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SalaminaAusiliario per capire la Bibbia
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cui viaggiava Paolo si sia ancorata in un porto presso Salamina, la città un tempo aveva un buon porto che ora è insabbiato.
Sembra che Salamina fosse collegata almeno da una strada con Pafo, che sorgeva all’altra estremità dell’isola. Questo poté facilitare gli spostamenti di Paolo e dei suoi compagni che predicarono “per tutta l’isola fino a Pafo” — Atti 13:4-6.
Probabilmente Barnaba e Giovanni Marco tornarono a Salamina verso il 49 E.V — Atti 15:36-39.
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SalarioAusiliario per capire la Bibbia
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Salario
Generalmente, compenso per il lavoro o servizio reso. (Lev. 19:13) Nelle lingue originali la forma verbale ha il significato di ‘assumere’ lavoratori, ‘assoldare’ (Matt. 20:1) o di ‘prendere in affitto’, ‘noleggiare’ qualche cosa. (Eso. 22:14, 15; Atti 28:30) Salario pub essere sinonimo di “ricompensa”. Per esempio, fu predetto che il salario o la ricompensa del re Nabucodonosor per il servizio reso nel distruggere Tiro in qualità di giustiziere di Geova sarebbe stato la conquista dell’Egitto con tutta la sua ricchezza da saccheggiare. (Ezec. 29:18, 19; vedi anche Rut 2:12; Isaia 61:8; 62:11). “Salario” a volte può significare anche “retribuzione”. Il salario che il peccato paga è la morte. — Rom. 6:23; vedi anche Salmo 109:20; Isaia 65:6, 7.
A differenza del termine ebraico sakhàr (che di solito significa salario pagato per un lavoro o servizio reso) il termine ebraico ʼethnàm dalla radice nathàn, dare, è usato nelle Scritture esclusivamente a proposito del guadagno ottenuto con la prostituzione, letterale o figurativa. Quindi si tratta più di un dono che di un salario guadagnato col lavoro e di solito è usato in senso dispregiativo. La Legge vietava di portare come voto nel santuario sia la “ricompensa d’una meretrice” che il prezzo di un cane, espressione quest’ultima che probabilmente si riferiva al prezzo di un omosessuale. (Deut. 23:18) A questo proposito, il riferimento alla ricompensa di Tiro per essersi prostituita alle nazioni che diventa qualcosa di santo a Dio evidentemente significa che l’Altissimo avrebbe santificato tali profitti materiali di Tiro, nel senso di disporne secondo la sua volontà, a beneficio dei suoi servitori. (Isa. 23:17, 18) Sia Giuda che Israele furono colpevoli di prostituirsi ad altre nazioni. (Ezec. 23:1-16; Osea 9:1; Mic. 1:6, 7) Ma Dio denunciò in particolare Gerusalemme per qualche cosa di insolito a questo riguardo. A differenza delle meretrici che ricevono un compenso, Gerusalemme diede invece un compenso alle nazioni che commettevano prostituzione con lei. — Ezec. 16:26-34, 41.
Il salario non veniva pagato solo in denaro o in argento (II Cron. 24:11, 12; 25:6), ma anche dando in cambio animali domestici, prodotti agricoli, ecc. Il salario di Giacobbe per quattordici anni di lavoro furono le sue due mogli, Lea e Rachele. Inoltre egli servì per sei anni in cambio della parte pattuita del gregge di Labano. (Gen. 29:15, 18, 27; 31:41) Lea, nel dare le mandragole di suo figlio a Rachele, ‘assoldò’ Giacobbe affinché avesse rapporti con lei, e per questa ragione si riferì al figlio che le nacque come al “salario del salariato”: (Gen. 30:14-18) Le decime degli israeliti costituivano il salario dei leviti per il servizio che rendevano presso il santuario. (Num. 18:26, 30, 31) All’epoca dei ministero terreno di Gesù il normale salario giornaliero dei braccianti agricoli era evidentemente un denaro. (Matt. 20:2) In adempimento di Zaccaria 11:12, Giuda Iscariota ricevette dai sacerdoti trenta pezzi d’argento come “salario” per tradire Gesù Cristo. — Matt. 26:14-16; 27:3-10; Atti 1:18.
La legge data da Dio a Israele richiedeva che i lavoratori salariati fossero pagati al termine della giornata lavorativa. (Lev. 19:13; Deut. 24:14, 15) Le Scritture rimproverano severamente coloro che si comportano in modo disonesto col salario dei lavoratori salariati. (Ger. 22:13; Mal. 3:5; Giac. 5:4) Quando un israelita prendeva a nolo un animale e questo si storpiava o era rubato, egli non doveva alcun risarcimento al proprietario oltre al noleggio. — Eso. 22:14, 15.
Quando si assumevano lavoratori bisognava assicurarsi che fossero competenti. Di qui il proverbio: “Come l’arciere che trafigge ogni cosa è chi assume qualche stupido o chi assume i passanti”. — Prov. 26:10.
L’ospitalità e l’aiuto materiale offerti a coloro che si dedicano esclusivamente agli interessi del Regno si possono considerare un salario loro dovuto, secondo il principio che l’operaio è degno del suo salario”. (Luca 10:7; I Tim. 5:17, 18) Viceversa l’approvazione di Dio, e la vita, non vengono dati come salario a coloro che Lo servono, perché sono doni dovuti all’immeritata benignità di Dio per mezzo di Gesù Cristo, a motivo della fede nel sacrificio di riscatto di Cristo esercitata dai Suoi servitori. — Rom. 4:2-8; 6:23.
Poiché ai giorni del profeta Aggeo il santuario veniva trascurato, Geova trattenne la sua benedizione così che coloro che lavoravano per un salario ricevevano “una borsa che ha buchi”, vale a dire ricevevano un salario misero, subito speso. (Agg. 1:3-6) Quindi, a proposito dei giorni precedenti la restaurazione del tempio, Geova disse per mezzo di Zaccaria: “Prima di quel tempo non v’era salario per il lavoro dell’uomo, né salario per il lavoro delle bestie”. — Zacc. 8:9, 10, VR
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SaleAusiliario per capire la Bibbia
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Sale
Composto cristallino di cloruro di sodio (NaCl), d’aspetto bianco, detto sale comune. Sulla terra ci sono vasti giacimenti sotterranei di salgemma, alcuni con uno spessore di migliaia di metri. I mari contengono circa il 2,7 per cento di cloruro di sodio in soluzione. Questo può sembrare pochissimo, eppure un m3 di acqua marina contiene quasi 30 kg di sale. Il Mar Morto (Mar Salato) della Palestina è quasi sei volte più salato. (Gen. 14:3) Per gli israeliti era facile procurarsi il sale. L’evaporazione delle acque del Mar Morto lo forniva in abbondanza, anche se di qualità scadente. C’erano giacimenti di sale nelle colline presso l’estremità S del Mar Morto, non lontano dal luogo dove la moglie di Lot diventò una colonna di sale. (Gen. 19:26; Sof. 2:9) Nella Palestina settentrionale l’approvvigionamento del sale poteva venire almeno in parte dai fenici, i quali, si dice, lo ricavavano dal Mediterraneo mediante un processo di evaporazione.
Benché esista in quantità praticamente inesauribile, il sale non è sempre stato facilmente accessibile all’uomo. Guerre e rivoluzioni sono scoppiate per questo. Nell’antica Cina il valore del sale era di poco inferiore a quello dell’oro. Mogli e figli sono stati venduti schiavi per un po’ di sale comune. I soldati di Cesare ricevevano in sale parte della paga, detta salarium, da cui il termine italiano “salario”. — Confronta Esdra 4:14.
La Bibbia riconosce l’importanza del sale nell’alimentazione dell’uomo, come condimento. (Giob. 6:6) Sotto la legge mosaica tutto quello che veniva offerto a Geova sull’altare doveva essere salato, non per il sapore, ma senza dubbio perché il sale rappresentava assenza di corruzione o decadimento. (Lev. 2:11, 13; Ezec. 43:24) A questo scopo nell’area del tempio si conservavano ingenti quantità di sale. Esdra provvide perché ce ne fosse in abbondanza per i sacrifici. (Esd. 6:9; 7:21, 22) Si dice che Antioco III (ca. 198 a.E.V.) donò 375 medimni (circa 20.000 l) di sale per il servizio del tempio.
Al sale sono attribuite proprietà curative, medicinali e antisettiche. Alla nascita i neonati a volte venivano strofinati con sale. (Ezec. 16:4) In quantità limitata il sale ha un’azione benefica su certi terreni acidi o mischiato con letame, ma se si lascia che si accumuli nel terreno, uccide la vegetazione e la terra diventa arida e improduttiva, come la valle dell’Eufrate, un tempo fertile. Una città condannata a totale distruzione veniva a volte volutamente cosparsa di sale, atto che esprimeva il desiderio che il luogo rimanesse in perpetuo arido e sterile. — Deut. 29:22, 23; Giud. 9:45; Giob. 39:5, 6; Ger. 17:6.
USO FIGURATIVO
Il sale è spesso usato nella Bibbia in senso figurativo. Gesù disse ai discepoli: “Voi siete il sale della terra”, un’influenza preservatrice su altri, atta a impedire corruzione spirituale e decadimento morale. La buona notizia che portavano avrebbe preservato la vita. Tuttavia proseguì, dicendo loro: “ma se il sale perde il suo sapore, come sarà ristabilita la sua salinità? Non serve più che a gettarlo fuori perché sia calpestato dagli uomini”. (Matt. 5:13; Mar. 9:50; Luca 14:34, 35) Un commentatore biblico dice a questo proposito: “Il sale usato in questo paese [USA] è un composto chimico — cloruro di sodio — e se perdesse la salinità, o se perdesse il suo sapore, non rimarrebbe nulla. Ciò fa parte della sua stessa natura. In Oriente però si usava sale impuro, mischiato con sostanze vegetali e minerali; quindi anche se perdeva interamente la sua salinità rimaneva una notevole quantità di sostanze minerali. Queste non erano buone a nulla, ma, come si è detto, venivano gettate su sentieri e strade, come ghiaia. Questo tipo di sale è comune in quel paese. Si trova in vene o giacimenti nella terra e, quando è esposto al sole e alla pioggia, perde interamente la sua salinità”. — A. Barnes, Notes (1865) su Matteo 5:13.
A motivo della sua proprietà di impedire la corruzione il sale divenne simbolo di stabilità e permanenza. Spesso quando si concludevano patti, le parti mangiavano insieme — mangiavano sale insieme — in segno di perpetua lealtà e fedeltà reciproca nel vincolo del patto. Un “patto di sale” era perciò ritenuto molto vincolante. (Num. 18:19) Quindi la dichiarazione di Abia re di Giuda che Geova aveva fatto “un patto di sale” con Davide e i suoi figli significava che il patto del regno fatto con la dinastia davidica sarebbe rimasto in vigore per sempre. Gesù Cristo, “figlio di Davide” e “radice di Davide”, risulta essere colui che detiene il Regno e lo amministrerà per sempre. — II Cron. 13:4, 5; Sal. 18:50; Matt. 1:1; Riv. 5:5; Isa. 9:6, 7.
L’apostolo Paolo disse ai cristiani: “La vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale, in modo da sapere come dare risposta a ciascuno”. (Col. 4:6) Le parole del cristiano devono essere sempre di buon gusto, timolanti e piacevoli per gli ascoltatori, e tendere a preservare la vita di coloro che prestano ascolto.
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SperanzaAusiliario per capire la Bibbia
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misericordia di Dio, che li ha “rigenerati ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti”. (I Piet. 1:3, 4; Col. 1:5, 27; Tito 1:1, 2; 3:6, 7) Questa felice speranza si doveva realizzare “alla rivelazione di Gesù Cristo”. (I Piet. 1:13, 21; Tito 2:13) Perciò l’apostolo Paolo chiama Cristo Gesù “nostra speranza”. — I Tim. 1:1.
La speranza di vita eterna e incorruttibilità per coloro che sono “partecipi della chiamata celeste” (Ebr. 3:1) è ben fondata ed è qualcosa in cui avere completa fiducia. È sostenuta da due cose nelle quali è impossibile che Dio menta, cioè la sua promessa e il suo giuramento, ed è riposta in Cristo che ora è immortale nei cieli. Perciò viene detto che questa speranza è “un’àncora per l’anima, sicura e ferma, ed essa penetra entro la cortina [come il sommo sacerdote entrava nel Santissimo il giorno di espiazione], dove un precursore è entrato a nostro favore, Gesù, il quale è divenuto sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec per sempre”. — Ebr. 6:17-20.
Dev’essere accresciuta e conservata
La necessità che i cristiani non abbandonino l’“unica speranza” (Efes. 4:4) viene continuamente sottolineata nella Bibbia. Ciò richiede operosità e libertà di parola e “vanto” per la speranza stessa. (Ebr. 3:6; 6:11) La speranza viene accresciuta perseverando nella tribolazione; questo produce una condizione approvata agli occhi di Dio, da cui proviene la speranza. (Rom. 5:2-5) Insieme alla fede e all’amore è una delle tre qualità che caratterizzano la congregazione cristiana dopo la scomparsa dei doni miracolosi dello spirito presenti nella congregazione del I secolo. — I Cor. 13:13.
Qualità e benefici
La speranza è indispensabile al cristiano, insieme alla gioia, alla pace e al potere dello spirito santo. (Rom. 15:13) Permette di avere libertà di parola nel rivolgersi a Dio per la sua immeritata benignità e misericordia. (II Cor. 3:12) Consente al cristiano di perseverare rallegrandosi, in qualunque situazione si trovi. (Rom. 12:12; I Tess. 1:3) Come l’elmo proteggeva la testa del guerriero, così la speranza della salvezza protegge l’integrità del cristiano. (I Tess. 5:8) La speranza rafforza perché, anche se sulla terra il cristiano unto non è ancora in possesso del premio della vita celeste, il suo ansioso desiderio è così forte che, per quanto gravi siano le prove e le difficoltà, continua ad aspettare pazientemente ciò che spera con perseveranza. — Rom. 8:24, 25.
La speranza aiuta a condurre una vita pura, perché il cristiano sa che Dio e Cristo, nei quali ripone la speranza, sono puri, e che non può sperare di essere simile a Dio e ricevere il premio se pratica impurità e ingiustizia. (I Giov. 3:2, 3) È strettamente legata alla massima qualità, l’amore, perché chi ha vero amore per Dio nutrirà pure speranza in tutte le promesse di Dio. E inoltre spererà il meglio per i suoi fratelli in fede, amandoli e confidando nella loro sincerità di cuore in Cristo. — I Cor. 13:4, 7; I Tess. 2:19.
Superiore alla speranza sotto la Legge
Prima che venisse data la Legge a Israele, i fedeli antenati della nazione avevano speranza in Dio. (Atti 26:6, 7; Gen. 22:18; Mic. 7:20; II Tim. 1:3) Attendevano il provvedimento di Dio per la vita. Quando venne la Legge, in un primo momento sembrò che fosse l’adempimento della loro speranza. Ma al contrario la Legge rivelava che tutti erano peccatori davanti a Dio e, rendendo manifeste le trasgressioni, condannava a morte tutti quelli che erano sotto di essa. (Gal. 3:19; Rom. 7:7-11) La Legge stessa era santa, niente affatto cattiva; eppure per la sua stessa santità e giustizia rivelava le imperfezioni di quelli che le erano sottoposti. (Rom. 7:12) Come Dio aveva predetto per mezzo dei profeti, era necessario che Lui introducesse una “speranza migliore” mediante Gesù Cristo, mettendo da parte la Legge, e permettendo a coloro che ripongono fede in Cristo di accostarsi a Dio. — Ebr. 7:18, 19; 11:40; confronta Geremia 31:31-34.
Speranza per tutta l’umanità
Secondo le parole di Paolo in Romani 8:20, 21, Geova Dio non distrusse l’antenato dell’uomo, Adamo, al momento del peccato, ma permise che da un padre imperfetto nascessero uomini soggetti a futilità non per una loro colpa volontaria, ma a motivo dell’imperfezione innata. Tuttavia Dio non li lasciò senza speranza, ma benignamente offrì una speranza mediante il promesso “seme” (Gen. 3:15; 22:18), che è Gesù Cristo. (Gal. 3:16) Senza dubbio a motivo del fatto che l’epoca della prima venuta del Messia era stata prevista nelle profezie, la predicazione di Giovanni il Battezzatore risvegliò le aspettative della nazione di Israele. (Luca 3:15; Dan. 9:24-27) Gesù con la sua presenza realizzò quella speranza. Ma la grande speranza per l’umanità in generale, per i vivi e per i morti, dipende dal regno di Cristo, quando lui e i suoi coeredi presteranno servizio quali celesti re e sacerdoti. Allora gli esseri umani che manifesteranno fede saranno finalmente liberati dalla corruzione dell’imperfezione e del peccato e godranno pienamente della condizione di “figli di Dio”. La loro speranza è rafforzata dal fatto che più di 1.900 anni fa Dio risuscitò il Figlio suo. — Atti 17:31; 23:6; 24:15.
Per tutti coloro che desiderano la vita Geova Dio ha provveduto la sua Parola, la Bibbia, che contiene insegnamenti ed esempi, affinché tutti gli uomini possano avere speranza. (Rom. 15:4; I Cor. 10:11; II Tim. 3:16, 17) Coloro che hanno questa speranza la devono proclamare ad altri; così facendo salveranno se stessi e quelli che li ascoltano. — I Piet. 3:15; I Tim. 4:16.
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