Gioia per tutto il giorno
“Ecco, i miei propri servitori si rallegreranno . . . Ecco, i miei propri servitori grideranno di gioia”. — Isa. 65:13, 14.
1. Quali infelici condizioni rendono discutibile il parlare d’esser gioiosi?
CHI osa dire d’esser gioioso per tutto il giorno quando le condizioni sono quello che sono? Tutti sanno che questa condizione nella quale viviamo non è il paradiso di delizie di nessuno stolto né il paese d’allegrezza delle favole. Invece d’essere oziosi sognatori, dimoranti nel mondo che vorrebbero farci credere le pellicole cinematografiche di Hollywood, dobbiamo far fronte alle fosche realtà di questo tragico mondo. I tempi calamitosi nei quali viviamo riempiono il cuore e la mente degli uomini di continui dubbi, timori, sfiduce e odi, e questi, a loro volta, producono triste lotta, violenza, infermità mentale e suicidio in proporzioni finora sconosciute. Veramente questo sistema di cose è in uno stato molto infelice e i potenti politicanti, ecclesiastici e scienziati si uniscono al grido del popolo comune che lamenta queste scoraggianti condizioni.
2. Come i capi politici e religiosi considerano le attuali condizioni del mondo?
2 Per esempio, The Observer (Londra, 11 settembre 1960) riferì non molto tempo fa che Sir Anthony Eden aveva detto: “Il mondo libero è confuso e in considerevole pericolo, un pericolo più grande, io credo, che in qualsiasi altro tempo sin dal 1939”. John Sutherland Bonnell, famoso ministro della Chiesa Presbiteriana della Quinta Strada nella Città di New York, parlando dinanzi a più di 3.500 persone che assistevano al concilio generale della Chiesa Unita del Canada, dichiarò: “Il mondo moderno è alla deriva e scoraggiato, ha perduto il suo portamento e non ha nessuna mèta chiaramente definita, nessun progetto per vivere, nessuna unità di proposito e nessun centro spirituale di Dio. L’anima è vuota e disillusa in quest’èra atomica”. — Leader-Post di Regina, 19 settembre 1960.
3. E come sembrano le condizioni agli occhi di alcuni scienziati?
3 Anche gli scienziati sono uditi piangere col resto. Sotto lo spaventevole titolo “L’uomo va incontro all’estinzione, dice il professore” il Daily Telegraph and Morning Post (Londra, 31 agosto 1961) riferì: “Un solenne avvertimento che il genere umano va incontro al pericolo dell’estinzione è stato dato questa sera dal prof. Sir Wilfrid Le Gros Clark, nel suo discorso presidenziale a Norwich all’apertura della 123a adunanza annuale dell’Associazione Britannica per il Progresso della Scienza”. Questo giornale citò quindi direttamente Sir Wilfrid: “Comincia ora a presentarsi la spaventevole domanda se la civilizzazione che il genere umano ha lentamente e laboriosamente edificata in un periodo di molte migliaia d’anni può evitare la disastrosa dissoluzione come risultato delle incontrollabili o, in ogni caso, incontrollate, lotte per il potere politico o per la superiorità economica. . . . Questo non deve prendersi come una dichiarazione melodrammatica. Esprime una verità che è del tutto evidente a chiunque s’interessi di leggere i segni dei tempi. . . . I pericoli che ora minacciano l’unità del genere umano sono in realtà formidabili. A volte sono vicinissimi”. Di sicuro oggi il tempo è ancor più breve di quando questi gentiluomini pronunciarono le suddette espressioni di timore e angoscia.
4, 5. Nonostante queste condizioni, perché dovremmo considerare il soggetto della gioia?
4 Perché, dunque, in questa tenebrosa notte d’afflizione e angustia globale, si dovrebbe considerare l’argomento della gioia, soggetto che sembra completamente inopportuno e non pratico? Perché il grande Geova, il solo vero e vivente Dio, Creatore del cielo e della terra, predisse che in mezzo a questa condizione calamitosa ci sarebbe stato un grande grido di gioia. Infatti, questo accurato Profeta del futuro disse che in questo stesso periodo della storia umana ci sarebbero state due classi di persone viventi. Una classe sarebbero stati quelli in grande angustia e afflizione; l’altra sarebbe stata straordinariamente giubilante. Leggete le parole di Geova stesso, riportate dal suo servitore Isaia, nel capitolo 65, versetti 13, 14:
5 “Ecco, i miei propri servitori si rallegreranno, ma voi stessi proverete vergogna. Ecco, i miei propri servitori grideranno di gioia a causa della buona condizione del cuore, ma voi stessi emetterete grida a causa del travaglio del cuore e urlerete a causa dell’assoluto abbattimento di spirito”.
6. Che differenza c’è fra l’essere di buon umore con risa e il possedere reale gioia?
6 Di sicuro, questo vecchio sistema di cose è pieno di persone dedite a intrattenere, a rallegrare, e comici d’ogni sorta, per non menzionare i venditori ambulanti delle cosiddette “pillole della felicità”, che suscitano tutti risa di buon umore fra quelli che sono “amanti dei piaceri anziché amanti di Dio”. (2 Tim. 3:4) Ma vogliate notare la differenza e la distinzione fra felicità e vera gioia. Si può esser felice, gaio, di buon umore e darsi a molte risa in compagnia di certi compagni o a motivo di immediate circostanze. Gli ubriaconi spesso ridono rumorosamente. Ma hanno questi vera gioia? No, per niente. Poiché la gioia trova le sue radici assai più profondamente che in un semplice accesso di storditezza o in un momentaneo stato di gaiezza e nell’abbandonarsi a clamorose risa. La gioia è stata definita come un’emozione di profondo rapimento. Il Webster’s New International Dictionary, Seconda Edizione, pagina 1888, dice: “La gioia è più profonda del diletto, più raggiante o dimostrativa della letizia”. Non si basa su circostanze immediate e mutevoli ma su basilari princìpi di verità, su sane ragioni incrollabili. La vera gioia dà calma interiore, pace e contentezza, un senso di fiducia e potere abbastanza forte da far attraversare perfino l’infuriare d’una tempesta in circostanze avverse.
7. Hanno i popoli e i capi del mondo vera gioia?
7 È ovvio che i politicanti, gli ecclesiastici e gli scienziati di questo empio sistema di cose satanico, e tutti quelli che li sostengono e li seguono, non hanno questa vera gioia, ma, come si è detto sopra, essi sono fra quelli che ‘proveranno vergogna’, che ‘emetteranno grida a causa del travaglio del cuore’, e che ‘urleranno a causa dell’assoluto abbattimento di spirito’. Gesù inoltre descrisse con accuratezza questa classe priva di gioia nella sua grande profezia inerente al nostro giorno, dicendo che gli uomini sarebbero venuti “meno per il timore e per l’aspettazione delle cose che staranno per avvenire sulla terra abitata”. — Luca 21:26.
8. Chi, dunque, sono i soli che hanno gioia per tutto il giorno?
8 Chi, dunque, in questo triste mondo sorge in notevole contrasto per la propria esibizione di gioia per tutto il giorno? Geova stesso li identifica come “i miei propri servitori”, cioè gli adoratori e testimoni di Geova che sono dedicati al suo servizio. Anche voi, chiunque voi siate e ovunque abitiate, potete riconoscere con facilità queste persone gioiose, gli unti testimoni di Geova e i loro compagni, poiché sono sparsi in tutta la terra abitata in più di 194 paesi e isole del mare, parlando più di 162 lingue. Questi servitori di Geova sono i soli che possono mostrare questo segno di identificazione, poiché questa genuina gioia fa parte della loro eredità che ricevono da Geova.
9. È la manifestazione della gioia qualche cosa di discrezionale da parte dei servitori di Geova?
9 Manifestando gioia per tutto il giorno, questi individui non fanno qualche cosa di discrezionale. Piuttosto, è un’esigenza obbligatoria per tutti i pubblici servitori di Geova. Scrivendo sotto ispirazione l’apostolo Paolo comanda: “Rallegratevi sempre nel Signore. Una volta ancora dirò: Rallegratevi!” “Siate sempre allegri”. (Filip. 4:4; 1 Tess. 5:16) Dovete ricordare che la gioia è uno dei frutti dello spirito che i cristiani devono produrre, proprio come fede, amore, benignità, pace, longanimità, bontà, mitezza e padronanza di sé. “Ti devi rallegrare dinanzi a Geova tuo Dio in ogni tua impresa”. — Deut. 12:18; Gal. 5:22, 23.
RAGIONI DI GIOIA
10. Qual è una delle ragioni per cui il popolo di Geova si rallegra sempre?
10 Oltre ad avere il comando di rallegrarsi “sempre”, ‘in ogni impresa’, ci sono almeno otto distinte ragioni per cui i servitori di Geova provano gioia in ogni tempo. La prima di queste è la loro conoscenza della verità contenuta nella Sacra Bibbia. Essi hanno conoscenza del sacro nome di Geova, hanno conoscenza dei suoi attributi, dei suoi propositi, dei suoi princìpi, delle sue leggi e della sua volontà per le sue creature. Questa conoscenza della Verità rende il suo popolo libero da ogni apprensione e dubbio. Li rende liberi da molte penose menzogne, superstizioni e timori che piagano il genere umano in generale. Di sicuro una ragione impellente per rallegrarsi. — Giov. 8:32; 17:3, 17.
11. Dite un’altra ragione per cui i testimoni di Geova provano di continuo gioia.
11 Una seconda convincente ragione per cui il popolo di Geova prova di continuo gioia è che può farsi perdonare i peccati. Tale perdono dei peccati si ottiene in base e per mezzo del merito del prezioso sacrificio di riscatto di Gesù, che è messo a loro disposizione a causa della loro fede, dedicazione e continue preghiere. Come potrebbero provar gioia e nello stesso tempo impegnarsi in una futile lotta contro il peccato e con una coscienza di colpevolezza costantemente in lotta con loro? Piuttosto, con gioioso rendimento di grazie si uniscono a Paolo, dicendo: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, poiché . . . mediante lui abbiamo la liberazione per riscatto per mezzo del suo sangue [di Gesù Cristo], sì, il perdono dei nostri falli, secondo le ricchezze della sua immeritata benignità”. — Efes. 1:3, 7.
12. Qual è una terza causa di questa gioia?
12 Una terza ragione per cui i testimoni di Geova e i loro compagni, in contrasto con tutti gli altri, sono gioiosi fra le presenti condizioni è che accettano gli avvenimenti storici dei passati cinquant’anni come schiacciante evidenza e conclusiva prova che il regno di Dio lungamente invocato si stabilì nei cieli nel 1914. È perfino più vero di questi cristiani del giorno moderno di quanto lo fu dei cristiani del primo secolo, dei quali Gesù disse: “Molti profeti e uomini giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete e non le videro, e udire le cose che voi udite e non le udirono”. Il meraviglioso tempo in cui viviamo è dunque un’altra causa di gioia. — Matt. 13:17.
13. Che cos’è “lo schiavo fedele e discreto” e come ha fatto rallegrare il popolo del Signore?
13 Geova ha dato ai suoi servitori in questi tempi difficili una quarta ragione di rallegrarsi, poiché il suo Figlio, il Signore Gesù Cristo ha destato “lo schiavo fedele e discreto” e l’ha costituito sopra tutti i suoi averi. (Matt. 24:45-47) Questa classe dello “schiavo” serve al popolo di Dio da terrestre canale di comunicazione, provvedendogli intendimento dei propositi di Geova e dandogli istruzioni nel fare la sua volontà. Con tali istruzioni sono illuminati, rafforzati e uniti nella loro adorazione del solo vero e vivente Dio. Senza questo mezzo di comunicazione sarebbero sparsi e smarriti.
14. In che cos’altro il popolo di Dio trova fonte d’allegrezza?
14 Un’altra, la quinta ragione di gioia, è la dolce associazione che il popolo di Geova ha gli uni con gli altri, non solo nelle proprie congregazioni locali, ma anche nelle più grandi assemblee di circoscrizione, di distretto, nazionali e internazionali. Essi formano una genuina società cristiana, poiché dimostrano gli uni per gli altri un amore di buona lega mentre cercano il benessere dei loro fratelli. Riguardo a loro è scritto: “Ecco, com’è buono e come è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità!” — Sal. 133:1; 1 Cor. 10:24.
15. Spiegate come l’opera di testimonianza del popolo di Geova è un’altra fonte di gioia.
15 La dinamica attività dei testimoni di Geova è una sesta fonte di gioia, quella di annunciare ad altri la buona notizia intorno al regno di Dio e le benedizioni che esso offre a tutto il genere umano. Il condividere questa buona notizia con altri reca grande gioia sia ai Testimoni che ai loro ascoltatori. Anche il mondano Mark Twain riconobbe questo principio quando scrisse: “La tristezza può badare a se stessa, ma per avere il pieno valore di una gioia dovete avere qualcuno con cui condividerla”.
16. Quale triplice prosperità godono i testimoni di Geova?
16 La grande prosperità della cristiana società dei testimoni di Geova, settima ragione del loro continuo canto di gioia, è realmente triplice. Non solo si crogiolano al sole di un paradiso spirituale a motivo della luce di verità che risplende sempre più brillantemente, non solo si rallegrano della prosperità numerica di oltre un milione di attivi ministri nel campo, ma anche sono oltremodo gioiosi della prosperità materiale che Geova ha dato al suo popolo in forma di nuove sedi filiali, nuove macchine da stampa e belle, nuove Sale del Regno, che sorgono in tutto il mondo!
17. (a) Qual è un’ottava ragione per cui i Testimoni si rallegrano per tutto il giorno? (b) Sono alcuni impediti dal partecipare a questo privilegio e gioia?
17 L’ottava, e sotto alcuni aspetti la più importante di tutte, eppure una ragione di gioia che si basa sulle altre sette, è il privilegio dei testimoni di Geova e dei loro compagni di partecipare alla rivendicazione e alla santificazione del più grande e del più sacro nome in tutto l’universo, il nome di Geova! Il loro privilegio a questo riguardo è quello di mantenere l’integrità sia nella condotta che nel ministero di predicazione e insegnamento. Quale privilegio è questo! Pensateci, il privilegio di rendere lieto il cuore del grande Geova, intraprendendo una saggia condotta di ubbidienza e dando così prova che il Diavolo è un bugiardo. Se sono incapaci di fare alcun’altra cosa per vecchiaia o infermità o crudele imprigionamento, tuttavia i dedicati servitori di Geova provano la loro più profonda gioia nel grande privilegio di mantenere la fedeltà fino al punto della morte! — Prov. 27:11.
18. (a) Spiegate perché il maltrattamento dei Testimoni non ha soppresso la loro gioia. (b) A questo riguardo che cosa dissero Gesù, Paolo e Giacomo?
18 In anni recenti migliaia di testimoni di Geova sono stati diabolicamente torturati a morte in paesi dittatoriali perché si sono rifiutati di compromettere la loro fedeltà verso Geova. Provando la loro integrità in tal modo sotto la pressione satanica essi hanno reso lieto il cuore di Geova. A sua volta, questo ha dato al popolo di Dio profonda gioia interiore, che è realmente il segreto della sua forza. I loro nemici, naturalmente, non possono capire come “la gioia di Geova” abbia potuto costituire tale torre di forza e inespugnabile difesa. (Nee. 8:10) Ciò nondimeno, quelli che amano la Bibbia si rendono pienamente conto di questa grande verità. Sanno che fu questa stessa gioia posta dinanzi al Testimone fedele e verace, Gesù, a metterlo in grado di sopportare la vergogna e la sofferenza della morte su un palo di tortura. (Ebr. 12:2) Nel suo Sermone del Monte questo grande esempio d’integrità promise che i suoi fedeli seguaci avrebbero similmente partecipato a questa gioia. “Felici quelli che sono stati perseguitati a causa della giustizia, poiché a loro appartiene il regno dei cieli. Felici voi quando vi biasimeranno e vi perseguiteranno per amor mio e mentendo diranno contro di voi ogni sorta di malvagità. Rallegratevi e saltate per la gioia, poiché la vostra ricompensa è grande nei cieli; giacché in questo modo perseguitarono i profeti prima di voi”. A ciò lo scrittore Giacomo aggiunge: “Consideratela tutta gioia, fratelli miei, quando incontrate varie prove. Felice l’uomo che continua a sopportare la prova, perché, essendo approvato, riceverà la corona della vita, che Geova ha promessa a quelli che continuano ad amarlo”. — Matt. 5:10-12; Ebr. 10:34; Giac. 1:2, 12.
EVITATE I PERICOLI DI PERDERE LA GIOIA
19. Dite come alcuni in tempi passati persero la loro gioia.
19 Quando Caino vide che suo fratello Abele era preferito al di sopra di lui perse la sua gioia. Dio lo avvertì ma Caino non tenne conto dell’avvertimento. Cora, Miriam e altri nel deserto lasciarono che l’invidia li privasse della loro gioia e a loro proprio danno. Giuda Iscariota, a causa di una cattiva condizione di cuore, pure si lasciò sfuggire la gioia e infine divenne suicida.
20. (a) Come può la fede impedirci di perdere la nostra gioia? (b) Da che dipende in gran parte la fede?
20 Per mantenere la nostra gioia ci vuole fede. La fede dipende in non piccola misura dal personale studio della Bibbia e dalla regolare frequenza alle adunanze di congregazione del popolo di Geova. La fede ci aiuterà a superare uno dei più grandi ostacoli della gioia, cioè la preoccupazione. Invece di preoccuparci, facciamo quello che possiamo per correggere le cose, e, se non c’è nient’altro che possiamo fare, preghiamo in proposito e lasciamo quindi la questione nelle capaci mani di Geova.
21. Come può l’apprezzamento di ciò che Dio ha fatto per noi essere una salvaguardia onde non perdiamo la fede?
21 Noi dobbiamo anche avere apprezzamento, apprezzamento di ciò che Dio ha fatto per noi, se vogliamo mantenere la nostra gioia. Con tale apprezzamento non ci lasceremo privare della nostra gioia da alcuna forma d’ingiustizia, come la discriminazione o la parzialità. Invece di lasciarci indurire dal male, ce ne lasceremo intenerire. Siamo discriminati a causa di nazionalità, cultura, istruzione o colore della pelle? Ricordiamoci che, con tutto questo squilibrio, stiamo ancora molto meglio di quelli che non sono discriminati ma che non hanno la Verità e conoscenza dei propositi di Geova; proprio come al giorno di Gesù uno schiavo che era cristiano fu benedetto assai più di un liberto che non era credente. Se siete una persona introvertita e incline a preoccuparvi di voi stesso a causa del fatto che non siete compreso, non lasciate che tale disposizione vi faccia rimanere senza la vostra gioia. Anzi, cercate di capire le ragioni per cui non siete compresi, e, se non potete, ricordate che Geova comprende.
22. Come possiamo impedire che l’infermità fisica o mentale ci rubi la nostra gioia?
22 Oppure è il vostro un problema d’infermità, o avete impedimenti fisici o mentali? Non lasciate che tali cose vi rubino la vostra gioia. È migliore la sorte di chi è cieco fisicamente che non quella di chi è cieco spiritualmente! Siete povero di possedimenti materiali? Richiamate alla mente ciò che Gesù disse della piccola moneta della vedova. Anche Paolo scrisse che le nostre contribuzioni alla causa di Dio sono accettevoli secondo ciò che abbiamo e non secondo ciò che non abbiamo. Se stiamo dando il 100 per cento, dunque, indipendentemente da quanto sia poco, stiamo contribuendo alla rivendicazione del nome di Geova in maniera totale, e avremo l’approvazione di Geova e guadagneremo la vita eterna nel suo nuovo ordine di cose. Non lasciate perciò che la sofferenza per impedimenti fisici o economici vi rubi la vostra gioia! “In ogni modo ci raccomandiamo quali ministri a Dio . . . come rattristati ma sempre rallegrandoci, come poveri ma rendendo ricchi molti, come non avendo nulla eppure possedendo ogni cosa”. Rallegratevi dunque con rendimento di grazie per il fatto che i vostri impedimenti non sono spirituali! — 2 Cor. 6:4, 10; Luca 21:1, 2.
23. Quale utile incoraggiamento l’apostolo Paolo ci dà a questo riguardo?
23 O può darsi che abbiamo debolezze carnali che tenderebbero a rubarci la nostra gioia. Comunque, non lasciate che queste cose vi scoraggino. Rammentate come l’apostolo Paolo dovette lottare con le debolezze carnali. “Il bene che desidero non lo faccio, ma il male che non desidero è ciò che pratico. . . . quando desidero fare ciò che è giusto, ciò che è male è presente in me. Misero uomo ch’io sono!” Ma questo non rubò a Paolo la sua gioia! Poiché egli continua: “Chi mi libererà dal corpo che subisce questa morte? Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!” La cosa da fare non è di smetter di lottare, ma, anzi, di continuare a trattare con durezza il corpo e di condurlo come uno schiavo alla volontà di Dio. — Rom. 7:19, 21, 24, 25; 1 Cor. 9:27.
24. Sotto la pressione dei tempi, quali altri suggerimenti sono offerti per aiutarci a non perdere la gioia?
24 In aggiunta ai suddetti suggerimenti, per rimanere gioiosi per tutto il giorno sarà anche utile avere buon senno, fare i dovuti piani ed esercitare padronanza di sé nell’eseguire tali piani. Fate un inventario di ciò che avete a vostra disposizione in quanto a tempo, energia, denaro e influenza personale. Considerate supplichevolmente ciò che potete fare circa studio privato e servizio di ministero nel campo. Quindi fate un bilancio e decidete nel vostro cuore di attenervi ad esso. Nello stesso tempo non siate fanatici né estremisti. Le persone che non possono mai fare abbastanza e che sono eccessivamente consapevoli spesso finiscono col prendere un esaurimento nervoso, e questo non è per certo il modo d’esser gioiosi per tutto il giorno. Usate buon senno. Siate di abitudini moderate. — 1 Tim. 3:2, 11; 2 Tim. 1:7.
25. Spiegate come la contentezza può aiutare a non perdere la gioia.
25 Perché la nostra gioia duri dobbiamo anche esser contenti. Non dobbiamo solo capire ciò che abbiamo, dobbiamo anche essere contenti d’essere senza le cose. Paolo apprese questa lezione, dicendo: “Ho imparato, in qualsiasi circostanza mi trovi, ad essere autosufficiente”. “Avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti”. La santa devozione insieme all’autosufficienza dà la dolce gioia della contentezza senza ansietà. “Gettate su di lui tutta la vostra ansietà, perché egli ha cura di voi”. — Filip. 4:11; 1 Tim. 6:6, 8; 1 Piet. 5:7.
26. Che cos’altro è necessario se vogliamo rimanere gioiosi?
26 Un altro importante fattore nel ritenere la gioia è l’umiltà e la sottomissione alla norma teocratica. Se pensiamo d’essere trascurati o ignorati riguardo a certi privilegi di servizio, non lasciamo che il disappunto ci rubi la nostra gioia. Non dimentichiamo mai il fatto che Geova dirige la sua organizzazione e che Egli è colui che mette i membri ai loro posti come piace al Creatore, non alla creatura. La promozione non è da nessun’altra fonte se non da Geova. (1 Cor. 12:15-30; Sal. 75:6, 7) Assicuratevi dunque di non avere lo spirito di ribellione, poiché i ribelli non sono mai gioiosi. È meglio rendere grazie e rallegrarci del privilegio di servizio che abbiamo, indipendentemente da quanto esso possa sembrar piccolo. Gli umili figli del levita Cora dichiararono: “Ho scelto di stare sulla soglia della casa del mio Dio anziché di andare intorno nelle tende di malvagità”. — Sal. 84:10.
27. Contro quali altri pericoli dobbiamo stare in guardia se vogliamo rimanere gioiosi?
27 Dobbiamo anche stare in guardia per non lasciare che la cattiva volontà o il risentimento alberghi nel nostro cuore, poiché semplicemente non possiamo serbare rancore o sentimenti cattivi e nel contempo esser gioiosi. Piuttosto, coltivate affetto fraterno. Nessuno rubi la vostra gioia, indipendentemente da ciò che dica o faccia. Com’è scritto: “Non t’affrettare nel tuo spirito a offenderti, poiché l’offendersi è ciò che riposa nel seno degli stupidi”. — Eccl. 7:9.
28. In contrasto col mondo del genere umano, qual è la benedetta sorte dei testimoni di Geova, e perché?
28 Per certo il mondo del genere umano è oggi senza gioia per il fatto che ha abbandonato Geova e le sue giuste leggi. D’altra parte, la gioia dei servitori di Geova è eccessivamente grande, tutto perché hanno forte fede, mostrano profondo apprezzamento, hanno senno nel fare i piani per la loro attività, sono autosufficienti e contenti della loro sorte nella vita, sono mansueti e umili e sottomessi e mostrano amore fraterno e tenero affetto l’uno verso l’altro.
29. Per riassumere, quali sono alcune delle cose principali delle quali i servitori di Dio si rallegrano?
29 Geova, a sua volta, dà ai suoi servitori molte cose delle quali si rallegrano per tutto il giorno. Essi hanno la verità, la verità intorno a Geova e ai suoi propositi e alla sua volontà per loro. Vedono l’adempimento delle profezie bibliche e hanno la splendida speranza del Regno. Hanno il provvedimento del sacrificio di riscatto di Cristo. Hanno lo schiavo fedele e discreto come corpo governante. Godono grande prosperità e privilegi di servizio in associazione con la società del Nuovo Mondo. Soprattutto, partecipano al raro privilegio di contribuire alla santificazione e alla rivendicazione del prezioso nome di Geova.
30. Per quale superlativa ragione si rallegrano i testimoni di Geova, come fu predetto molto tempo fa?
30 Per dirlo in breve, i servitori di Geova si rallegrano e sono pieni d’esultanza per tutto il giorno perché Geova è con loro, in mezzo a loro, per benedirli e sostenerli nella loro fedeltà e integrità. Questo è esattamente ciò che il profeta Sofonia disse vi sarebbe stato fra i servitori di Geova in questo tempo della fine. “Rallegrati ed esulta con tutto il cuore”, poiché “Geova il tuo Dio è in mezzo a te. . . . Esulterà su di te con allegrezza. . . . Gioirà su di te con felici grida”. — Sof. 3:14, 17.
“Voi foste una volta tenebre, ma ora siete luce riguardo al Signore. Continuate a camminare come figli di luce, poiché il frutto della luce consiste d’ogni sorta di bontà e giustizia e verità. Continuate ad assicurarvi di ciò che è accettevole al Signore; e cessate di partecipare con loro alle infruttuose opere che appartengono alle tenebre”. — Efes. 5:8-11.