Serviamo in vista della vita eterna
“Con la vostra perseveranza guadagnerete le vostre anime”. — Luca 21:19.
1. Come si sentono le normali creature umane circa la vita?
NESSUNA normale creatura umana vuole morire. Sia che uno sia giovane o vecchio, ricco o povero, in buona salute o malato, l’istinto di attaccamento alla vita è molto forte. Non solo questo avviene nei paesi ricchi del mondo, dove la vita è più facile e più comoda, ma avviene anche nei paesi sottosviluppati, dove la vita è spesso molto squallida, dura e incerta. In mezzo a tutte le difficoltà e i problemi è ancora valido il detto che ‘finché c’è vita c’è speranza’.
2. Come dovrebbero sentirsi i cristiani circa la vita eterna?
2 Se questo ardente desiderio e sforzo di vivere esiste in tali circostanze, quanto più diligente e risoluto dovrebbe essere il cristiano nell’afferrare saldamente la vita eterna. Sì, realmente, l’incentivo a cercare la vita eterna dovrebbe essere immensamente più forte del naturale istinto a conservare la nostra presente vita umana, che normalmente non arriva neppure a cent’anni. Chi legge e crede alla promessa biblica che “il dono che dà Dio è la vita eterna mediante Cristo Gesù nostro Signore”, certo ha la più grande speranza per il futuro che qualsiasi uomo possa volere o concepire. — Rom. 6:23.
3. Come descrisse Gesù la reazione delle persone alle promesse di vita eterna di Dio?
3 Quando leggiamo direttamente nella Bibbia e apprendiamo tutte le meravigliose descrizioni che essa contiene della vita eterna in una terra paradisiaca, con la libertà dalla malattia e dalla lotta, ci chiediamo come chiunque possa non credervi e non riporre tutta la sua fiducia in Geova, il Datore della vita. Eppure Gesù predisse che pochissimi avrebbero accettato le promesse di Geova e si sarebbero incamminati sulla via della vita eterna. “Entrate per la porta stretta; perché ampia e spaziosa è la strada che conduce alla distruzione, e molti sono quelli che vi entrano; mentre stretta è la porta e angusta la strada che conduce alla vita, e pochi son quelli che la trovano”. — Matt. 7:13, 14.
4. (a) Quale fu l’attitudine di servitori precristiani di Dio verso le promesse di vita eterna? (b) Perché il nostro apprezzamento dovrebbe essere anche più grande del loro?
4 Se abbiamo vero apprezzamento per la vita eterna e per tutte le benedizioni che l’accompagneranno in una terra paradisiaca, vorremo prendere la ferma risoluzione che, avendo trovato “la strada che conduce alla vita”, nulla ci distoglierà da essa. Vediamo la vita eterna come una meta verso cui sforzarsi, un obiettivo da raggiungere. Riconosciamo che mentre andiamo verso questa meta, siamo come i fedeli Abraamo, Isacco e Giacobbe dell’antichità, che videro da lontano le promesse di Dio. “Non [ottennero] l’adempimento delle promesse, ma le videro da lontano e le salutarono e dichiararono pubblicamente d’essere estranei e residenti temporanei nel paese. Poiché quelli che dicono tali cose mostrano di cercare premurosamente un luogo loro proprio”. (Ebr. 11:13, 14) Quei fedeli uomini ebbero perseveranza. Nel loro giorno sapevano di dover morire e attendere la promessa divina della risurrezione prima di poter realizzare l’adempimento delle promesse. Ma noi, oggi, siamo in una condizione molto più felice. Vediamo intorno a noi l’evidenza che il regno di Dio ha assunto il suo potere di governare, e che entro questa stessa generazione porrà fine al dominio di Satana e introdurrà una “nuova terra”, recando la vita eterna. (2 Piet. 3:13) Se dunque quei fedeli uomini dell’antichità furono disposti e capaci di perseverare sulla strada della vita fino alla morte, quanto più dovremmo esser capaci noi di perseverare, vivendo come viviamo alla soglia stessa del nuovo ordine di Dio?
5. Illustrate l’importanza di tenere i piedi sulla strada della vita.
5 Sopra ogni altra cosa, siamo interessati nel tenere fermamente i piedi su quella stretta strada che conduce alla vita e che così pochi trovano. Seguendo questa strada possiamo paragonarci a viaggiatori in un paese straniero. Vedendo la nostra meta all’orizzonte, dobbiamo fissare gli occhi su di essa mentre camminiamo verso di essa. Se distogliamo gli occhi dalla meta, ci allontaniamo dalla strada e ci perdiamo. Se la nostra speranza della vita è molto forte, non saremo distolti da essa. Paolo paragona questa speranza a un’àncora, dicendo in Ebrei 6:19: “Questa speranza noi l’abbiamo come un’àncora per l’anima, sicura e ferma”. Come un’àncora che trattiene sicuramente una grande nave e le impedisce di andare alla deriva fra gli scogli che potrebbero farla naufragare, così questa speranza di vita eterna ci àncora fermamente a Geova Dio e ci impedisce di allontanarci dalla strada della vita. Ma se l’àncora comincia a trascinarsi, la nave sarà perduta. Dobbiamo dunque accertarci di non perdere mai la nostra àncora, la nostra speranza, e di non esporci così al naufragio della nostra fede.
6. Spiegate perché dobbiamo mantenere la nostra fede nella speranza della vita.
6 Dobbiamo continuamente edificare la nostra fede nella vita eterna come una speranza che teniamo sempre in vista. La fede è qualche cosa che non possiamo semplicemente accettare una volta per tutte e quindi presumere che si mantenga senza ulteriore aiuto. La nostra fede nelle promesse di Dio ci dà una meravigliosa veduta nel futuro del nuovo ordine di Dio, che rimarrà per sempre. Ma una veduta è buona solo finché possiamo vederla chiaramente. Qualcuno può vivere in una casa con una bellissima veduta, ma se non lava mai le finestre la veduta svanisce presto dinanzi agli occhi. La veduta è sempre lì ma egli non può più vederla. Deve lavare regolarmente le finestre se vuole continuare a godere della bella veduta.
7. Come possiamo evitare il peccato della mancanza di fede?
7 Così avviene con la nostra fede nelle promesse di Dio; dobbiamo continuare a rinnovarla, soffermandoci su di essa, parlandone e così rafforzandola. Se non facciamo questo, la nostra fede può infine svanire dalla vista. Per questa ragione l’apostolo Paolo diede un vigoroso avvertimento ai cristiani ebrei di mantenere viva la loro fede. “Badate, fratelli, che non sorga in alcuno di voi un cuore malvagio privo di fede che si allontani dall’Iddio vivente; ma continuate ad esortarvi gli uni gli altri ogni giorno, finché può chiamarsi ‘Oggi’, affinché nessuno di voi sia indurito dal potere ingannatore del peccato. Poiché noi diveniamo effettivamente partecipi del Cristo solo se manteniamo salda sino alla fine la nostra presa sulla fiducia che avemmo nel principio”. (Ebr. 3:12-14) Non possiamo mai dimenticare che la perseveranza nella via della vita è necessaria e questa dipende dal tenere in vista la nostra speranza della vita. Perdere di vista la vita eterna significa perdere infine la vita stessa.
COSE CHE POSSONO OSCURARE LA NOSTRA VISTA DELLA VITA
8. (a) Perché è importante che il cristiano abbia una mente spirituale? (b) In che modo la perdita della nostra veduta spirituale può farci perdere di vista la meta della vita eterna?
8 Quali sono alcune delle cose che potrebbero oscurare la nostra vista della vita eterna? Gesù ci aiuta a capire questo in Giovanni 6:63, dove dice: “Lo spirito è vivificante; la carne non giova affatto”. La nostra speranza è una speranza spirituale perché ha origine dal Grande Spirito, Geova Dio. Non possiamo tenere gli occhi fissi su una meta spirituale nutrendo e coltivando speranze mondane e desideri carnali. Il mantenere una chiara vista della speranza della vita eterna dipende interamente dal mantenere la nostra spiritualità. Dobbiamo vivere una vita spirituale, acquistando una mente spirituale. Questo ci aiuta a tenere gli occhi sulla meta. Guardate la cosa in questo modo. Se avete un lungo cammino da percorrere, che cosa può farvi continuare a camminare anche quando avete le gambe molto stanche? Ebbene, è la vista della meta, non è vero? Anche se può essere ancora distante, mentre la vedete avvicinarsi sempre più siete incoraggiati a vincere la vostra crescente fatica e a fare rinnovati sforzi per continuare. Ma se non potete vedere la meta e non sapete quanto è lontana, che dire dunque? Anche se è solo dietro la prossima curva nella strada, il fatto che non la potete vedere fa sembrare più grande la vostra stanchezza, e presto siete pronti a cedere. Oggi, c’è un pericolo molto reale, che molti dedicati corrono, di perdere la propria veduta spirituale, perdendo di vista la meta della vita eterna e stancandosi nel servizio di Geova.
9. A quali altri pericoli ci espone la perdita della spiritualità?
9 La perdita della spiritualità può recare anche maggior danno. Ci può coinvolgere nelle opere della carne menzionate da Paolo in Galati 5:19-21. Fra quelle menzionate lì vi sono “fornicazione, impurità, condotta dissoluta, . . . ubriachezze, gozzoviglie e simili”. Paolo prosegue dicendo: “Circa queste cose vi preavverto, come vi preavvertii, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”. Sarebbe fatale cadere nel laccio di queste opere della carne, queste pratiche del mondo del genere umano, perché significherebbe la perdita della nostra speranza della vita eterna. Malgrado questo chiaro, evidente avvertimento biblico, migliaia di dedicati servitori di Geova si sono lasciati trascinare in queste opere della carne e sono stati disassociati di mezzo al puro popolo di Geova. Questo è avvenuto perché hanno perso la loro spiritualità, hanno perso di vista la vita eterna. Qualche cos’altro è sembrato loro più desiderabile. Ma nulla, proprio nulla, potrebbe essere più desiderabile della vita eterna in giuste condizioni. Com’è essenziale assicurarsi che nulla oscuri mai la nostra vista della vita eterna!
10. Mostrate dalle Scritture che dobbiamo permettere che lo spirito di Dio, non la nostra carne decaduta, controlli la nostra vita.
10 Vi sono altri modi in cui la nostra carne umana può oscurare la nostra vista della vita eterna. Paolo disse: “Rivolgere la mente alla carne significa morte, ma rivolgere la mente allo spirito significa vita e pace”. (Rom. 8:6) La nostra peccaminosa carne umana vorrebbe assumere completo controllo di noi, trascinandoci con sé nel perseguimento dei suoi desideri, e soffocando l’influenza del santo spirito di Dio nella nostra vita. Come dedicati cristiani dobbiamo imparare a resistere all’inclinazione di mettere prima i nostri propri desideri carnali e imparare ad essere sempre guidati dallo spirito di Dio. — Gal. 5:16, 17.
11. Quali decisioni cruciali da cui dipende la vita affrontano oggi molti nostri fratelli?
11 Alcuni argomenti della carne sono molto forti e attraenti. Possono sorgere circostanze in cui sia in gioco la nostra stessa vita. Possiamo essere malati, e ci può esser detto che nulla all’infuori di una trasfusione di sangue può salvarci la vita. Sappiamo che tale uso di sangue è contrario alla volontà di Geova. (Atti 15:28, 29) Quale sarà la nostra scelta? A volte alcuni dei nostri fratelli hanno affrontato richieste da parte di governi nazionalistici di inchinarsi e adorare in modo idolatra emblemi nazionali, come i tre fedeli Ebrei Sadrac, Mesac e Abednego. Essi sono stati minacciati di morte immediata se non facevano questo. Altri, sforzandosi di mantenere la loro neutralità cristiana rispetto alle guerre fra le nazioni del mondo, hanno affrontato simili minacce alla loro vita.
12. Quale giusta attitudine verso la vita ci aiuterà a sopravvivere a queste importanti prove?
12 Come possiamo sopravvivere a tali prove cruciali e conservare il favore di Geova? Ebbene, che cosa cerchiamo noi? Di salvare la nostra presente vita umana, o di ottenere la vita eterna? Se realmente abbiamo come meta la vita eterna e la teniamo sempre in vista, non considereremo la nostra presente durata della vita umana di così grande importanza da fare compromesso sulle leggi di Geova. La nostra più importante considerazione sarà di mantenere l’integrità a Geova, non di conservare la nostra presente vita. Ricordate le parole di Gesù che “lo spirito è vivificante; la carne non giova affatto”. Non lasciate mai che la vostra carne vi induca a violare le leggi di Geova. Più chiaramente Gesù disse: “Poiché chi vuol salvare la sua anima la perderà; ma chi perde la sua anima per amor mio la troverà”. (Matt. 16:25) Se tenete in vista la vita eterna, anziché la vostra presente breve vita, manterrete l’integrità.
13. A quale tentazione dobbiamo resistere, e come possiamo far questo?
13 Potete aspettare la vita eterna? Molti non possono. Cercano una più immediata ricompensa, anche se molto inferiore. Ci vogliono apprezzamento e maturità spirituale per poter resistere alla tentazione di afferrare i temporanei vantaggi a costo della vita eterna. “Rivolgiamo lo sguardo non alle cose viste, ma alle cose non viste. Poiché le cose viste sono temporanee, ma le cose non viste sono eterne”. (2 Cor. 4:18) Sviluppate la vostra veduta spirituale, tenete gli occhi sulla meta della vita eterna, e non permettete che nulla vi oscuri la vista.
COME POTETE TENERE IN VISTA LA VITA ETERNA
14. Quali princìpi dobbiamo avere chiari nella mente nella nostra relazione con Geova?
14 Geova è il datore della vita. “Poiché in te è la fonte della vita”. (Sal. 36:9, VR) Non possiamo tenere in vista la vita eterna senza stare vicini a Geova, fonte della vita. Sofonia pose in risalto ciò, mettendo Geova al primo posto, quando disse: “Cercate il Signore voi tutti, mansueti della terra”. (Sof. 2:3, Na) Davide espresse questa stessa importante verità, mettendo prima Geova, in Salmo 16:8 (Na): “Io ho posto sempre il Signore innanzi agli occhi miei”.
15. (a) Che cosa dovremmo sapere circa la dedicazione? (b) Quale cosa necessaria ci aiuterà a stare vicini a Geova, tenendolo sempre dinanzi a noi?
15 Questo è ciò che intendiamo quando dedichiamo la nostra vita a Geova. Non ci dedichiamo a una religione, né a un uomo, né a un’organizzazione. No, ci dedichiamo al Supremo Sovrano dell’Universo, al nostro Creatore, Geova Dio stesso. Questo rende la dedicazione una relazione molto personale fra noi e Geova. Per questa ragione, tutti i dedicati sono non solo privilegiati ma obbligati ad avvicinarsi a Geova in preghiera. Giacomo 4:8 ci dice: “Appressatevi a Dio, ed egli si appresserà a voi”. Se non mettiamo continuamente Geova davanti a noi in preghiera non possiamo adempiere i nostri voti di dedicazione, perché non è proprio possibile avere una stretta, calorosa, personale relazione con qualcuno se non gli parliamo di continuo. Sappiamo tutti ciò che accade quando i componenti di una famiglia smettono di parlarsi. La loro relazione si rompe. Se mai permettessimo che ciò accadesse alla nostra relazione con Geova sarebbe fatale per le nostre speranze di vita eterna.
16. Com’è messo in risalto il bisogno della preghiera oggi, e che cosa fa per noi la preghiera?
16 Questo bisogno di preghiera individuale diventa più grande mentre ci avviciniamo alla fine completa di questo sistema di cose. Pietro ci dice: “La fine di ogni cosa si è avvicinata. Siate di mente sana, perciò, e siate vigilanti in vista delle preghiere”. (1 Piet. 4:7) Sì, dobbiamo stare molto desti davvero per non trascurare mai questo prezioso privilegio della preghiera, che ci aiuta ad appressarci alla Grande Fonte della vita. La preghiera ci tiene desti alla nostra dedicazione a Geova, ci aiuta ad avere una mente spirituale, ci rende più grati a Geova della sua bontà, e stimola il nostro apprezzamento per essere suoi servitori con la meta della vita eterna.
17. Come lo studio personale e la meditazione ci aiutano a tenere la mente su cose giuste?
17 Lo studio personale e la meditazione ci aiutano pure ad appressarci a Geova e a mantenere una chiara visione della verità. La lettura della Bibbia dovrebbe occupare un posto importante nel nostro programma di studio. Dovremmo trovare il tempo ogni giorno per meditare su di essa affinché i suoi giusti princìpi divengano parte integrale dei processi del nostro pensiero. Possiamo metterci alla prova su ciò. Fatevi questa domanda: “Quando la mia mente non è attivamente occupata in un particolare progetto, a che cosa si volge?” Dovrebbe volgersi come cosa normale a Geova e alla considerazione dei suoi propositi. Come l’ago della bussola può temporaneamente spostarsi a sinistra o a destra, ma ritorna sempre a indicare il nord, così la nostra mente dovrebbe tornare a Geova e alla sua Parola. Se faremo questo, non avremo ragione di temere i tempi difficili. Avremo assimilato la Parola di Dio dalla pagina stampata, che gli uomini possono distruggere, e l’avremo messa nel profondo del nostro cuore, dove gli oppositori non possono toccarla. Quindi, indipendentemente dalla difficoltà in cui possiamo trovarci, nulla potrà cancellare la nostra vista della vita eterna.
18. Perché è bene avere sempre “molto da fare nell’opera del Signore”, e come la visibile organizzazione di Geova ci aiuta in questo?
18 Considerate anche l’aiuto che Geova ci dà benignamente per mezzo della sua visibile organizzazione sulla terra. Purché stiamo vicini ad essa e serviamo con essa, otteniamo grande protezione. Questa è la sola organizzazione che oggi esista esclusivamente allo scopo di fare l’opera di Geova, ed è veramente un’organizzazione di lavoratori. Questo avviene perché l’opera è urgente, come mise in risalto Gesù: “Noi dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato, mentre è giorno; viene la notte, quando nessuno può operare”. (Giov. 9:4) A volte possiamo pensare che si richieda troppo da noi nel servizio di Geova e che ci sia troppo da fare. Comunque, anziché considerare la cosa in quel modo, perché non cerchiamo di vederla in questo modo? Occupando tutto il nostro tempo fino a sovrabbondare nel suo servizio, Geova è benigno verso di noi. L’essere occupati nel servizio di Geova è una salvaguardia per noi. Quindi non abbiamo proprio tempo per gli interessi mondani intorno a noi che chiedono a gran voce il nostro tempo e la nostra attenzione. Non v’è dubbio che le occupazioni mondane richiedono molto del nostro tempo. Sia nel lavoro che nella ricerca del piacere, vorrebbero toglierci ogni minuto. Ma esse non possono darci la vita eterna. Perciò quando Geova mediante la sua visibile organizzazione dispone benignamente di riempire la nostra vita con il servizio, dovremmo rallegrarci. Paolo si espresse a questo modo: “Quindi, miei diletti fratelli, divenite saldi, incrollabili, avendo sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana riguardo al Signore”. (1 Cor. 15:58) Son quelli che hanno poco da fare nel servizio di Geova che cadono nel peccato, non quelli che hanno molto da fare e lo fanno con gioia. L’avere molto da fare nel servizio di Geova ci assicura che teniamo in vista la meta della vita eterna.
19. Quale parte ha la gioia nel tenere gli occhi fissi sulla meta della vita?
19 Quelli che hanno molto da fare nel servizio di Geova provano grande gioia nel farlo. “Servite il Signore con letizia, entrate al suo cospetto con esultanza”. (Sal. 100:2, Na) Non siete d’accordo che potete impegnarvi molto più a lungo in un lavoro quando vi piace realmente? Sì, la gioia dà perseveranza. Questa gioia sostenne Gesù durante le sue sofferenze. Paolo dice, in Ebrei 12:2: “Per la gioia che gli fu posta dinanzi egli sopportò il palo di tortura, disprezzando la vergogna, e si è messo a sedere alla destra del trono di Dio”. Finché proveremo questa stessa meravigliosa gioia nel servizio di Geova essa ci manterrà attivi e ci salvaguarderà dal rallentare e smettere. E per avere gioia ora, dobbiamo sempre tenere dinanzi a noi la meravigliosa gioia di vivere per sempre nel nuovo ordine di Dio. Come Gesù trionfò sul palo di tortura e sulla morte stessa per la gioia che gli fu posta dinanzi, così noi potremo superare tutti gli ostacoli sul nostro cammino. In verità, l’assenza della gioia è un sicuro segno di infermità spirituale. Spesse volte questa mancanza di gioia è dovuta all’aver perso di vista la meta della vita eterna.
CONTINUATE A SERVIRE IN VISTA DELLA VITA ETERNA
20. In che modo l’eccellente esempio di Abraamo ci incoraggia?
20 Avendo scelto il cammino della vita, ed essendo decisi ad attenerci ad esso a ogni costo, possiamo trarre molto conforto e incoraggiamento dai fedeli esempi di uomini dei tempi passati, come Abraamo, che rispose volenterosamente alla chiamata di Dio. Mentre Abraamo viveva negli agi a Ur dei Caldei, Geova lo chiamò perché andasse a servire in un altro paese, che non aveva mai visto. Questa fu una grande prova per la sua fede. Avrebbe dovuto cambiare completamente il suo modo di vivere, vivendo da quel momento in poi come nomade, badando a greggi e bestiame. Perché dunque andò? Perché era un uomo di visione e fede. Paolo ci dice che “aspettava la città che ha reali fondamenta, il cui edificatore e creatore è Dio”. (Ebr. 11:10) Sì, Abraamo vide da lontano il regno di Dio e lo salutò. Egli sapeva bene che l’adempimento della promessa di Geova non sarebbe venuto durante la sua vita. Ma questo non fece vacillare la sua fede nella promessa. Sino alla fine dei suoi 175 anni sulla terra mantenne l’integrità a Geova, perché serviva in vista della vita eterna.
21. Quale giusta veduta da parte di Abraamo e Mosè possiamo imitare con profitto?
21 Anche Mosé, sebbene fosse allevato e istruito nel palazzo di Faraone, rinunciò volenterosamente a questa alta posizione e alla sua gloria e ricchezza per servire semplicemente come pastore delle “pecore” di Dio. E che cosa lo persuase a far questo? Ebrei 11:26 dice che “guardava attentamente la ricompensa”. Sì, non perse mai di vista il nuovo ordine di Dio. Abraamo e Mosè risposero alla chiamata di Dio perché vollero essere nel servizio di Geova indipendentemente da dove o che cos’era. Sia che fosse loro chiesto di fare questo o quello, di andare qui o lì, ciò non ebbe grande importanza per loro. Essi vollero semplicemente servire Geova, fare la sua volontà, e ricevere infine le benedizioni della vita eterna.
22. In che modo la prontezza a servire ci aiuta a tenere in vista la vita eterna?
22 Questa eccellente attitudine mentale è stata una qualità che ha distinto i veri servitori di Dio in tutti i tempi. Dovremmo sempre coltivare questo spirito volenteroso, dovremmo sempre cercare le opportunità di servire Geova, e cercare d’essere qualificati per accresciuti privilegi di servizio. Paolo disse a Timoteo: “Se un uomo aspira all’incarico di sorvegliante, desidera un’opera eccellente”. (1 Tim. 3:1) Come aspiriamo a questi privilegi? Cerchiamo di sviluppare i requisiti scritturali mediante lo studio, mediante il servizio, sviluppando maturità mediante l’esperienza, coltivando i frutti dello spirito, e rispondendo volenterosamente a ogni chiamata che viene per mezzo dell’organizzazione di Geova. Quando ci sono offerti tali privilegi li consideriamo, non come pesi, ma come ricche ricompense per il fedele servizio.
23. Come sono benedetti ora quelli che mettono Geova al primo posto?
23 Oltre alla speranza della vita eterna, Geova Dio riserva meravigliose ricompense ora, in questo periodo di tempo, a quelli che accettano volenterosamente il suo servizio. In risposta alla domanda di Pietro su questo, Gesù disse: “Veramente vi dico: Non c’è nessuno che, avendo lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per amor mio e per amore della buona notizia, non riceva ora, in questo tempo, cento volte tanto, di case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel sistema di cose avvenire la vita eterna”. (Mar. 10:29, 30) Nel nostro giorno migliaia di fedeli pionieri ed altri hanno provato che le parole di Gesù sono veraci. Nel loro lavoro fatto per vero amore hanno trovato e nutrito gli agnellini di Geova, e ora le case di questi sono aperte a quei pionieri, come se fossero membri della famiglia. Essi hanno veramente centinaia di case e madri e fratelli, e ancora, la speranza della vita eterna.
24. Come ci incoraggiano le Scritture a continuare a servire in vista della vita eterna?
24 Indipendentemente dal fatto che siate nell’organizzazione di Geova da sei mesi o da sessant’anni (come alcuni), c’è ancora bisogno di continuare a servire, ancora bisogno di perseveranza. A volte, persecuzione, infermità, opposizione familiare, o solo apatia e indifferenza da parte di quelli ai quali predicate possono mettere a dura prova le vostre facoltà di perseveranza. Ricordate le parole di Giacomo: “Felice l’uomo che continua a sopportare la prova; perché, essendo approvato, riceverà la corona della vita, che Geova ha promessa a quelli che continuano ad amarlo”. (Giac. 1:12) Anche Paolo ci incoraggia a continuare a servire Geova con perseveranza: “Non smettiamo dunque di fare ciò che è eccellente, poiché a suo tempo mieteremo se non ci stanchiamo”. (Gal. 6:9) Mantenendo luminosa la nostra visione delle promesse di Geova e non permettendo mai che nulla ci faccia sviare dal sentiero della vita potremo continuare a servire in vista della vita eterna, finché Geova ce lo chiederà. E quale grande risultato ci sarà per noi. “Con la vostra perseveranza guadagnerete le vostre anime”. — Luca 21:19.