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Stabilità e permanenza durante il mutamento del mondoLa Torre di Guardia 1951 | 1° settembre
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ma ora egli ha promesso, dicendo: ‘Ancora una volta io metterò, non solo la terra, ma anche il cielo in commozione.’ Ora l’espressione ‘ancora una volta’ significa la rimozione delle cose che sono smosse come cose che sono state fatte, affinché le cose che non sono smosse possano sussistere. Perciò, vedendo che riceveremo un regno che non si può smuovere, continuiamo ad avere immeritata benignità, mediante la quale possiamo accettevolmente rendere a Dio sacro servizio con devota riverenza e timore”. — Ebr. 12:26-28, NM.
15 Comunque sia, pare che il Salmo 46 si riferisca a un reale cataclisma terrestre. Per dar forza al suo argomento il salmista dice che, anche se un tale cataclisma letterale dovesse verificarsi sulla terra e la faccia del globo dovesse mutarsi in mezzo a una terrificante commozione, egli non temerebbe. Né avrebbe motivo di temere, perché egli è solidamente protetto e sostenuto da una forza che non è la sua propria forza umana ma viene dall’Iddio Onnipotente. Mentre il cataclisma della natura rumoreggiava e infieriva alla fine del mondo antidiluviano, come dovettero sentirsi liberi dalla paura Noè e la sua famiglia! Non solo perché erano al riparo nell’arca che avevano costruita, ma perché confidavano nel grande Dio Geova per la loro vera protezione. Egli non avrebbe colpito loro per mezzo del diluvio col quale distrusse l’empio, beffardo mondo. Come avvenne ai giorni di Noè, così avverrà in questo giorno dell’invisibile presenza del Figlio dell’uomo nella potenza del Regno.
16 Mentre ci avviciniamo alla battaglia d’Harmaghedon, “la guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente,” non sappiamo quali forze catastrofiche Geova Dio metterà in azione per sommergere questo mondo e spazzarlo via. Gli elementi politici, commerciali, militari e religiosi di questo mondo tremeranno sicuramente di paura alla vista e al suono di tali forze e diventeranno sempre più terrorizzati di fronte alla sicura prospettiva della loro propria distruzione. Noi sotto il rifugio del regno di Dio non dovremmo temere. Potremmo naturalmente essere spaventati, come lo fu Mosè al Monte Sinai, ma non parteciperemo alla paura del mondo. (Ebr. 12:21) Sappiamo che Dio domina le forze di distruzione e sappiamo verso chi egli le rivolge, non verso di noi ma verso i suoi nemici, i nostri nemici. Noi abbiam fatto di lui il nostro rifugio e il nostro riparo, ed egli sicuramente ci coprirà passando oltre come l’angelo distruttore passò oltre tutte le case d’Egitto segnate col sangue dell’agnello pasquale.
17 Il suo atto di distruzione del vecchio mondo è l’“atto strano”, l’atto di Dio, che noi abbiamo atteso, sì, per il quale abbiamo pregato. La nostra speranza e fiducia non sono mal riposte su alcuna delle cose create dall’ingenuità dell’uomo, perché sappiamo che sono condannate e scompariranno con questo vecchio mondo. Noi abbiamo a lungo testimoniato e sofferto in mezzo a questo vecchio mondo e ora esso passerà via da noi perché non ne facciamo parte. Ma noi non scompariremo con esso, perché siamo del nuovo mondo di giustizia. Noi apparteniamo all’organizzazione teocratica di Dio sotto il suo regno. La sua organizzazione visibile non scomparirà, ma è tanto stabile e permanente quanto il suo regno. Perciò qualsiasi memorabile, violento mutamento venga nell’aspetto fisico della terra alla fine del mondo di Satana, noi non avremo paura.
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Mattutino soccorso per sopravvivere alla fine del mondoLa Torre di Guardia 1951 | 1° settembre
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Mattutino soccorso per sopravvivere alla fine del mondo
1. Qual è la condizione delle capitali del mondo, e perché?
LE CAPITALI del mondo son tutte colme di tensione nella crisi mondiale. Sono la scena di conferenze di terrorizzati statisti, indotti all’azione dall’estrema urgenza della minacciosa situazione. Gli allarmi riempiono le capitali ed esse sono indotte ad assumere maggior potere sulla vita e il destino del popolo. Sono tutte pervase dall’inquietudine. Non hanno nulla di sostanziale che assicuri loro il benessere nell’immediato futuro. In nessuna di esse è qualche reale, profonda letizia, neppure nella capitale delle Nazioni Unite, né nella capitale religioso-politica, la Città del Vaticano.
2. Quale città, per altro, gode di refrigerio e allegrezza, e come fu essa prefigurata?
2 Una città, per altro, gode un refrigerio e un’allegrezza che il mondo non conosce e non può capire. È la città del nuovo mondo verso la quale i Cristiani han camminato durante i trascorsi diciannove secoli, la capitale di Dio sull’universo. Ora essa ha stabilito il suo potere sopra la nostra terra. Questa è la città alla quale accenna l’apostolo quando scrive: “Ma voi vi siete avvicinati a un monte Sion e a una città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste, e a miriadi di angeli, in generale assemblea, e alla congregazione dei primogeniti che sono stati registrati nei cieli, e a Dio il Giudice di tutti, e alla vita spirituale dei giusti che sono stati resi perfetti, e a Gesù il mediatore di un nuovo patto, e al sangue d’aspersione che parla meglio del sangue di Abele”. (Ebr. 12:22-24, NM) Gerusalemme sulla terra fu una volta il simbolo della Gerusalemme celeste, nei giorni in cui i fedeli re della linea di Davide sedevano sul “trono di Geova” su uno dei suoi monti chiamato “Monte Sion”. Stabilendo quivi il suo tempio Iddio pose il suo nome Geova su quella città, e la città prefigurò quindi l’organizzazione capitale di Dio nell’universo. Cristo Gesù e la sua fedele assemblea di coeredi glorificati formano tale organizzazione capitale.
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