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Battesimo per la salvezza e battesimo di fuocoLa Torre di Guardia 1952 | 15 giugno
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erano figure profetiche di persone future, Gesù disse: “Similmente, come accadde ai giorni di Lot: essi mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano. Ma nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo e li distrusse tutti. Lo stesso avverrà in quel giorno quando il Figlio dell’uomo sarà rivelato. Ricordate la moglie di Lot”. (Luca 17:28-30, 32, NM) Lot e le sue figlie, per la vita dei quali Abrahamo intercedette presso l’angelo di Geova, raffigurano indubbiamente la stessa classe della folla di gente di ogni specie del tempo di Mosè e dei tre figli di Noè con le loro mogli. Tutto questo raffigura che, non solo è una classe spirituale, il rimanente, portato in salvo oltre Harmaghedon, ma è anche una classe terrestre di persone di buona volontà.
34. Che proporzione numerica ci fu tra i figli e le nuore di Noè rispetto a lui e alla sua moglie, e quale fu il loro privilegio?
34 I figli e le nuore di Noè superarono per numero lui e la sua moglie di tre a uno, e dopo il diluvio furono essi che eseguirono il mandato divino: “Crescete, moltiplicate, e riempite la terra”. (Gen. 9:1) Erano stati battezzati in Noè cooperando fedelmente con lui come servitori di Geova durante tutti gli anni della costruzione dell’arca ed entrando alla fine nell’arca con lui, probabilmente a due a due, come fecero gli animali maschi e femmine. Così essi vennero dopo il diluvio sotto la benedizione di Geova, con un mandato che concordava con parte del mandato dato a Adamo ed Eva nell’Eden.
35. Come sono essi così una figura della “grande folla” oggi?
35 Quale appropriata figura sono essi della “gran folla” di altre pecore del giorno presente! Anche queste sono battezzate nel Noè più grande, Cristo Gesù. Non lo sono per altro allo stesso modo del rimanente del “piccolo gregge”. Non sono battezzati nella morte di Cristo, poiché il grande Battezzatore Geova Dio non si propone una tal cosa a loro riguardo. È la sua volontà che, sopravvivendo alla battaglia di Harmaghedon nella moderna “area” di salvezza, essi siano fecondi con figli nel giusto nuovo mondo e abbiano parte all’edificazione del paradiso sulla terra purificata e la popolino come perfetti umani a immagine e somiglianza di Dio per sempre. Perciò essi non sono simili a quelli del rimanente di Cristo che sono “sepolti con lui mediante il nostro battesimo nella sua morte” o “uniti con lui nella somiglianza della sua morte”. Benché alcune delle “altre pecore” muoiano durante il tempo che rimane prima della battaglia di Harmaghedon, tuttavia essi non sacrificano affatto la loro prospettiva di una vita perfetta nel paradiso terrestre. Si addormentano con la speranza della risurrezione alla vita umana sulla terra sotto il regno di mille anni di Cristo. Perciò è udendo la voce del Giusto Pastore oggi la quale proclama la buona notizia del Regno in tutta la terra per una testimonianza a tutte le nazioni e seguendo lui quindi con dedizione come unto Re di Dio che essi sono battezzati nel Noè più grande. Per questo motivo essi vivono una vita mutata. Non perdono più il tempo ad imitare i costumi di questo mondo, ma vivono secondo il nuovo sistema di cose, l’arca di salvezza.
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Richiesta a Dio di una buona coscienzaLa Torre di Guardia 1952 | 15 giugno
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Richiesta a Dio di una buona coscienza
1. Come aspettava ai giorni di Noè la pazienza di Dio? Come aspetta oggi?
L’APOSTOLO Pietro ricorda che “la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre veniva costruita l’arca”. (1 Piet. 3:20, NM) Dal 1914 d.C. siamo vissuti nel ‘giorno della preparazione di Geova’, poiché dal 1914 fino alla guerra universale di Harmaghedon è il “tempo della fine” di questo mondo, la “consumazione del sistema di cose”. (Nah. 2:3) Tutte le circostanze dimostrano che questi giorni sono simili a quelli di Noè, e ancora Geova Dio esercita la sua pazienza aspettando. Poiché l’ordine di costruire l’arca fu dato a Noè quando i suoi figli erano ormai sposati, Iddio deve aver pazientemente aspettato alcuni decenni. Corrispondentemente, in questi giorni della presenza di Cristo Gesù nel regno celeste siamo già vissuti più di tre decenni dal 1914. Quanto ancora aspetterà la pazienza di Dio fino a quando egli scatenerà il battesimo di fuoco su questo mondo distruggendolo non sappiamo, perché non ci è stato accordato di conoscere il giorno e l’ora esatti.
2. Perché la pazienza di Dio non significa lentezza relativamente alla sua promessa?
2 Non dobbiamo per questo ritenere che Dio sia lento in rapporto alla sua promessa di stabilire il nuovo mondo di nuovi cieli e nuova terra per benedire tutte le famiglie della terra, viventi e morti. Egli ha fissato il giorno e l’ora, ed egli osserverà il tempo stabilito. Nulla che Satana il Diavolo ha fatto finora o potrà ancora fare gli permetterà di rimandare il giorno e l’ora e rinviare l’ardente battesimo che sovrasta questo mondo. Per questo motivo Pietro dice che “il giorno di Geova” verrà improvvisamente su questo mondo incredulo, schernitore e noncurante come un ladro nella notte. Pertanto non vogliamo cessare di stare in guardia, ma occorre che siamo trovati continuamente nell’“arca” e ci troviamo in essa, battezzati nel Noè più grande, in quel tremendo giorno ed ora. Dal punto di vista dell’apostolo Pietro dobbiamo ‘considerare la pazienza del nostro Signore come salvezza’. Dovremmo vedere com’egli è paziente verso di noi, dandoci il tempo di lavorare alla nostra propria salvezza con timore e tremore. Parte di questo lavoro consiste nel cercar d’aiutare tante “altre pecore” quante possiamo a venire al ravvedimento affinché cerchino il porto di protezione di Dio e siano salvate dall’imminente distruzione. Egli non vuole che alcuno di questi sia distrutto ma desidera che tutti giungano al ravvedimento che conduce alla salvezza nell’arca. Occorre del tempo per educarle e condurle nel sistema di cose dell’arca, e Geova è stato abbastanza benigno da pazientare per un tempo sufficiente. Ma quel tempo si affretta
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