Dove rende sacro servizio la “grande folla”?
“Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario”. — Apoc. 7:15, “La Bibbia di Gerusalemme”.
1. Qual è l’atteggiamento della “folla” in generale nei confronti delle religioni del mondo?
LA RELIGIONE è in declino. Diminuisce anche la partecipazione al culto nelle chiese, nelle cattedrali e nei templi. Il fenomeno è particolarmente evidente nei paesi che formano la cristianità. Infedeli, scettici, agnostici, atei e forze antireligiose sono in aumento. Nessun tentativo di risveglio religioso riuscirà a ricuperarli. Stiamo parlando della “folla” in generale.
2. Quale “folla” ci interessa, predetta in una visione avuta da un uomo anziano esiliato nell’isola di Patmos dal governo romano?
2 Ci interessa però una folla particolare, una “grande folla” vista in visione da un uomo anziano esiliato nell’isola di Patmos dal governo dell’Impero romano. Dopo aver avuto una visione di 144.000 israeliti spirituali, egli scrive, dicendo: “Dopo queste cose vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”. — Riv. (Apoc.) 7:9, 10.
3. Perché quella “grande folla” è vestita in modo dignitoso, e perché la maggioranza delle persone pensa che questa “grande folla” vada in cielo?
3 Che posto d’onore occupa questa “grande folla”, secondo quanto vien detto, e che aspetto dignitoso ha! Anche nei tempi moderni è appropriato stare in piedi in presenza di un re seduto sul trono. Ma qui gli appartenenti a questa “grande folla” vengono visti stare in piedi dinanzi al trono di Dio stesso. In modo adatto all’occasione, indossano immacolate vesti bianche. Vengono forse visti stare in piedi all’aperto? No, perché Rivelazione 7:15 dice che “rendono sacro servizio [a Dio] giorno e notte nel suo tempio [naòs, nel testo originale greco]”. Ebbene, significa questo che in ultimo i componenti di tale “grande folla” andranno in cielo, dove si trova l’Iddio al quale ascrivono la loro “salvezza”? Di solito la risposta che viene data è Sì! Perché? Perché è scritto che gli rendono sacro servizio “nel suo tempio” o “nel suo santuario” (La Bibbia di Gerusalemme [Ge]).
4. Su quale parola del testo greco originale verte la questione, e con riferimento a che cosa fu usata in Giovanni 2:19-21?
4 Tuttavia, concorda questa veduta con tutti i particolari menzionati nell’ultimo libro della Bibbia, Rivelazione? E per quanto riguarda coloro che si considerano parte di questa “grande folla” in corso di formazione, si aspettano forse di andare in cielo e di diventare creature spirituali come gli angeli? Provano forse il desiderio di andare in cielo? Essi vi diranno di no! Non ritengono d’essere stati generati dallo spirito di Dio per tale speranza celeste. La questione verte sul significato dell’originale parola greca variamente tradotta “tenda”, “tempio” e “santuario”. Per esempio, quando la Bibbia dice che Gesù Cristo scacciò dal tempio di Erode i cambiamonete e i mercanti, il termine originale greco usato è naòs. Si legge: “Gesù rispose: ‘Distruggete questo santuario [naòs] e in tre giorni io lo riedificherò’. I giudei replicarono: ‘Ci son voluti quarantasei anni per costruire questo santuario [naòs] e tu lo edificheresti in tre giorni?’ Ma egli stava parlando del santuario [naòs] del suo corpo”. (Giov. 2:19-21, The Jerusalem Bible) Cosa intendevano quei giudei per “santuario”?
5. (a) Quale edificio i giudei non potevano avere in mente quando dissero che la sua costruzione aveva richiesto 46 anni? (b) A cosa deve applicarsi la parola naòs nella versione greca dei Settanta di Isaia 66:6?
5 Certo non il santuario interno, che comprendeva il vestibolo, il Santo e il Santissimo. Intendevano la struttura del tempio nell’insieme, inclusi i cortili, in uno dei quali trafficavano i cambiamonete e i mercanti. Nel 70 E.V. i romani distrussero l’intero tempio di Erode. A differenza del precedente tempio di Salomone, distrutto nel 607 a.E.V., il tempio di Erode non fu mai ricostruito. Riguardo al tempio di Gerusalemme, Isaia 66:6 dice in senso profetico: “Uno strepito esce dalla città, un clamore viene dal tempio [naòs nella traduzione greca dei Settanta]. È la voce dell’Eterno, che dà la retribuzione ai suoi nemici”. (Versione Riveduta) “Giunge un rumore, un frastuono dalla città, un rumore dal tempio [naòs]: è la voce del Signore che paga il contraccambio ai suoi nemici”. (Ge) È quindi evidente che il tempio, il santuario o naòs, non si riferisce soltanto al santuario interno, ma all’intera area del tempio con tutte le sue strutture.
6. La notte di Pasqua del 33 E.V., quale falsa testimonianza resero i giudei riguardo a Gesù e al naòs di Gerusalemme?
6 La notte di Pasqua (14 nisan) del 33 E.V., alcuni giudei testimoniarono dinanzi ai capi sacerdoti e al Sinedrio, ma se quei testimoni rimasero in vita fino al 70 E.V., ebbero la prova che la loro testimonianza contro Gesù Cristo in quella fatidica notte era falsa. Essi testimoniarono: “Noi lo abbiamo udito dire: ‘Io abbatterò questo tempio [naòs] che è stato fatto con mani e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto con mani’”. (Mar. 14:58) L’aver fatto mettere a morte Gesù non impedì che il loro tempio fosse completamente distrutto nel 70 E.V.
7. (a) Cosa dissero i giudei schernendo Gesù al palo sul Calvario? (b) Il traditore Giuda dove gettò infine il denaro del tradimento?
7 Più tardi, quello stesso giorno, quando i giudei ostili videro Gesù al palo fuori Gerusalemme, poterono pensare che ormai non sarebbe più stato in grado di fare ciò che erroneamente pensavano avesse detto. “E quelli che passavano di lì parlavano ingiuriosamente di lui, scuotendo la testa e dicendo: ‘Tu che abbattevi il tempio [naòs] e lo edificavi in tre giorni, salva te stesso! Se sei figlio di Dio, scendi dal palo di tortura!’” (Matt. 27:39, 40; Mar. 15:29, 30) Prima che Gesù venisse messo al palo, il discepolo che lo aveva tradito vendendolo per trenta pezzi d’argento ai suoi sanguinari nemici cercò di liberarsi della colpa. Ci riferiamo a Giuda Iscariota, uno dei dodici apostoli. Egli cercò di restituire ai mandanti il denaro con cui l’avevano corrotto, ma essi non vollero riprenderlo. Non potendosi discolpare in quel modo, cosa fece il traditore? Matteo 27:5 narra: “Giuda gettò il denaro nel santuario [naòs] e si ritirò; e andatosene, s’impiccò”. (Good News Bible; The Jerusalem Bible; Literal Translation of the Holy Bible di Young) Perché altre moderne versioni della Bibbia traducono naòs “tempio”?
8. Perché molti traduttori della Bibbia usano qui la parola “tempio” invece di “santuario”?
8 Evidentemente perché comprendono che qui la parola greca non si riferisce al santuario interno, col suo portico, il Santo e il Santissimo, nel quale il sommo sacerdote portava il sangue dei sacrifici nell’annuale Giorno di Espiazione. Si riferisce al tempio con tutti i suoi cortili.
9. (a) Perciò, è necessario che la “grande folla” sia in cielo per poter servire Dio nel suo naòs? (b) Secondo Rivelazione 3:12, naòs può avere anche un senso limitato?
9 Perciò si può dire che la “grande folla” si trova nel “tempio” o naòs di Dio pur non essendo in cielo come creature spirituali con i 144.000 israeliti spirituali che compongono il “piccolo gregge” di Dio. (Riv. 7:1-9, 15; Luca 12:32) Naòs può anche avere un senso limitato, come quando nel I secolo Gesù Cristo si rivolse alla congregazione di Filadelfia, in Asia Minore, dicendo: “Colui che vince, lo farò colonna nel tempio [naòs] del mio Dio, ed egli non ne uscirà più, e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la Nuova Gerusalemme che discende dal cielo e dal mio Dio, e quel mio nuovo nome”. — Riv. 3:12.
10. In quali modi Rivelazione 7:9-17 mostra che la “grande folla” non fa parte della congregazione che è in quel limitato naòs?
10 In Rivelazione 7:9-17 una tale iscrizione sui componenti della “grande folla” non è nemmeno menzionata, né viene detto che vengono resi ‘colonne’ nel tempio di Dio. Coloro che sono resi simboliche ‘colonne’ sono i 144.000 israeliti spirituali delle dodici tribù.
11, 12. (a) In che modo il gruppo di israeliti spirituali dal numero ben determinato differisce dalla “grande folla” per quanto riguarda i nomi? (b) Secondo Rivelazione 14:1-5 come si addice ai 144.000 il nome della città che scende da Dio?
11 A differenza dell’innumerevole “grande folla”, i componenti di quel gruppo di israeliti spirituali dal numero ben determinato hanno il nome di Gesù e quello di suo Padre scritti su di loro. Su di loro è scritto anche il nome della città di Dio, la Nuova Gerusalemme che scende dal cielo, da Dio. Come il monte Sion era associato con l’antica Gerusalemme, così uno spirituale monte Sion è associato con questa celeste Nuova Gerusalemme. In armonia con ciò, l’apostolo Giovanni ebbe una seconda visione dei 144.000 israeliti spirituali, e la descrisse così:
12 “Ecco, l’Agnello [Gesù Cristo] stava sul monte Sion, e con lui centoquarantaquattromila che avevano il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti. . . . Ed essi cantano come un nuovo cantico davanti al trono . . . e nessuno poteva imparare quel cantico se non i centoquarantaquattromila che sono stati comprati dalla terra. . . . Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. — Riv. 14:1-5.
13. (a) Quelli della “grande folla” sono come i 144.000 in quanto a stare sul celeste monte Sion? (b) Sono “comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”?
13 I dettagli di questa descrizione si addicono anche all’internazionale “grande folla” di Rivelazione 7:9-17? No, perché in nessun luogo è detto che i suoi componenti stanno sul celeste monte Sion. (Ebr. 12:22) Non sono inclusi fra i cantori originali del “nuovo cantico”. Non viene detto che sono “comprati dalla terra”, “comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. Di conseguenza, i componenti della “grande folla” si aspettano di rimanere per sempre sulla terra e di prendere parte all’opera di trasformarla in un Paradiso. Essi non appartengono al gruppo dei 144.000 “comprati” che cominciò a formarsi il giorno di Pentecoste del 33 E.V., giorno in cui il sommo sacerdote giudeo offriva nel tempio di Gerusalemme le “primizie” del raccolto del grano. Quel giorno il più grande Sommo Sacerdote, Gesù Cristo, pagò a Dio in cielo il prezzo dell’acquisto mediante il suo sangue sparso, e Dio lo impiegò come canale attraverso il quale versare quello stesso giorno lo spirito santo sui 120 discepoli in attesa, e più tardi su circa 3.000 giudei e proseliti che si pentirono e vennero battezzati quel giorno. — Atti, capitolo 2; Gioe. 2:28, 29; Ebr. 4:15, 16.
DISTINTI DAL “SUGGELLO DELL’IDDIO VIVENTE”
14. Sebbene sia i 144.000 che la “grande folla” siano portati in una condizione di salvezza, in che modo fra loro c’è una differenza per quanto riguarda un suggello?
14 Un elemento rilevante che distingue dalla “grande folla” in vesti bianche i 144.000 “comprati” è ciò che viene chiamato il “suggello dell’Iddio vivente”. Rivelazione, capitolo 7, che parla sia dei 144.000 israeliti spirituali che della “grande folla”, mostra che solo i 144.000 sono contrassegnati “sulle loro fronti” da quel “suggello” come “schiavi del nostro Dio”. Questo indica che c’è una differenza anche nelle rispettive posizioni ufficiali nelle disposizioni finali di Dio per quanto riguarda il cielo e la terra. Questo vale anche se sono tutti portati a una condizione di salvezza, perché sia la “grande folla” che i 144.000 accettano Gesù Cristo come “Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. (Giov. 1:29, 36; I Giov. 2:1, 2) In questo modo quelli della “grande folla” “hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello”. (Riv. 7:9, 14) Questo dà loro il diritto di adorare Geova nel suo tempio spirituale, tipificato o prefigurato dall’intera struttura del tempio dell’antica Gerusalemme. — Giov. 4:21-24.
15. Si avvicina il tempo di quale richiesta di protezione, e quale micidiale tempesta è ancora trattenuta, e perché?
15 Si avvicina il tempo in cui gli uomini in generale effettivamente diranno alle elevate e ben radicate organizzazioni della società terrena: “Cadeteci sopra e nascondeteci dalla faccia di colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello, perché il gran giorno della loro ira è venuto, e chi può stare in piedi?” (Riv. 6:16, 17) Sta per scoppiare una tempesta. Lo indicano le successive parole della visione: “Dopo questo [io, l’apostolo Giovanni] vidi quattro angeli in piedi ai quattro angoli della terra, che trattenevano i quattro venti della terra, affinché nessun vento soffiasse sulla terra né sul mare né su alcun albero. E vidi un altro angelo [un quinto] che ascendeva dal sol levante, avente il suggello dell’Iddio vivente; ed egli gridò ad alta voce ai quattro angeli ai quali fu concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo: ‘Non danneggiate la terra né il mare né gli alberi, finché non abbiamo suggellato gli schiavi del nostro Dio sulle loro fronti’”. — Riv. 7:1-4.
16. Perché la “grande folla”, pur non essendo suggellata, non viene danneggiata dalla tempesta che esprime l’ira dell’Agnello?
16 Non viene detto che qualcuno della “grande folla” sia suggellato con quel “suggello dell’Iddio vivente”, ma che questo avviene solo nel caso dei 144.000 “schiavi del nostro Dio”. Perché allora nessuno della “grande folla” viene danneggiato dalla turbolenta tempesta causata dal rilascio dei “quattro venti” dai quattro angoli della terra? Inoltre, come mai gli appartenenti alla non suggellata “grande folla” non subiscono l’“ira dell’Agnello” una volta che i 144.000 sono stati suggellati? È perché “hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello”. (Riv. 7:14) Accettano i benefìci del suo sacrificio di riscatto e ottengono il perdono dei peccati, essendo lavati nel suo sangue espiatorio. Per avere protezione, non confidano nelle imponenti e radicate istituzioni dei semplici uomini, ma confidano in Geova Dio e in suo Figlio, l’Agnello Gesù Cristo. Per questo gridano riconoscenti: “La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello”. — Riv. 7:9, 10.
17. Nella controversia del Dominio Universale, a chi è leale la “grande folla”? Dove rende sacro servizio, e a chi?
17 Fino alla soluzione dell’importantissima controversia del Dominio Universale restano leali al regno di Geova retto dall’Agnello Gesù Cristo. “Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio [latrèuein, verbo greco] giorno e notte nel suo tempio [naòs]”. (Riv. 7:15) Qui sono uniti al rimanente ancora in vita dei 144.000 suggellati “schiavi del nostro Dio”.
“VENGONO DALLA GRANDE TRIBOLAZIONE”
18. Da dove è detto che vengono fuori quelli della “grande folla”, e quale domanda sorge?
18 Incluso nella “salvezza” che la “grande folla” riceve è il fatto di venir fuori da ciò che è profetizzato in Rivelazione 7:14: “Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello”. Parola per parola, nel testo greco originale si legge: “Fuori della tribolazione la grande”. (Kingdom Interlinear Translation) Ebbene, che cos’è questa “grande tribolazione”? Invece di tribolazione, alcune traduzioni bibliche riportano: “afflizione”a, “angustia”b, “persecuzione”c, “oppressione”d e “prova”e. Ma molte altre traduzioni hanno: “tribolazione”.
19, 20. (a) Cosa significa la parola latina da cui deriva il termine “tribolazione”? (b) Cosa dice il commentario di Robertson circa l’uso di questa parola in Rivelazione 7:14, e in che modo viene usata nella profezia di Gesù?
19 La parola greca tradotta in questi vari modi è thlìpsis. Denota una brutta esperienza. La parola italiana “tribolazione” viene dal latino tribulum, che significa “trebbia”.
20 Circa l’espressione ‘la grande tribolazione’ usata in Rivelazione 7:14, il dott. Robertson scrive in una sua opera (Word Pictures in the New Testament, Vol. VI, pp. 352, 353): “Pare si tratti di una grande crisi (Matt. 13:19 e ss.; 24:21; Mar. 13:19), benché si possa riferire all’intera sequela e precedere quindi il giudizio finale”. Matteo 24:21 si riferisce innanzi tutto alla distruzione dell’antica Gerusalemme nel 70 E.V. e dice: “Poiché allora vi sarà grande tribolazione [thlìpsis] come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. Marco 13:19 dice: “Poiché quelli saranno giorni di tale tribolazione [thlìpsis] quale non v’è stata dal principio della creazione che Dio creò fino a quel tempo, né vi sarà più”. Questa tribolazione doveva far parte del “segno” “quando tutte queste cose” sarebbero state prossime al termine. (Mar. 13:4) “Tutte queste cose” includono il completamento dell’opera di suggellare i 144.000 israeliti spirituali. — Riv. 7:1-8.
21. Quale parola greca usa la Versione dei Settanta nel tradurre il termine che ci interessa in Daniele 12:1, e chi è Michele?
21 La versione greca dei Settanta delle Scritture Ebraiche usa il termine thlìpsis in Daniele 12:1, con riferimento allo stesso avvenimento, e dice: “E a quel tempo sorgerà Michele, il gran principe che è stato sopra i figli del tuo popolo, e vi sarà un tempo di tribolazione [thlìpsis] — una tribolazione [thlìpsis] come non v’è stata da che ci fu nazione sulla terra fino a questo tempo”. (The Septuagint Bible, di Charles Thomson; The Septuagint Version, edita da Samuel Bagster and Sons Limited). Secondo Rivelazione 12:7, Michele corrisponde al glorificato Gesù Cristo.
22. La “grande tribolazione” è forse un’espressione del disfavore divino sulla “grande folla”, e che cosa significa il fatto che ne viene fuori?
22 Da tutto ciò si comprende che la “grande tribolazione” non è un’espressione dell’ira o del disfavore di Dio sulla “grande folla”, allo scopo di disciplinarla e purificarla dai suoi rapporti con questo malvagio sistema di cose. La predetta “grande tribolazione” riguarda il mondo, è la finale “tribolazione” che si abbatte su questo mondo condannato. È la simbolica tempesta trattenuta dai quattro angeli ai quattro angoli della terra fino a che gli ultimi dei 144.000 israeliti spirituali non siano stati suggellati quale proprietà ‘comprata’ da Geova Dio, gli inalienabili “schiavi del nostro Dio”. Il fatto che gli appartenenti alla “grande folla” vengano fuori da quella “grande tribolazione” significa che sopravvivono ad essa.
23. Di che cosa costituirà l’inizio la sopravvissuta “grande folla”, e con quali prospettive?
23 Che meraviglioso privilegio sarà allora per la salvata “grande folla” continuare a ‘rendere a Dio sacro servizio giorno e notte nel suo tempio’, nei cortili terrestri della disposizione del suo grande tempio! I “nuovi cieli” saranno stati stabiliti su di loro, ed essi costituiranno l’inizio della “nuova terra” in cui dimorerà eternamente la giustizia. (II Piet. 3:13) Sulla terra purificata comincerà a fiorire un nuovo Paradiso, nel quale non ci sarà più il Diavolo a tentarli a commettere qualche forma d’ingiustizia. Davvero felice è la prospettiva posta dinanzi alla “grande folla” che sopravvivrà alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon! — Riv. 16:13-16.
[Note in calce]
a The Emphatic Diaglott.
b The Bible in Living English; The New Testament in Modern Speech.
c Parola del Signore, Il Nuovo Testamento; An American Translation; Good News Bible; The Jerusalem Bible.
d The New Testament in Modern English, di Phillips.
e The New English Bible.
[Riquadro a pagina 15]
La parola greca “naòs” si riferisce spesso al santuario interno che rappresenta il cielo stesso
● MA fu l’intero tempio (“naòs”) che richiese 46 anni per essere edificato
● Fu l’intero tempio (“naòs”) a essere distrutto per giudizio di Dio
● Fu nel tempio esterno (“naòs”) che Giuda gettò i trenta pezzi d’argento
● PER CUI si può dire che la “grande folla” serve Dio nel cortile terrestre del tempio spirituale
[Riquadro a pagina 18]
Solo i 144.000 unti sono
● resi colonne nel tempio di Dio
● un “piccolo gregge” dal numero ben determinato
● contrassegnati col nome del Padre, dell’Agnello e della Nuova Gerusalemme
● in piedi sul celeste monte Sion
● “comprati dalla terra . . . di fra il genere umano”
● “primizie a Dio e all’Agnello”
● distinti dal “suggello dell’Iddio vivente”
[Riquadro a pagina 19]
La “grande folla” ha il privilegio di
● fuggire dalle condannate organizzazioni della società terrena
● avere la salvezza mediante il riscatto dell’Agnello
● essere approvata davanti al trono di Dio
● rendere sacro servizio a Dio nel suo tempio spirituale
● sopravvivere alla “tribolazione” finale di questo mondo condannato
● divenire il fondamento di una pura società, la “nuova terra”
● vivere eternamente sulla terra paradisiaca
[Diagramma/Immagini a pagina 17]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
Disposizione del tempio di Geova
SANTUARIO INTERNO
“GRANDE FOLLA” CON RAMI DI PALMA
ALTARE DOVE PRESTANO SERVIZIO I SACERDOTI