Apprezziamo il libro della sapienza vivificante
“Io rendo testimonianza a chiunque ode le parole della profezia di questo rotolo: Se alcuno fa un’aggiunta a queste cose, Dio gli aggiungerà le piaghe che sono scritte in questo rotolo; e se alcuno toglie qualche cosa dalle parole del rotolo di questa profezia, Dio toglierà la sua parte dagli alberi della vita”. — Riv. 22:18, 19.
1. Che valore ha la vita, e qual è stato il risultato degli sforzi degli uomini di prolungare la vita?
VITA! Di tutti i beni che possiamo avere, che cosa potrebbe essere più prezioso della vita stessa? Senza di essa non potremmo godere di alcuna delle altre cose che possediamo. Fu dunque ragionevole che il più grande uomo vissuto sulla terra chiedesse: “Di quale beneficio sarà per un uomo se guadagna tutto il mondo ma perde l’anima sua?” (Matt. 16:26) Il desiderio di vivere, l’istinto di conservazione, è una delle principali forze che muovono l’uomo. Sin dai tempi antichi gli uomini imperfetti, morituri hanno cercato di scoprire il segreto della vita e sfuggire così all’inevitabile morte. Ma né la sapienza degli antichi né la conoscenza tecnica dei moderni medici e scienziati ha avuto successo in questa ricerca. Nonostante tutta la somma della sapienza umana, l’uomo muore ancora, e la meta di una vita perfetta continua a eludere la sua presa.
2. La persona veramente saggia che cosa riconosce circa la vita, e che cosa diviene dunque essenziale?
2 Ma la persona veramente saggia riconosce l’essenziale verità che la vita è un provvedimento del grande Creatore di tutte le cose animate e inanimate. Il libro chiamato la Bibbia identifica Questi come Geova, “l’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso . . . egli stesso dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Poiché da lui abbiamo la vita e ci muoviamo ed esistiamo”. (Atti 17:24, 25, 28; Gen. 2:4, 7) Come Creatore, il vero Dio potrebbe essere l’Unico ad avere il segreto della vita eterna, ed Egli l’ha promessa in dono a quelli che lo adorano fedelmente. (Rom. 6:23) Se voi professate il cristianesimo, sarete senza dubbio pienamente d’accordo con tale dichiarazione. Ma considerate per un momento ciò che significa. Significa che ciascuno di noi è interamente nelle mani del Creatore in quanto all’ottenere la vita. Egli ci concede la vita, non alle nostre condizioni, ma come vuole lui e se ci conformiamo alla sua volontà. Quindi, acquistare accurata conoscenza della volontà di Dio è essenziale per la vita come il cibo e la bevanda temporale, in verità, anche di più.
3. Come si fece capire vigorosamente agli Israeliti che l’uomo dipende dal nutrirsi delle parole di Dio?
3 Questo principio per vivere fu vigorosamente portato all’attenzione di un’intera nazione, la nazione d’Israele, e dal Creatore medesimo della vita. A quella nazione, troppo preoccupata per l’immediato bisogno fisico di cibo nel deserto, Mosè spiegò: [Geova] ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, ti ha fatto mangiare la manna . . . per insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma l’uomo vive di tutto ciò che esce dalla bocca di Dio”. Il primo a ricevere la vita dal Creatore fu “il principio della creazione di Dio”, ed egli divenne Cristo Gesù. Quando era tentato dal Diavolo nel deserto, egli citò le parole di Mosè, confermando così non solo la storicità dell’evento ma sottolineando anche il principio essenziale: Per vivere l’uomo deve nutrirsi delle parole di Dio. — Deut. 8:3, Ga; Riv. 3:14; Matt. 4:4.
4. Quale provvedimento avrebbe logicamente preso Dio per l’uomo?
4 Ne consegue logicamente che, avendo reso essenziale per la vita il nutrirsi delle sue parole, Dio avrebbe reso disponibili al genere umano nel corso dei secoli le espressioni della sua bocca’. Ha provveduto a ciò facendo conservare per iscritto queste espressioni in ciò che oggi chiamiamo la Bibbia. Quel libro, dunque, si può appropriatamente chiamare la Parola di Dio. — Si veda Marco 7:13.
5. (a) Perché l’accurata conoscenza della Bibbia è essenziale per la propria adorazione di Dio? (b) Per che cosa pregò Paolo a favore dei suoi conservi cristiani?
5 È nella Bibbia che Geova Dio rivela se stesso e i suoi propositi all’uomo. Quindi, per essere in grado di adorare Dio si deve acquistare accurata conoscenza di ciò che la Bibbia dice in merito a Lui. È nella Bibbia che l’uomo può imparare intorno alla grandezza di Geova, così che ‘una generazione all’altra glorifichi le sue opere’. Le sue pagine rivelano la ‘grande bontà di Dio’ e mostrano che “pietoso e misericordioso è Jahve, tardo all’ira e pieno di bontà”. Solo riconoscendo queste qualità di Dio manifeste nei suoi rapporti con il genere umano il cuore degli uomini è stimolato a rendere a Geova l’adorazione che gli è dovuta e vivere così in modo gradito a lui. Comprendendo il bisogno di tale conoscenza, l’apostolo Paolo scrisse: “Per questo . . . non abbiamo cessato di pregare per voi e di chiedere che siate ripieni dell’accurata conoscenza della sua volontà in ogni sapienza e discernimento spirituale, per camminare in modo degno di Geova al fine di piacergli pienamente mentre continuate a portar frutto in ogni opera buona e a crescere nell’accurata conoscenza di Dio, essendo resi potenti con ogni potenza fino alla sua gloriosa possanza in modo da perseverare pienamente ed esser longanimi con gioia”. — Sal. 145:4, 7, 8, Ga; Col. 1:9-11.
6. Che cosa fu a plasmare l’attitudine mentale di Gesù, e come possiamo essere come lui sotto questo aspetto?
6 Sì, dobbiamo conoscere bene la Bibbia, la “parola della giustizia”, se vogliamo essere annoverati tra i veri adoratori di Dio. Gesù Cristo conosceva bene il suo Padre celeste e le espressioni provenienti da lui. Questa personale, intima conoscenza di Dio plasmò tutta la sua attitudine mentale. Lo indusse a servire con apprezzamento come principale adoratore del Creatore, con il solo desiderio di glorificarlo. (Giov. 17:1) Se avete il sincero desiderio di seguire Gesù nella via della vera adorazione, allora, mentre leggete la Bibbia, che contiene “cose che furono scritte anteriormente . . . per nostra istruzione”, anche voi potete crescere in conoscenza e apprezzamento, e in verità Geova Dio può in tal modo concedervi benignamente il privilegio di avere “la medesima attitudine mentale che ebbe Cristo Gesù, affinché di comune accordo glorifichiate con una sola bocca l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo”! — Rom. 15:4-6.
7. Come provvede Geova ad addestrare le nostre facoltà di percezione per distinguere il bene e il male?
7 Gesù conosceva accuratamente il punto di vista di Geova sulle cose, com’Egli considerava ciò ch’era bene e ciò ch’era male. Non ebbe mai dubbi sulla condotta da seguire per piacere al suo Padre celeste. Per nostro beneficio, Geova Dio ha preservato nella sua Parola la Bibbia le sue espressioni in merito a ciò che è bene per l’uomo e ciò che è male per lui. Avendo fatto scrivere la storia di uomini e nazioni come sono in relazione con i Suoi propositi, Geova istruisce l’uomo con l’esempio in quanto alla condotta che approva o disapprova, e delle conseguenze di ciò. Pertanto egli ci addestra a distinguere chiaramente il bene dal male. Paolo espresse ciò appropriatamente sotto ispirazione: “Chiunque partecipa al latte è senza conoscenza della parola della giustizia, perché è bambino. Ma il cibo solido appartiene alle persone mature, a quelli che per mezzo dell’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male”. — Ebr. 5:13, 14.
8. Che cosa si deve dunque coltivare, e a quale consiglio desidererà rispondere con tutto il cuore la persona sincera?
8 Se, dunque, avete il sincero desiderio d’essere annoverati fra quelli che adorano Dio “con spirito e verità”, vorrete coltivare appetito per la sua Parola scritta, nutrendo il sincero desiderio di imparare la vivificante sapienza che questo libro contiene. Vorrete rispondere con tutto il cuore all’ispirato consiglio: “Figlio mio: se accogli le mie parole e fai tesoro dei miei insegnamenti prestando orecchio alla sapienza il tuo cuore si aprirà alla prudenza; proprio così! se chiami l’intelligenza e invochi la saggezza, se la cerchi come l’argento e ti metti a scavarla come i tesori, allora comprenderai il timore di Jahve e troverai la conoscenza di Dio”. — Prov. 2:1-5, Ga.
9. Quali domande riguardo alla Bibbia alcuni potrebbero voler fare?
9 Ma, chiederete voi, possiamo essere sicuri che, quando apriamo la Bibbia e la leggiamo, leggiamo un libro veramente ispirato da Dio? Abbiamo valide ragioni per credere che la Bibbia come l’abbiamo è davvero la medesima rivelazione di Dio stesso e dei suoi propositi per il genere umano? Non è possibile che la Bibbia sia solo una raccolta di scritti semplicemente di origine umana la quale, con il passar del tempo, è stata accettata dalla tradizione come di origine divina ma senza nessuna reale evidenza di ciò?
10. (a) Se la Bibbia fosse di origine umana, che cosa ci aspetteremmo di trovare? (b) Ma che cosa attesta il contenuto della Bibbia?
10 È vero che la Bibbia è una raccolta di diversi documenti composti e messi per iscritto in un periodo di circa sedici secoli. Tale raccolta scritta da almeno trentanove uomini di quasi ogni ceto sociale, se fosse semplicemente di origine umana, senza dubbio, mancherebbe di coesione e unità e, a motivo dell’imperfezione umana, sarebbe piena di contraddizione ed errore. Qui al principio abbiamo dinanzi una delle più straordinarie qualità della Bibbia. Malgrado fosse scritto in un così lungo periodo di tempo e fossero impiegati molti scrittori nella sua composizione, questo libro dà prova del genere di unità di composizione e armonia interna di fatti e insegnamento che ci si potrebbe aspettare solo da un comune autore. E questo è proprio ciò che la Bibbia afferma di avere: che, sebbene fossero impiegati diversi uomini per scriverlo, questo libro non ha che un autore, Geova Dio, il cui invisibile potere o spirito mosse quelli che lo scrissero. E perciò è scritto: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:16, 17.
STABILITO IL CANONE BIBLICO
11. In quali modi il termine canone è appropriato alla Bibbia?
11 La raccolta delle Scritture ispirate è a volte chiamata canone biblico. In origine questa parola canone si riferiva a una canna usata come sbarra per misurare. Perciò, i libri delle Scritture ispirate costituiscono una regola o norma per misurare al fine di determinare la corretta fede e dottrina e quella che è accettevole condotta presso Dio. Per di più, l’unità e armonia interna della Bibbia è servita come regolo o norma per determinare la giustezza della pretesa dei singoli libri a un posto nella raccolta dei sessantasei libri che costituiscono la Biblioteca Divina.
12. Che specie di inizio ebbe il canone biblico, e quale testimonianza indica che questo inizio fu verace e fidato?
12 Ma come ebbe inizio questa raccolta? Che cosa determinò quali scritti col passar degli anni dovevano essere inclusi come parte del crescente canone delle Scritture sacre? Logicamente il canone biblico ebbe inizio con quegli scritti che narravano delle origini stesse del genere umano e dei primissimi rapporti del Creatore con la famiglia umana. In contrasto con le superstiziose e illogiche storie sulle origini dell’uomo che si trovano nella mitologia pagana, i primi scritti che furono inclusi nel canone biblico contengono una logica e comprensibile spiegazione della creazione della terra e dell’uomo. Così facendo la sua presentazione dell’ordine in cui furono create le cose viventi è del tutto in armonia con ciò che è stato stabilito dalla scienza moderna della paleontologia, lo studio di passati periodi geologici e di fossili. Quei medesimi scritti narrano in modo semplice, diretto la caduta dell’uomo dalla perfezione, e così pongono la base per capire la ragione per cui l’uomo ha ereditato il peccato, l’imperfezione e la morte. A questo racconto si riferì come verace e fidato il più grande insegnante che sia vissuto sulla terra, ed egli e i suoi seguaci vi basarono i loro insegnamenti. — Matt. 19:4, 5; 23:35; 24:37-39; Rom. 5:12-14; 1 Cor. 15:45; ecc.
13. (a) Che cos’è il Pentateuco? (b) Come furono considerati questi scritti dalla nazione d’Israele?
13 Quei primi scritti della Bibbia vennero chiamati il Pentateuco (greco per “cinque rotoli”) e furono scritti dal solo scrittore Mosè. Comprendente in origine un solo libro, il Pentateuco fu in seguito diviso in cinque rotoli per maneggiarli con facilità, e nelle moderne Bibbie italiane questi si chiamano Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Sin dall’inizio questi scritti furono accettati dalla nazione d’Israele come canone o regola per la giusta condotta e adorazione. Il successore di Mosè, Giosuè, disse: “Mostratevi perciò sempre più forti e costanti nell’osservare ed eseguire quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, senza deviare né a destra né a sinistra. Mettete dunque tutta la vostra attenzione nell’amare Jahve vostro Dio”. (Gios. 23:6, 11, Ga) Essi furono accettati come documenti ispirati e del tutto degni di fiducia anche dai Giudei. Pertanto successivamente il salmista, nei primi cinquantaquattro versetti del Salmo 78:1-54, riporta come indiscutibili fatti storici molti avvenimenti scritti nel Pentateuco.
14, 15. Quali altre evidenze si possono presentare per sostenere l’autenticità del Pentateuco?
14 Il “libro della legge di Mosè”, come Giosuè chiama il Pentateuco, ha tutta l’evidenza d’ispirazione. Oltre a ciò che è considerato sopra nel paragrafo 12, si potrebbero presentare molte altre prove d’ispirazione. Lo scrittore Mosè afferma che scrisse dietro comando divino e che ciò che scrisse proveniva da Geova. Quindi la pretesa d’ispirazione non fu una cosa che sorgesse per tradizione, ma fu asserita sin dal principio. (Eso. 17:14; 24:4) Inoltre, ogni volta che è possibile provare la storicità e l’accuratezza geografica degli scritti di Mosè, essi superano il più scrupoloso esame. Per esempio, il racconto di Genesi addita le pianure di Sinear (ora parte del moderno paese dell’Iraq) come luogo dove si stabilì la famiglia umana dopo il Diluvio e dove furono confuse le lingue degli uomini in seguito al loro disastroso tentativo di costruire la torre di Babele. Su questo punto l’archeologo Sir Henry Rawlinson osservò: “Se dovessimo farci guidare dal semplice incrocio dei sentieri linguistici, e indipendentemente da tutti i riferimenti al racconto scritturale, saremmo sempre indotti a fermarci sulle pianure di Sinear, come punto centrale da cui si erano irradiate le varie linee”.a
15 Nello stesso modo, la moderna investigazione geologica ha dato convincente appoggio al racconto biblico della distruzione delle città di Sodoma e Gomorra, la cui esistenza era stata per lungo tempo messa in dubbio dai critici della Bibbia. (Si veda il libro “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile” [inglese], pagine 331, 332). Si può dunque dire del Pentateuco, come si può dire del resto delle Scritture ispirate: “Ogni volta che c’è sufficiente evidenza documentata per fare un’investigazione, le dichiarazioni della Bibbia nel testo originale hanno resistito alla prova. . . . Le dichiarazioni cronologiche e geografiche sono più accurate e fidate di quelle permesse da qualsiasi altro antico documento; le narrazioni biografiche e altre narrazioni storiche armonizzano meravigliosamente con l’evidenza permessa da documenti extra-biblici”. Così scrisse il prof. R. D. Wilson nel suo libro A Scientific Investigation of the Old Testament (Investigazione scientifica del Vecchio Testamento), pagina 213.
16. (a) Che cosa prova che il Pentateuco è più che semplice storia accurata? (b) Di che cosa fa dunque innegabilmente parte, e chi lo attesta?
16 Ma il Pentateuco è più che l’accurata storia di avvenimenti passati. Mentre l’accuratezza storica, geografica e geologica conferma in modo vigoroso l’asserzione che Mosè scrisse sotto ispirazione divina, doveva esserci più evidenza di questa per porre la questione al di là di ogni dubbio. E di quell’evidenza ce n’è, in abbondanza. Per esempio, semplici uomini non avrebbero potuto formulare le sagge e giuste leggi scritte da Mosè. Le istruzioni circa l’alimentazione, le malattie, il trattamento dei corpi morti, la quarantena dei malati, ecc., che si trovano nel libro di Levitico, ebbero il più elevato valore pratico e precedettero letteralmente di migliaia d’anni l’applicazione della presente conoscenza medica. Benché non siano normalmente considerati libri profetici, quelli del Pentateuco contengono ciò nonostante profezie che ebbero un accurato adempimento, come ha mostrato la storia scritta.b Ma la più alta autorità per l’autenticità degli scritti di Mosè è la Bibbia stessa. È dunque evidente che fanno parte del solo libro del solo autore Geova, perché sono in completa armonia con esso. Gesù, quando fu sulla terra, lo riconobbe chiaramente, perché è riportato in merito a lui: “E cominciando da Mosè e da tutti i Profeti interpretò loro le cose che lo concernevano in tutte le Scritture”. (Luca 24:27) Più volte Gesù e gli ispirati scrittori cristiani della Bibbia citano gli scritti di Mosè come avendo origine ispirata.c
17. (a) Che cosa fu dunque provveduto dal Pentateuco? (b) Quali evidenze di canonicità provvede ciascun libro successivo?
17 Poiché è così evidente che gli scritti di Mosè furono composti sotto ispirazione di Dio, fu stabilita una ferma base per gli altri ispirati scritti che sarebbero seguiti. Questi avrebbero dovuto seguire logicamente in quanto al contenuto, sia storicamente che in relazione alla dottrina, essendo in armonia con i princìpi fondamentali di vera adorazione stabiliti nel Pentateuco. E un attento esame dei libri biblici rivela che è così. Non solo ogni successivo libro ha in sé (come il Pentateuco) evidenze di ispirazione, ma ciascun libro dà prova d’essere un prodotto dello stesso autore divino, poiché la sua unità e armonia con ciò che l’ha preceduto prova che fa parte della medesima raccolta di scritti divinamente ispirati.
18. Oltre a ispirare la composizione dei singoli libri della Bibbia, quale altro operato dello spirito santo era necessario per produrre il canone biblico?
18 Sebbene ci fossero altri scritti contemporanei a quelli inclusi nel canone biblico, non tutti avevano l’evidenza di ispirazione né per la maggior parte asserivano d’essere ispirati, sebbene contengano racconti storicamente veraci. Senza dubbio, Geova Dio, mediante il suo spirito, guidò la collazione degli scritti ispirati. Come ogni singolo libro avrebbe dato prova della Sua ispirazione, e quindi che Egli ne era l’autore, così la raccolta nell’insieme doveva dar prova della sua guida e direttiva ispirata. Ed è così. Non doveva esserci nulla in alcuno dei singoli scritti che fosse in contrasto con l’armonia interna del tutto. Sotto questo aspetto la Bibbia, come raccolta di libri di diversi scrittori, è incomparabile, non c’è davvero null’altro di simile in esistenza. Nessun altro libro può sostenere con successo la pretesa d’essere la progressiva rivelazione della volontà e dei propositi di Dio e dei suoi rapporti con il genere umano.
19. (a) Quali considerazioni avrebbero guidato Esdra e la Grande Sinagoga nello stabilire il canone delle Scritture Ebraiche? (b) A che epoca, probabilmente, fu finito questo canone, e in che cosa consisteva?
19 Fu senza dubbio tenendo presenti queste considerazioni e sotto la direttiva e la guida dell’invisibile forza di Dio che lo scriba Esdra e quelli della Grande Sinagoga dopo di lui redassero il catalogo dei libri canonici delle Scritture Ebraiche. Sembra probabile che, come sostiene la tradizionale veduta giudaica, il canone delle Scritture Ebraiche fosse stabilito verso la fine del quinto secolo a.E.V. Questo canone non includeva gli scritti apocrifi inclusi in alcune edizioni della Bibbia, ma elencava solo i trentanove libri accettati in genere e che compaiono nella maggioranza delle Bibbie del giorno moderno. Quello fu il canone accettato da Gesù e dalla primitiva chiesa cristiana, e quello che Gesù e i suoi discepoli citarono come autorità, come Parola di Dio.d — Giov. 17:17.
20. In quali modi il crescente canone biblico manifestava armonia interna e attestava che aveva un unico autore?
20 Man mano che il canone biblico cresceva, le rivelazioni originali su Dio e sul suo proposito per l’uomo riportate in Genesi rimanevano non contraddette. Erano invece confermate, chiarite e allargate dagli scritti posteriori. Con una sola voce continuarono ad attestare che c’è solo un Dio, il Creatore, il cui nome è Geova. Essendo egli l’Iddio che non può mentire, le sue norme di vera giustizia, espresse per la prima volta nel suo giudizio su Adamo ed Eva, sono sostenute. Ma la progressiva rivelazione lo rivela come un Dio d’immeritata benignità verso altri nati sfortunatamente a imperfetti genitori umani. Inoltre, le dichiarazioni profetiche del primo libro della Bibbia si dimostrano basilari pietre di fondamento su cui sono fermamente edificate successive rivelazioni della volontà divina. Così la promessa del Seme in Genesi 3:15 dà inizio a una meravigliosa serie di rivelazioni profetiche che sono disposte da cima a fondo nella Bibbia come un filo di pietre preziose. Nello stesso tempo essa, insieme ad altri emozionanti temi biblici, tiene insieme i singoli libri della Bibbia come testimonianza al loro comune autore.
21. (a) Invece che come una serie di avvenimenti disgiunti e quadri non collegati, come dovremmo considerare la Bibbia? (b) A che cosa ciò conduce l’uomo?
21 Man mano che viene scritto ciascun libro, si svela l’entusiasmante proposito di Dio, non come una serie di episodi disgiunti o di quadri profetici non collegati, ma, come un magistrale arazzo, la Bibbia rivela i propositi di Dio a guisa di un quadro composto, essendo tutte le sue parti in relazione l’una con l’altra, avendo ciascun episodio o avvenimento della storia biblica una parte da svolgere nell’intendimento del tutto. Ogni pensiero, dottrina, avvenimento, rivelazione o profezia trova il suo posto appropriato nel quadro, non contrastando né contraddicendo mai, ma contribuendo alla nostra comprensione del solo grande proposito di Geova Dio. Soprattutto, questo meraviglioso libro, la Bibbia, ci aiuta ad acquistare conoscenza di Dio, e tale conoscenza significa vita per noi. — Giov. 17:3.
[Note in calce]
a The Historical Evidences of the Truth of the Scripture Records, pagina 287.
b “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile” (inglese), pagine 18, 26, 343 e 345.
c Ibid., pagine 346 e 347.
d “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile” (inglese), pagine 299 e 300.