Manteniamo pura la congregazione di Dio nel tempo del Suo giudizio
“Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa?” — 1 Cor. 5:6.
1. Perché i cristiani si preoccupano seriamente della purezza?
LA PUREZZA opera per il bene del corpo umano, sia la purezza fisica che la purezza morale. Badando bene ad essa si promuove una vita sana. Ciò che si può dire del corpo umano può dirsi anche della congregazione simile a un corpo formata di veri discepoli di Cristo Gesù, che si trovano in ogni parte della terra. Geova Dio richiede tale salutare purezza in quel corpo dei suoi servitori, per l’onore del suo proprio nome e per il duraturo bene di tutti quelli che lo amano. — 2 Cor. 6:17; Isa. 52:11; Mal. 3:2, 3.
2, 3. In armonia con il consiglio apostolico, quale dovere devono perciò cercare di assolvere i pastori o sorveglianti cristiani?
2 Scrivendo ai conservi cristiani millenovecento anni fa, l’apostolo Paolo esortò: “Perseguite la pace con tutti, e la santificazione senza cui nessuno vedrà il Signore, vigilando attentamente perché. . . . non spunti nessuna radice velenosa e non causi difficoltà e affinché molti non ne siano contaminati; affinché non vi sia fornicatore né alcuno che non apprezzi le cose sacre, come Esaù, che in cambio di un pasto cedette i suoi diritti di primogenito”. — Ebr. 12:14-16.
3 Quindi, pur mantenendo la pace con tutti, i pastori del gregge di Dio devono proteggerlo dall’infiltrazione o dalla comparsa di elementi indesiderabili. Devono realisticamente riconoscere che un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa”. — 1 Cor. 5:6; Atti 20:28.
AFFRONTIAMO IL PROBLEMA DEL VIZIO DELLA DROGA
4, 5. (a) Quale problema è stato recentemente oggetto di considerazione in preghiera? (b) Facendo un paragone fra coloro che partecipano a tali programmi inerenti alle droghe e coloro che ricevono altri tipi di farmaci, quali importanti differenze ci sono?
4 Oggi il vizio della droga è divenuto come un flagello in molti paesi. Non vi è certamente posto nella pura congregazione di Dio per tale pratica.a Ma che dire di coloro che partecipano a qualche programma intrapreso dal governo in cui vengono somministrate dosi controllate di un prodotto (come quello chiamato metadone) in sostituzione di una droga più pericolosa, come l’eroina? Forse coloro che partecipano a tali programmi governativi dicono di non fare nulla d’‘illegale’; di non avere le allucinazioni così caratteristiche del vizio della droga; di poter agire come ‘parte operante della società’. Che dire se cercano di divenire riconosciuti, battezzati componenti della mondiale congregazione dei testimoni di Geova? Devono essere accettati per il battesimo?
5 Queste domande sono state oggetto di considerazione in preghiera. Dal punto di vista biblico è chiaro che chi partecipa a tali programmi non è scritturalmente qualificato, giacché si può giustamente ritenere che abbia ancora il vizio delle droghe. C’è, naturalmente, un corretto uso dei farmaci in medicina, nella cura di malattie fisiche od organiche. Ma chi prende, ad esempio, il metadone non si può giustamente paragonare al diabetico che ha una malattia organica per cui deve prendere insulina, né a chi soffre di artrite cronica o di cancro nello stadio terminale e a cui vengono somministrati farmaci per alleviare il dolore. Chi ha il diabete, l’artrite o il cancro non prende questi medicinali per evitare la sgradevole, perfino tormentosa, esperienza della “disassuefazione” dal vizio di droghe “pesanti”; né si serve dei medicinali come di un ‘sostegno’ per mantenere l’equilibrio mentale ed emotivo. E, benché i medici prescrivano un sedativo per dare temporaneo sollievo o favorire il sonno in un momento critico, o per preparare un paziente a un’operazione chirurgica, non è lo stesso che essere schiavi di una droga essendovi assuefatti.
6, 7. Benché forse siano ‘legali’, qual è una notevole debolezza di questi programmi, e quali domande questo fa sorgere?
6 La ‘legalità’ del consumo di un prodotto, come il metadone, in qualche programma governativo inerente agli stupefacenti non è il fattore decisivo. In alcuni paesi i drogati possono ottenere ‘legalmente’ l’eroina da dispensari governativi. Questo non lo rende scritturalmente corretto.
7 In tali programmi si tratta generalmente di sostituire una droga con un’altra, una droga considerata meno nociva di una droga come l’eroina. Tuttavia leggiamo ora nei giornali che il metadone si vende ai drogati per le strade come altre droghe ‘illegali’. Anziché sopportare le sofferenze della “disassuefazione” e intraprendere quindi una vita libera dal vizio della droga, chi partecipa a questi programmi cerca di sottrarsi al problema o di rimandare il momento di affrontarlo e risolverlo. Sorgono così le domande: Quanto significato avrebbe il loro battesimo? Che senso avrebbe?
8. Fate un contrasto fra la riluttanza dei drogati ad affrontare la “disassuefazione” e le esigenze scritturali dei discepoli del Figlio di Dio.
8 Cristo Gesù disse che chi desiderava essere suo discepolo doveva ‘prendere il suo palo di tortura’ e seguirlo, essendo disposto anche a perdere la vita per amore di Cristo. (Luca 9:23, 24; Giov. 12:25) Chi si battezza dovrebbe aver preso tale decisione nel suo cuore. Chi è disposto a portare il “palo di tortura”, e sarebbe disposto a seguire Gesù fino al punto d’esser messo al palo, può quindi dire di non voler sopportare le sofferenze della “disassuefazione” dal vizio della droga? (Si paragonino Romani 6:6; Galati 5:24; Colossesi 3:5). In realtà, la sofferenza che accompagna la “disassuefazione” non è che una naturale conseguenza di una pratica errata, un ‘mietere quello che si è seminato’. — Gal. 6:7.
9. (a) Quali domande sono giustamente poste riguardo a coloro che partecipano a tali programmi inerenti alle droghe e che desiderano essere battezzati? (b) Quale esempio ci diede il Figlio di Dio sotto questo aspetto?
9 Quanto sono stati dunque completi ‘il pentimento e la conversione’ dal precedente modo di vivere di tale persona? (Matt. 3:8; Atti 26:20) Può veramente presentarsi a Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza come Sua schiava se continua a essere schiava del vizio delle droghe? (Mar. 12:29, 30) Chi partecipa a un tale programma ha realmente fede nella Parola di Dio, come in Filippesi 4:6, 7, dove ci è promesso che la pace di Dio ‘guarderà i nostri cuori e le nostre facoltà mentali’ se ci rivolgiamo a lui con fede? Riporrà la sua fiducia nella potenza dello spirito di Dio o mostrerà di dubitare di tale potenza e farà assegnamento su qualche droga sostitutiva per guardare il proprio cuore e le proprie facoltà mentali ed evitare di perdere il controllo di sé? Dove dimostra la “padronanza di sé” che è un frutto dello spirito di Dio? (Gal 5:22, 23) Allorché fu messo al palo, Gesù rifiutò di bere “vino drogato con mirra”, essendo evidentemente deciso a rimanere in possesso di tutte le sue facoltà mentre suggellava la sua integrità nella morte. (Mar. 15:23, Traduzione del Nuovo Mondo; anche An American Translation) Egli ci diede pertanto un esempio di fiducia nella potenza di Dio per superare tali essenziali prove.
10, 11. Perché è ragionevole aspettarsi che quelli che chiedono il battesimo vincano prima qualsiasi vizio delle droghe abbiano, e perché non si mostrerebbe loro vera benignità accettandoli come candidati al battesimo prima che abbiano fatto ciò?
10 Non si può negare che è assai difficile vincere il vizio dell’eroina o di altre droghe “pesanti”, e che solo una piccolissima minoranza vi riesce. Il fatto stesso che alcuni vi siano riusciti, comunque, mostra che è possibile. Il fatto che alcuni del mondo ci sono riusciti fornisce una ragione tanto maggiore per credere che dovrebbero riuscirvi anche quelli che vogliono divenire veri discepoli del Figlio di Dio. Anziché smetter d’essere schiavi di una droga per divenire schiavi di un’altra, come il metadone, dovrebbero accettare la sfida e confidare nell’aiuto di Dio per vincere tale schiavitù.
11 Accettare alcuni per il battesimo prima che abbiano fatto questo vorrebbe dire semplicemente condonare il rinvio da parte loro di affrontare in qualche modo il problema. Non sarebbero veramente aiutati, poiché infine dovranno affrontare quel problema e assumere un atteggiamento fermo. Può venire presto il tempo in cui non siano in grado di valersi di tali programmi governativi. Se si accettano ora drogati come componenti riconosciuti di una congregazione, non potrebbero divenire vera fonte di pericolo o di grave biasimo in qualche tempo futuro? Anche prima d’allora, accettandoli pienamente nella congregazione non si potrebbe indebolire la resistenza di alcuni nostri fratelli cristiani verso il consumo di droghe? Non possiamo trascurare il bene della congregazione nell’insieme per favorire un singolo individuo. — Gal 5:9; 6:10.
ATTEGGIAMENTO COERENTE VERSO IL VIZIO DEL TABACCO
12-14. Si può paragonare il vizio del tabacco a un altro vizio della droga, e quale domanda questo suscita?
12 Questo, comunque, suscita la domanda se sia coerente accettare per il battesimo persone che fanno uso di tabacco. Anch’esse sono schiave di un prodotto nocivo, sia che si tratti di fumarlo, masticarlo o fiutarlo. Considerate ciò che dice un resoconto in Science World del 9 aprile 1973:
13 “La droga . . . che causa assuefazione è la nicotina. . . . Un minuto o due dopo aver ‘dato una tirata’ a una sigaretta, la nicotina è presente nel cervello. Ma da 20 a 30 minuti dopo ‘l’ultima tirata’, la maggior parte della nicotina ha lasciato il cervello per altri organi. . . . Questo è pressappoco il tempo in cui il fumatore ha bisogno di un’altra sigaretta. . . . Quando manca la nicotina, il corpo la ‘brama’. Tanto che a volte il corpo ‘si ammala’ senza di essa. Cominciano i sintomi della disassuefazione, una sensazione di sofferenza. . . . Alcuni di questi sintomi sono sonnolenza, mal di testa, disturbi di stomaco, traspirazione e battiti cardiaci irregolari”.
14 Anche i governi del mondo sono stati spinti a dare seri avvertimenti contro il pericolo dell’uso di tabacco. Quelli che non si sono tolti il vizio del tabacco sono quindi qualificati per il battesimo?
15. Anche se il tabacco non è specificamente menzionato nella Bibbia, in che modo i princìpi biblici forniscono la risposta a questo problema?
15 Le prove scritturali additano la conclusione che non sono qualificati. Com’è stato spiegato in altri numeri di questa rivista, la parola greca phar·ma·kiʹa usata dagli scrittori biblici e tradotta “pratica di spiritismo” o “pratiche spiritistiche” ha il significato iniziale di “uso di droghe”. (Gal. 5:20; Riv. 9:21) Il termine cominciò a essere usato in riferimento alle pratiche spiritiche a motivo dello stretto legame fra l’uso di droghe e lo spiritismo. Anche il tabacco fu inizialmente usato dagli Indiani d’America in questo modo. Perciò si può giustamente mettere nella categoria delle droghe che danno luogo ad assuefazione, come quelle che diedero origine al termine greco phar·ma·kiʹa. La nicotina del tabacco non ha gli stessi effetti mentali ed emotivi prodotti da droghe “pesanti” come l’eroina o le cosiddette droghe psichedeliche come l’LSD; tuttavia l’assuefazione alla nicotina influisce in maniera determinata sulla mente e rende fortemente schiavi. In Europa, alla fine della seconda guerra mondiale le sigarette valevano in alcuni casi più del denaro. Si riferisce che le prostitute si vendevano per poche sigarette, e la gente comune sacrificava perfino i tagliandi del cibo razionato per procurarsi il tabacco.
16. (a) Quali vigorose ragioni ci sono per abbandonare tale vizio? (b) Offre Genesi 1:29 una qualsiasi scusa a chi fa uso di tabacco?
16 L’effetto deleterio del tabacco sul corpo è ben noto e le macchie che produce sono altrettanto evidenti. Certo non mostriamo rispetto per il Creatore che ci ha dato la vita se abusiamo del nostro corpo e lo insudiciamo a causa del vizio del tabacco. Le autorità mediche affermano che le donne incinte che fanno uso del tabacco sono di gran lunga più soggette ad abortire delle altre, e anche questo sarebbe indice di grave mancanza di riguardo per la santità della vita. Coloro che hanno il vizio del tabacco non possono scritturalmente difendersi sostenendo che Dio creò la pianta del tabacco e che essa fa parte della “vegetazione” che Dio diede al genere umano come “cibo”. (Gen. 1:29) Quelli che fanno uso di tabacco non lo usano come “cibo” mangiandone le foglie verdi in insalata o cucinandole come spinaci. No, ma le lavorano e fumano, masticano (senza inghiottirne il succo), o fiutano le foglie essiccate e marroni, per provare sensazioni fisiche, e tutto ciò arrecando vero danno al corpo e alla mente.
17-19. (a) Quali penetranti domande devono considerare coloro che hanno il vizio del tabacco se desiderano essere battezzati? (b) Questi stessi punti si applicherebbero a coloro che fanno uso di quali altri prodotti che danno luogo ad assuefazione?
17 Domande simili a quelle presentate riguardo a persone che partecipano a programmi governativi inerenti all’uso di droghe si possono similmente porre riguardo a coloro che hanno il vizio del tabacco e che si presentano per il battesimo. Si sono veramente ‘pentiti e convertiti’, o si attengono ancora a pratiche che essi stessi sanno esser contrarie ai princìpi scritturali? (Rom. 6:19; 1 Tess. 4:7; 5:22) In II Corinti 7:1 l’apostolo dice: “Poiché abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci dunque da ogni contaminazione di carne e di spirito, perfezionando la santità nel timore di Dio”. Lo hanno preso a cuore quelli che hanno il vizio del tabacco? Certo tutti riconosceranno che quelli che vivranno nel nuovo ordine di Dio non avranno il vizio del tabacco e non avranno bisogno di sputacchiere e di portacenere e non inquineranno l’aria con il fumo del tabacco perché altri lo respirino.
18 Quelli che ora hanno il vizio del tabacco non dovrebbero dunque smettere di usarlo per dar prova della loro fede in quel puro nuovo ordine e del loro amore per la giustizia che vi dimorerà? Se vogliono esser trovati da Dio “immacolati e senza difetto” al tempo in cui egli eseguirà il giudizio, non dovrebbero assumere ora un fermo atteggiamento anziché sperare, forse, che l’esperienza di superare la “grande tribolazione” produca in qualche modo un cambiamento e li guarisca dalla loro assuefazione alla nicotina? (2 Piet. 3:11-14) Quando l’imminente “grande tribolazione” renderà introvabile il tabacco commerciale, non sarebbe allora più facile perdere il vizio per circostanze di forza maggiore che non perderlo ora spinti dal desiderio di far piacere a Dio.
19 Ciò che si dice del tabacco si applicherebbe con la stessa forza all’uso che si fa in certi luoghi di alcuni nocivi prodotti che danno luogo ad assuefazione, come noce di betel e foglie di piante di coca (contenenti queste ultime cocaina, che ovviamente ha l’effetto di stordire la mente).b
BISOGNO DI AGIRE ORA CON DECISIONE
20, 21. In vista di questi punti, quale decisivo atteggiamento è ora assunto dai testimoni di Geova, e perché questo è anche per il bene di chi ha il vizio?
20 Per decenni le pubblicazioni dei testimoni di Geova hanno avvertito contro l’uso di prodotti come il tabacco che danno luogo ad assuefazione. In quasi ogni caso le persone associate alle congregazioni dei testimoni di Geova riconoscono che queste abitudini sono errate. I nuovi interessati, quindi, dovrebbero assumere un atteggiamento fermo e non rimandare, chiedendo d’essere battezzati e accettati nella congregazione, o di avere parti nel presentare informazioni dal podio nelle Sale del Regno, mentre sono ancora schiavi della nicotina o di altri nocivi vizi.c Mentre il nuovo ordine è ora molto vicino, è senz’altro in armonia con la Parola di Dio assumere l’atteggiamento che chi non vuole abbandonare tali nocivi vizi non è qualificato per essere da noi battezzato e riconosciuto come componente approvato della congregazione cristiana di Geova.
21 In effetti, accettando tali persone nella congregazione si potrebbe render loro un cattivo servizio, placando la loro coscienza. Il rifiuto di accettarle può essere una benedizione, che le aiuti a comprendere seriamente il bisogno di agire in modo deciso e di prepararsi a vivere nel nuovo ordine di Dio. Superando tali sfide si ottiene una vittoria morale che reca vera forza e fiducia nella potenza e nella volontà di Dio di aiutare.
22-24. (a) Chi fu battezzato quando aveva ancora questo vizio, che cosa dovrebbe fare ora, e perché è ragionevole attendersi questo da lui? (b) Quale condotta dovrebbero seguire le congregazioni verso i battezzati che non si liberano da tale vizio?
22 Che dire dunque di quelli che in passato furono battezzati quando usavano ancora tabacco, e altri prodotti che danno luogo ad assuefazione, o che ricevono qualche trattamento come nel “programma del metadone” e continuano a seguire tale pratica? Ora essi possono ricevere un ragionevole periodo di tempo, come sei mesi, in cui togliersi il vizio. Così facendo, mostreranno il loro sincero desiderio di rimanere nella pura congregazione di dedicati servitori di Geova Dio.
23 Certo se si può superare con successo la tormentosa esperienza della “disassuefazione” dal vizio di droghe “pesanti” per divenire vero discepolo del Figlio di Dio, quelli che hanno il vizio del tabacco o di simili prodotti non dovrebbero avere nessuna valida obiezione a sopportare la minore sofferenza derivante dal togliersi il loro vizio. Rifiutandosi di farlo darebbero certamente un pessimo esempio a chi si sforza di vincere il vizio di droghe “pesanti” e a cui si presenta una sfida molto più difficile.
24 Se alcuni già battezzati non vogliono togliersi il vizio di far uso di prodotti nocivi che li rendono schiavi, che fare allora? In tal caso essi mostrano che, come Esaù, non ‘apprezzano le cose sacre’, preferendo tali vizi al privilegio di far parte del puro popolo di Geova. Dovrebbero perciò essere rimossi dalla congregazione a causa di tale condotta che non si addice al cristiano. — 1 Cor. 5:7; Ebr. 12:15, 16.
25. I componenti delle congregazioni che ora si tolgono un nocivo vizio devono forse essere ribattezzati?
25 Quelli che si tolgono il vizio del tabacco o di un altro nocivo prodotto avrebbero forse bisogno di ribattezzarsi? No, non sembra necessario. La conoscenza reca responsabilità ed educa la coscienza. (1 Tim. 1:13) La congregazione fece loro capire che la loro pratica non ‘li impediva’, e furono battezzati secondo tale intendimento. (Atti 8:36) Naturalmente, se qualcuno ritiene d’essersi presentato per il battesimo con la ‘coscienza sporca’ a causa di tale pratica, può decidere d’essere ribattezzato. Sarebbe una sua personale decisione.
IL TEMPO DELLE DIVINE DECISIONI GIUDIZIARIE
26. Che cosa si deve ricordare in merito alle conclusioni a cui si è pervenuti?
26 Queste norme inerenti a questioni spirituali e morali dei cristiani testimoni di Geova possono apparire molto severe ad alcuni. Ma questo non rappresenta il tentativo di agire in modo arbitrario e dittatoriale. La severità emana in realtà da Dio, che si esprime per mezzo della sua Parola scritta. In vista del tempo in cui vive questa generazione della razza umana, è tempo di prestare viva attenzione alla purezza della condotta di quelli che desiderano piacere a Dio ed entrare nel suo imminente nuovo ordine.
27-29. (a) Perché l’apostolo Pietro, come membro del Corpo Direttivo nel primo secolo, si sentì spinto a scrivere ai suoi fratelli, e su quale tema? (b) Quale seria domanda sorse in merito a chi sarebbe stato approvato sotto il giudizio di Dio?
27 Diciannove secoli fa l’apostolo Pietro fece parte del Corpo Direttivo della congregazione cristiana del primo secolo E.V. Come tale, scrisse lettere di consigli e istruzioni alle congregazioni del popolo di Geova. Pietro comprese che la congregazione cristiana viveva allora nel periodo finale del giudaico sistema di cose che aveva come centro Gerusalemme e il suo tempio. Il suo Maestro, Gesù Cristo, aveva predetto che tale culmine si sarebbe verificato entro quella generazione. (Matt. 23:36; 24:34) Era un tempo molto grave, specialmente per i Giudei divenuti cristiani, e anche in vista del fatto che stava per divampare la persecuzione dei cristiani da parte dell’Impero Romano. Pietro si sentì dunque spinto a scrivere ai suoi conservi cristiani.
28 La sua prima lettera fu scritta verso il 62-64 E.V., poco prima della rivolta giudaica contro l’Impero Romano nel 66 E.V., a cui avrebbe fatto seguito la fine della Gerusalemme giudaica e del suo tempio nel 70 E.V. Pietro sapeva che la sua morte era prossima, e sentiva l’obbligo di avvertire i suoi conservi cristiani di non correre con le persone non cristiane del mondo nel loro “corso allo stesso basso livello di dissolutezza”. Per dare risalto all’urgenza di evitare tale disastroso corso anche a costo d’essere perseguitati, Pietro mostrò che il tempo era inoltrato, scrivendo: “Ma la fine di ogni cosa si è avvicinata. Siate di mente sana [non drogati per fuggire la realtà], perciò, e siate vigilanti in vista delle preghiere”. (1 Piet. 4:4-7) La cosa era tanto più grave per il fatto che l’espressione del giudizio divino era già cominciata in riferimento alla congregazione cristiana. Chi sarebbe stato approvato quando fosse stato sottoposto all’esame divino? Non gli indolenti, non quelli che si sono conformati alle vie dissolute del mondo, non quelli che hanno volontariamente seguìto pratiche non cristiane le quali recavano piacere alla carne depravata e decaduta. (Prov. 1:32, 33) L’apostolo Pietro scrisse:
29 “Se soffre quale cristiano, non provi vergogna, bensì continui a glorificare Dio in questo nome. Poiché è il tempo fissato perché il giudizio cominci dalla casa di Dio. Ora se comincia prima da noi [la casa di Dio], quale sarà la fine di quelli che non sono ubbidienti alla buona notizia di Dio? ‘E se il giusto è salvato con difficoltà, dove si mostreranno l’empio e il peccatore [entro la congregazione cristiana]?’ E quindi anche quelli che soffrono in armonia con la volontà di Dio continuino a raccomandare le loro anime al fedele Creatore mentre fanno il bene”. — 1 Piet. 4:16-19.
30. Perché è così pericoloso che un cristiano battezzato imiti in qualsiasi misura l’“empio” e quelli che ‘peccano’, particolarmente in questo tempo?
30 Pur mantenendosi “giusto” nella congregazione cristiana, il fedele seguace di Gesù Cristo è “salvato con difficoltà”. Il battezzato cristiano che imiti in qualsiasi misura l’“empio’’ e il “peccatore” rende tanto più difficile la sua salvezza. O si mostra affatto degno di salvezza? Questa è una cosa che oggi i cristiani devono ricordare. Certo della nostra generazione si può veracemente dire: “La fine di ogni cosa si è avvicinata”. Le decisioni giudiziarie emanate da Dio verso la sua propria “casa” di adoratori sono ora in corso. A questo fece riferimento la profezia di Malachia, capitolo tre, che parla della venuta di Geova nel suo tempio spirituale, accompagnato da Gesù Cristo quale “messaggero del patto”. Contro chi il divino Giudice, Geova, renderà testimonianza quali trasgressori della legge e peccatori? In Malachia 3:5 egli ci dice:
31-33. (a) Come Malachia 3:5 addita il grave pericolo a cui vanno incontro coloro che ora sono schiavi di prodotti che danno luogo ad assuefazione? (b) Quale altra prova scritturale mostra il legame tra lo spiritismo e l’uso di droghe?
31 “‘E per certo mi avvicinerò a voi per il giudizio, e sarò pronto testimone contro gli stregoni [phar·ma·kousʹ, secondo la versione greca dei Settanta], e contro gli adulteri, e contro quelli che giurano il falso, e contro quelli che agiscono fraudolentemente col salario del lavoratore salariato, con la vedova e con il ragazzo senza padre, e con quelli che respingono il residente forestiero, mentre non hanno temuto me’, ha detto Geova degli eserciti”.
32 Notate che i primi che Geova menziona come bersagli della sua pronta testimonianza contro le loro cattive azioni sono gli “stregoni”. La Versione dei Settanta greca, tradotta da Giudei alessandrini prima di Cristo, rese “stregoni” con la parola greca phar·ma·kousʹ. È la stessa parola usata in Rivelazione 21:8, dove alcuni traduttori la rendono “stregoni”, ma la Traduzione del Nuovo Mondo la rende “quelli che praticano lo spiritismo”. Gli antichi stregoni praticavano davvero lo spiritismo. La parola greca applicata a loro significa letteralmente “coloro che usavano le droghe”, non “farmacisti”. Gli antichi stregoni erano gli spacciatori di droghe del loro giorno.
33 La Versione dei Settanta greca precristiana impiega l’affine parola greca pharʹma·kon (che significa letteralmente “droga”, ma tradotta “stregoneria”) almeno cinque volte. L’idolatra regina Izebel dell’antico Israele praticò tale pharʹma·kon (al plurale) o “stregoneria”. (2 Re 9:22, LXX) Ella fu giustiziata dal re Ieu che agì in qualità di giustiziere di Geova. I protettori degli “stregoni” o di coloro che praticavano lo spiritismo di mestiere pure partecipavano a pratiche spiritiche e furono condannati.
34-36. (a) Perché è ragionevole che tali pratiche ricevano ora attenzione giudiziaria? (b) Quale responsabilità grava pertanto su coloro che fanno servizio come pastori fra il gregge di Dio?
34 C’è dunque poco da meravigliarsi che in questi giorni di esteso vizio della droga e di crescente uso di tabacco, coloro che praticano tali cose ricevano attenzione giudiziaria. Geova Dio, il Supremo Giudice, è nel suo tempio spirituale ed esamina specialmente quelli che professano di adorarlo in quel luogo santo. Ha promesso d’essere pronto testimone contro gli stregoni o quelli che praticano lo spiritismo, che dai tempi antichi in poi ebbe relazione con droghe che danno luogo ad assuefazione e rendono schiavi.
35 Vogliamo che Geova Dio sia pronto testimone contro di noi quali persone dedite alle droghe o ad altre erbe nocive che danno luogo ad assuefazione, cose che ci espongono all’influenza dei demoni spirituali? Il giudizio di Geova contro tali drogati nella veniente “grande tribolazione” significherà la loro distruzione. (Riv. 21:8) Sicurissimamente, Geova Dio non vuole tali persone dedite a vizi nella congregazione dei suoi testimoni cristiani, ora, in questo “termine del sistema di cose”. Della promessa “Nuova Gerusalemme”, Rivelazione 22:15 dice: “Fuori i cani e quelli che praticano lo spiritismo [quelli che usano droghe, traduzione (inglese) Interlineare del Regno] e i fornicatori e gli assassini e gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna”.
36 Perciò, con un profondo senso di responsabilità verso Geova Dio, sono date queste istruzioni. È perciò dovere degli anziani, quali sorveglianti spirituali del gregge di Dio, fare in modo che tali indesiderabili elementi non siano accettati come approvati, battezzati componenti delle congregazioni dei cristiani testimoni di Geova.
[Note in calce]
a Si veda La Torre di Guardia del 1º settembre 1973, pagg. 528-539, per una completa considerazione dell’insegnamento biblico su questo soggetto.
b Si veda La Torre di Guardia del 15 marzo 1973, pagg. 178-181, per ulteriori informazioni su tali prodotti.
c Si veda Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli, pagina 98, par. 5.
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Nel mondo, il fumo è per molti la loro idea del piacere. Ma è cristiano?
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Chi vuole divenire dedicato, battezzato testimone di Geova deve evitare l’uso del tabacco