Il luogo santo portato alla condizione giusta
“Fino a duemilatrecento sere e mattine; e il luogo santo sarà certo portato alla condizione giusta”. — Dan. 8:14, NM; Na.
1. Dopo i secoli della sua esistenza, in che modo la cristianità ha deluso, e vicino al termine di quale periodo si trova?
COL rapido passare del tempo, un crescente numero di persone si convincono che la cristianità non è il luogo o il santuario di pura adorazione del solo vivente e vero Dio. Il luogo della Sua adorazione dovrebbe essere santo, e la cristianità è tutt’altro che santa. Dopo sedici secoli della sua esistenza, si doveva attendere da lei qualche cosa di meglio della sua condizione non santa, poiché essa asserisce di adorare il vero Dio, il Creatore del cielo e della terra. Dopo tutta l’agitazione religiosa che c’è stata, ora è evidente che la cristianità non è stata ‘portata alla condizione giusta’ o non è stata ‘ristabilita’. (La Sacra Bibbia, ediz. Paoline) È chiaro che la cristianità è nel suo “tempo della fine” e il suo termine s’avvicina. — Dan. 12:4.
2. Per l’adempimento di quale profezia di Daniele dobbiamo cercare altrove fuori della cristianità?
2 È necessario che cerchiamo in qualche altro posto fuori della cristianità per trovare dove quel “luogo santo” o quel “santuario” dell’Altissimo Dio è stato “portato alla condizione giusta” o “sarà giustificato”. — Dan. 8:14; La Sacra Bibbia di Giovanni Diodati.
3. Dov’è il centro della teocrazia, e quale buona definizione dà una Ciclopædia del termine “teocrazia”?
3 Secondo le Sacre Scritture, il “santuario” di Dio è il suo tempio di adorazione. È il suo “palazzo”, secondo un altro significato della parola che le Scritture usano per “tempio” (hei·khalʹ, ebraico). (Mal. 3:1; Sal. 45:15) Egli regna in esso sopra il suo popolo dedicato. Per loro è il Dio Governatore o Teocrata. Di lì esercita il dominio o governo teocratico. Esso è il centro della sua teocrazia. Una buona definizione di questo termine di governo, “teocrazia”, è dato dalla Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Volume 10, pagina 317, che dice: “Una forma di governo come quella che prevalse fra gli antichi Giudei, in cui Geova, l’Iddio dell’universo, fu direttamente riconosciuto come loro supremo governatore civile, e le sue leggi furono prese come statuto del regno. Questo principio è esposto più volte nel codice mosaico, e in seguito fu continuamente seguìto”.
4. Quali domande sorgono perciò riguardo al “luogo santo” o “santuario” di Geova, e perché le persone religiosamente turbate dovrebbero interessarsi delle risposte?
4 In considerazione di quanto si è detto, in che modo il “luogo santo” o “santuario” di Geova Dio avrebbe avuto bisogno d’essere “portato alla condizione giusta”? E quando sarebbe accaduto, o quando accadde? Questa è una cosa che riguarda la vera adorazione, la giusta religione, e tutti quelli che sono turbati da tutta l’agitazione e la confusione e la disillusione religiosa d’oggi hanno buone ragioni d’interessarsi delle risposte a queste domande.
5. Negli ultimi anni di quale potenza mondiale Daniele ebbe la visione, e in quali circostanze?
5 L’antico profeta Daniele fu impiegato per richiamare questo soggetto alla nostra attenzione. Ciò avvenne nel lontano sesto secolo avanti la nostra Èra Volgare, o più di venticinque secoli fa. Daniele era allora esule in Babilonia ed era al servizio del re Nabonedo padre di Baldassarre, che fungeva da coreggente. L’Impero Babilonese, la Terza Potenza Mondiale della storia biblica, era allora nei suoi ultimi anni, poiché Daniele prosegue dicendo: “Nel terzo anno del regno di Baldassarre il re, mi apparve una visione, sì, a me, Daniele, dopo quella che mi era apparsa all’inizio”. — Dan. 8:1.
IL “LUOGO SANTO” O “SANTUARIO”
6. Prima d’essere portato in esilio, Daniele dove aveva adorato Dio, e perse quel Dio il suo vero tempio a causa di ciò che accadde circa undici anni dopo?
6 Prima d’essere portato in esilio nell’anno 617 a.E.V., Daniele aveva adorato il suo Dio Geova nel tempio di Gerusalemme. Ma circa undici anni dopo, nel 607 a.E.V., il re Nabucodonosor, nonno di Baldassarre, aveva distrutto la città di Gerusalemme e il suo tempio edificato dal re Salomone. Quel magnifico tempio non era in realtà il luogo di dimora dell’Iddio di Daniele, Geova, ma ne era una figura. Per cui alla distruzione del tempio di Gerusalemme per opera dei Babilonesi nel 607 a.E.V., il vero luogo di dimora o Palazzo di Dio non fu realmente distrutto. — 1 Re 8:27; Atti 7:48; 17:24.
7. Che cosa raffigurava quel tempio in Gerusalemme, e nel Santissimo d’esso quale sacrificio fu presentato?
7 Quel tempio terrestre non raffigurò o non fu un tipo della congregazione cristiana stabilita 639 anni dopo nella riedificata città di Gerusalemme, nel giorno di Pentecoste del 33 E.V. No, ma fu una figura o tipo del celeste tempio o palazzo di Geova, in cui regna supremo al di sopra dei viventi cherubini che lo servono. Come dice mirabilmente Salmo 99:1: “Geova stesso regna. Si agitino i popoli. Egli siede sui cherubini. Rabbrividisca la terra”. Lì nel Santissimo del tempio di Geova, Gesù Cristo presentò il suo sacrificio dopo essere asceso al cielo.
8, 9. (a) Chi entrava nel Santissimo del tempio terrestre, e per fare che cosa? (b) Che cosa dice Ebrei 9:1, 24-28 riguardo ai servizi di Gesù Cristo come spirituale Sommo Sacerdote?
8 Il 10 Tishri di ogni anno il sommo sacerdote giudaico presentava nell’antica Gerusalemme, prima che fosse distrutta dai Babilonesi, il sangue dei sacrifici del Giorno di Espiazione, spruzzando il sangue davanti al coperchio d’oro su cui erano scolpiti due cherubini d’oro, al di sopra dei quali appariva la luce Shekinah, per rappresentarvi l’invisibile presenza di Geova. (Eso. 25:17-22; Lev. 16:11-17; Num. 7:89; 1 Sam. 4:4; 2 Sam. 6:2) D’altra parte, Gesù Cristo non era un sacerdote levita della famiglia di Aaronne e non entrò nel Santissimo del tempio terrestre in Gerusalemme. Riguardo al suo servizio di spirituale Sommo Sacerdote di Geova leggiamo dunque:
9 “Cristo entrò non in un luogo santo fatto con mani, che è una copia della realtà, ma nel cielo stesso, per apparire ora dinanzi alla persona di Dio per noi. . . . Ma ora si è manifestato una volta per sempre al termine dei sistemi di cose per togliere il peccato per mezzo del sacrificio di se stesso. . . . così anche il Cristo fu offerto una volta per sempre per portare i peccati di molti”. — Ebr. 9:1, 24-28.
10. Quando intraprese Gesù questo corso di sacrificio sulla terra, e come quale antico sacerdote divenne?
10 Quando fu sulla terra Gesù depose il suo perfetto sacrificio umano, intraprendendo questo corso di abnegazione al tempo in cui fu battezzato in acqua da Giovanni Battista, nel 29 E.V. Lì lo spirito di Dio scese su Gesù, generandolo alla vita nello spirito come spirituale Figlio di Dio. Nello stesso tempo quello spirito lo unse come spirituale Sommo Sacerdote e Re spirituale a somiglianza del re Melchisedec dell’antica città di Salem.
11. (a) Quale nuova relazione ottenne quindi Gesù, e da che cosa fu raffigurato lo stato in cui allora camminava? (b) Che cosa lo separava allora dalla vita spirituale nei cieli?
11 Da quel tempo in poi, Giovanni Battista parlò dell’unto Gesù come dell’“Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” e come del “Figlio di Dio”. (Giov. 1:29-51; Matt. 3:13-17) A causa di questa nuova relazione spirituale con Geova Dio in cielo Gesù Cristo camminava, per così dire, in quello stato spirituale raffigurato dal primo compartimento del tempio, chiamato il Santo, anche mentre adempiva la sua condotta di sacrificio sulla terra. Come la cortina o il velo che separava il Santo dal Santissimo del tempio, la carne perfetta di Gesù fu la cosa che durante la sua vita umana nella carne lo separò dalla vita spirituale nei cieli invisibili dove si trova personalmente Dio. Egli oltrepassò quel “velo” morendo come uomo ed essendo destato come spirito.
12. Secondo la maniera di chi Gesù Cristo divenne sommo sacerdote, e che cosa raffigurava la cortina interna del tempio?
12 Riguardo a ciò, fu scritto agli Ebrei cristianizzati, i discendenti naturali del patriarca Abraamo: “In questa maniera Dio, proponendosi di dimostrare più abbondantemente agli eredi della promessa [fatta ad Abraamo] l’immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento [per sostenere la promessa], affinché, per mezzo di due cose immutabili nelle quali è impossibile che Dio menta, noi che siamo fuggiti al rifugio avessimo un forte incoraggiamento ad afferrare la speranza che ci è posta dinanzi. Questa speranza noi l’abbiamo come un’àncora per l’anima, sicura e ferma, ed essa penetra entro la cortina, dove un precursore è entrato a nostro favore, Gesù, il quale è divenuto sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec per sempre”. (Ebr. 6:17-20) ‘Perciò, fratelli, poiché abbiamo baldanza per la via d’ingresso nel luogo santo mediante il sangue di Gesù, che egli inaugurò per noi come via nuova e vivente attraverso la cortina, cioè la sua carne, e giacché abbiamo un grande sacerdote sulla casa di Dio, accostiamoci”. — Ebr. 10:19-22.
13. Secondo la testimonianza di I Pietro 3:18, che specie di risurrezione ebbe Gesù, e chi deve partecipare con lui a quella specie di risurrezione?
13 Che Gesù Cristo fosse risuscitato come creatura spirituale per aver deposto la sua vita umana in sacrificio al fine di oltrepassare la “cortina, cioè la sua carne”, è attestato dall’apostolo Pietro, che scrive: “Infatti, anche Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, persona giusta per ingiusti, affinché vi conducesse a Dio, essendo messo a morte nella carne, ma essendo reso vivente nello spirito”. (1 Piet. 3:18) Così abbandonò per sempre la sua carne e ascese al cielo con il “sangue”, cioè il valore del suo perfetto sacrificio umano. Lì, come Sommo Sacerdote, presentò il merito del suo riscatto dinanzi alla persona di Dio, quindi nell’antitipico Santissimo. Tutti i dedicati, battezzati seguaci delle sue orme, generati con lo spirito di Dio e unti con lo spirito di Dio, hanno la speranza di partecipare alla risurrezione di Gesù e unirsi a lui nei cieli spirituali come eredi di Dio e coeredi di Gesù Cristo. — Rom. 8:14-17.
14. (a) Dov’è raffigurato che camminano questi unti seguaci delle sue orme? (b) Perché si possono chiamare un “esercito” e anche “lo stabilito luogo del suo santuario”?
14 Mentre sono ancora sulla terra nella carne, questi cristiani generati dallo spirito servono da sottosacerdoti in quella condizione spirituale raffigurata dal primo compartimento, il Santo, del tempio. (1 Piet. 2:5-9) In questo modo, benché siano ancora sulla terra, servono Geova Dio nel suo “luogo santo” o “santuario”. Dato che questi sottosacerdoti spirituali saranno infine 144.000 di numero, poterono chiamarsi un “esercito”, e anche “il popolo costituito dei santi”. Poiché Geova Dio chiama questa terra lo ‘sgabello dei suoi piedi’, questi 144.000 si potevano chiamare “lo stabilito luogo del suo santuario”. Almeno, lo rappresentano, poiché sono i sudditi e rappresentanti terrestri della Teocrazia di Geova.a Inoltre, mentre sono nella carne sullo sgabello dei piedi di Dio, sono raffigurati come se fossero nel cortile interno del tempio riservato ai sacerdoti, dove si trovava l’altare dei sacrifici. — Dan. 8:11, 24.
ABBATTUTO IL LUOGO DEL SUO SANTUARIO
15, 16. (a) Che cosa si interessano di fare l’unto rimanente e altri studenti biblici riguardo alla visione di Daniele, e quali due animali vide egli? (b) Che cosa fece un animale all’altro, e che cosa accadde al vincitore?
15 Oggi, dopo oltre diciannove secoli durante i quali sono stati scelti questi 144.000 teocratici coeredi di Gesù Cristo, c’è sulla terra solo un rimanente di questi eredi del celeste regno di Dio. Questi unti cristiani, insieme a tutti gli altri studenti biblici, si interessano di dare un nuovo sguardo alla visione che ebbe il profeta Daniele in quegli ultimi giorni della Potenza Mondiale Babilonese.b In Daniele 8:2-6 egli narra che un montone con due corna è attaccato da un capro peloso avente un solo corno, fra gli occhi. Daniele 8:7, 8 prosegue, dicendo:
16 “E lo vidi venire in stretto contatto col montone, e mostrava amarezza verso di esso, e abbatteva il montone e gli rompeva le due corna, e nel montone non c’era la potenza di stargli dinanzi. Lo gettò dunque a terra e lo calpestò, e il montone non ebbe chi lo liberasse dalla sua mano. E il capro, da parte sua, si diede grandi arie fino all’estremo; ma appena fu divenuto potente, il grande corno si ruppe, e invece d’esso ne crescevano notevolmente quattro, verso i quattro venti dei cieli”.
17. A quale tempo è riservata la visione, e l’angelo che cosa disse che raffiguravano le corna del montone, e quindi le corna che spuntarono al capro?
17 In quanto al significato di questa visione né Daniele né noi siamo lasciati nell’incertezza. Per mezzo di un angelo è detto a Daniele: “Comprendi, o figlio d’uomo, che la visione è per il tempo della fine. . . . Ecco, ti faccio conoscere ciò che accadrà nella parte finale della denuncia, perché è per il fissato tempo della fine. Il montone che hai visto possedere le due corna rappresenta i re di Media e di Persia. E il capro peloso rappresenta il re di Grecia; e in quanto al grande corno che era fra i suoi occhi, rappresenta il primo re. Ed essendo quello stato rotto, così che quattro infine sorsero invece d’esso, dalla sua nazione sorgeranno quattro regni, ma non con la sua potenza”. — Dan. 8:15-22.
18. Dopo la caduta di quale potenza mondiale si applicò la visione, chi furono le simboliche corna del “montone”, e chi fu il simbolico unico corno del “capro”?
18 Questa profezia comincia dunque ad applicarsi dopo che Dario il Medo e Ciro il Persiano fecero cadere Babilonia nell’autunno dell’anno 539 a.E.V. e l’Impero Medo-Persiano fu stabilito come Quarta Potenza Mondiale della storia biblica. Questo Impero, che si estese più di quello di Babilonia, a est e a ovest e a sud, continuò il suo dominio mondiale dal 539 al 331 a.E.V. (Dan. 5:1–6:28; 11:1, 2) La Grecia, al comando del re Alessandro il Macedone, terminò la conquista dell’Impero Persiano verso l’anno 331 a.E.V. Quel grande corno fra gli occhi del capro peloso raffigurava dunque questo “primo re”, Alessandro Magno. In tal modo l’Impero Greco, che si estese rapidamente a est fino al fiume Indo dell’India, fu elevato alla posizione di Quinta Potenza Mondiale della storia biblica.
19. Come fu rotto il “grande corno” del capro e, al suo posto, chi divennero le simboliche quattro corna?
19 L’impero di Alessandro ebbe una fine precoce quando egli morì di febbre malarica nell’anno 323 a.E.V. nella città di Babilonia. Pertanto il “grande corno” fu rotto all’apice della sua potenza imperiale. Infine, dopo anni di tentativi da parte dei generali militari di Alessandro, vennero all’esistenza quattro regni ellenici, ma nessuno di essi, naturalmente, aveva la “potenza” di Alessandro. Quindi, verso l’anno 301 a.E.V., il generale Tolomeo Lago regnava sopra l’Egitto e la Palestina, il generale Seleuco Nicatore regnava sulla Mesopotamia e sulla Siria, il generale Cassandro dominava sulla Macedonia e sulla Grecia; e il generale Lisimaco dominava sulla Tracia europea e sull’Asia Minore. Simbolicamente parlando, spuntarono quattro “corna” minori invece dell’unico grande corno, come prova che la profezia biblica è verace, infallibile. — Dan. 11:3, 4.
20. (a) A quale periodo non era ancora giunto l’adempimento della visione? (b) Che cosa spuntò da una delle quattro corna, e con quale successo agì?
20 Comunque, l’adempimento della profezia non era allora giunto al “tempo della fine”, alla “parte finale della denuncia”. (Dan. 8:17, 19) Quale storia del mondo mostra ora in anticipo la visione di Daniele? Scrivendo riguardo alle corna dei quattro Regni ellenici, Daniele dice: “E da uno d’essi spuntò un altro corno, piccolo, e si faceva grandissimo verso il sud e verso il sol levante e verso l’Adornamento. E continuò a farsi grande fino all’esercito dei cieli, così che fece cadere a terra parte dell’esercito e parte delle stelle, e le calpestava. E si dava grandi arie fino al Principe dell’esercito, e fu tolto da lui il sacrificio continuo, e fu gettato giù lo stabilito luogo del suo santuario. E gradualmente fu ceduto un esercito stesso, insieme al sacrificio continuo, a causa della trasgressione; e continuò a gettare a terra la verità, e agì ed ebbe successo”. — Da 8:9-12.
21. Che cosa disse l’angelo che sarebbero state le attività del simbolico piccolo corno, e come sarebbe finito?
21 Ci è fornito un indizio ispirato sul significato di questa visione profetica, poiché, ancora per mezzo di un angelo, è detto a Daniele riguardo ai quattro regni ellenici: “E nella parte finale del loro regno, allorché i trasgressori agiranno fino al completamento, sorgerà un re d’aspetto fiero e che intenderà detti ambigui. E la sua potenza deve acquistar vigore, ma non per la sua propria potenza. E causerà rovina in maniera meravigliosa, e per certo avrà successo e opererà con efficacia. Ed effettivamente ridurrà potenti in rovina, anche il popolo costituito dei santi. E secondo la sua perspicacia per certo farà anche riuscire l’inganno nella sua mano. E nel suo cuore si darà grandi arie, e durante la libertà dalle ansie ridurrà molti in rovina. E sorgerà contro il Principe dei princìpi, ma sarà rotto senza mano”.
22. L’angelo che cosa disse a Daniele di fare, che avrebbe influito sull’intendimento della parte finale della visione?
22 Il significato di questa parte della visione doveva essere chiuso al nostro intendimento, poiché fu detto a Daniele: “E la cosa vista riguardo alla sera e al mattino, che è stata detta, è vera. E tu, da parte tua, tieni segreta la visione, perché è per molti giorni ancora”. — Dan. 8:23-26.
23. (a) Chi è il “Principe dell’esercito”, e chi è il “Principe dei principi”? (b) Storicamente, da quale simbolico “corno” spuntò il ‘piccolo corno’?
23 Ora quei “molti giorni” devono essere sicuramente passati. Per cui chiediamo: Che cosa rivela la storia mondiale riguardo all’adempimento di questa profetica visione? L’angelo spiegò che il “Principe dell’esercito” è il “Principe dei principi”. Questi è il celeste Teocrata, Geova Dio. Fra tutti quelli che sono chiamati “principi” sulla terra, egli è Il Principe. Nessuno di essi può paragonarsi a Lui o tenerGli testa. Neppure il simbolico ‘piccolo corno’, quel “re d’aspetto fiero” può tenerGli testa. Chi è dunque questa fiera potenza politica? Secondo la storia, fu un ramo di una delle quattro simboliche “corna”, quello più a ovest, cioè il regno ellenico del generale Cassandro sopra la Macedonia e la Grecia. In seguito, questo regno fu assorbito dal regno del generale Lisimaco re della Tracia e dell’Asia Minore. Ora rimanevano solo tre simboliche “corna”. Ma nel secondo secolo prima della nostra Èra Volgare quei domini ellenici occidentali furono occupati da Roma.
24. (a) In che modo Roma divenne la Sesta Potenza Mondiale della storia biblica? (b) Nonostante il suo passato anticristiano, perché l’Impero Romano non poteva essere il simbolico ‘piccolo corno’?
24 Nel primo secolo avanti la nostra Èra Volgare la Roma imperiale occupò i domini ellenici orientali e infine i domini meridionali. Così Roma divenne la Sesta Potenza Mondiale della storia biblica, nell’anno 30 a.E.V. Fu dunque l’Impero Romano quel ‘piccolo corno’, quel “re d’aspetto fiero”? No! Poiché non continuò a esistere fino al “fissato tempo della fine”. Secondo ciò che l’angelo disse a Daniele, allora deve avvenire l’adempimento della profezia. (Dan. 8:19) Certo, l’Impero Romano perseguitò crudelmente i seguaci di Gesù Cristo generati dallo spirito, che adoravano e servivano Geova nel suo “santuario” spirituale. Essi erano nella condizione spirituale raffigurata dal Santo del tempio terrestre. Si dice che Roma mettesse a morte gli apostoli Pietro e Paolo, dopo il grande incendio di Roma di cui l’imperatore Nerone incolpò i cristiani. Inoltre, Rivelazione 1:9 mostra che l’Impero Romano esiliò l’apostolo Giovanni nell’isola penale di Patmos. Ma tale persecuzione cessò poco prima della pretesa conversione dell’imperatore Costantino. Mancavano ancora milleseicento anni al “tempo della fine” che cominciò al termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Anche il Sacro Romano Impero cessò di esercitare la sua potenza molto tempo prima dell’anno 1914.
25. (a) Quale relazione ebbe il ‘piccolo corno’ con l’Impero Romano, e che cosa mostrò d’essere? (b) In che modo fu un “re d’aspetto fiero”?
25 Che cosa mostra, dunque, la storia che è il simbolico ‘piccolo corno’, quell’aggressivo “re d’aspetto fiero”? Fu un ramo nordoccidentale dell’Impero Romano, cioè la Britannia, poiché in quella che è ora l’Inghilterra ci furono province romane fino alla prima parte del terzo secolo E.V. Nel corso dei secoli successivi l’Inghilterra divenne sede di un impero, che, dal diciassettesimo secolo in poi, incluse le colonie del Nordamerica. Nell’anno 1763 l’Impero Britannico aveva sconfitto la Spagna e la Francia, entrambe parti potenti del Sacro Romano Impero. Da allora in poi, l’Impero Britannico fu il padrone dei mari e la Settima Potenza Mondiale della profezia biblica. Anche dopo che le tredici colonie americane si furono staccate per stabilire gli Stati Uniti d’America, l’Impero Britannico crebbe per abbracciare un quarto della superficie terrestre e un quarto della sua popolazione. La Settima Potenza Mondiale ottenne anche maggior potenza quando gli Stati Uniti d’America collaborarono con la Gran Bretagna per formare la Duplice Potenza Mondiale Anglo-Americana. Economicamente e militarmente fu davvero un “re d’aspetto fiero”.
26. In che modo il simbolico ‘piccolo corno’ si fece grande “verso l’Adornamento”, e quale domanda sorge dunque riguardo a quell’Adornamento come luogo dell’adempimento della profezia?
26 Nell’anno 1917 questa Duplice Potenza Mondiale Anglo-Americana crebbe effettivamente divenendo ‘grandissima verso l’Adornamento’. Come? Con la presa di Gerusalemme avvenuta il 9 dicembre e mettendo la Palestina sotto il controllo britannico. Nell’anno 1920 la Lega delle Nazioni assegnò alla Gran Bretagna il mandato sulla Palestina, che sarebbe durato fino al 14 maggio 1948. Nei tempi biblici la Terra Promessa che Geova aveva dato al suo popolo eletto era così bella che fu chiamata l’Adornamento, vale a dire dell’intera terra. In Ezechiele 20:6, 15, Geova la chiama “l’adornamento di tutti i paesi”. Fu letteralmente lì che “fu gettato giù lo stabilito luogo del suo santuario” dal simbolico “corno, piccolo”? Per appurarlo dobbiamo esaminare gli avvenimenti fisici di questo “tempo della fine”.
[Note in calce]
a Sotto “Teocrazia” la Cyclopædia di M’Clintock e Strong dice ulteriormente: “Sotto la Nuova Economia [a causa del Nuovo Patto], questa idea, nel suo significato spirituale, passò al Messia come erede della perpetua dinastia di Davide, e così Cristo domina nella sua Chiesa e nel cuore dei suoi membri”.
b Si veda l’articolo “Il suo santuario” (Parte Terza), particolarmente al sottotitolo “2300 giorni”, pagina 212, del numero (inglese) de La Torre di Guardia del 15 luglio 1933. Quell’applicazione della profezia di Daniele fu seguìta nel libro “Sia fatta la tua volontà in terra”, nel nono capitolo, intitolato “Ripristinato il santuario nella sua giusta condizione”. Pubblicato in italiano nel 1961. Si vedano anche i numeri de La Torre di Guardia dal 15 febbraio al 1º aprile 1960, pagine 120-124, 152-156, 184-188, 213, 214.
[Immagine a pagina 365]
Il tempio di Salomone non fu una figura della congregazione cristiana; invece fu una figura del celeste tempio di Dio nel cui Santissimo Gesù entrò con il valore del suo sacrificio di riscatto