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Lettera della FilialeServizio del Regno 1977 | Ottobre
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Lettera della Filiale
Cari proclamatori del Regno,
Quando siamo occupati nel servizio di Geova, il tempo vola, non è vero? Ora che siamo nel nuovo anno di servizio possiamo ripensare con piacere agli incoraggianti aspetti di quello terminato da poco e che è culminato in un grande banchetto spirituale, le assemblee di distretto della scorsa estate.
Sappiamo che vi interessa conoscere alcuni recenti sviluppi dei preparativi per la futura espansione. Per lo stabilimento tipografico di Brooklyn sono state acquistate due grandi e veloci rotative offset. Una è stata installata la scorsa estate e l’altra doveva essere consegnata in ottobre. Tali rotative miglioreranno la qualità della stampa, specialmente le figure. Ciascuna ha una capacità massima di 32.000 impressioni all’ora, che è da tre a quattro volte la capacità di una delle quattro macchine da stampa più vecchie smontate ora per far posto a quelle nuove. Da oltre un anno il nuovo Reparto Fotoincisione, con la sua versatile macchina fotografica da 32 pollici ha permesso d’avere illustrazioni migliori e di fare un considerevole risparmio nella stampa della letteratura e delle riviste.
L’edificio Towers di Brooklyn è stato rimesso a nuovo per oltre l’80 per cento. Cominciando i lavori dal quindicesimo o ultimo piano, ciascun piano è stato progressivamente finito e occupato, finché ora restano da completare solo i primi tre piani, e il piano sotto al seminterrato. I fratelli della Betel di Brooklyn ci comunicano che dal mese di maggio usano le due nuove sale da pranzo, dove c’è posto per 950 persone, e la nuova cucina che si trova nel seminterrato.
Ai primi dell’autunno la Società avrà in funzione a Brooklyn un piccolo calcolatore per la contabilità, le fatture, le etichette e l’inventario della letteratura. Questo farà accelerare le operazioni e permetterà di rendere un miglior servizio ai fratelli.
Siamo felici anche di trasmettervi
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Rendete attraente la buona notizia per i vostri viciniServizio del Regno 1977 | Ottobre
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Rendete attraente la buona notizia per i vostri vicini
1 Saremmo senz’altro lieti se i nostri vicini, quelli che abitano nella stessa via o nell’appartamento accanto al nostro, accettassero la buona notizia. Sarete andati indubbiamente alla loro porta nel servizio di campo; forse avete anche provato a dare loro testimonianza in altre occasioni. Potete fare qualche altra cosa?
2 Aprite la Bibbia in Ebrei 13:15, 16 e leggete attentamente. Notate che, oltre a esortarci a ‘fare pubblica dichiarazione al nome di Geova’, dice: “Non dimenticate di fare il bene e di condividere con altri, poiché Dio si compiace di tali sacrifici”. Rammentate che nella parabola del “buon Samaritano” Gesù illustrò cosa significa amare il prossimo. Mostrò che amare il prossimo vuol dire anche venire in suo aiuto in senso materiale quando ce n’è vero bisogno. (Luca 10:25-37) E nel Sermone del Monte, Gesù indicò chiaramente che tali atti di benignità non si dovevano riservare solo a chi è gentile con noi. (Matt. 5:43-48) Teniamo gli occhi aperti per scorgere le opportunità di mettere in pratica questi consigli della Parola di Dio verso coloro che abitano nel nostro quartiere?
MODI PRATICI
3 Essi sanno che parliamo di amore del prossimo, ma le nostre parole acquistano più significato quando ci vedono dimostrarlo in modi che possono apprezzare. Quando qualcuno si trasferisce nel vostro quartiere, date loro il benvenuto? Se sapete che qualcuno è malato, offrite il vostro aiuto? Anche se non siamo parte del mondo ed evitiamo di immischiarci nelle sue attività sociali, ci interessiamo moltissimo delle persone e abbiamo tante opportunità di dimostrarlo con atti di vera benignità.
4 Forse non è il caso di parlare della Bibbia tutte le volte che facciamo una cortesia a un vicino di casa. Come consigliò l’apostolo Pietro alle mogli cristiane i cui mariti non sono credenti, a volte è meglio cercar di guadagnare altri alla verità con la condotta, senza predicare direttamente. (1 Piet. 3:1) Se nella conversazione si apre uno spiraglio per parlare della speranza del Regno, parlatene con naturalezza. Non pensate che, una volta che avete cominciato a parlare, dobbiate fare un lungo discorso. Dite una o due frasi, poi soffermatevi per vedere la reazione. (Notate come fece Gesù, in Giovanni 4:7-15). Se non c’è nessun interesse, forse è meglio aspettare un’altra volta per continuare la conversazione su quel soggetto. Ma tenete in mente l’obiettivo: riscontrerete che in un certo periodo di tempo potete ottenere più risultati che se cercaste di dire tutto in una volta.
5 Alcuni fratelli e sorelle hanno avuto ottimi risultati in questo. Una sorella dice di sé: “Desideravo tenere uno studio biblico proprio con qualche vicina di casa”. Tanto per cominciare, decise di fare conoscenza con loro, mostrandosi semplicemente amichevole. Non proprio all’inizio, ma in seguito, si presentarono occasioni di dare testimonianza. Una vicina le chiese qual era la sua religione. Fu subito iniziato uno studio. Altri mostrarono interesse. Ora tre donne e due mariti sono Testimoni. Notate che ella ebbe pazienza; stabilì relazioni amichevoli prima di cercar di dare testimonianza.
6 Un’altra proclamatrice disse ai nuovi vicini che potevano servirsi del suo telefono finché il loro non era installato. Non il primo giorno, ma in seguito, nella conversazione si presentò l’opportunità di dare testimonianza riguardo alla risurrezione. La proclamatrice fu breve di proposito, non volendo sommergere la vicina con troppe cose tutte in una volta. Ma nel giro di qualche giorno fu la vicina a ritornare sull’argomento. Ora si tiene uno studio regolare.
7 Una donna si ruppe una gamba in un incidente. Una vicina, una Testimone, ebbe benignamente cura di lei, le fece le pulizie e preparò i pasti per lei e per la sua famiglia, e, mentre faceva questi lavori, parlava del Regno, quando era il caso. La sincera benignità cristiana manifestata spinse la donna a volere uno studio biblico. Ora ella e i suoi tre figli svolgono una buona attività nella congregazione. Certo, non tutti coloro ai quali è stata mostrata tale benignità cristiana sono divenuti Testimoni, ma molti di essi sono ora più favorevoli, perché in seguito alla loro esperienza personale si sono convinti che i Testimoni di Geova hanno veramente cura dei propri vicini.
8 Dovrebbe essere una cosa naturale per noi usare cortesie ai vicini, e non dovremmo considerarlo solo un mezzo per conseguire un fine. Ma se vi rendete conto di aver bisogno di sforzarvi un po’ in tal senso, stabilite precisamente cosa potete fare e quando. Può darsi benissimo che, “in seguito alle vostre opere eccellenti delle quali sono testimoni oculari”, alcuni di essi “glorifichino Dio”. — 1 Piet. 2:12.
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Provate più gioia nel servire DioServizio del Regno 1977 | Ottobre
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Provate più gioia nel servire Dio
1 La gioia è un frutto dello spirito santo di Dio, qualcosa di cui abbiamo bisogno. Gesù, ripieno dello spirito di Dio, fu un uomo gioioso, anche se era un “uomo fatto per le pene e per essere familiare con l’infermità”. (Isa. 53:3) Nondimeno, “per la gioia che gli fu posta dinanzi egli sopportò il palo di tortura, disprezzando la vergogna, e si è messo a sedere alla destra del trono di Dio”. — Ebr. 12:2.
2 Gesù attendeva di compiere il servizio di Re e Sommo Sacerdote riservatogli da Dio. Egli provò grande gioia ammaestrando e addestrando altri che avrebbero partecipato con lui a quel Regno. Provò anche sublime gioia nel sostenere il nome del Padre suo e nel rafforzare i suoi discepoli affinché fossero partecipi di quella gioia. Queste gioie fecero apparire insignificanti tutte le mortificazioni e i maltrattamenti. Imitando Gesù, saremo in grado di affrontare le situazioni difficili, oltre che a gioire in quelle favorevoli, mentre predichiamo la buona notizia. Ci sostiene sempre la gioia di pregustare il nuovo sistema di cose e ciò che Geova ha in serbo per noi, mentre apprezziamo d’avere al presente un certo grado di salute e di forza da usare nel suo servizio.
LE GIOIE CHE POSSIAMO AVERE ORA
3 Una delle più grandi gioie che ora possiamo avere è quella di aiutare i fratelli quando sono malati, nel bisogno, nell’angustia, quando hanno perduto qualche persona cara o si sentono soli. (Gal. 6:10; Giac. 1:27) E che cosa può sostituire la gioia che proviamo parlando ad altri della buona notizia, specialmente quando studiamo la Bibbia con loro? Nulla è più incoraggiante che vedere gli studenti comprendere la verità e cominciare a cambiare la
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