buona salute”.
“La nostra salute è buona”.
“Il tuo lavoro secolare ti dà qualche difficoltà?”
“Be’, non più difficoltà del solito”.
“Oh? Che sarebbe ‘non più difficoltà del solito’?”
“Come tu saprai, io faccio un lavoro secolare che è stagionale e proprio ora è un periodo di massima attività e faccio lavoro straordinario. Non trovo tempo per fare nient’altro che semplicemente lavoro, lavoro, lavoro! Ecco tutto”.
“Molti di noi ci troviamo più o meno in questa situazione. Se ti senti dunque affaticato per le lunghe ore di lavoro, naturalmente questo può essere un problema. Ti può stancare fino a farti sentire depresso, scoraggiato, turbato e nervoso. Ma qualunque sia il problema, c’è una soluzione, come ho menzionato prima. Ricorderai la scrittura che è specialmente incoraggiante per noi quando siamo abbattuti e turbati. È Salmo 55:22, che consiglia: ‘Getta su Geova stesso il tuo peso, ed egli stesso ti sosterrà. Non permetterà mai che il giusto vacilli’. Ora, fratello, come potrebbe aiutarti questa scrittura, ora che ti senti un po’ giù e depresso?”
“Menziona di gettare i miei pesi su Geova ed egli mi sosterrà”.
“Benissimo, e come potresti gettare pesi su di Lui?”
“Con la preghiera?”
“Certo. Ed egli disse che non avrebbe mai ‘permesso al giusto di vacillare’. Ora, che cosa significa ‘vacillare’?”
“Cadere, suppongo, o trovarsi in uno stato mentale come pare che mi ci trovi io”.
“Qual è questo stato mentale nel tuo caso?”
“Be’, penso di sentirmi semplicemente depresso e scoraggiato”.
“Benissimo”.
“Fratello, desidero dirti che apprezzo l’argomento. Capisco che la scrittura si applica realmente al mio caso e il fatto che me lo fai notare è qualche cosa che veramente apprezzo”.
“Io pure traggo sempre notevole beneficio da questa scrittura. Dal momento che suggerisce di gettare il tuo peso su di lui e, come tu hai osservato, si può fare con la preghiera, perché non chiediamo l’aiuto di Geova, esprimendo ora in preghiera a Geova il nostro apprezzamento e le nostre grazie?”
“È un’ottima idea”.
E insieme pregano, mentre il fratello che fa la visita invoca Geova a favore di entrambi. In armonia con le sue preghiere, colui che ha il problema del peso, di cui ora si rende conto, deve anche fare un vero sforzo per adattare le sue cose e cambiare il suo programma personale per ottenere sollievo. Potete forse procedere a volte in modo simile.
10. Raccontate un’effettiva esperienza che mostri gli eccellenti risultati dell’incoraggiamento offerto.
10 Viene riferita l’effettiva esperienza di una congregazione degli Stati Uniti che ebbe luogo nel 1966, secondo le parole di un membro dell’unto rimanente:
“La nostra congregazione ha avuto un aumento del 30 per cento. Questo si è avuto primariamente con i riattivati che han cominciato a partecipare di nuovo al lavoro di raccolta. Visite spirituali incoraggianti ed edificanti sono state messe in pratica. Una breve esperienza: Una sorella, inattiva da tre anni, narrò al sorvegliante che ‘sarà difficile tornare nella verità. Sono stata via per tanto tempo. Come posso perfino pensar di andare in servizio o alle adunanze?’ Ella si era occupata della madre criticamente malata per tanto tempo fino alla morte che, ella stessa, era divenuta debole e inattiva. Fu incoraggiata a pensare di non essere mai stata realmente fuori della verità ma di aver adempiuto un aspetto molto importante del suo ministero per buona condotta e amore cristiano, e che Geova non aveva dimenticato le sue opere di amore. Le fu detto che i fratelli in prigione non potevano partecipare alle adunanze o al servizio di campo ma non erano fuori della verità. Questa veduta delle cose l’aiutò grandemente. Ora ella è regolare nel servizio e frequenta le adunanze. Altre piacevoli esperienze come questa ci incoraggiano a continuare a mostrar benignità ai nostri fratelli”.
DONI MATERIALI
11. Ci sono opere buone che comprendono cose materiali?
11 Le opere buone che comprendono le cose materiali pure danno luogo a benedizioni e benefici spirituali. Questo è indicato da Galati 6:10, e significa condividere generosamente le risorse materiali con i nostri fratelli. Ciò che si dimostra dando con generosità è realmente amore di Dio, di cui non ci può esser dubbio alla luce di I Giovanni 3:13-18, il cui diciassettesimo versetto dice: “Ma chi ha i mezzi di sostentamento di questo mondo e vede il proprio fratello nel bisogno e gli chiude la porta delle sue tenere compassioni, in qual modo l’amore di Dio rimane in lui?” Riferendosi ulteriormente a questo ed esaminandone il motivo, il diciottesimo versetto dice: “Figliuoletti, amiamo non a parole né con la lingua, ma con opera e verità”. Mettendo in contrasto le opere con le parole mostra che condividere con generosità è cristianesimo in pratica e non solo in teoria.
12. (a) A chi si può mostrare generosità materiale? (b) In quali “giorni” i cristiani possono dare delle loro risorse materiali? (c) Per che cosa sono appropriate le espressioni di apprezzamento?
12 A chi si può mostrare questa generosità materiale? A tutti i fratelli. Non solo le persone bisognose ricevono il generoso amore dei loro fratelli, ma tutti lo ricevono e dovrebbero riceverlo. Fra gli uomini si fanno in genere molti doni formali, come, per esempio, durante le feste mondane. Qui c’è spesso comunque uno spirito di competizione, un geloso paragonar di doni. La generosità praticata dai veri cristiani non attende nessuna occasione formale. I doni possono darsi come dimostrazione di apprezzamento per il fedele servizio in qualsiasi tempo e a chiunque lo meriti, come, per esempio, alle persone anziane. Essi non si devono limitare ad espressioni di amore fra marito e moglie ma si possono estendere all’espressione d’amore verso i figli e dei figli verso i loro genitori che li istruiscono e addestrano a vivere secondo i princìpi di Dio. Possono anche estendersi a un fratello cui siamo grati forse perché ha fatto qualche cosa a nostro beneficio, qualche cortesia o favore o atto teocratico. I veri cristiani non hanno bisogno del “Giorno della Madre”, del “Giorno del Padre”, del “Natale”, della “Pasqua” o di altre feste indicate dal mondo perché, mentre è vero che qualche persona può in tutta sincerità dare in queste occasioni per amore, quando diviene cristiana si trattiene dal dare a motivo di qualsiasi festa di origine pagana. I doni d’amore possono essere espressioni di apprezzamento per molte cose diverse, come il fedele servizio dei pionieri, per esempio. Chi riceve è benedetto e chi dà è benedetto ancor più grandemente. Tutti ne ricevono beneficio, sono edificati nella fede, e tutti ci guadagnano, sia gli anziani che i giovani: “Fino alla vecchiaia e ai capelli grigi, o Dio, non mi lasciare, finché io annunci il tuo braccio alla generazione, a tutti quelli che devono venire, la tua potenza”. (Sal. 71:18) Condividere generosamente con i nostri fratelli vuol dire aiutare a unire tutti nei forti vincoli dell’amore.
VISITE PERSONALI
13. Come le visite personali possono operare ciò che è bene?
13 Nei precedenti paragrafi abbiamo osservato una probabile conversazione fra un fratello che forse faceva visita a un altro e colui che era visitato, allo scopo di dare incoraggiamento. Infatti, quello di visitare le persone che hanno relazione con noi nella fede è uno dei mezzi che possiamo usare per operare ciò che è bene verso i fratelli cristiani. Siamo incoraggiati a visitare altri in questo modo dal nostro attivo interesse in loro. Questo accade specialmente quando c’è qualche bisogno della nostra speciale attenzione, come quando uno della famiglia è malato o, come è stato menzionato prima, è forse scoraggiato. Gesù, in Matteo 25:35-40, si valse di questo principio nella sua considerazione delle pecore simboliche e dei capri simbolici, dichiarando: “Fui in prigione e veniste da me”. Le nostre visite a quelli che hanno relazione con noi nella fede possono essere d’aiuto con la nostra stessa presenza, col nostro amorevole interesse reso così manifesto, e con l’incoraggiamento che possiamo dare, forse l’assistenza pratica di badare ai bambini, di fare faccende domestiche, di provvedere qualche cosa da mangiare e di dare vero aiuto in molti modi con la nostra presenza personale. Queste visite dei fratelli dovrebbero essere una spontanea espressione di scambievole amore e non semplicemente quando si pensa che sia proprio necessario allo scopo di adempiere responsabilità. In base a ciò non pensiamo di dover visitare un fratello solo quando quella persona manca alle adunanze o nel servizio. Piuttosto, la nostra associazione cristiana è qualche cosa da apprezzare e per certo è di grande beneficio spirituale per chi è visitato e per il visitatore. “Poiché desidero grandemente di vedervi, per impartirvi qualche dono spirituale affinché siate resi fermi; o, piuttosto, perché vi sia fra voi uno scambio d’incoraggiamento, da parte di ciascuno mediante la fede dell’altro, sia vostra che mia”. — Rom. 1:11, 12.
14. Riassumete gli aspetti della vita cristiana sopra considerati.
14 Abbiamo menzionato alcune cose che possiamo fare come esempi di operare ciò che è bene verso quelli che hanno la nostra stessa fede, cose come servire con tatto insieme a loro, incoraggiarli a continuare le loro opere buone, condividere materialmente con i nostri fratelli, visitarli per scambievole beneficio spirituale. In questo saremo grandemente benedetti da Dio. Questo accade perché la congregazione è edificata e rafforzata da tali opere buone. Un più forte vincolo di unità e amore esiste quando i fratelli usano tatto, danno incoraggiamento e si mostrano generosi, prendendo il tempo di far visite. Tutte queste cose fanno parte della vita e specialmente fanno parte della vita cristiana, una vita di amore di Dio e amore del prossimo.
15. Riassumete i risultati di queste cose buone della vita.
15 Un meraviglioso risultato in effetti si ottiene con la benedizione di Geova da tali opere buone. È una benedizione di pace, forza e conforto, che è di certo indicata in Atti 9:31: “Quindi, in realtà, in tutta la Giudea e la Galilea e la Samaria la congregazione entrò in un periodo di pace, essendo edificata; e mentre camminava nel timore di Geova e nel conforto dello spirito santo, si moltiplicava”. La pace si edifica nella giustizia e reca questa benedizione di Geova. A causa d’essa la congregazione e tutti gli individui che vi fanno parte sono maggiormente in grado di operare ciò che è bene verso tutti, verso quelli di fuori. Quali eccellenti risultati si conseguono operando ciò che è bene verso quelli della fede!