Perseguite un modo di vivere soddisfacente
1. Perché oggi milioni di persone non provano vera soddisfazione nella vita?
UN GRAN numero di abitanti della terra non prova vera soddisfazione nella vita. Molti sono schiavi a causa dei falsi insegnamenti religiosi circa la morte e i morti. Altri ancora cedono a sentimenti di sfiducia e disperazione. Milioni e milioni di persone hanno un disperato bisogno di liberazione per poter cominciare a perseguire un modo di vivere davvero soddisfacente. Considerate:
2-4. In che modo gli insegnamenti inerenti ai morti hanno influito sui seguaci di religioni non cristiane?
2 Nella maggior parte dell’Asia e in alcune parti dell’Africa milioni di persone credono di dovere per tutta la loro vita prestare omaggio agli antenati morti. Bruciano incenso, pregano, mettono fiori e offrono persino cibo davanti alle tavolette dei parenti defunti. Perché compiono questi atti? È stato loro insegnato che tale venerazione aiuterà i morti ad avere un’esistenza piacevole nella vita successiva e impedirà loro di divenire spiriti ostili.
3 Specialmente riguardo al lutto e ai funerali i superstiti compiono costosi sforzi per aiutare i defunti. In alcune parti dell’Oriente, per aiutare gli spiriti dei morti si bruciano case di carta e altri oggetti di carta del costo di migliaia, talora perfino centinaia di migliaia di lire.
4 Alla base di questa usanza vi è la credenza nel purgatorio. Si crede che dopo la morte della persona lo spirito vaghi per due anni in purgatorio, ma abbia bisogno di aiuto per entrare in cielo. Le offerte sotto forma di oggetti di carta sono fatte per mostrare che il morto visse una buona vita e ha tutto il necessario per operare nell’altro mondo. Molti Orientali credono che con tale mezzo il suo spirito si liberi prima dal purgatorio.
5. Che cosa hanno fatto molti nella cristianità nella speranza di ridurre il tempo che essi o i loro cari dovevano passare in purgatorio?
5 C’è qualche differenza nella cristianità? In realtà no. Per secoli sia ricchi che poveri hanno pagato ingenti somme di denaro alle organizzazioni religiose nella speranza di ridurre il tempo che essi e i loro cari avrebbero dovuto passare in purgatorio. Riguardo a queste pratiche, lo scrittore Corliss Lamont osserva nel suo libro The Illusion of Immortality:
“Dall’inizio del Medio Evo, per mezzo della sola concessione delle indulgenze, la Chiesa Cattolica ha ottenuto somme enormi sia da ricchi che da poveri. Queste indulgenze, date in cambio dei versamenti di denaro, elemosine o altre specie di offerte stabiliscono che alla propria anima o all’anima di un parente o amico deceduto sia risparmiata in tutto o in parte la punizione a cui è destinata in purgatorio. . . . In Russia la Chiesa Ortodossa accumulò enormi ricchezze per mezzo di intercessioni simili a favore dei morti. Oltre alle continue entrate da operai e contadini ansiosi di mitigare la retribuzione divina, molti appartenenti alla nobiltà e alla classe superiore dotarono monasteri e chiese a condizione che preghiere quotidiane fossero dette per le anime dei loro defunti”. — Pagg. 17, 18.
6. Quale veduta hanno molti di ciò che i morti possono fare ai vivi?
6 Molto diffusa è anche la credenza che i vivi abbiano bisogno di salvaguardarsi dai morti. In molte parti dell’Africa, quando una famiglia è colpita da una malattia, quando muore un bambino, quando va male un affare o quando capita qualsiasi altra disgrazia, si consulterà subito un sacerdote dei feticci. Di solito il sacerdote dice che è stato offeso un familiare morto. Si consulta l’oracolo e vengono prescritti i sacrifici. Naturalmente, il sacerdote richiede per questo molto denaro. Egli ottiene anche la carne dell’animale offerto in sacrificio.
7, 8. Che cosa rivela la Bibbia della condizione dei morti?
7 La verità della Parola di Dio libera da tali falsità che tengono schiavi. La Bibbia mostra chiaramente che l’anima muore e che al corpo non sopravvive nulla per continuare l’esistenza cosciente. (Ezec. 18:4, 20) Non c’è nessuna ragione di temere i morti. Ecclesiaste 9:6 dice di loro: “Il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, e non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in alcuna cosa che deve farsi sotto il sole”.
8 Per ragioni simili, i morti non possono essere aiutati dai vivi. Sono tornati alla polvere senza vita. (Gen. 3:19; Sal. 104:29) Essendo senza vita, inconsapevoli, non potrebbero proprio essere in alcun luogo di tormento permanente o temporaneo. In Romani 6:7, la Parola di Dio dice chiaramente: “Colui che è morto è stato assolto dal suo peccato”. Questo non sarebbe vero se dopo la morte continuasse a essere punito per i suoi peccati. Anziché essere assolto, sconterebbe ancora i suoi peccati.
9, 10. Quali ammissioni fanno i teologi della cristianità circa l’anima umana, l’inferno e il purgatorio?
9 Gli eruditi della cristianità sanno quello che insegna la Bibbia sulla condizione dei morti. Nella loro letteratura teologica ammettono che le Scritture non insegnano l’immortalità dell’anima umana e che questa e altre dottrine sono il frutto della filosofia pagana greca. “La teologia cristiana”, scrive il prof. Douglas T. Holden, “si è tanto fusa con la filosofia greca che ha educato individui i quali sono un miscuglio di nove parti di pensiero greco su una parte di pensiero cristiano”. (Death Shall Have No Dominion, pag. 14) E il teologo francese Oscar Cullmann definì il credo nell’anima immortale “uno dei massimi equivoci del cristianesimo”. — Immortality of the Soul or Resurrection of the Dead?, pag. 15.
10 Riguardo all’idea del tormento eterno in un inferno di fuoco, il periodico cattolico Commonweal (15 gennaio 1971, pag. 370) rileva: “Per molti, compresi alcuni filosofi, l’inferno risponde a un bisogno dell’immaginazione umana, a una sorta di Babbo Natale alla rovescia. . . . Chi fra i giusti non desidera vedere gli ingiusti esser puniti con qualche equità? E se non in questa vita, perché non in quella prossima? Tale veduta, comunque, non è compatibile con il Nuovo Testamento, che invita l’uomo alla vita e all’amore”. In quanto alla dottrina del purgatorio, la New Catholic Encyclopedia ammette francamente: “La dottrina cattolica sul purgatorio si basa sulla tradizione, non sulla Sacra Scrittura”. — Vol. 11, pag. 1034.
11, 12. (a) Perché si può dire giustamente che i capi religiosi della cristianità hanno propagato “insegnamenti di demoni”? (b) Quale sfruttamento è stato compiuto dai capi religiosi della cristianità?
11 Tuttavia si insegnano effettivamente queste cose nelle chiese? I capi religiosi dicono alle loro congregazioni che l’anima muore, che la dottrina del tormento eterno in un inferno di fuoco è contraria allo spirito del cristianesimo e che la credenza nel purgatorio non si basa sulla Bibbia? Oppure gli ecclesiastici della cristianità nell’insieme persistono a propagare “insegnamenti di demoni”? (1 Tim. 4:1) La risposta Sì a quest’ultima domanda è forse un giudizio troppo severo? Ebbene, non riconoscono gli stessi eruditi della cristianità che tali insegnamenti sono falsi? E se il clero persiste a insegnare dottrine che sa essere false, non imita esso colui che Gesù chiamò “padre della menzogna”? (Giov. 8:44) Per giunta, l’insegnamento del tormento eterno non riflette forse la morbosa, spietata e crudele disposizione dei demoni?
12 La Bibbia dice: “Dio è amore”. (1 Giov. 4:8) Ma le dottrine dell’inferno di fuoco e del purgatorio lo rappresentano in maniera grandemente errata. Quelli che insegnano tali dottrine dicono perciò cose blasfeme contro Dio. Stando così le cose, le organizzazioni religiose hanno anche ottenuto ingenti somme di denaro con falsi pretesti. Invece di confortare gli orfani e le vedove nel tempo della loro estrema afflizione, molti capi religiosi li hanno spietatamente sfruttati accettando denaro per cerimonie senza valore. Questo è stato specialmente gravoso per i poveri, che potevano impiegare tale denaro per soddisfare le necessità della vita.
13. Perché gli ecclesiastici della cristianità non possono giustificare il loro insegnamento di false dottrine?
13 Mentre alcuni ecclesiastici possono non conoscere bene le prove bibliche, ne avrebbero il dovere. Essi si presentano come portavoce del messaggio di Dio e perciò hanno l’obbligo di conoscere quello che dice la Bibbia. Sanno di sicuro molto bene che le loro opere e le loro parole possono influire profondamente sulla vita di quelli che si rivolgono a loro per farsi istruire. Questo dovrebbe indurli ad accertarsi attentamente di quello che insegnano. Qualsiasi rappresentazione errata di Dio può allontanare le persone dalla vera adorazione, a loro danno.
14. Avendo la falsa religione rappresentato erratamente Dio e sfruttato il popolo, quali domande possiamo farci?
14 Che ne pensate dello sfruttamento che la falsa religione compie a danno del popolo e della rappresentazione errata che fa del nostro Creatore? Desiderate che il nome di Dio sia purificato dal biasimo recato su di esso con l’insegnamento di dottrine false? Desiderate veder compiere ogni sforzo perché le persone di cuore onesto siano liberate dalla schiavitù alle falsità religiose? Volete fare la vostra parte per smascherare l’errore religioso? Questo è senz’altro il desiderio di ogni devoto servitore di Geova Dio.
LIBERTÀ DALLA DISPERAZIONE
15. Perché molti che riconoscono lo sfruttamento compiuto dalla falsa religione non provano ancora soddisfazione nella vita?
15 Naturalmente, molti hanno visto oggi lo sfruttamento compiuto dalla falsa religione. Ma questo non è bastato a dar loro vera libertà e a far loro intraprendere un modo di vivere davvero soddisfacente. Perché no? Perché non hanno vera fede e speranza. Per cui non sono salvaguardati contro il dannoso effetto mentale ed emotivo che possono avere su di loro gli avvenimenti del mondo.
16. Che cosa è accaduto nel mondo, e perciò quale attitudine hanno adottato molti?
16 Considerate per un momento quello che è accaduto. Milioni di persone sono perite come vittime di guerre, delitti, insurrezioni e carestie. L’acqua e l’aria essenziali alla vita sono state inquinate a un ritmo allarmante. La vita umana pare minacciata da ogni parte. E non c’è nulla per dare la vera assicurazione che nel prossimo futuro l’umanità sarà in grado di risolvere i suoi problemi. Questo ha portato alla completa disperazione anche molti di quelli che avevano voltato le spalle alla falsa religione. Per quello che possono capire, questa vita è tutto quello che c’è. La Bibbia descrive appropriatamente la loro attitudine. Essi dicono: “Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo”. — 1 Cor. 15:32.
17. Che cosa fanno molti al giorno d’oggi nel tentativo di sfuggire alla dura realtà della vita?
17 Nel tentativo di sfuggire alla dura realtà della vita, molti si danno all’alcool o alla droga. Altri cercano di non pensare alle loro frustrazioni abbandonandosi all’immoralità sessuale. Praticano fornicazione, adulterio, omosessualità sotto forma di sodomia e lesbismo. Riguardo all’effetto dell’incertezza della vita, Ignace Lepp, nel suo libro Death and Its Mysteries (tradotto dal francese da Bernard Murchland), dice: “Sembra che oggi più persone normali subiscano l’effetto di questo timore della morte collettiva, almeno inconsciamente. Questa è almeno una spiegazione parziale del disordine dei nostri tempi che si esprime con delitti ingiustificati, vandalismo, erotismo e affrettato ritmo di vita. Sembra che anche musiche e danze moderne esprimano la disperazione di un’umanità che non crede più nel proprio futuro”. (Pag. 49) Che effetto ha avuto il fatto di cedere a sentimenti di disperazione e poi cercare di sfuggirvi?
18-20. Quale cattivo frutto hanno prodotto il bere smodato, il vizio della droga e l’immoralità sessuale?
18 Quelli che si sono dati al bere smodato dimenticheranno temporaneamente i loro guai. Ma sacrificano la loro dignità e, mentre sono ubriachi, a volte fanno del male a se stessi o ad altri. E il giorno dopo, riscontrano di avere accresciuto i guai che avevano già con un tormentoso mal di testa. Il bere smodato causa pure gravi malattie.
19 Anche i drogati pagano a caro prezzo i loro sforzi di evadere dalla realtà. Spesso subiscono permanenti danni fisici e mentali. E per mantenere il loro costoso vizio, molti si degradano dandosi al furto o alla prostituzione.
20 Che dire delle relazioni sessuali promiscue? Aiutano a migliorare la propria sorte nella vita? Al contrario, i frutti sono spesso detestabili malattie veneree, gravidanze indesiderate, figli illegittimi, aborti, case divise, amara gelosia, liti e perfino assassinii.
21, 22. Quali buoni risultati si hanno osservando i princìpi biblici?
21 La sorte di molti è davvero triste. Hanno bisogno di speranza e di vera fede per liberarsi dalla disperazione e dai problemi che ne derivano. La Parola di Dio può aiutarli, se solo la studiano e la mettono in pratica. Questa è stata l’esperienza dei cristiani testimoni di Geova. Essi hanno riscontrato che l’osservanza dei princìpi biblici migliora le relazioni in casa, al lavoro e nei quotidiani rapporti con altri. (Rom. 12:17-21; 13:8-10; Efes. 5:22–6:4; 1 Piet. 3:1-7) Questo ha contribuito molto a rendere sin da ora la loro vita più felice e più soddisfacente.
22 Vuol dire questo che chi osserva i princìpi biblici nella propria vita quotidiana sarà immune dai problemi e dalle difficoltà del mondo? No, vive ancora fra gente che non ama la giustizia. Ma può risolvere i problemi della vita assai più efficacemente che non quelli che confidano solo nel ragionamento umano. Non si amareggia per le ingiustizie che può subire. Ne conosce la ragione e ha la ferma convinzione che il regno di Dio retto da Cristo porrà fine presto a tutto ciò che impedisce di godere pienamente la vita. (2 Piet. 3:11-13) Si salvaguarda dal soccombere alla disperazione e dal danneggiarsi nei vani tentativi di sfuggirvi.
23, 24. I vantaggi che abbiamo avuto praticando la vera adorazione come dovrebbero influire su quello che facciamo per i nostri simili?
23 Comprendendo questo fatto, i cristiani dedicati devono senz’altro essere spinti ad aiutare di cuore i loro simili a cominciare a seguire un modo di vivere soddisfacente. Questo vuol dire dar prova d’essere il tipo di persona di cui parlò Gesù in Matteo 13:23: “Questo è colui che ode la parola [del regno] e ne afferra il significato, il quale veramente porta frutto e produce, questo il cento, quello il sessanta, l’altro il trenta”.
24 Siete voi persone di tale tipo? Continua il vostro cuore ad accogliere con apprezzamento la ‘parola del regno’? Vi spinge questo a creare le opportunità di condividere con altri il messaggio del Regno così che comincino ora a vivere nel modo migliore? Se è così, potete essere sicuri che avrete l’approvazione e la benedizione di Geova.
CI VUOLE UNO SFORZO DILIGENTE
25. Perché ci vuole uno sforzo diligente per perseguire un modo di vivere soddisfacente?
25 Dobbiamo fare strenui sforzi per perseguire un modo di vivere soddisfacente. Noi creature umane pecchiamo e perciò dobbiamo sforzarci con vigore per tenere sotto controllo le tendenze peccaminose. Non possiamo permettere che tali tendenze abbiano il sopravvento su di noi, rendendoci così schiavi del governante di questo mondo, Satana. (Giov. 14:30; 2 Cor. 4:4) Riguardo a sé, il fedele apostolo Paolo scrisse ai Corinti: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (1 Cor. 9:27) Egli si valse di ogni mezzo a sua disposizione per assoggettare le tendenze peccaminose, riportando su di esse la vittoria.
26. Che cosa mostra che gli ecclesiastici della cristianità si sbagliano ad asserire che la credenza nell’inferno di fuoco serva da incentivo per la condotta giusta?
26 Che cosa spinse Paolo e altri fedeli discepoli di Gesù a far questo? Molti ecclesiastici della cristianità hanno asserito che il timore dei tormenti dell’inferno di fuoco serva da incentivo per la condotta giusta. Ma i fatti della storia provano il contrario. Le orribili inquisizioni e le sanguinose crociate della cristianità sono la prova che alcune delle più grandi crudeltà sono state perpetrate da coloro che credevano nella dottrina non scritturale dell’inferno di fuoco.
27. Qual è il motivo giusto per servire Geova Dio?
27 Il timore della punizione non è il motivo giusto per servire Dio. Geova Dio vuole che la nostra adorazione sia motivata dall’amore. Questo è sempre stato il suo desiderio riguardo alle sue creature intelligenti. Notate l’invito che Mosè rivolse agli Israeliti: “Ti ho messo dinanzi la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; e tu devi scegliere la vita, per mantenerti in vita, tu e la tua progenie, amando Geova tuo Dio, ascoltando la sua voce e tenendoti stretto a lui; poiché egli è la tua vita e la lunghezza dei tuoi giorni”. — Deut. 30:19, 20.
28, 29. (a) Perché abbiamo buone ragioni per amare Geova? (b) In che modo l’apostolo Pietro ribadisce questo punto nella sua prima lettera?
28 Abbiamo senz’altro buone ragioni per amare profondamente Geova e dimostrare il nostro amore ubbidendo ai suoi comandamenti. Fu Geova a prendere l’iniziativa di mostrarci amore al grado superlativo. Essendo peccatori non avremmo mai potuto con i nostri propri meriti ottenere una condizione di favore dinanzi a lui. Il solo salario che noi peccatori meritiamo è la morte. (Rom. 6:23) Tuttavia nel suo sconfinato amore Geova Dio diede suo Figlio a nostro favore, affinché i nostri peccati fossero espiati e potessimo pervenire a una condizione giusta. Questa non fu una cosa da poco da parte di Geova. Egli amava profondamente suo Figlio eppure permise che subisse le più grandi umiliazioni, sì, perfino una morte vergognosa su un palo di esecuzione. In quanto a Gesù Cristo, fu disposto a subirlo come espressione del suo amore per l’umanità. — Giov. 10:17, 18.
29 In realtà, ciò che Geova Dio e Gesù Cristo hanno fatto a nostro favore dovrebbe suscitare nel nostro cuore l’ardente desiderio di comportarci in armonia con la volontà divina. Questo è l’argomento espresso dall’apostolo Pietro quando incoraggiò i conservi credenti: “Comportatevi con timore [cioè con salutare riverenza o tremore non volendo dispiacere a Geova Dio] durante il tempo della vostra residenza di forestieri. Poiché sapete che non con cose corruttibili, con argento o con oro, foste liberati dall’infruttuosa forma di condotta ricevuta per tradizione dai vostri antenati. Ma lo foste con sangue prezioso, come quello di un agnello senza difetto e immacolato, quello di Cristo. Veramente, egli fu preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma fu reso manifesto alla fine dei tempi per voi che mediante lui siete credenti in Dio, il quale lo ha destato dai morti e gli ha dato gloria; onde la vostra fede e la vostra speranza siano in Dio”. — 1 Piet. 1:17-21.
30, 31. Fate un contrasto tra la condotta dei primi cristiani e il modo in cui vivevano prima di conoscere la verità.
30 Apprezzate realmente il prezioso sacrificio di Gesù Cristo? Lo mostrate con il vostro comportamento? Fate quello che si addice a persone alle quali è stato mostrato amore e per le quali è stato fatto tale sacrificio inestimabile? Dovremmo tutti comportarci così. Per tale ragione, in I Pietro 1:14, 15, i cristiani generati dallo spirito sono esortati: “Come figli ubbidienti, cessate di conformarvi ai desideri che aveste un tempo nella vostra ignoranza, ma, secondo il Santo che vi ha chiamati, divenite anche voi santi in tutta la vostra condotta”.
31 Se siamo cristiani dedicati, abbiamo senz’altro tratto profitto dal sacrificio espiatorio di Gesù. Dovremmo perciò odiare il modo in cui vivemmo prima di avere vera fede e speranza, quando eravamo senza apprezzamento verso quello che Geova Dio e Gesù Cristo fecero a nostro favore. Nella nostra ignoranza, vivevamo solo per l’interesse personale. Seguivamo i nostri desideri, a meno che forse non fossimo trattenuti dal timore dell’autorità o dal timore di danneggiare la nostra salute, la nostra proprietà o la nostra reputazione. Ma quanti di noi si sentivano realmente responsabili verso il Creatore e Datore di vita?
32. Che cosa vuol dire che Geova è “santo”?
32 Ora, però, abbiamo un forte incentivo a cercare di conformarci alla norma di santità esemplificata dal nostro amorevole Padre celeste. Geova Dio è “santo”, puro o immacolato nel senso assoluto. Egli è buono sotto ogni aspetto, non avendo neppure la minima traccia di malizia o corruzione. È la Fonte di ogni giusto principio e legge. — Sal. 19:7-10; 119:137, 138, 160.
33, 34. Che cosa si richiede da noi per seguire il consiglio di I Pietro 2:1?
33 Spinti dall’amore verso di lui, dovremmo volergli assomigliare. Dovremmo perciò avere il desiderio di allontanare ogni inclinazione errata contraria alla sua santità. Questa è l’ammonizione contenuta in I Pietro 2:1, dove leggiamo: “Allontanate ogni malizia morale e ogni inganno e ipocrisia e invidie e ogni sorta di maldicenza”. Che cosa richiede questo da noi?
34 La prevalente inclinazione del nostro cuore non dovrebbe essere volta verso alcuna sorta di malizia. Il pensiero di ingannare altri per un guadagno egoistico, non importa quanto sia grande o piccolo, dovrebbe ripugnarci. Si dovrebbe reprimere la tendenza all’invidia così che non ricorriamo alla frode o ad altre pratiche disoneste per ottenere quello che hanno altri. Né vorremo cadere nel laccio della maldicenza, cercando di sminuire i conservi cristiani con indebite critiche o mettendo in dubbio le loro capacità e i loro motivi. Quello che diciamo dovrebbe essere di buon gusto e servire a edificare altri, non ad abbatterli. Non vogliamo agire da ipocriti, fingendo d’essere quello che non siamo e nascondendo malvagi disegni sotto il manto di una forma di santa devozione.
35. Che cosa dovrebbero rivelare tutti gli aspetti della vita del cristiano, e quale salutare effetto può avere questo su altri?
35 Sì, le nostre esperienze quotidiane — a casa, nel luogo di lavoro secolare, a scuola, nei quotidiani rapporti con altri — dovrebbero dare la prova che ora la nostra vita è più soddisfacente che prima che cominciassimo a ubbidire alla Parola di verità di Dio. Questo dovrebbe essere specialmente il nostro desiderio in considerazione del salutare effetto che la condotta eccellente può avere sugli osservatori sinceri. L’apostolo Pietro disse: “Mantenete la vostra condotta eccellente fra le nazioni, affinché, nella cosa di cui parlano contro di voi come malfattori, in seguito alle vostre opere eccellenti delle quali sono testimoni oculari glorifichino Dio nel giorno della sua ispezione”. — 1 Piet. 2:12.
36, 37. Quali sono alcuni vantaggi che hanno i servitori di Geova, e questo che cosa dovrebbe spingerli a fare?
36 Se siamo cristiani devoti, abbiamo davvero molte benedizioni e gioie. Resistendo alla pressione di cedere all’egoismo, proviamo la soddisfazione di poter dimostrare che serviamo Dio spinti dall’amore. Mentre affrontiamo i problemi della vita abbiamo la guida, la cura e l’aiuto di Geova. Abbiamo salute spirituale e contentezza. Manteniamo la pace di mente e di cuore che solo una coscienza pura può darci. La nostra vita ha un orientamento significativo in quanto è imperniata su una relazione durevole con Geova Dio.
37 I cristiani dedicati hanno veramente ragione di continuare a sforzarsi con vigore per mantenere la libertà che hanno ottenuta conformandosi alla verità di Dio. È questo che fate? La vostra attitudine, le vostre parole e le vostre azioni si accostano sempre più alla norma di santità di Dio? La vostra fede e la vostra speranza vi salvaguardano da ogni cosa che potrebbe distruggere la buona relazione con Geova Dio e farvi perdere la “vita . . . avvenire”? (1 Tim. 4:8) In tal caso, perseverate nei vostri eccellenti sforzi. Date ascolto all’ammonizione ispirata: “Prova anche squisito diletto in Geova, ed egli ti darà la richieste del tuo cuore”. (Sal. 37:4) Continuate a provare vero diletto nel mantenere l’amore e l’approvazione di Geova Dio, convinti che così avrete soddisfazione ora e la promessa della vita eterna nel giusto nuovo ordine di Dio, che è prossimo. — Riv. 21:3, 4.