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Il sabato del CristianoLa Torre di Guardia 1952 | 15 giugno
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i Giudei non riuscirono ad entrarvi a causa della disubbidienza e della mancanza di fede. Quindi “noi che abbiamo esercitato fede entriamo in quel riposo . . . Facciamo perciò il nostro meglio per entrare in quel riposo, nel timore che alcuno cada nello stesso esempio di disubbidienza”. (Ebr. 4:3-11, NM) Sì, esercitando la fede in Dio e seguendo le orme di Cristo noi avremo riposo da tutte le opere egoistiche, un riposo non solo di un giorno la settimana ma di ogni giorno.
Poiché il sabato era una parte della legge e la “Legge ha un’ombra delle buone cose avvenire”, di che cosa il sabato era un’ombra? Del grande giorno di riposo per tutto il genere umano, il regno di 1000 anni di Cristo, il settimo millennio del giorno del riposo di Dio. Per seimila anni l’umanità si è affaticata e ha sofferto sotto “il dio di questo mondo”, Satana il Diavolo. In questo antitipico sabato Cristo libererà gli uomini dalla schiavitù di Satana e dei suoi demoni, da peccato, malattia e morte, come liberò una “figliuola d’Abramo” dalla schiavitù dell’infermità fisica in un sabato tipico 1.900 anni fa. — Ebr. 10:1, NM; 2 Cor. 4:4; Apoc. 20:1-3; 21:1-4; Luca 13:16.
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Anna, l’anziana profetessa, vede GesùLa Torre di Guardia 1952 | 15 giugno
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Anna, l’anziana profetessa, vede Gesù
IL discepolo di Gesù, il medico Luca, scrivendo a Teofilo, dice: “Ho deciso anch’io, poiché ho tracciato tutte le cose dal principio con accuratezza, di scrivertele in logico ordine, o eccellentissimo Teofilo, affinché tu conosca pienamente la certezza delle cose che ti sono state insegnate oralmente”. — Luca 1:3, 4, NM.
Dandoci questa logicamente composta storia di Gesù troviamo che Luca non solo segue uno stretto ordine logico, ma ci fornisce anche molti particolari della storia della vita di Cristo Gesù che non sono riportati dagli altri scrittori evangelici. Forse il più importante di questi è la sua narrazione dell’ulteriore ministero giudaico e bereano del nostro Signore. Comunque, noi apprezziamo pure la sua cura nel dare i particolari riguardanti la nascita e la prima infanzia di Gesù. Poiché senza la sua narrazione non avremmo le circostanze relative alla nascita di Giovanni Battista, i detti che pronunziarono Maria e gli angeli, il racconto della visita dei pastori alla mangiatoia; e se non fosse per lui non avremmo la descrizione della scena del tempio, dove fra altri Anna, l’anziana profetessa, vide il bimbo Gesù.
Secondo Luca, Anna era la figlia di un certo Fanuel della tribù di Aser. Essendo una profetessa ella aveva il dono dello spirito santo in un senso speciale. Dopo aver vissuto col suo marito per sette anni divenne vedova e ora aveva 84 anni. Malgrado la sua età avanzata ella “non si partiva mai dal tempio, servendo a Dio notte e giorno con digiuni e orazioni”. Non c’è dubbio, Anna aveva un profondo apprezzamento della benedizione che veniva col servizio nella casa di Geova. Le sue azioni dicevano a tutti che ella, come Davide, aveva una sola cosa da chiedere a Geova, che potesse abitare nella sua casa tutti i giorni della sua vita, “guardare la bellezza di Geova e investigare nel suo tempio”. — Sal. 27:4, SA.
Nella stessa ora in cui Giuseppe e Maria portarono Gesù nel tempio Anna “venne vicino e cominciò a rendere grazie a Dio e a parlare del bambino a tutti quelli che attendevano la liberazione di Gerusalemme”. (Luca 2:36-38, NM) Come avevan fatto gli angeli quaranta giorni prima, Anna dava testimonianza di colui che doveva essere il salvatore del mondo. (Luca 2:8-15) Senza dubbio, come Simeone, ella aveva bramato, pregato e atteso per Colui che doveva liberare Israele, e la buona notizia che questo era Lui era troppo buona perché la celasse.
Come era diversa Anna dai praticanti della religione ortodossa! Quanti di loro avrebbero continuato a rendere sacro servizio notte e giorno all’età di 84 anni? Essi avrebbero chiesto molto tempo prima una pensione. Anna diede un buon esempio (come fece pure l’anziano Paolo, circa sessanta o settanta anni dopo) a tutti i servitori di Geova che sono di età avanzata. Malgrado la vecchiaia nella quale potremmo essere non si è troppo vecchi per dedicare la propria vita al sacro servizio di Geova; né saremo mai troppo vecchi, una volta in questo servizio, per testimoniare al Re e al Regno come permettono le opportunità. Quelli che rendono tale servizio ora possono testimoniare delle benedizioni di Geova sopra di loro, come anche fu specialmente benedetta Anna in quel tempo.
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Domanda dai lettoriLa Torre di Guardia 1952 | 15 giugno
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Domanda dai lettori
◆ Che cos’era la “conoscenza del bene e del male” menzionata in Genesi 2:17, ed è essa uguale a quella alla quale si fa riferimento in Genesi 3:5 e 3:22? — G. G., Sud Africa.
Il “bene e il male” nei tre testi sembra che si riferisca alla stessa cosa. Adamo ed Eva conobbero qualche cosa intorno al male prima di mangiare il frutto dell’“albero della conoscenza del bene e del male”. (Gen. 2:17) Essi sapevano che sarebbe stato ingiusto per loro mangiare quel frutto, e sapevano che la morte era un male da evitare. Essere “come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male” pare che significhi di più dell’utile conoscenza di ciò che è giusto e ciò che è ingiusto. (Gen. 3:5) La parola dèi poteva significare solo Geova Dio, dato che la parola ebraica qui è Elohim e può significare sia Dio (Geova) che dèi. Se essa significa dèi,
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