Quanto è forte la vostra fede?
“Sosteneste una grande gara nelle sofferenze, a volte mentre eravate esposti come in un teatro sia a biasimi che a tribolazioni”. — Ebr. 10:32, 33.
1. Perché ora i cristiani hanno bisogno di una forte fede, e quali esempi abbiamo al riguardo?
IL CRISTIANO deve avere vera fede per sopportare la sofferenza, essere oltraggiato e tormentato ed essere reso un pubblico spettacolo a motivo di ciò che crede e predica riguardo al regno di Dio. Gli altri cristiani devono avere vera forza d’animo per mantenersi leali in disparte e osservare il trattamento ricevuto dai fedeli uomini che amano Dio perché non infrangono la loro integrità. Gesù Cristo, il loro Esempio, perseverò fino alla morte. Egli disse: “Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”. (Matt. 24:13, VR) Gesù sapeva che alcuni uomini avevano manifestato tale meravigliosa fede prima ch’egli divenisse uomo per salvare il mondo mediante il riscatto. Il racconto della loro fede è stato preservato come testimonianza fino ai nostri giorni nel libro di Ebrei, nel capitolo undici. La fede non è solo una cosa del passato manifestata da uomini prima dell’Èra Cristiana, ma qualcosa che i cristiani devono avere ora. Malgrado tutte le idee moderne, la conoscenza scientifica e le teorie insegnate oggi, quanto è forte la vostra fede in Geova Dio, in suo Figlio Cristo Gesù e nella scritta Parola di Dio, la Sacra Bibbia?
2. A quale dilemma si trovano dinanzi molti nella cristianità?
2 Nel mondo occidentale, o nella cristianità, la gente dirà: “Io credo in Dio”. Si fa presto a dirlo. Ma crede realmente a ciò che Gesù disse? Per esempio, egli disse: “Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16, VR) La maggioranza dei “credenti” in Dio dirà “Sì” a questa domanda, ma nello stesso tempo affermerà di credere nella teoria dell’evoluzione dell’uomo. Se si crede nell’evoluzione dell’uomo, come si può credere nella creazione dell’uomo da parte di Dio e nella caduta dell’uomo nel peccato e nella morte? E se non si crede nel racconto biblico della creazione, perché esercitare fede in Cristo Gesù?
3, 4. (a) Quale atteggiamento hanno alcuni ecclesiastici riguardo alla Bibbia? (b) Incoraggia forse il commentario dell’Interpreter’s Bible ad aver fede nella Bibbia? Perché?
3 Non è raro sentir dire dagli ecclesiastici che il racconto della creazione contenuto nella Bibbia è un mito. Se essi lo credono, non credono nella scritta Parola di Dio, dato che tutta la Bibbia si basa sull’insegnamento della creazione dell’uomo da parte di Dio. La rivista Redbook dell’agosto 1961, nell’articolo dal titolo “Le sorprendenti credenze dei nostri futuri ministri”, ebbe a dire quanto segue: “Il reverendo James A. Pike, vescovo episcopale della California, allarmò recentemente molti frequentatori di chiesa degli Stati Uniti quando dichiarò di non credere nel racconto biblico della nascita di Cristo da una vergine. È un mito religioso primitivo . . . Invitato a menzionare altri miti religiosi, il decano Pike menzionò Adamo ed Eva e il Giardino d’Eden”. Se questo ecclesiastico rigetta il racconto di Adamo ed Eva, non v’è alcun bisogno del sacrificio di riscatto di Cristo Gesù per togliere il peccato del mondo, com’egli nota. Il sig. Pike suppone di avere più conoscenza di Colui che ispirò la composizione della Bibbia. A chi credete: A Dio o a un semplice uomo?
4 Il giornale australiano Pix, nell’edizione del 21 ottobre 1950, comunicò che il vescovo Barnes di Birmingham, in Inghilterra, aveva detto: “Il Vecchio Testamento era pieno di ‘folclore, inaccuratezze storiche, moralità quasi da selvaggi’”. Un’altra affermazione indicante che il clero rigetta la Bibbia la troviamo nell’opuscolo Nel principio (inglese). Esso dice: “Le storie dei Patriarchi furono trasmesse di bocca in bocca per molte centinaia d’anni prima d’essere messe per iscritto. Non dobbiamo stupirci di trovarle a volte inconsistenti; non siamo obbligati a credere che sia accaduto ogni cosa come ci vien detto in Genesi”. Non è dunque strano che, benché Gesù vi facesse riferimento, il racconto di Genesi della Bibbia in merito a Sodoma, e alla fuga di Lot dalla città, sia definito da molti ecclesiastici della cristianità un “mito”. A pagina 626 dell’Interpreter’s Bible, al diciannovesimo capitolo di Genesi, il commentario dice: “Questo racconto, che fa parte di una categoria di leggende largamente diffuse e aventi forse uno sfondo mitologico (Vedere Skinner, Genesi, pagg. 311-312), della distruzione di una città che sorgeva un tempo nelle vicinanze del Mar Morto, probabilmente sull’estremità meridionale, era probabilmente in circolazione a Hebron quando gli Israeliti vi si stabilirono”. I critici della Bibbia, sì, molti ecclesiastici di oggi, dicono che il racconto biblico di Lot abbia sfondo mitologico, ma credette Gesù che questo racconto biblico fosse un mito? No! Egli disse ai suoi apostoli: “Ricordatevi della moglie di Lot”. (Luca 17:32, VR) A chi credete voi, a Gesù o ai critici? Quanto a noi, crediamo a Gesù, il quale a sua volta credette alle cose ‘scritte in antecedenza’.
5. Qual era la veduta dell’apostolo Paolo in merito ai sacri scritti?
5 Verso l’anno 56 (d.C.) Paolo scrisse: “Tutto quello che fu scritto in antecedenza, è stato scritto per nostro ammaestramento, affinché per mezzo della perseveranza e della consolazione che derivano dalle Scritture, potessimo sostenere la nostra speranza”. (Rom. 15:4, Na) Quale speranza ci è offerta oggi dal racconto biblico di Sodoma e Gomorra?
LOT E SODOMA E GOMORRA
6, 7. (a) Descrivete le condizioni esistenti a Sodoma, dove abitava Lot. (b) Quali istruzioni diedero gli angeli in merito al futuro della città e al futuro di Lot?
6 Lot era nipote di Abraamo e abitava nella città di Sodoma. Una sera, verso il 1919 prima dell’Èra cristiana, due angeli che avevano precedentemente visitato Abraamo a Mamre, vicino a Hebron, a occidente del Mar Salato, giunsero alla città di Sodoma, situata nella “valle di Siddim, ch’è il Mar salato”, probabilmente in quella che è oggi l’estremità sud-orientale del Mar Salato. (Gen. 14:3, VR) Lot sedeva alle porte di Sodoma. Egli invitò i visitatori angelici a casa sua e li esortò a rimanere per la notte. “Prima che si fossero coricati, gli uomini della città, i Sodomiti, circondarono la casa: giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato; e chiamarono Lot, e gli dissero: ‘Dove sono quegli uomini che son venuti da te stanotte? Menaceli fuori, affinché noi li conosciamo!’ Lot uscì verso di loro sull’ingresso di casa, si chiuse dietro la porta, e disse: ‘Deh, fratelli miei, non fate questo male!’” (Gen. 19:4-7, VR) Questi uomini di Sodoma volevano usare i due uomini forestieri per i loro piaceri sessuali. Lot rifiutò, e la turba si adirò. Se non fosse stato perché gli angeli tirarono Lot dentro casa e chiusero la porta, Lot sarebbe finito male.
7 Gli angeli insistettero affinché Lot, sua moglie e le due figlie partissero da quell’empia città nelle prime ore del mattino. Gli angeli dissero a Lot: “Noi distruggeremo questo luogo, perché il grido contro i suoi abitanti è grande nel cospetto dell’Eterno [Geova], e l’Eterno [Geova] ci ha mandati a distruggerlo”. Quindi Lot si preparò a partire. “Come l’alba cominciò ad apparire, gli angeli sollecitarono Lot, dicendo: ‘Lèvati, prendi tua moglie e le tue due figliuole che si trovan qui, affinché tu non perisca nel castigo di questa città’. Ma egli s’indugiava; e quegli uomini presero per la mano lui, sua moglie e le sue due figliuole, perché l’Eterno [Geova] lo volea risparmiare; e lo menaron via, e lo misero fuori della città”. Quindi a Lot e alla sua famiglia fu detto: “Salvati la vita! non guardare indietro, e non ti fermare in alcun luogo della pianura; salvati al monte, che tu non abbia a perire!” — Gen. 19:13-17, VR.
8, 9. Come si avverò la predizione relativa alla fine di Sodoma?
8 Lot non voleva morire. Egli chiese a Dio di conservare in vita la sua anima, ma non poteva salire sulla montagna indicata. Supplicò per ottenere il permesso di rifugiarsi in una città vicina ed ivi, com’egli disse, “vivrà l’anima mia”. Essi si affrettarono a raggiungere la città di Tsoar, e “il sole si levava sulla terra quando Lot arrivò a Tsoar. Allora l’Eterno [Geova] fece piovere dai cieli su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, da parte dell’Eterno [Geova]; ed egli distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo. Ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro, e diventò una statua di sale”. — Gen. 19:18-26, VR.
9 Ma che n’era stato dello zio di Lot? “E Abrahamo si levò la mattina a buon’ora, e andò al luogo dove s’era prima fermato davanti all’Eterno; guardò verso Sodoma e Gomorra e verso tutta la regione della pianura, ed ecco vide un fumo che si levava dalla terra, come il fumo d’una fornace”. — Gen. 19:27, 28, VR.
10. Aveva preoccupato Abraamo la distruzione di Sodoma? Perché?
10 Vedendo levarsi il fumo, Abraamo dev’essersi chiesto com’era scampato Lot. Il giorno prima, Abraamo aveva chiesto a Geova di risparmiare la città se solo vi fossero state dieci persone che facevano il bene. Ma non vi dovevano essere stati nemmeno dieci giusti a Sodoma; perciò andò in rovina. Tuttavia, Iddio “si ricordò d’Abrahamo, e fece partir Lot di mezzo al disastro, allorché sovvertì le città dove Lot aveva dimorato”. — Gen. 19:29, VR.
11. Perché dovremmo credere e aver fede nel racconto biblico di Sodoma e Gomorra?
11 Leggete l’intero racconto nei capitoli diciotto e diciannove di Genesi, nella vostra Bibbia. È la vostra fede forte abbastanza per credere che Sodoma fu distrutta dietro ordine di Dio e che Lot e le sue due figlie si misero in salvo a Tsoar? Gesù vi credette, poiché citò questo avvenimento e disse: “Nello stesso modo che avvenne anche ai giorni di Lot; si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si edificava; ma nel giorno che Lot uscì di Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece tutti perire. Lo stesso avverrà nel giorno che il Figliuol dell’uomo sarà manifestato”. — Luca 17:28-30, VR.
UN ESEMPIO PER NOI
12. Come furono usati da Gesù i racconti biblici di Sodoma e dei giorni di Noè?
12 Gesù parlava ai suoi discepoli in merito al tempo in cui tutto l’empio sistema di cose di questo mondo, l’attuale Sodoma e Gomorra in cui ora viviamo, sarebbe stato distrutto. L’antica distruzione di Sodoma e Gomorra fu uno degli esempi storici che Gesù usò per aiutare i suoi fedeli seguaci ad avere il giusto intendimento di quello che sarebbe accaduto durante la sua seconda presenza e per ‘aumentarci la fede’. (Luca 17:5, VR) Ma per rinsaldare la loro fede Gesù fornì ulteriori e veraci dati storici tratti dalla Parola di Dio, dal libro di Genesi. Egli disse: “Come avvenne a’ giorni di Noè, così pure avverrà a’ giorni del Figliuol dell’uomo”. (Luca 17:26, VR) Mediante queste illustrazioni, che cosa cercava Gesù di imprimere sulla loro e sulla nostra mente? La liberazione! Ma per ottenere la salvezza essi dovettero uscire da questo vecchio mondo e non farne parte. Nei nostri giorni v’è una classe di persone, una gran folla, raffigurata da Lot e dalle sue due figlie. Notiamo che fuggono da questo vecchio mondo condannato a un’improvvisa distruzione. Apprezzano l’amorevole benignità di Dio, come disse Lot, ‘per conservarmi in vita’. (Gen. 19:19, VR) Per questo devono cercare di mettersi in salvo in armonia con le disposizioni di Dio. Ciò significa fuggire dalla Sodoma moderna. Fuggite rapidamente da questo vecchio mondo che è nel suo tempo della fine.
13, 14. A chi non vogliamo assomigliare, e quindi che cosa dovremmo fare?
13 Non siate come la moglie di Lot che si fermò, guardò indietro e rimase pietrificata, divenendo un pilastro di sale. Non arrivò mai a Tsoar, ma Lot con le due figlie sì. Quello fu il loro luogo di rifugio. Lot ebbe fede, e questo lo salvò. Oggi gli uomini di buona volontà devono avere la stessa forte fede per superare questo tempo di afflizione e la battaglia di Armaghedon ed entrare nel nuovo mondo di giustizia di Dio. Devono continuare a dire la preghiera del Signore: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo”. Questa preghiera sarà esaudita. Quelli che fanno la volontà di Dio troveranno completa sicurezza e felicità sotto il regno di Dio. — Matt. 6:9, 10, VR.
14 Le persone di buona volontà che cercano veramente questo regno oggi possono mettere in salvo la loro anima. Il profeta di Dio disse: “Cercate l’Eterno [Geova], voi tutti, umili della terra, che avete praticato le sue prescrizioni! Cercate la giustizia, cercate l’umiltà! Forse, sarete messi al coperto nel giorno dell’ira dell’Eterno [Geova]”. (Sof. 2:3, VR) Non osano guardare indietro. Altrimenti, saranno anch’esse spazzate via “nel giorno dell’ira dell’Eterno [Geova]”.
15. Come considerò Pietro il racconto biblico di Lot e di Sodoma?
15 Come Gesù credette al racconto di Lot, vi credette anche Pietro. Quindi che importanza ha se gli ecclesiastici moderni non vi credono? Ascoltate le vigorose parole di Pietro in merito ai malfattori e alla sua fiducia che Geova avrebbe portato il suo giudizio su loro, com’è indicato nel primo libro della Bibbia, Genesi. Pietro disse: “Se Dio non risparmiò gli angeli che aveano peccato [ai giorni di Noè], ma . . . [li custodì] pel giudizio; e se non risparmiò il mondo antico ma salvò Noè predicator di giustizia, con sette altri . . . ; e se, riducendo in cenere le città di Sodoma e Gomorra, le condannò alla distruzione perché servissero d’esempio a quelli che in avvenire vivrebbero empiamente; e se salvò il giusto Lot che era contristato dalla lasciva condotta degli scellerati (perché quel giusto, che abitava fra loro, per quanto vedeva e udiva si tormentava ogni giorno l’anima giusta a motivo delle loro inique opere), il Signore [Geova] sa trarre i pii dalla tentazione e riserbare gli ingiusti ad esser puniti nel giorno del giudizio”. (2 Piet. 2:4-9, VR) Pietro aveva fede e credeva che Geova Dio aveva fatto tutte queste cose. Vi credeva quando scrisse in merito ad esse nel 64 d.C., oltre 1.980 anni dopo la distruzione di Sodoma.
MANCANZA DI FEDE NELLA CRISTIANITÀ
16, 17. Mostrate come nella cristianità vi è mancanza di fede.
16 Benché Gesù vi facesse riferimento, molti ecclesiastici moderni non credono al racconto di Lot. Che cosa penseranno dunque di Gesù? I religiosi non possono stimare molto nemmeno Pietro, poiché anch’egli citò Sodoma quando descrisse la situazione che sarebbe esistita alla fine di questo mondo. Gli onesti cristiani che trovano il tempo di studiare le Scritture e indagare in esse discerneranno la verità e rafforzeranno saggiamente la loro fede, poiché bisogna aver “fede per conservare in vita l’anima”. — Ebr. 10:39.
17 Quanto è forte la vostra fede in Cristo Gesù? In base alla vostra fede, esistette egli? Fu il Figlio di Dio? Credete che morì affinché l’umanità potesse vivere? Credete che egli provvide il sacrificio di riscatto e che senza di lui nessuna creatura umana può ottenere la vita eterna? Non avete letto Primo Timoteo 2:5, 6 (VR) dove è detto: “V’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti”? Forse voi credete, ma sapete che molti eminenti ecclesiastici non hanno fede in questa verità? Per esempio, il dott. Lyle Weatherhead, presidente della Conferenza Metodista in Gran Bretagna, disse: “Non credo che la crocifissione di Cristo fosse la volontà di Dio. Cristo venne al mondo per esser seguìto, non per essere ucciso”. (Svegliatevi! del 22 maggio 1958, pagina 27) Non è affatto sorprendente sentir dire da un’autorità religiosa come Harry Emerson Fosdick quanto segue:
“Naturalmente non credo nella Nascita da una Vergine, né nell’antiquata dottrina della sostituzione o Espiazione; e non conosco alcun intelligente ministro cristiano che vi creda. La difficoltà con questi fondamentalisti è che essi suppongono che, a meno che uno non sia d’accordo con loro nello sviluppo dottrinale, non può credere nelle profonde, sostanziali, eterne verità del vangelo cristiano che trasformano la vita degli uomini, e che sono l’unica speranza della salvazione di Cristo in questo mondo”. — Christian Beacon del 9 maggio 1946, Vol. XI, No. 13.
Se alcuni ecclesiastici non credono in Cristo Gesù, né nella sua nascita come Figlio di Dio e nella sua morte come sacrificio di espiazione, perché presentarsi alle congregazioni con l’asserzione d’essere cristiani? Come possono far nascere la fede negli altri se essi stessi non l’hanno? Non è difficile capire come mai un teologo come D. R. Keating, ministro della Chiesa Unita, potesse dire:
“Nell’attuale situazione delle chiese non posso immaginare perché una persona, e specialmente un uomo, voglia divenire membro della chiesa. Egli deve aver relegato la religione tra le insignificanti cose della vita di cui si può fare a meno e che sono socialmente utili e personalmente innocue, altrimenti si fa delle illusioni in merito a quello che sta per intraprendere. Forse ha letto il Nuovo Testamento e suppone di trovarlo nelle chiese. Io, tanto per cominciare, ammetto di non saper pensare a una chiesa per entrare nella quale mi preoccuperei di attraversare la strada se fossi laico”. — Tribune di Winnipeg, nel Canada, del 4 marzo 1961.
Come ci si può aspettare che la gente abbia fede in Dio e in Cristo Gesù quando gli ecclesiastici si presentano alle congregazioni per dir loro che è inutile andare a sentire i loro sermoni? Gli ecclesiastici dovrebbero insegnare la fede in Cristo quale via di salvezza.
18. Come considera un vescovo luterano il mondo in cui viviamo?
18 Il Times di New York dell’11 marzo 1960 citava il seguente brano da un sermone del “Giusto reverendo” Hanns Lilje, vescovo luterano di Hannover, in Germania: “Nel nostro tempo la scena del cristianesimo è mutata più a fondo e più sostanzialmente di quanto non se ne renda conto la maggioranza delle persone. Viviamo in tutti i sensi pratici in un mondo non cristiano. Il termine dovrebbe essere usato col suo preciso significato. Non è un’èra anticristiana. Viviamo in un periodo non cristiano”. Egli dovrebbe saperlo! È uno dei capi della religione luterana e in effetti sta dicendo che i componenti della cristianità non sono cristiani. La sua “chiesa” e denominazione fanno parte della cristianità, e il sig. Lilje dice che “viviamo in un periodo non cristiano”.
19. (a) In vista del fallimento della cristianità, che cosa dovrebbero fare i cristiani? (b) Come si ottiene la fede?
19 Se oggi nessuno segue le orme di Cristo Gesù è tempo di rivolgere un vigoroso invito a fuggire, a uscire dalle false religioni della cristianità. Gesù disse di non fare parte di questo mondo, compreso il suo sistema religioso, benché fosse nato sotto un sistema religioso, quello della religione giudaica. Ne condannò i capi come ipocriti. Milioni di persone nascono oggi sotto un sistema religioso, ma coloro che amano la verità devono pensare per conto proprio e quindi fuggire dalla cristianità e servire il vero Dio Geova. Molti membri del clero religioso non credono alla storia di Adamo ed Eva e alcuni rigettano perfino Cristo; ma Paolo disse: “Come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati”. (1 Cor. 15:22, VR) Quindi Paolo credette ad entrambi. Ma nessuno sarà così vivificato per forza. Ogni individuo deve avere fede. “La fede è la sicura aspettazione di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute”. (Ebr. 11:1) Paolo ragionò: Come poteva qualcuno invocare il nome di Geova per essere salvato se non aveva mai riposto fede in lui? E, inoltre, come poteva qualcuno aver fede se non aveva mai sentito parlare del vero Dio! Per avere tale fede bisogna che vi sia chi predica la buona notizia. Ma come può esservi chi predica se non viene mandato? Paolo conclude dicendo: “Così la fede vien dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo”. — Rom. 10:13-17, VR.
LA PAROLA DI DIO EDIFICA LA FEDE
20. Menzionate alcuni dei fatti che i veri cristiani conoscono e accettano con fede.
20 I primi cristiani avevano fede in Cristo Gesù perché l’avevano visto e udito. Essi avevano una sicura aspettazione delle cose sperate. Sapevano che Gesù aveva guarito i malati, aperto gli occhi ai ciechi, risuscitato i morti e che egli stesso era stato risuscitato dai morti da Geova Dio. Di quale ulteriore assicurazione della loro speranza avevano essi bisogno? La loro fede era basata su cose realmente accadute. Ora abbiamo il racconto scritto nella Parola di Dio, la Bibbia. Sappiamo che cosa accadde durante la vita di Cristo Gesù sulla terra. Abbiamo anche un fidato racconto di quello che fecero gli apostoli. Comprendiamo che la fede del cristiano è basata sulla verità di cose reali, viste, udite e accadute. Sappiamo, e i primi cristiani lo sapevano, che essi erano condannati a morire a causa del peccato di Adamo, come spiega Paolo: “Perciò, siccome per mezzo d’un sol uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato v’è entrata la morte, e in questo modo la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato”. (Rom. 5:12, VR) I cristiani sanno perché l’uomo muore e sanno pure che la vita è un dono di Dio mediante Gesù Cristo, nostro Signore. “Poiché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Rom. 6:23, VR) Paolo lo sapeva e vi credeva! Vi credete voi oggi? In tal caso, avete fede nella scritta Parola di Dio.
21. (a) Chi dovrebbe anche credere in questi fatti? (b) Che cosa ha dunque provocato miscredenza?
21 Oggi nel mondo ogni ecclesiastico che rappresenta la cristianità dovrebbe pure avere questa fede; ma il loro potere di edificare questa fede è svanito. Si sono volti alle teorie degli uomini, all’evoluzione e all’istruzione dell’èra spaziale. Per essi la Bibbia è soltanto un libro antiquato; ma è molto meglio ascoltare Gesù e gli apostoli che conoscevano i propositi di Dio, e questo rafforza in noi la fede. Gesù disse: “È impossibile che non avvengano scandali: ma guai a colui per cui avvengono! Meglio per lui sarebbe che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare un solo di questi piccoli”. (Luca 17:1, 2, VR) Quanta brava gente che aveva fede è stata allontanata da Dio e da Cristo a causa di un clero senza fede! Esso dovrà rendere conto a Dio di ciò!
22. Qual è la sorte di coloro che rinnegano la fede?
22 I veri cristiani continueranno a ripor fede nella Parola di Dio, la Bibbia, e nel sacrificio di Cristo Gesù, ma Paolo avverte tutti quelli che rinnegano la fede e dice: “Se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio e vi è un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione”. (Ebr. 10:26, 27) Cristo non morirà un’altra volta per salvare quelli che un tempo ebbero conoscenza e fede in Cristo Gesù e che lo accettarono come redentore. Se essi gettano al vento la loro fede e respingono Dio, la sua Parola e suo Figlio, Dio non disporrà di redimerli di nuovo. Non rimane più nessun sacrificio per i peccati! Vi è l’attesa di un tremendo giudizio! Ricordate Sodoma e Gomorra. Coloro che sono senza fede non potranno fuggire come Lot e le sue due figlie. Saranno sorpresi dall’ardente distruzione. Alcuni cercheranno di fuggire ma si volgeranno a guardare l’antitipica Sodoma, come la moglie di Lot che si girò indietro e divenne un pilastro di sale, e nella battaglia di Armaghedon altri moriranno nel tentativo di fuggire. — Gen. 19:26; 2 Piet. 3:10-13.
LA FEDE DEI PRIMI CRISTIANI
23, 24. Come mostra H. G. Wells la differenza esistente tra il cristianesimo primitivo e la chiesa dal 325 d.C. in poi?
23 Il clero della cristianità deve assumersene la responsabilità oggi, perché mediante le sue religioni organizzate, sin dal 325 d.C. la cristianità si è sempre più allontanata dal vero cristianesimo e dall’insegnamento della Bibbia. Gli storici moderni riconoscono questo fatto. Nel libro The Outline of History di H. G. Wells è detto: “La data del 325 d.C. è una data molto utile per la nostra storia. È la data del primo concilio completo e generale (ecumenico) di tutto il mondo cristiano. . . . Essa segna la definitiva comparsa della chiesa cristiana e del cristianesimo sulla scena degli affari umani, così come questo è generalmente inteso nel mondo odierno. Segna l’esatta definizione dell’insegnamento cristiano mediante il Credo Niceno.
24 “È necessario richiamare l’attenzione del lettore sulla profonda differenza esistente tra il cristianesimo pienamente sviluppato di Nicea e l’insegnamento di Gesù di Nazaret. Tutti i cristiani sostengono che quest’ultimo è interamente contenuto nel primo, ma tale problema esula dalla nostra competenza. Ciò che appare molto chiaro è che l’insegnamento di Gesù di Nazaret era un insegnamento profetico del nuovo genere che aveva avuto inizio con i profeti ebrei. Non era sacerdotale, non aveva tempio né altare. Non aveva riti né cerimonie. Il suo sacrificio era ‘un cuore infranto e contrito’. La sua sola organizzazione era un’organizzazione di predicatori, e la sua principale funzione era il sermone. Ma il cristianesimo completamente maturo del quarto secolo, benché preservasse come nucleo gli insegnamenti di Gesù nei vangeli, era principalmente una religione di sacerdoti, di un genere già noto al mondo da migliaia di anni. Il centro del suo elaborato rituale era l’altare, e l’atto principale dell’adorazione era il sacrificio, compiuto da un sacerdote consacrato, della messa. Ed ebbe un’organizzazione in rapida espansione di diaconi, sacerdoti e vescovi”. — Terza Edizione, pagine 522, 523.
25. Chi nota nei nostri giorni la differenza esistente tra il cristianesimo di Nicea e gli insegnamenti di Gesù?
25 Questo storico scriveva nel 1920, ed egli notò “la profonda differenza esistente tra il cristianesimo pienamente sviluppato di Nicea e l’insegnamento di Gesù di Nazaret”. Chiunque oggi conosca bene la Bibbia e la vita di Cristo può vedere chiaramente la profonda differenza che vi è tra ciò che facevano Gesù e i primi apostoli e ciò che fa il clero della cristianità. Millenovecento anni fa i cristiani erano forti nella fede. Dov’è oggi questa fede nella cristianità? Il libro di Dio, la Sacra Bibbia, è considerato da molti un bel capolavoro letterario ma i Dieci Comandamenti sono solo da leggere, non occorre viverli.
26. (a) Che cosa disse Paolo che accadde a coloro che trascurarono la legge di Mosè? (b) Quali furono alcune cose che Mosè scrisse sotto la direttiva di Geova?
26 Tuttavia, ascoltate ciò che Paolo ci dice: “Chi ha trascurato la legge di Mosè muore senza compassione, sulla testimonianza di due o tre. Di quanto più severa punizione pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio, e avrà stimato come di valore comune il sangue del patto mediante il quale fu santificato, e che avrà oltraggiato lo spirito dell’immeritata benignità con disprezzo?” (Ebr. 10:28, 29) Dite voi che questa era una punizione “troppo severa”, per chi avesse trascurato la legge di Mosè? Siete d’accordo con quelli che dicono che ciò di cui scrisse Mosè, cioè Adamo, Lot, Sodoma e il Messia (Cristo), non era altro che mito? Pensate che Mosè avesse torto quando scrisse: “Non devi uccidere. Non devi commettere adulterio. Non devi rubare. . . . Non devi desiderare la casa del tuo simile . . . la moglie . . . lo schiavo . . . né alcuna cosa che appartiene al tuo simile”? Mosè scrisse pure che “non devi usare il nome di Geova tuo Dio in modo indegno, poiché Geova non lascerà impunito chi usa il suo nome in modo indegno”. Egli diede anche il comando: “Non ti devi fare nessuna immagine scolpita . . . perché io, Geova, tuo Dio, sono un Dio che esigo esclusiva devozione”. Mosè scrisse questo, non su tavolette di pietra, ma in Esodo 20:1-17, e Geova lo guidò perché scrivesse tutto questo nel nostro interesse.
27. In che modo Paolo incoraggiò il giovane Timoteo per quanto concerne le Sacre Scritture?
27 Paolo era convinto che Geova aveva diretto la composizione delle Scritture. Disse a un giovane cristiano pieno di fede: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. (2 Tim. 3:16, 17) Paolo credeva nella Bibbia. Aveva fede nei suoi insegnamenti.
28. Che cosa aveva da dire Paolo per incoraggiare coloro che hanno bisogno di fede?
28 In questi ultimi giorni ci vuole forte fede per essere cristiani, e per credere a ciò che è scritto nella Bibbia; ma alcuni hanno questa fede e si preparano a proclamare il messaggio del regno di Dio malgrado le beffe del clero. Paolo sapeva che i cristiani avrebbero avuto difficoltà a compiere il ministero non solo ai suoi giorni ma in tutte le epoche, a causa dei governi e dei capi religiosi senza fede. Perciò avvertì i cristiani dicendo: “Comunque, continuate a ricordare i giorni precedenti nei quali, dopo essere stati illuminati, sosteneste una grande gara nelle sofferenze, a volte mentre eravate esposti come in un teatro sia a biasimi che a tribolazioni, e a volte mentre eravate partecipi con quelli che avevano tale esperienza. Poiché esprimeste simpatia per quelli in prigione e accettaste con gioia la rapina dei vostri averi, sapendo d’avere voi stessi un possedimento migliore e durevole”. — Ebr. 10:32-34.
FEDELI CRISTIANI DEI NOSTRI GIORNI
29, 30. Mettete in contrasto la dichiarazione di un certo dott. Baillie con le esperienze dei testimoni di Geova durante la seconda guerra mondiale e in seguito.
29 Ai giorni degli apostoli molte migliaia di persone furono illuminate mediante la verità della Parola di Dio, camminarono nelle orme di Cristo Gesù e subirono ciò che aveva descritto Paolo. Appresero un nuovo modo di vivere, e ciò recò loro vera soddisfazione, ma anche una certa opposizione. I cristiani di oggi devono ricordarlo. Come i cristiani dei primi tempi furono illuminati e sostennero una grande gara nelle sofferenze, altrettanto devono fare oggi i cristiani. Non c’è un modo facile per essere veri cristiani. Il dott. Baillie del Seminario Teologico Unionista, facendo un commento sull’attuale condizione della cristianità, disse, secondo quanto riportato, quello che segue: “Quello che è stato messo alla prova durante tutti questi anni non è affatto cristianesimo. L’esperimento di vivere in modo cristiano non è stato fatto e fino a quel momento non ne sapremo nulla. . . . Forse il mondo non perseguita più i cristiani perché non vi sono più cristiani”.
30 Chiediamo: Ha osservato il dott. Baillie l’attività svolta dai testimoni di Geova nei passati quarantacinque anni? È vero che se guarda solo ai sistemi religiosi protestante e cattolico, questi non sono perseguitati. Ma che dire del piccolo gruppo di cristiani testimoni di Geova ai giorni di Hitler in Germania, in Polonia, in Ungheria, in Cecoslovacchia e, in effetti, in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti e il Canada, durante la seconda guerra mondiale? E che dire di oggi? Che cosa sta succedendo nella Germania Orientale, in Polonia, in Russia e nella Spagna cattolica della cristianità? In questi luoghi i testimoni di Geova sostengono “una grande gara nelle sofferenze”, e i testimoni di Geova di altre parti del mondo “esprimono simpatia” a quelli che sono in prigione.
31. Perché i testimoni di Geova sopportano la sofferenza in tutto il mondo?
31 Gesù disse riguardo ai veri cristiani: “Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”. (Matt. 24:13, VR) Il vero cristiano sopporterà la sofferenza, e certamente quelli che si manterranno saldi per i princìpi secondo i quali visse Gesù subiranno ‘biasimi e tribolazioni’ perché sono cristiani. I testimoni di Geova hanno provato i campi di concentramento, le camere a gas, l’insufficiente nutrizione e l’imprigionamento nella maggior parte dei paesi della cristianità. Oltre a ciò, la loro opera di predicazione del regno di Dio è stata al bando per anni in molti paesi della cristianità. Perché? Solo per il fatto che i testimoni di Geova volevano vivere una vita cristiana e insistevano sulla necessità di far questo, ed erano disposti a sostenere una grande gara nelle sofferenze pur di riuscirvi. Benché non tutti i cristiani testimoni di Geova fossero gettati in campi di concentramento, altri che espressero simpatia per quelli che erano in prigione accettarono con gioia la rapina dei loro averi. Leggete la storia dei moderni testimoni di Geova narrata nel libro I Testimoni di Geova nel proposito divino (inglese), e saprete quale persecuzione subirono per mano del clero e dei governanti politici in Germania, in Grecia, in Polonia, in Russia, nella Repubblica Dominicana, nel Quebec, sì, in tutte le parti del mondo. Tuttavia, oggi essi proclamano ancora il regno di Dio in questi paesi.
32. In che modo differiscono i veri cristiani dalle religioni della cristianità per quanto riguarda il continuare ad esercitare la libertà di parola?
32 Il vero cristiano dev’essere forte e, anche se la persecuzione si fa più intensa, deve continuare a prestare ascolto e a fare ciò che Dio ispirò Paolo a scrivere: “Perciò, non gettate via la vostra libertà di parola, che ha una grande ricompensa. Poiché avete bisogno di perseveranza, affinché, dopo aver fatto la volontà di Dio, riceviate l’adempimento della promessa”. (Ebr. 10:35, 36) I testimoni di Geova non rinunceranno alla loro libertà di parola a causa della persecuzione. Gesù non tenne la bocca chiusa a causa del potere della turba politica e religiosa dei suoi giorni. I fanatici religiosi dovettero ucciderlo per privarlo della libertà di dichiarare la buona notizia del regno di Dio. Oggi i cristiani non cambieranno. D’altra parte, le organizzazioni religiose della cristianità oggi fanno la volontà dei governanti politici. In molti luoghi il pulpito è divenuto il portavoce di colui che è al potere. Il clero ha gettato via la sua libertà di parola di predicare il regno di Dio per fare il gioco dei governanti politici del mondo. Il cristiano non può compromettersi, perché sa che la sua ‘libertà di parola ha una grande ricompensa’.
33. Perché molti si staccano dalle religioni della cristianità, e seguendo questa condotta quali esempi seguono?
33 Centinaia di migliaia di persone si staccano dalle false organizzazioni religiose della cristianità perché queste istituzioni non offrono nessuna promessa. Che cosa possono promettere? Rigettano la Bibbia. Non hanno nessuna “sicura aspettazione di cose sperate”. Ma quanto a coloro che cercano la verità, la Parola di Dio ha provveduto loro conoscenza e intendimento, ed essi credono che il regno di Dio è vicino. Credono a ciò che disse Paolo, anche se fu scritto millenovecento anni fa. “Poiché ancora ‘pochissimo tempo’, e ‘colui che viene arriverà e non tarderà’”. (Ebr. 10:37) Non vi è stato ritardo quanto all’arrivo di Cristo Gesù. La sua seconda presenza è stata resa manifesta sin dal 1914.a Il tempo della fine è vicino! È ora di uscire da questa Sodoma dei nostri giorni, come Lot e le sue due figlie fuggirono secoli fa da quella malvagia città. Coloro che vogliono vivere nel nuovo mondo di Dio dovranno fuggire dall’organizzazione del Diavolo e mettersi al sicuro nell’organizzazione di Geova. Dio provvederà a tutti il luogo di sicurezza durante il tempo della battaglia di Armaghedon. Avete fede che Dio farà questo per voi? Lot e le sue due figlie ebbero fede e giunsero a Tsoar, e vissero.
34. In che modo i testimoni di Geova mostrano di vivere per fede?
34 Com’è verace la Parola di Dio: “‘Ma il mio giusto vivrà a motivo della fede’, e, ‘se torna indietro, la mia anima non ha piacere in lui’”! (Ebr. 10:38) Oggi i testimoni di Geova devono vivere per fede, ma tale fede è una sicura aspettazione con piena fiducia nel futuro, perché la scritta Parola di Dio dice loro il futuro. Essi vedono che certe cose sono accadute e accadono come aveva detto la Parola di Dio. Per chiunque conosca la Parola di Dio questo non è il tempo di tornare indietro e far di nuovo parte dell’empia organizzazione del vecchio mondo, perché Dio non si compiace in un tale individuo. Paolo era un uomo deciso, di grande forza mentale e fede e poteva rafforzare la fede altrui. Con convinzione disse: “Ora noi non siamo di quelli che tornano indietro alla distruzione, ma di quelli che hanno fede per conservare in vita l’anima”. — Ebr. 10:39.
ANALIZZIAMO LA NOSTRA FEDE
35. Nell’analizzare la nostra fede quali domande esigono risposta?
35 Che fede avete voi? È una fede che torna indietro ogniqualvolta sorge una prova o una difficoltà, o è la vostra fede forte, edificata sul solido fondamento della Parola di Dio? È la vostra fede abbastanza forte da permettervi di continuare a “conservare in vita l’anima”?
36. In che modo Filippesi 4:9 ci aiuta a edificare una forte fede?
36 Paolo, scrivendo ai Filippesi, disse: “Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e vedute in me, fatele; e l’Iddio della pace sarà con voi”. (Filip. 4:9, VR) Che cosa impararono i primi cristiani da Paolo? Che cosa udirono? Che cosa videro? Che cosa avevano accettato? Sicuramente videro che Paolo era un tenace cristiano, dedicato a Geova Dio, che camminava nelle orme di Cristo Gesù. Conobbero un uomo disposto a sopportare ogni genere di sofferenze, persecuzioni, prove e ad affrontare anche la morte senza tornare indietro. Lessero la sua lettera che narrava le cose che aveva subite per amore della buona notizia di Cristo. Sapevano che Paolo credeva che Cristo Gesù aveva deposto la sua vita per la salvezza dell’umanità e che Paolo mostrava la sua credenza predicando il regno di Dio con Cristo come Re. Queste non sono che alcune delle cose che i cristiani avevano imparate da Paolo. Mediante le sue lettere e con la sua personale presenza Paolo edificò in altri la fede necessaria. Le cose predicate e vissute da Paolo, i primi cristiani testimoni di Geova le impararono, le udirono, le videro e le accettarono. Che faremo dunque ora? Voi, fedeli seguaci di Cristo Gesù, metterete in pratica oggi queste cose? Se sì, con quale risultato? “L’Iddio della pace sarà con voi”.
37. In che modo si ottiene oggi la pace di Dio, e qual è il principale esempio per mostrare il dovuto amore?
37 Come si può oggi ottenere la pace di Dio? Anzitutto, separandosi da questo empio sistema di cose. Quindi dedicatevi interamente a fare la volontà di Geova Dio. Mosè scrisse: “Io, Geova, tuo Dio, sono un Dio che esigo esclusiva devozione”. (Eso. 20:5) Perciò voi, come cristiani, dovete servire Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima, con tutte le forze. In tal modo darete prova del vostro vero amore per il Padre celeste. Oltre a ciò, dovete seguire il secondo comandamento, cioè: Ama il tuo prossimo come te stesso. Il miglior esempio di questo amore è il Figlio di Dio, Cristo Gesù. Se volete divenire cristiani dovete assomigliargli il più possibile. Vorrete imitarlo nelle cose che fece. Per far questo dovete leggere le cose che lo riguardano, sapere tutto quello che potete in merito alla sua vita e alla sua opera. Queste informazioni si trovano nella scritta Parola di Dio, la Sacra Bibbia.
38. Perché possiamo star sicuri che non è l’istruzione teologica a rendere qualificati come veri ministri di Dio?
38 Per seguire le orme di Cristo Gesù non è necessario essere addestrati in un seminario teologico o in un’università religiosa. Se tale superiore istruzione fosse stata necessaria, Pietro e Giovanni non avrebbero potuto essere apostoli di Cristo Gesù. Questi due uomini erano uomini comuni dalla mente sana. Apprezzarono e amarono la verità. Questi uomini ascoltarono e appresero dal loro insegnante Gesù Cristo. Quando il loro Insegnante risuscitato spiegò loro perché era morto sul palo di tortura, non furono di quelli che tornano indietro ma furono pronti ad andare avanti e alla Pentecoste predicarono le cose udite e nelle quali avevano creduto. Quindi il racconto biblico ci dice che quando il Sinedrio giudaico ebbe veduto “la franchezza di Pietro e di Giovanni e saputo che erano uomini illetterati e ordinari, si meravigliavano, ma li riconoscevano per coloro che erano stati con Gesù”. (Atti 4:13, Na) È lo spirito della persona, lo zelo, la devozione e la conoscenza che contano, non il suo titolo o diploma appeso alla parete. Questi uomini avevano acquistato vera conoscenza perché erano stati con Gesù e avevano imparato la verità. Esprimevano intrepidamente questa verità. Non era una loro istruzione universitaria, né le scuole rabbiniche dei loro giorni, a renderli qualificati come ministri di Dio. Non le frequentarono mai. Furono ordinati ministri di Dio da Dio, non dagli uomini. Per indossare la “tonaca” il clero della cristianità può fare risalire le sue origini al 325 d.C. e al Credo Niceno, ma non a Cristo Gesù né alla Parola di Dio.
39. (a) Che cosa dev’essere ogni cristiano, e come mostrò H. G. Wells che questo doveva essere accaduto nel cristianesimo primitivo? (b) Mostrò l’esempio di Paolo che la chiesa primitiva era un’organizzazione di predicatori? Come?
39 Queste informazioni dovrebbero infondere vero incoraggiamento a persone di tutte le parti del mondo che amano la Bibbia, e dovrebbero aiutarle a prendere la loro determinazione per compiere il ministero. Se Pietro e Giovanni, che erano pescatori, poterono essere apostoli di Gesù Cristo e poterono essere qualificati per rappresentare Dio come suoi ministri ordinati sulla terra, perché non potrebbe servirlo allo stesso modo colui che ama la verità della Parola di Dio, che è dedicato a Dio e che ha dedicato la sua vita al servizio di Dio? Tutti i primi cristiani erano ministri e studiavano la scritta Parola di Dio. È chiaro che ogni individuo che diviene cristiano deve anche essere un predicatore della buona notizia. Il difficile oggi nella cristianità è che il clero è l’unica classe di quelli che sono riconosciuti come ministri, e le congregazioni sono divenute un gregge di ascoltatori, non un gregge di predicatori. Nella cristianità si è sviluppata la classe del clero e la classe dei laici e, come fu indicato in The Outline of History, H. G. Wells vide “la profonda differenza esistente tra il cristianesimo pienamente sviluppato di Nicea e gli insegnamenti di Gesù di Nazaret”. In merito al cristianesimo primitivo egli disse: “La sua sola organizzazione era un’organizzazione di predicatori, e la sua principale funzione era il sermone”. Oggi i veri cristiani si rendono conto che l’organizzazione dev’essere proprio questo. Tutta l’organizzazione dei testimoni di Geova è costituita di ministri ordinati, e la loro principale funzione e il loro addestramento è l’uso del sermone. Essi usano sermoni biblici di porta in porta e nell’opera di studi biblici a domicilio. Ora i cristiani devono essere come i testimoni di Geova dei giorni degli apostoli, che andavano di casa in casa, e pronunciavano sermoni alle persone nelle case visitate, a ogni famiglia, e studiavano la Bibbia con loro. Paolo disse: “Io non mi son tratto indietro dall’annunziarvi e dall’insegnarvi in pubblico e per le case, cosa alcuna di quelle che vi fossero utili”. (Atti 20:20, VR) H. G. Wells mostrò che dal 325 d.C. in poi i capi religiosi della cristianità stabilirono elaborati riti intorno all’altare, consacrarono diaconi, vescovi, sacerdoti, e istituirono la messa, e cominciarono la costruzione di templi. Che differenza dal modo in cui i veri cristiani adoravano l’Onnipotente Dio Geova!
CIASCUNO DI NOI DEVE AVERE FEDE
40. (a) Che cosa hanno fatto i capi della cristianità per il popolo? (b) In che modo un capo della religione descrisse la necessità che vi è nelle organizzazioni religiose di oggi?
40 I capi della cristianità si sono messi da soli nella condizione in cui si trovano oggi. Hanno reso inutili i milioni di frequentatori delle chiese, i laici, per quanto riguarda la diffusione del cristianesimo. Il clero ha insegnato loro ad ascoltare e a compiere determinati riti formali nei loro templi ogni settimana. Non dà al gregge la responsabilità di predicare a favore di Cristo e di dire ad altri la buona notizia del regno di Dio. Oggi alcuni ecclesiastici si rendono conto del loro fallimento. Ad esempio, il “reverendo” John Heuse, parroco della parrocchia della Trinità di New York, ebbe a dirlo nel suo discorso “A che servono le chiese?”
“Nessuna parrocchia può adempiere la sua vera funzione a meno che non vi sia proprio al centro della sua vita direttiva una piccola comunità di cristiani quietamente fanatici, trasformati e veramente convertiti. La difficoltà nella maggioranza delle parrocchie è che nessuno, compreso l’ecclesiastico, è realmente molto cambiato; ma anche se al centro dell’associazione v’è un devoto sacerdote che si sacrifica, non accadrà nulla di particolare finché non vi sia una comunità di uomini e donne trasformati”. — Reader’s Digest del giugno 1962.
41. (a) Di chi è la colpa se i parrocchiani sono deboli? (b) Quale fondamentale qualità del cristianesimo manca?
41 Di chi è la colpa? Degli ecclesiastici. Essi non cercano di trasformare i loro parrocchiani in cristiani che siano disposti a “[sostenere] una grande gara nelle sofferenze”. I loro parrocchiani non vogliono essere “esposti come in un teatro sia a biasimi che a tribolazioni” per amore di Cristo. Rifiutano di essere come i primi cristiani, pronti ad andare in prigione se necessario solo per amore della predicazione della buona notizia del regno di Dio. Perché la cristianità ha fallito? I suoi seguaci non “hanno fede per conservare in vita l’anima”. Non sanno, né è stato loro insegnato, che cos’è l’opera cristiana. Le persone della cristianità non sono state ammaestrate a sostenere ciò ch’è giusto. Come potrebbero? Gesù disse: “Se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa”. (Matt. 15:14, VR) Le sue greggi non hanno imparato che cos’è il cristianesimo, che cos’è la verità. Che cosa ci si potrebbe aspettare da essi, quando uno dei loro ecclesiastici dice: “Io, tanto per cominciare, ammetto di non saper pensare a una chiesa per entrare nella quale mi preoccuperei di attraversare la strada se fossi laico”. (Vedere pagina 266). E moltissimi uomini e donne non vanno in chiesa. Molto probabilmente queste persone che non vanno in chiesa hanno notato la vera condizione delle chiese ancora prima di questo ecclesiastico.
42. Perché i concili ecumenici non uniranno le varie denominazioni religiose?
42 Si radunino pure tutti i capi delle varie denominazioni religiose del mondo intorno al papa Giovanni XXIII in un altro concilio ecumenico. Cerchino di unire le varie denominazioni religiose, cattoliche e protestanti, in una solida organizzazione. Ma non faranno mai diventare cristiani i loro membri. Ci vuole più che un consolidamento. Ci vogliono la benedizione di Dio, il suo spirito, la sua Parola e la fede del singolo per essere cristiani. La cristianità si è allontanata troppo dalla Parola di Dio, dalla verità, per tornare indietro. Troppi ecclesiastici della cristianità hanno scelto piccoli brani della Bibbia in cui credere e messo da parte il resto ritenendolo un mito. In cambio danno alle greggi le loro idee e, come spiega Paolo, essi “prestano attenzione a false storie e a genealogie, che finiscono nel nulla, ma che forniscono motivi di ricerca anziché la dispensazione di alcuna cosa da Dio riguardo alla fede”. — 1 Tim. 1:4.
43. Che cos’è la Bibbia per il vero cristiano?
43 Il vero cristiano sa mediante lo studio della Bibbia che tutta la Bibbia è un libro di azione, un libro di servizio, un libro di fede, un libro di verità e in effetti la Parola dell’Onnipotente Dio Geova. Non più tardi di millenovecento anni fa Cristo Gesù credette ai suoi veraci racconti scritti nelle Scritture Ebraiche e li citò dai libri della Bibbia. Insegnate voi ad altri le stesse cose che Gesù insegnò a quel tempo? Abbiate fede nella Parola di Dio. Studiatela! ‘Predicate la parola’, com’è dovere dei cristiani! Quindi ‘datevi ad essa con urgenza in tempo favorevole, in tempo difficoltoso’. — 2 Tim. 4:2.
44, 45. Come si mostra una fede forte?
44 Voi credete che “col cuore si esercita fede per la giustizia, ma con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. (Rom. 10:9, 10) Ebbene, è la vostra fede abbastanza forte da spingervi a parlare come cristiani e a dire la verità delle promesse di Dio circa il suo regno, che è la sola speranza del genere umano? Oppure, siete voi come un certo gruppo di cosiddetti seguaci di Cristo che Giacomo descrisse come “solo uditori, ingannando voi stessi con falsi ragionamenti. Poiché se alcuno è uditore della parola, e non operatore, questi è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio. Poiché guarda se stesso, e se ne va e immediatamente dimentica quale sorta di uomo egli sia”. — Giac. 1:22-24.
45 Il ragionamento di Giacomo è definitivo: “In realtà, come il corpo senza respiro è morto, così anche la fede senza opere è morta”. (Giac. 2:26) La fede si esprime. Compie una proclamazione. La fede non è una cosa morta, ma opera. La fede fa conoscere ad altri ciò che essa crede. Parla di casa in casa. Il ministro di Dio che ha fede dev’essere attivo. Colui che conosce la Parola di Dio la predica. La fede non ha timore di rendere testimonianza, disse Pietro. “Ma santificate il Cristo come Signore nei vostri cuori, sempre pronti a fare una difesa dinanzi a chiunque vi chieda ragione della vostra speranza, ma con mitezza e profondo rispetto”. (1 Piet. 3:15) Chi ha fede in Dio e nella Bibbia fa una difesa dinanzi a chiunque.
46. Chi scelse Gesù perché fossero i suoi portatori di luce, e quale esempio diede loro?
46 Gesù, quando parlava ai Giudei che attendevano il Messia, non scelse gli scribi e i Farisei perché fossero la luce del mondo. Scelse uomini ordinari, uomini di fede. Ricorderete che disse: “Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimaner nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto il moggio; anzi la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché veggano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è ne’ cieli”. (Matt. 5:14-16, VR) Queste istruzioni contenute nel suo Sermone del Monte le diede sia agli uomini che alle donne. Che eccellente sermone sul servizio è questo! Gesù esortò tutti gli ascoltatori a intraprendere il ministero, a rappresentare il regno di Dio e ad operare per esso. Egli disse: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio”. (Matt. 6:33, VR) Egli insegnò agli amanti della giustizia come pregare. Mostrò loro la necessità di santificare il Padre, Geova, e di pregare per il suo regno, affinché fosse fatta la sua volontà in terra come in cielo. (Matt. 6:9-15) Per compiere quest’opera di ministero si richiede da ciascuno di noi personalmente vera fede in Geova Dio, nel suo Figlio Gesù Cristo e nella Parola di Dio.
47. Che cosa dovrebbe fare oggi ciascuno di noi per conservare in vita l’anima?
47 Se avete tale fede, ciò significherà “conservare in vita l’anima”. Quindi fuggite dal vecchio mondo, che si avvia alla distruzione come Sodoma, e siate come Lot e le sue due figlie. Alzatevi e andate; siate ministri della buona notizia! Non esitate a sostenere “una grande gara nelle sofferenze, a volte mentre [siete] esposti come in un teatro sia a biasimi che a tribolazioni”. (Ebr. 10:32, 33) Servite Dio come veri cristiani e siate saldi nella fede. Credete nella sua Parola e ottenete la vita eterna nel nuovo mondo di giustizia.
[Nota in calce]
a Per avere ulteriori informazioni in merito alla seconda presenza di Cristo leggete il ventunesimo capitolo di “Sia Dio riconosciuto verace”, pagina 243.