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Libro biblico numero 54: 1 Timoteo“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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— 1 Tim. 5:1-3, 9, 10, 19-21, 17, 18; Deut. 25:4; Lev. 19:13.
19. Come è messa in risalto la speranza del Regno, e quale esortazione viene data su questa base?
19 Dopo aver dato tutti questi eccellenti consigli, Paolo aggiunge che il comandamento dovrebbe essere osservato in modo immacolato e irreprensibile ‘fino alla manifestazione del Signore Gesù Cristo quale Re di quelli che governano come re e Signore di quelli che governano come signori’. Sulla base di questa speranza del Regno la lettera termina esortando vigorosamente i cristiani ‘a fare il bene, a essere ricchi di opere eccellenti, a essere generosi, pronti a condividere, tesoreggiando sicuramente per se stessi un eccellente fondamento per il futuro, perché afferrino fermamente la vera vita’. (1 Tim. 6:14, 15, 18, 19) Tutti questi eccellenti consigli contenuti in 1 Timoteo sono davvero utili!
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Libro biblico numero 55: 2 Timoteo“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
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Libro biblico numero 55: 2 Timoteo
Scrittore: Paolo
Dove fu scritto: Roma
Quando fu completato: ca. 65 E.V.
1. Quale persecuzione divampò a Roma verso il 64 E.V., e a quanto pare perché?
ANCORA una volta Paolo era prigioniero a Roma. Comunque, le circostanze di questa seconda prigionia erano molto più gravi di quelle della prima. Era all’incirca il 65 E.V. Nel luglio del 64 E.V. un grande incendio aveva devastato Roma, causando estesi danni in 10 dei 14 quartieri della città. Secondo lo storico romano Tacito, l’imperatore Nerone non era stato in grado di “sfatare la tremenda diceria per cui si credeva che l’incendio fosse stato comandato. Per far cessare dunque queste voci, Nerone inventò dei colpevoli e punì con i più raffinati tormenti coloro che, odiati per le loro nefande azioni, il volgo chiamava Cristiani. . . . Una grande moltitudine di gente fu ritenuta colpevole non tanto del delitto di incendio, quanto di odio contro l’umanità. E non bastò farli morire, che fu aggiunto anche lo scherno; sicché, coperti da pelli di fiera, morivano straziati dal morso dei cani o venivano crocifissi o dovevano essere dati alle fiamme perché, quando la luce del giorno veniva meno, illuminassero la notte come torce. Per questo spettacolo Nerone aveva offerto i suoi giardini . . . Sorgeva verso di loro un moto di compassione, sembrando che venissero immolati non già per il pubblico bene, ma perché avesse sfogo la crudeltà di uno solo”.a
2. In quali circostanze Paolo scrisse 2 Timoteo, e perché parla con gratitudine di Onesiforo?
2 Fu probabilmente all’epoca di questa ondata di violenta persecuzione che Paolo si trovò di nuovo prigioniero a Roma. Questa volta era in catene. Non si aspettava di essere liberato, ma attendeva solo la sentenza finale e l’esecuzione. I visitatori erano pochi. In realtà, chiunque si fosse identificato apertamente come cristiano avrebbe corso il rischio di essere arrestato, torturato e ucciso. Per questo Paolo poté scrivere con gratitudine riguardo al suo visitatore venuto da Efeso: “Il Signore conceda misericordia alla casa di Onesiforo, perché mi ha spesso recato ristoro e non si è vergognato delle mie catene. Al contrario, quando era a Roma, mi cercò diligentemente e mi trovò”. (2 Tim. 1:16, 17) Scrivendo sotto la minaccia incombente della morte, Paolo si definisce “apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio secondo la promessa della vita che è in unione con Cristo Gesù”. (1:1) Egli sapeva che lo attendeva la vita in unione con Cristo. Aveva predicato in molte delle principali città del mondo allora conosciuto, da Gerusalemme a Roma, e forse addirittura in Spagna. (Rom. 15:24, 28) Aveva corso fedelmente la corsa sino alla fine. — 2 Tim. 4:6-8.
3. Quando fu scritto 2 Timoteo, e di che utilità è stato per i cristiani di ogni epoca?
3 La lettera fu probabilmente scritta verso il 65 E.V., immediatamente prima del martirio di Paolo. È probabile che Timoteo fosse ancora a Efeso, poiché Paolo lo aveva incoraggiato a rimanere lì. (1 Tim. 1:3) Ora Paolo esorta due volte Timoteo a venire presto da lui, e gli chiede di portare con sé Marco, e anche il mantello e i rotoli che Paolo aveva lasciato a Troas. (2 Tim. 4:9, 11, 13, 21) Scritta in un momento così critico, questa lettera conteneva un vigoroso incoraggiamento per Timoteo, e ha continuato da allora ad essere fonte di utile incoraggiamento per i veri cristiani di ogni epoca.
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